Aiutandosi l’un l’altro i cinque scavalcano.
Scendono lungo la strada, alla loro destra ci sono alcuni magazzini semidiroccati, le finestre spaccate, gli infissi arrugginiti.
Sui lunghi pontili sono ormeggiate tre navi, due grandi piroscafi e un transatlantico enorme.
All’imbocco dei moli ci sono alcuni grossi comignoli, eliche di diversi metri e parti di paratie stagne, evidentemente smontate dalle imbarcazioni.
Il tutto è abbandonato sul terreno, arrugginito.
Una gru cabinata è posta all’imbocco, il braccio è teso verso la prima nave, la vernice è scrostata in più punti.
Avanzano sotto la luce sbiadita dei lampioni, il freddo è intenso, l’aria trasparente in maniera quasi innaturale.
All’improvviso due uomini vengono verso di loro lungo il pontile.
Hanno abiti pesanti e malconci, uno di loro indossa tre felpe luride una sopra l’altra, l’altro ha un paio di pantaloni da lavoro imbottiti da cui spunta carta da giornale.
Entrambe hanno barbe incolte e sporche e cappelli neri di lana calcati fin quasi sugli occhi.
- Chi siete? Che fate qui? È proprietà privata andatevene.
Il fiato forma piccole nuvolette.
- Stiamo calmi - si fa avanti McCormac conciliante. - Stiamo solo cercando il guardiano, non vogliamo guai.
- Non avrete guai solo se ve ne andate subito.
- Senti un po’ mezzasega con chi cazzo pensi di parlare. - Tony fa un passo avanti fissano il tipo con aria cattiva, la pistola fa bella mostra di se infilata nella cintura.
- Pensi di farmi paura? - L’uomo scosta la giacca e impugna un revolver scuro puntandolo sull’italo-americano, anche l’altro porta la mano al calcio di una pistola.
- Vedete di andarvene, adesso!
Tony lo guarda stringendo gli occhi.
- Nessuno mi punta contro una pistola e sopravvive per raccontarlo.
Rapido estrae l’arma.
L’uomo spara.

78 - 'NESSUNO MI PUNTA CONTRO UNA PISTOLA'

Aiutandosi l’un l’altro i cinque scavalcano.
Scendono lungo la strada, alla loro destra ci sono alcuni magazzini semidiroccati, le finestre spaccate, gli infissi arrugginiti.
Sui lunghi pontili sono ormeggiate tre navi, due grandi piroscafi e un transatlantico enorme.
All’imbocco dei moli ci sono alcuni grossi comignoli, eliche di diversi metri e parti di paratie stagne, evidentemente smontate dalle imbarcazioni.
Il tutto è abbandonato sul terreno, arrugginito.
Una gru cabinata è posta all’imbocco, il braccio è teso verso la prima nave, la vernice è scrostata in più punti.
Avanzano sotto la luce sbiadita dei lampioni, il freddo è intenso, l’aria trasparente in maniera quasi innaturale.
All’improvviso due uomini vengono verso di loro lungo il pontile.
Hanno abiti pesanti e malconci, uno di loro indossa tre felpe luride una sopra l’altra, l’altro ha un paio di pantaloni da lavoro imbottiti da cui spunta carta da giornale.
Entrambe hanno barbe incolte e sporche e cappelli neri di lana calcati fin quasi sugli occhi.
- Chi siete? Che fate qui? È proprietà privata andatevene.
Il fiato forma piccole nuvolette.
- Stiamo calmi - si fa avanti McCormac conciliante. - Stiamo solo cercando il guardiano, non vogliamo guai.
- Non avrete guai solo se ve ne andate subito.
- Senti un po’ mezzasega con chi cazzo pensi di parlare. - Tony fa un passo avanti fissano il tipo con aria cattiva, la pistola fa bella mostra di se infilata nella cintura.
- Pensi di farmi paura? - L’uomo scosta la giacca e impugna un revolver scuro puntandolo sull’italo-americano, anche l’altro porta la mano al calcio di una pistola.
- Vedete di andarvene, adesso!
Tony lo guarda stringendo gli occhi.
- Nessuno mi punta contro una pistola e sopravvive per raccontarlo.
Rapido estrae l’arma.
L’uomo spara.

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