Le gambe affondano fino al ginocchio, ed il freddo entra nelle ossa provocando fitte dolorose. La neve scende con minore intensità, ma questo non facilita il compito di Joe e Greg. Avranno percorso sì e no cento metri. Nessuna traccia di mezzi per riprendere la fuga, in questa cittadina fantasma.
- Ci sono delle luci accese laggiù - dice Greg aguzzando la vista.
- Ma sei ancora ubriaco... qui non c'è anima viva! - risponde acido Joe.
- Eppure... guarda là, quel bagliore rossastro... - insiste Greg.
In effetti dopo alcune decine di metri, Joe è costretto a dare ragione al compagno: - E io che pensavo che l'alcol annebbiasse la vista! Avviciniamoci.

L'insegna luminosa brilla della luce tremula dei vecchi neon, parzialmente bruciati, recitando con malinconia il passato splendore del Riverside Motel.
Gli addobbi natalizi, fatti di luci colorate intermittenti, adornano la ringhiera della grande veranda antistante l'ingresso. Un ronzio ritmico accompagna l'accendersi e lo spegnersi delle luminarie, quasi fosse il lamento di morte delle vetuste lampadine, come se ogni accensione fosse l'ultima della loro gloriosa carriera.
Greg guarda incredulo Joe: - Tutto mi sarei aspettato, fuorché trovare un motel qui!
Joe alza le spalle. C'è l'insegna di rivendita tabacchi vicino all'entrata. Questo è ciò che conta.
In men che non si dica il giovane pilota suona il campanello che risponde con un trillo smorzato.
Nessuno si presenta alla porta. Joe spazientito fa per risuonare, quando sente il chiavistello dell'ingresso aprirsi.
Un'anziana signora dai capelli bianchi, ad occhio sui 65-70 anni, spunta sull'uscio. Alta solo un metro e mezzo, porta vestiti semplici, un maglione verdognolo e una gonna, e ciabatte grigie.
- Buonasera! - dice sorridente, con voce cordiale, senza però nascondere una certa sorpresa per la visita inaspettata.
- Signora, buonasera - attacca Joe - ci perdoni se disturbiamo, ma ci siamo persi e...
- Oh, giovanotti! Ma siete fradici! Entrate, entrate! Non state sulla porta col freddo che fa, potreste ammalarvi!
La signora invita i due ad entrare nella vecchia reception, in cui troneggia il banco del motel. La stanza è addobbata per le festività, con l'albero di Natale in bella mostra, e resa ospitale come se la donna vivesse la sua esistenza qui dentro: soprammobili, una tazza di tè, i ferri per la maglia e piccoli oggetti di vita quotidiana. Un caldo tepore pervade l'ambiente, accompagnato da un buon profumo di cibo.
- Signora...
L'anziana donna non dà il tempo a Joe di continuare: - Accomodatevi, accomodatevi pure - dice indicando un tavolo circondato da sedie in stile anni '60. Tutto qua dentro sembra essersi fermato a trent'anni fa. - Scaldatevi un po' vicino al calorifero.
La signora dai modi premurosi sembra lo stereotipo della nonnina, sia nell'aspetto che nel carattere. Il suo incedere con l'aiuto di un bastone non fa altro che rimarcare questa sensazione. Una di quelle nonne la cui gentilezza nei confronti dei nipoti è tale da non dare tregua: alla prima premura, ne segue subito una seconda, se ne accavalla una terza, e così via.
- Vi preparo un latte e cognac? - incalza di nuovo. Beh, un goccetto per scaldarsi non farebbe male pensa Greg tra sé e sé.
- Oh, perdonatemi, che sbadata! Non mi sono ancora presentata. Io sono la signora Sterling...

1.16 - RIVERSIDE MOTEL

Le gambe affondano fino al ginocchio, ed il freddo entra nelle ossa provocando fitte dolorose. La neve scende con minore intensità, ma questo non facilita il compito di Joe e Greg. Avranno percorso sì e no cento metri. Nessuna traccia di mezzi per riprendere la fuga, in questa cittadina fantasma.
- Ci sono delle luci accese laggiù - dice Greg aguzzando la vista.
- Ma sei ancora ubriaco... qui non c'è anima viva! - risponde acido Joe.
- Eppure... guarda là, quel bagliore rossastro... - insiste Greg.
In effetti dopo alcune decine di metri, Joe è costretto a dare ragione al compagno: - E io che pensavo che l'alcol annebbiasse la vista! Avviciniamoci.

L'insegna luminosa brilla della luce tremula dei vecchi neon, parzialmente bruciati, recitando con malinconia il passato splendore del Riverside Motel.
Gli addobbi natalizi, fatti di luci colorate intermittenti, adornano la ringhiera della grande veranda antistante l'ingresso. Un ronzio ritmico accompagna l'accendersi e lo spegnersi delle luminarie, quasi fosse il lamento di morte delle vetuste lampadine, come se ogni accensione fosse l'ultima della loro gloriosa carriera.
Greg guarda incredulo Joe: - Tutto mi sarei aspettato, fuorché trovare un motel qui!
Joe alza le spalle. C'è l'insegna di rivendita tabacchi vicino all'entrata. Questo è ciò che conta.
In men che non si dica il giovane pilota suona il campanello che risponde con un trillo smorzato.
Nessuno si presenta alla porta. Joe spazientito fa per risuonare, quando sente il chiavistello dell'ingresso aprirsi.
Un'anziana signora dai capelli bianchi, ad occhio sui 65-70 anni, spunta sull'uscio. Alta solo un metro e mezzo, porta vestiti semplici, un maglione verdognolo e una gonna, e ciabatte grigie.
- Buonasera! - dice sorridente, con voce cordiale, senza però nascondere una certa sorpresa per la visita inaspettata.
- Signora, buonasera - attacca Joe - ci perdoni se disturbiamo, ma ci siamo persi e...
- Oh, giovanotti! Ma siete fradici! Entrate, entrate! Non state sulla porta col freddo che fa, potreste ammalarvi!
La signora invita i due ad entrare nella vecchia reception, in cui troneggia il banco del motel. La stanza è addobbata per le festività, con l'albero di Natale in bella mostra, e resa ospitale come se la donna vivesse la sua esistenza qui dentro: soprammobili, una tazza di tè, i ferri per la maglia e piccoli oggetti di vita quotidiana. Un caldo tepore pervade l'ambiente, accompagnato da un buon profumo di cibo.
- Signora...
L'anziana donna non dà il tempo a Joe di continuare: - Accomodatevi, accomodatevi pure - dice indicando un tavolo circondato da sedie in stile anni '60. Tutto qua dentro sembra essersi fermato a trent'anni fa. - Scaldatevi un po' vicino al calorifero.
La signora dai modi premurosi sembra lo stereotipo della nonnina, sia nell'aspetto che nel carattere. Il suo incedere con l'aiuto di un bastone non fa altro che rimarcare questa sensazione. Una di quelle nonne la cui gentilezza nei confronti dei nipoti è tale da non dare tregua: alla prima premura, ne segue subito una seconda, se ne accavalla una terza, e così via.
- Vi preparo un latte e cognac? - incalza di nuovo. Beh, un goccetto per scaldarsi non farebbe male pensa Greg tra sé e sé.
- Oh, perdonatemi, che sbadata! Non mi sono ancora presentata. Io sono la signora Sterling...

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