Portland, Gennaio 11, 1929 – Mattina

Oggi non nevica.
Portland è sotto un manto candido ancora non rovinato dalle auto che solo ora iniziano a muoversi, il mare è una lastra grigia.
Perlenbacher si è alzato di buon ora, sa che per strappare qualche informazione agli integerrimi tutori dell'ordine è bene incontrarli al mattino presto, quando il turno serale stacca e fa colazione in uno dei tanti dinner della zona.
Il detective sta mangiando una grossa ciambella e bevendo caffe, è già al terzo.
- Si chiamava Constance Reed, 55 anni, di Falmouth, disoccupato da 2 anni. Non sappiamo molto di più.
- Famiglia? Recapiti?
- Niente di niente per ora, era probabilmente un vagabondo.
- Capisco.
Perlenbacher chiude il taccuino e si alza.
Questo poliziotto o non sa niente o non vuole dire nulla, ma propende per la prima.
Fa cenno alla giovane cameriera che offre lui la colazione e si dirige alla porta.
- Ah, un ultima cosa - lo richiama l’investigatore. - Abbiamo anche la causa di morte.
- Sentiamo.
- Beh... non ci crederà mai…
Annegamento.

05 - SI CHIAMAVA CONSTANCE REED

Portland, Gennaio 11, 1929 – Mattina Oggi non nevica. Portland è sotto un manto candido ancora non rovinato dalle auto che solo ora ini...

- Bene signor McCormak, la sua deposizione è a posto ma faccia attenzione, questa è una città tranquilla e non mi piacciono gli investigatori privati come lei. Girate al largo.
I tre escono dal commissariato.
Come sospettavano sotto la lastra di cemento c'era un cadavere.
Un uomo corpulento con abiti grezzi e capelli unti.
Sono tornati a Portland e hanno chiamato la polizia e ora sono in questa stazione frenetica e piena di centralini a ripetere la stessa storia da ore...
Per fortuna Tony si è eclissato, lui e la sua pistola portano solo guai.
Ryan ne ha visti di morti, parecchi. Gli è bastata un'occhiata per stabilire che l’uomo era cadavere da ben prima che Mitchell gli sparasse nel tentativo di sedare la rissa, era morto da almeno 4-5 giorni. I lavori sono stati fatti 2 giorni prima quindi il corpo è arrivato sull'isola con i lavoratori... possibile?
Gli abboccamenti di Tony Baronetto alla Weley and Masterson, la ditta che si è occupata della ripavimentazione, non hanno portato a nulla.
Sul corpo hanno trovato una piccola scaglia di pesce che il professor Connor ha stabilito non essere di alcun pesce della costa est, sembra di un qualche pesce esotico, segni di legature erano presenti sia sulle mani che sui piedi…
Poche informazioni per ora, nemmeno sanno chi è la vittima...
Meglio andare a dormirci sopra.
Perlenbacher ha strappato un'intervista per il giorno dopo, vedremo come andranno le cose.

04 - UN CORPO SENZA NOME

- Bene signor McCormak, la sua deposizione è a posto ma faccia attenzione, questa è una città tranquilla e non mi piacciono gli investigat...

L’interno della casupola è fumoso, intriso di aria acre e sudore. Due tavoli rabberciati e alcune sedie ricavate da casse e barili completano l’arredamento.
Nonostante l’aspetto è un pub, dove i nostri si procurano birra scura e informazioni. Il barista è scontroso e poco incline al dialogo, Ryan gli allunga un paio di banconote.
Sì, ci sono stati dei lavori di ripavimentazione due giorni fa. La Madonna? Sì, è stato il matto del villaggio, Jakob, a disegnarla. Che ci volete fare? E’ matto! Per quello che è successo dopo, il barista non sa molto.
Altre banconote.
C’è stata una rissa, gli animi si scaldano da queste parti con la crisi e tutto il resto, e lui è intervenuto. Non aggiunge altro se non tre nomi: Caleb, Joshua e Ronnie.
Tempo di dividersi.

Perlenbacher e McCormak bussano alla stamberga di Caleb, gli altri aspettano intorno al cemento.
L'uomo parla a macchinetta, non manca di infarcire i suoi discorsi con apprezzamenti verso i giornalisti e mostrando orgoglioso un numero del New York Times di tre mesi prima, lui è uno che i giornali li legge.
Perlenbacher non si fa scrupoli e gli promette la prima pagina sul Post. Le parole scivolano fuori come un fiume in piena.
- Una rissa? Bhe è esagerato chiamarla così!
- Si gioca a carte poi si sa come vanno a finire queste cose... E una foto? Mi farete una foto?
- No una foto no, lasciamo più spazio per descrivere l'uomo invece che la sua immagine.
- Ah, voi dottoroni di New York sapete bene come fare le cose, parola mia!
- Cosa è successo poi?
- Ma niente! Mitchell, il barista, è uscito con il fucile per farli smettere e ha sparato per terra colpendo il disegno e all'improvviso è saltato fuori sangue!
Da non credere, tutti abbiamo guardato il piede di Joshua ma era illeso, io mi sono segnato e sono corso a casa!
- ...il signor Caleb ha mostrato il giusto rispetto per l'immagine sacra e quindi si è ritirato. Ecco qua, scritto tutto vede?
Perlenbacher sventola un taccuino su cui ha disegnato fino a un secondo prima.
- Grazie ancora signor Caleb.
- Ehi un momento quando uscirà l'articolo?
- Eh dipende dalle rotative e dai correttori di bozze... direi la prossima settimana.
- Perfetto! Andrò a Portland a cercarlo!
Appena fuori i due se la ridono tra di loro e quindi raggiungono gli altri.
- Ok ragazzi alziamo questa lastra, quello che c'è sotto ho paura che non piacerà a nessuno.

03 - UNA LASTRA FUORI POSTO

L’interno della casupola è fumoso, intriso di aria acre e sudore. Due tavoli rabberciati e alcune sedie ricavate da casse e barili completan...


Sei ore dopo il variegato gruppetto scende sulle tavole sbrecciate del pontile di Diamond Cove.
I cinque sono intirizziti e semicongelati a causa della traversata della baia e della neve che continua a scendere.
Il luogo è semiabbandonato, alcune casupole in legno e lamiera e qualche peschereccio fermo e in cattive condizioni.
Non più di dieci baracche, alcune sfondate e vuote.
- Perché ci hai portato qui? E’ tutto il viaggio che fai il misterioso, quale sarebbe il grande scoop? – chiedono spazientiti i compagni di viaggio di Perlenbacher.
- Seguitemi. Vedrete che meraviglia… - e si incammina verso una piccola zona pavimentata.
Gli altri lo seguono poco convinti.
- Bene diamoci da fare! - dice Perlenbacher mentre si sfrega le mani e ci alita dentro tenendole a conchetta.
Ed ecco qui signori! – annuncia indicando il terreno - La Vergine Piangente!
Il gruppo osserva una macchia slavata su alcune lastre di cemento prefabbricato. Un disegno a gesso, che forse rappresentava un’immagine sacra, ma di cui adesso si possono solo intuire le forme. Un foro sulla lastra in corrispondenza di uno dei lembi azzurri mostra una strana areola ramata.
I quattro guardano Perlenbacher con un misto di compassione e di odio.
- Ehi! Ehi! - si schermisce - Avete mai visto una Madonna gettare sangue?
- In Italia ci abbiamo il sangue di San Gennaro! - afferma faceto Tony - E Madonne più belle!
- Smettetela di ciarlare! - sbotta Ryan chino sulla lastra.
Ha visto centinaia di fori simili, lungo i villaggi polverizzati della Marna e nella pianura della Somme. Un proiettile ha trapassato il cemento, traiettoria dall’alto al basso, distanza ravvicinata.
- Professor Connor lei che ne dice?
L’anziano luminare controlla la macchia rossastra. Dopo aver frugato con cura nella sua borsa in pelle, estrae una boccetta chiusa con un tappo a pipetta, tramite cui preleva alcune gocce di liquido e le dosa sulla macchia. L’etichetta recita perossido di azoto.
- Sangue…
Tutti si fanno silenziosi, tranne Perlenbacher che fiuta l’articolo.
- Cerchiamo di capire cosa è successo.
McCormack si guarda intorno, osservando pensieroso alcuni attrezzi appoggiati a una baracca. Un paio di pale e un piccone rotto nonché i resti di alcuni sacchi di cemento intrisi di neve sporca…

02 - LA VERGINE PIANGENTE

Sei ore dopo il variegato gruppetto scende sulle tavole sbrecciate del pontile di Diamond Cove. I cinque sono intirizziti e semicongelat...

NY, Gennaio 10, 1929 - Mattina

Fa freddo e nevica.
Perlenbacher si volta sospirando, osservando la porta di ingresso allo stabile, pensando alla stufetta a cherosene dell'ufficio.
Infila una mano nel pastrano estraendo un foglietto spiegazzato: le note del capo.
Un altro articolo insulso.
Un giorno scriverà il suo grade romanzo e tutti gli dovranno riconoscer merito pensa tra se e se.
Ma per ora bisogna pagare le bollette.
Si dirige a un telefono a gettoni e compone un numero.

Da Sal trilla il telefono, il barista risponde osservando la penombra fumosa.
- Pronto?
- Sto cercando Tony.
- Chi sei?
Ma il nome di perde tra i disturbi elettrostatici.
Sal decide che in fondo non sono affari suoi, fa un cenno al ragazzo italo-americano intento a "corteggiare" Lynn. La ragazza ringrazia il cielo con lo sguardo, piuttosto seccata dalle attenzioni non richieste: non ha ancora iniziato a lavorare e, soprattutto, Tony Baronetto è uno spiantato.
La conversazione al telefono è veloce, poi il ragazzo fa un cenno a Ryan, un ubriaco che frequenta da un po' il locale e con lui esce nella neve.
Poco dopo mette in moto il suo vecchio furgone Ford.
Probabilmente un'altra consegna di alcolici pensa Sal.
Ma in fondo, non sono affari suoi.

- Perlenbacher! Che si dice?
- Ehi Tony! Come va?
- Bando ai convenevoli, cosa ti serve? So che mi chiami sempre se ti serve qualcosa.
I due si conoscono. Perlenbacher è uno "scrittore" (anche se non ha mai pubblicato nulla e lavora per un infimo giornale), Tony un galoppino della piccola malavita locale. I due si trovano ogni tanto a scambiarsi storie per il "grande romanzo americano" di Perlenbacher, libro che lui non ha nemmeno iniziato.
- Devo andare a Portland, e da li su un’isoletta chiamata Diamond Cove per un articolo.
Tony emette un lungo fischio.
- Saranno almeno 3 ore! Va beh, basta che mi paghi la benzina…
- Certo! Per chi mi hai preso? Tutto spesato!
Perlenbacher estrae dalla tasca una banconota spiegazzata da 10$.
- Dobbiamo passare a prendere anche McCormak e il professore. Mi serve un po' di aiuto, e poi volevo dare un taglio approfondito alla cosa.
Tony alza le spalle: - Se lo dici tu...
E il camioncino riparte.

01 - UN ALTRO ARTICOLO INSULSO

NY, Gennaio 10, 1929 - Mattina Fa freddo e nevica. Perlenbacher si volta sospirando, osservando la porta di ingresso allo stabile, pensan...

- Oh oh oh! Ma cosa sta dicendo? E' tutta un'opera di fantasia, non crederà sul serio che possa succedere veramente?
L'uomo guarda il suo interlocutore con aria divertita.
- Ma facciamo un'ipotesi, ipotizziamo che invece sia possibile, come andrebbe?
- Beh, non molto diversamente da come c'è scritto, ovviamente una volta che si innescasse tale processo il resto verrebbe da sé, ma davvero, non c'è forza al mondo in grado di generarlo a comando.
- Beh sì, ma sapendo dove e come applicarla?
- Nemmeno in quel caso, mi creda, glielo ripeto: non c'è nulla su questa Terra in grado di realizzare una cosa simile a comando.
L'uomo sorride bonario.
L'altro invece sembra pensieroso.
Borbotta qualcosa ma si capisce appena.
Quindi ringrazia l'ospite e si accomiata. Fuori fa fresco, lo attende un lungo viaggio...
- Nessuna forza su questa Terra, ha ragione, ma al di fuori di essa forse sì...

00 - PROLOGO

- Oh oh oh! Ma cosa sta dicendo? E' tutta un'opera di fantasia, non crederà sul serio che possa succedere veramente? L'uomo g...

Questo semplicemente per dire che è ora di ridare un po' di vita a questo blog, ormai fermo da così tanto tempo che soffre di piaghe da decubito...
Premetto che il mio tempo libero purtroppo non è aumentato, al lavoro la possibilità di dedicarmi alla scrittura di articoli è nulla, ergo mi è impossibile portare avanti con continuità due blog. Di conseguenza continuerò a scrivere su One Shot con la medesima frequenza, ovvero quasi mai, sigh...
Ora vi starete chiedendo se è Caronte, o Minosse, o come diavolo si chiama questo caldo a farmi delirare... e invece no!
Il fatto è che One Shot si evolve in qualcosa di diverso, che lo renderà qualcosa di più del mio personale spazio per scrivere cazz... ehm... dissertazioni sul complesso mondo dei giochi di ruolo.
Alcuni mesi fa ricevetti da Nicholas, uno degli sventurati lettori passati da queste parti e sul Sussurro di Even, la richiesta di pubblicare i resoconti delle sue avventure, tanto per beneficiare della mostruosa (!) visibilità di questo sito.
Pensandoci su, in effetti recentemente One Shot è stato vivo come un cimitero: solo gente di passaggio a far visita ai trapassati. Per questo ho deciso di trasformare il blog, cominciando proprio dalla pubblicazione della one shot di Nicholas, con l'auspicio che in futuro, l'esperienza possa ripetersi con altre one shot e (perché no) con altri autori.

L'avventura che imperverserà su queste pagine nel prossimo futuro è scritta dallo stesso Nicholas e utilizza come sistema di gioco il famigerato Call of Cthulhu (CoC) della Chaosium, universalmente conosciuto per l'altissimo tasso di mortalità tra i giocatori (come è giusto che sia).
Ma ora basta perdere tempo, tornerò a scrivere cazz... ehm... articoli tra un post e l'altro delle nuove one shot.
Buona lettura a tutti!

NON E' MORTO CIO' CHE IN ETERNO PUO' ATTENDERE...

Questo semplicemente per dire che è ora di ridare un po' di vita a questo blog, ormai fermo da così tanto tempo che soffre di piaghe d...