La notte è scesa sul piccolo campo.
Nel buio, poco lontani dal cassone del camion radio, il capitano Otto e il dottor Werner guardano il cielo terso e stellato.
“Dottore, le prometto che, se torneremo vivi, nessuno saprà nulla di tutto ciò.”
“Davvero capitano? E come pensa di fare? Uccidendo tutte le persone di questo gruppo?”
Otto non risponde.
Il medico si concede una risata roca.
“Le leggi del Reich perfetto sono chiare su come trattare quelli come me.”
“Rieducazione” dice il capitano a bassa voce.

In vent’anni di Reich non ha mai visto una sola persona tornare dalla rieducazione.
“Forse dovrebbe “rieducarmi” lei, adesso, un bel corso accelerato calibro 7.92” Werner si soffia il fiato sulle mani per scaldarle “sarebbe la cosa più misericordiosa.”
“Ci aiuti dottore, senza di lei le nostre speranze di tornare nel Reich sono…” non completa la frase.
“Otto, tu mi stai chiedendo aiuto, ma quando l’ho chiesto io a te, mi hai voltato le spalle.”
Detto questo Werner si gira e torna al campo, lasciando il Otto solo nel buio.

38 - QUELLI COME ME

La notte è scesa sul piccolo campo.
Nel buio, poco lontani dal cassone del camion radio, il capitano Otto e il dottor Werner guardano il cielo terso e stellato.
“Dottore, le prometto che, se torneremo vivi, nessuno saprà nulla di tutto ciò.”
“Davvero capitano? E come pensa di fare? Uccidendo tutte le persone di questo gruppo?”
Otto non risponde.
Il medico si concede una risata roca.
“Le leggi del Reich perfetto sono chiare su come trattare quelli come me.”
“Rieducazione” dice il capitano a bassa voce.

In vent’anni di Reich non ha mai visto una sola persona tornare dalla rieducazione.
“Forse dovrebbe “rieducarmi” lei, adesso, un bel corso accelerato calibro 7.92” Werner si soffia il fiato sulle mani per scaldarle “sarebbe la cosa più misericordiosa.”
“Ci aiuti dottore, senza di lei le nostre speranze di tornare nel Reich sono…” non completa la frase.
“Otto, tu mi stai chiedendo aiuto, ma quando l’ho chiesto io a te, mi hai voltato le spalle.”
Detto questo Werner si gira e torna al campo, lasciando il Otto solo nel buio.

5 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Ottima scena, molto bello il dialogo, le conseguenze della scoperta del segreto del dottore sono chiare per le leggi del Reich, ed anche la storia dei campi di rieducazione è molto interessante e ben giocata. A parte il fatto che occorrerà vedere chi riuscirà a sopravvivere al viaggio. Anche questo aspetto andrà considerato nella gestione dei rapporti interpersonali, se, arrivati ad un certo punto, diciamo molto vicini alla meta, qualcuno del gruppo ferito, dovesse per così dire avere un peggioramento improvviso e lasciare questo mondo, beh per il dottore sarebbe un testimone in meno a minacciare il suo segreto...
Fatto questo molto inquietante e da non sottovalutare!

@Andrea: la tua domanda è interessante, per la mia parte posso dirti questo: non ho mai pensato di creare o gestire un personaggio gay. Penso che dovessi giocare una campagna lunga non la giocherei con un personaggio omosessuale, per una oneshot o una minicampagna invece penso che non sarei contrario a priori, occorre capire se il fatto di essere omosessuale serve per dare più di spessore e profondità al personaggio ma non influisce "pesantemente" nella gestione dello stesso e dei suoi rapporti interpersonali o se il fatto di essere gay venga inteso come una sorta di "classe" che impone determinati comportamenti. Nel primo caso non avrei problemi nel secondo non accetterei di giocarlo.
Ad esempio se un personaggio nel suo passato ha avuto una relazione gay molto importante per la sua vita che lo ha segnato, non sarebbe un particolare problema: la gestione dell'evento passato mi permette di gestirlo come voglio in base anche alla storia ed alla situazione, potrei decidere di lasciare l'evento nel passto omagari di riproporlo nel presente magari potrei anche decidere di farlo infatuare segretamente ed a senso unico di un altro personaggio se mi sentissi a mio agio con la situazione e servisse per ruolare meglio il personaggio.
Cosa diametralmente opposta se mi imponesse certi comportamenti, magari di muovermi e parlare in modo effemminato, perchè sarei solo una macchietta stereotipata, o scene del tipo: mentre il gruppo fa bisboccia nella locanda il mio personaggio cerca di sedurre il garzone delle stalle... Ecco in quel caso no, non lo giocherei.
In ogni caso non è una decisione che prenderei con superficialità!

Ale ha detto...

Vi porto un'esperienza a posteriori.
Per chi ha letto il Sussurro di Even: Juan era un personaggio gay ed è durato una campagna di 6 anni. Peraltro è stato giocato dal giocatore certamente meno incline a fare un omosessuale, in quanto probabilmente è il più omofobo e "tradizionalista" tra i miei conoscenti. Per questo avevo espresso molti dubbi all'inizio, temendo che lo trasformasse come dice Mr. Mist in una macchietta.
Tuttavia il fatto che la sua inclinazione dovesse restare segreta in una società dove non è accettata, un buon background e gli intrecci che si sono sviluppati successivamente con la sua famiglia, hanno reso il personaggio memorabile e credibile, e credo che anche il punto di vista del giocatore ne sia uscito in qualche modo diverso.
Nel corso di una campagna così lunga è ovvio che ci siano state delle scenette in cui atteggiamenti un po' effeminati sono emersi, con conseguenti sguardi divertiti o perplessi attorno al tavolo, ma sono sempre stati ben inquadrati in un contesto leggero e non hanno mai stonato.
Viceversa nella maggior parte delle situazioni quando la questione sessuale è emersa non è mai stata presa superficialmente.
Alla fine devo dare atto al giocatore di aver ben interpretato quel ruolo, e devo di essermi preoccupato inutilmente anzitempo.
Come spesso accade sono il tono che prende la storia e il coinvolgimento a guidare i comportamenti dei giocatori: sono abbastanza certo che l'intenzione iniziale del giocatore fosse proprio quella di creare un personaggio con fare lo stronzo e deridere l'omossessualità e esagerarne i tratti (un po' come quando un giocatore maschio intrepreta una donna e fa la troia con tutti...), ma alla fine non è accaduto perchè già dall'inizio si è reso conto che sarebbe davvero stato stonato e non apprezzato al tavolo.

andrea ha detto...

Secondo me la "macchietta stereotipata" va evitata a prescindere, di qualunque stereotipo si tratti.

Il discorso era più orientato all'attitudine: posto che esistono infinite possibilità, l'interpretazione di un personaggio omosessuale prevede alcune differenze (ed alcune sfide) rispetto ad un personaggio etero.
Oltre ad eventuali rapporti di coppia preesistenti, si tratta di gestire l'opinione pubblica (come il rifiuto totale del IV Reich) ed il rapporto con gli altri PG e PNG. Potrebbe essere un segreto o essere un fatto noto... secondo me è una sfida come tante altre.

@Ale:
Cavolo, mi ero dimenticato di Juan! E mi fa piacere leggere i retroscena, rendono la storia ancora più interessante ed apprezzabile. Sapere che il coinvolgimento dei giocatori spinge a giocare "bene" un personaggio penso sia una grande soddisfazione per il master.

Bravo Ale! =)

Nicholas ha detto...

In effetti il Sussurro di Even è l'unica campagna dove ho letto di un personaggio gay, ed è stato portato avanti molto bene.
Bravo Ale e bravo il giocatore ovviamente.

Il gdr alla fine è anche provare nuovi ruoli, nessuno probabilmente vuole giocare il nazista stronzo (o anche solo il nazista) ma alla fine è bello anche esplorare realtà distanti dalla propria.

Sia io, sia altri giocatori dei miei gruppi facciamo anche larp e li quello che ti becchi ti becchi e lo devi interpretare e far divertire tutti costruendo una storia ben riuscita.
All'inizio magari sei un po' spiazzato da certi ruoli ma il bello è anche provare personaggi che magari di tuo non vorresti giocare di primo acchito.

Mr. Mist ha detto...

A questo punto un doveroso chiarimento: l'esempio che ho portato del personaggio che ha avuto un'importante relazione omosessuale nel suo passato era proprio ispirato dalla tragica relazione tra Juan ed Adriano! In Sussurro di Even la questione dell'omossessualità di Juan è saltata fuori un po' per volta, almeno nei resoconti, e gestita in modo molto intelligente sia a livello di gioco da Ferdi che di narrazione da parte di Ale.