Marcus si aggira per i corridoi.
Il fucile spianato, la baionetta inastata.
Sale al primo piano, avanza sorpassando porte aperte e altre chiuse.
Una lunga striscia di sangue sul pavimento attira la sua attenzione.
La segue fino alla porta di un aula.
Tende l’orecchio.
Una voce femminile, parole in una lingua sconosciuta, sussurrate, come una cantilena o una preghiera, respiri pesanti.
Accende una molotov.
Buon viaggio all’inferno.
Scaglia la molotov che esplode in una vampata.
Sente delle urla di terrore, poi una bomba a mano rimbalza nel corridoio.
Si getta dietro una rientranza.
L’esplosione investe il corridoio, alcune schegge gli lacerano la gamba.
Cade.
Da dentro l’aula sente grida disperate e vede i riflessi delle fiamme.

Al fondo del corridoio appare Otto.
Appena il capitano vede Marcus a terra corre verso di lui a soccorrerlo.
Quando le fiamme si spengono i due entrano nella stanza.
A terra c’è un corpo annerito, l’odore di carne bruciata è nauseabondo.
Il capitano si affretta a smembrare il cadavere prima del risveglio.
“Era una donna” dice Otto.
“Così pare” replica Marcus guardando i resti bruciati con il suo unico occhio.
Trovano una Tokarev, alcuni caricatori con munizioni 7.62 di fabbricazione sovietica, documenti personali bruciati.
In un angolo c’è il fucile, un Mosin Nagant, conosciuto per la sua stabilità nel tiro.
Il capitano raccoglie tutto e poi i due escono.

All’esterno l’SDKFZ è disposto di taglio a coprire il cortile della scuola, gli ultimi morti sono stati abbattuti, la strada è sgombra ma la città è piena di morti.
Il capitano si affretta a fare segnali verso la collina così da chiamare i camion segnalando che il percorso è libero.
Nell’attesa del resto del gruppo i soldati saccheggiano alcuni negozi nelle vicinanze.
Il pilota invece trova una vecchia macchina foto e materiale per 5 lastre.
La sua prima foto è al marconista il quale, in attesa dell’arrivo del medico, si cuce da solo le ferite alla gamba.
Kluas chiede quindi al capitano di poter avere il Mosin Nagant, l’uomo glielo consegna e Klaus passa il resto del tempo a smontare e ripulire l’arma.
Alla fine guarda il fucile soddisfatto.
“Ora anche noi abbiamo un cecchino”.


33 - MORTE TRA LE FIAMME

Marcus si aggira per i corridoi.
Il fucile spianato, la baionetta inastata.
Sale al primo piano, avanza sorpassando porte aperte e altre chiuse.
Una lunga striscia di sangue sul pavimento attira la sua attenzione.
La segue fino alla porta di un aula.
Tende l’orecchio.
Una voce femminile, parole in una lingua sconosciuta, sussurrate, come una cantilena o una preghiera, respiri pesanti.
Accende una molotov.
Buon viaggio all’inferno.
Scaglia la molotov che esplode in una vampata.
Sente delle urla di terrore, poi una bomba a mano rimbalza nel corridoio.
Si getta dietro una rientranza.
L’esplosione investe il corridoio, alcune schegge gli lacerano la gamba.
Cade.
Da dentro l’aula sente grida disperate e vede i riflessi delle fiamme.

Al fondo del corridoio appare Otto.
Appena il capitano vede Marcus a terra corre verso di lui a soccorrerlo.
Quando le fiamme si spengono i due entrano nella stanza.
A terra c’è un corpo annerito, l’odore di carne bruciata è nauseabondo.
Il capitano si affretta a smembrare il cadavere prima del risveglio.
“Era una donna” dice Otto.
“Così pare” replica Marcus guardando i resti bruciati con il suo unico occhio.
Trovano una Tokarev, alcuni caricatori con munizioni 7.62 di fabbricazione sovietica, documenti personali bruciati.
In un angolo c’è il fucile, un Mosin Nagant, conosciuto per la sua stabilità nel tiro.
Il capitano raccoglie tutto e poi i due escono.

All’esterno l’SDKFZ è disposto di taglio a coprire il cortile della scuola, gli ultimi morti sono stati abbattuti, la strada è sgombra ma la città è piena di morti.
Il capitano si affretta a fare segnali verso la collina così da chiamare i camion segnalando che il percorso è libero.
Nell’attesa del resto del gruppo i soldati saccheggiano alcuni negozi nelle vicinanze.
Il pilota invece trova una vecchia macchina foto e materiale per 5 lastre.
La sua prima foto è al marconista il quale, in attesa dell’arrivo del medico, si cuce da solo le ferite alla gamba.
Kluas chiede quindi al capitano di poter avere il Mosin Nagant, l’uomo glielo consegna e Klaus passa il resto del tempo a smontare e ripulire l’arma.
Alla fine guarda il fucile soddisfatto.
“Ora anche noi abbiamo un cecchino”.


10 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Ok adesso capisco perchè della cecchina non si è saputo nulla è stata preventivamente incenerita, Marcus si è portato avanti col lavoro, però che brutta morte poveretta!

Intanto abbiamo anche il fotografo ufficiale del gruppo che ha immortalato Marcus in versione Rambo!

Nicholas ha detto...

Eh si, i documenti che aveva permettevano di ricostruire qualcosa ma... sono bruciati.
Va detto che i personaggi avevano accumulato molto astio verso il cecchino.
Klaus voleva fortemente una macchina foto, il giocatore mi ha anche mandato alcuni modelli in uso in quegli anni.
Ora è fotografo più cecchino ufficiale del gruppo.

Mr. Mist ha detto...

Il giocatore voleva una macchina fotografica... una richiesta che m'incuriosisce un po'!
Staremo a vedere! ;)

andrea ha detto...

Per me è bellissimo quando i giocatori se ne escono con richieste inusuali. Di solito li assecondo, anche solo per vedere cosa partorirà la loro mente!

PS: mi par di riconoscere il volto della foto... =D

Nicholas ha detto...

Eheh per la serie "Grandi clichè" il cecchino donna :)

Mr. Mist ha detto...

@ Andrea, hai ragione credo sia anche un personaggio famoso, tra i migliori cecchini sovietici della WWII c'erano molte donne!

andrea ha detto...

Roza Shanina, uno splendore con 59 uccisioni confermate a fine guerra.

Klaus ha detto...

Ciao a tutti, sono Klaus il pilota! :D
la macchina fotografica la volevo perche' mi e' capitata l'abilita' "fotografia" e volevo usarla, giusto per caratterizzare un po' il personaggio.. mi pare di aver centrato l'obbiettivo se la cosa vi ha colpiti :)

andrea ha detto...

Ogni dettaglio aggiunto ad un personaggio è un elemento in più che concorre a renderlo... vivo.
Per cui sì, per me hai centrato l'obiettivo! =)

Ora sono curioso di sapere cosa hai immortalato =D

Mr. Mist ha detto...

Ben fatto Klaus, pilota e fotografo di guerra! :)