Andrew sentì il peso delle viscere tirare verso il basso. Si portò le mani all'addome, che subito furono ricoperte di un liquido caldo che sgorgava copioso. Tutto ondeggiava attorno a lui, gli veniva da vomitare. La vista si fece confusa, poi il mondo si capovolse e sentì il terreno freddo a contatto con la nuca.
Vide il volto di Josephine sconvolto sopra di lui, la vide controllare le sue ferite e poi portarsi al viso le mani insanguinate. La sentiva invocare Dio continuamente, parlare disperata con Jeremiah, ma la sua voce era lontana, sempre più lontana.
Doveva avvertirli.
"Uomo d'ombra... ascia..." riuscì a bisbigliare prima che la voce gli si paralizzasse in gola. Tossì e senti il sapore del ferro bruciargli nella bocca e nei polmoni.

Andrew si spense lentamente, dissanguato dal profondo squarcio nel ventre.
Josephine chinata su di lui piangeva senza darsi pace. Aveva sentito le sue ultime parole, aveva cercato di avvertirli.
Jeremiah cercò di tranquillizzarla, ma lei era terrorizzata. Chi o cosa aveva assassinato Andrew avrebbe presto ucciso anche loro.
"Non c'è nessun assassino Josephine!" le disse deciso il maniscalco scuotendole le spalle. "Nessuna presenza oscura! Guarda la sua ascia!"
L'arma del falegname era stesa lì vicino, ricoperta di sangue.
"Stavamo scendendo di corsa, è caduto e si è ferito con la sua stessa ascia. Ecco cos'è accaduto!" continuò Jeremiah.
Josephine scosse la testa, sentì la rabbia e la frustrazione montare dentro di lei: "E come spieghi quest'improvvisa oscurità? E gli animali impazziti?"
Jeremiah si aggrappò con forza al lume della ragione. Anche se la sentiva traballare era l'unica vera certezza possibile. Il buio? Avevano perso molto tempo ad esaminare la zona su al cottage, erano scossi, avevano dormito di più e quando si erano svegliati era ben oltre l'alba, anche se la bruma aveva fatto credere il contrario. Il tempo era volato e senza riferimenti avevano perso il senso del suo scorrere. Gli animali? Spaventati dalla loro discesa in corsa lungo il crinale della collina.
Josephine non gli credeva, gli strinse con forza gli avambracci e lo fissò con occhi sbarrati: "Scappiamo, torniamo al villaggio! Questo posto è maledetto! Ha ucciso Andrew, ti rendi conto? Andrew è morto!"
Jeremiah le prese le mani: "Non possiamo mollare adesso! La morte di Andrew è una tragedia, credi che non lo sappia? Credi che non me ne importi nulla? Era come un fratello per me! Ma è stato un incidente, un incidente, capito?! Tu stessa hai detto che la suggestione ci sta facendo impazzire. Non caderne vittima a tua volta!"
Josephine sfilò le dita dalla presa del fratello. La stringeva così forte che le faceva male.
"Nelly è vicina, non possiamo ignorarlo. E' solo una bambina, una bambina spaventata. Non possiamo lasciarla qui. Troviamola, poi torneremo assieme al villaggio."

08 - DISPERAZIONE

Andrew sentì il peso delle viscere tirare verso il basso. Si portò le mani all'addome, che subito furono ricoperte di un liquido caldo che sgorgava copioso. Tutto ondeggiava attorno a lui, gli veniva da vomitare. La vista si fece confusa, poi il mondo si capovolse e sentì il terreno freddo a contatto con la nuca.
Vide il volto di Josephine sconvolto sopra di lui, la vide controllare le sue ferite e poi portarsi al viso le mani insanguinate. La sentiva invocare Dio continuamente, parlare disperata con Jeremiah, ma la sua voce era lontana, sempre più lontana.
Doveva avvertirli.
"Uomo d'ombra... ascia..." riuscì a bisbigliare prima che la voce gli si paralizzasse in gola. Tossì e senti il sapore del ferro bruciargli nella bocca e nei polmoni.

Andrew si spense lentamente, dissanguato dal profondo squarcio nel ventre.
Josephine chinata su di lui piangeva senza darsi pace. Aveva sentito le sue ultime parole, aveva cercato di avvertirli.
Jeremiah cercò di tranquillizzarla, ma lei era terrorizzata. Chi o cosa aveva assassinato Andrew avrebbe presto ucciso anche loro.
"Non c'è nessun assassino Josephine!" le disse deciso il maniscalco scuotendole le spalle. "Nessuna presenza oscura! Guarda la sua ascia!"
L'arma del falegname era stesa lì vicino, ricoperta di sangue.
"Stavamo scendendo di corsa, è caduto e si è ferito con la sua stessa ascia. Ecco cos'è accaduto!" continuò Jeremiah.
Josephine scosse la testa, sentì la rabbia e la frustrazione montare dentro di lei: "E come spieghi quest'improvvisa oscurità? E gli animali impazziti?"
Jeremiah si aggrappò con forza al lume della ragione. Anche se la sentiva traballare era l'unica vera certezza possibile. Il buio? Avevano perso molto tempo ad esaminare la zona su al cottage, erano scossi, avevano dormito di più e quando si erano svegliati era ben oltre l'alba, anche se la bruma aveva fatto credere il contrario. Il tempo era volato e senza riferimenti avevano perso il senso del suo scorrere. Gli animali? Spaventati dalla loro discesa in corsa lungo il crinale della collina.
Josephine non gli credeva, gli strinse con forza gli avambracci e lo fissò con occhi sbarrati: "Scappiamo, torniamo al villaggio! Questo posto è maledetto! Ha ucciso Andrew, ti rendi conto? Andrew è morto!"
Jeremiah le prese le mani: "Non possiamo mollare adesso! La morte di Andrew è una tragedia, credi che non lo sappia? Credi che non me ne importi nulla? Era come un fratello per me! Ma è stato un incidente, un incidente, capito?! Tu stessa hai detto che la suggestione ci sta facendo impazzire. Non caderne vittima a tua volta!"
Josephine sfilò le dita dalla presa del fratello. La stringeva così forte che le faceva male.
"Nelly è vicina, non possiamo ignorarlo. E' solo una bambina, una bambina spaventata. Non possiamo lasciarla qui. Troviamola, poi torneremo assieme al villaggio."

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