"Allora Willy, ricominciamo, eravate finalmente giunti alla docking bay, il vostro morale sarà stato alto."
"I nostri mobile suit erano molto vicini e l'interferenza delle particelle Minovsky era nulla, riuscivamo quindi a sentirci perfettamente, Christoph era raggiante, continuava a vantarsi della sua abilità come pilota e si sentiva già un asso, Sophie era meno eccitata, ma sollevata, la situazione del suo Zaku era preoccupante, ci disse che la capacità operativa era scesa sotto il 50%, non vedeva l'ora di scendere da quel mobile suit."
"E quali erano le sue sensazioni Willy?"
"Io ero combattutto, una parte di me era felice di potersi riunire ad altri soldati e trovare qualcuno che ci dicesse come comportarci in quel momento di sbando pressochè totale. Un'altra parte di me invece temeva che ci saremmo trovati di fronte a superiori che ci avrebbero impartito ordini assurdi, come quello di combattere ad oltranza. Ormai A Baoa Qu era caduta, non c'era possibilità se non morire inutilmente o arrendersi, ma solo un ufficiale avrebbe avuto l'autorità per negoziare una resa e non sapevamo nemmeno se i federali l'avrebbero accettata o meno, non le nascondo che non ero molto ottimista!"
"Come andò allora?"
"Beh ci avvicinammo all'entrata, e comunicammo i codici di identificazione della nostra unità, era l'unico modo per potere aprire le porte, visto che tutti i sistemi, anche quelli idraulici di emergenza erano sigillati dall'interno, come da procedura standard nel caso in cui il nemico avesse raggiunto la  superficie dell'asteroide. Le porte fortunatamente si aprirono ed entrammo, fummo accolti da un plotone di soldati in tuta spaziale, tutti armati di lanciamissili portatili anti mobile suit, evidentemente temevano che fossimo dei federali o che stessimo cercando di entrare nella base coi federali alle calcagna. Quando si accertarono della nostra identità sembrarono molto sollevati, anzi quasi felici. Un soldato con dei segnalatori luminosi ci indicò dove sistemare i nostri mobile suit, poi riuscì a collegarsi con i nostri comunicatori e ci disse di scendere dai nostri mezzi e di fare immediatamente rapporto al sottufficiale al comando dei meccanici che avremmo trovato in loco. In quel momento la tensione per me risalì nuovamente."
"Beh almeno non eravate più soli."
"Sì ma eravamo frastornati, c'era molta agitazione e questo era comprensibile, ma sembrava che tutti sapessero cosa fare tranne noi, s'immagini che non eravamo ancora scesi dagli Zaku che un team di meccanici arrivò di gran carriera a controllare i nostri mezzi, si misero a lavorare senza degnarci di una parola, io non ci capivo nulla, l'unica cosa che ricordo è che fu allora che notai che anche il mio Zaku era stato colpito, anche se di striscio, durante la battaglia non me n'ero neppure accorto!"
"Non era una cosa così inusuale, è capitato anche a me."
"Ci presentammo al sergente a capo dei meccanici come ci era stato detto, sembrava molto indaffarato ed ansioso mentre abbaiava ordini alle sue squadre, dopo aver preso nota della nostra identità taggando i codici a barre sulle nostre tute, ci disse in modo molto sbrigativo di andare in fretta dall'altra parte della docking bay, dove si stava tenendo un briefing pre missione. Senza capire esattamente come mai si stesse preparando un briefing operativo nel bel mezzo di quel che sembrava un'evacuazione, attraversammo la docking bay e fu lì che vedemmo su di una rampa di lancio una corazzata classe Gwazine pronta per partire e su di un'altra rampa uno shuttle Komusai. Raggiungemmo la zona del briefing e fummo intercettati da una squadra di soldati armati, questi ci indicarono una zona dell'hangar in cui un gruppo di ufficiali stava aggiornando il resto del personale, appena arrivato, sulla situazione contingente, ci avvicinammo ed ascoltammo anche noi, quello che sentimmo fu sconvolgente!"

8 - LA DOCKING BAY 23.

"Allora Willy, ricominciamo, eravate finalmente giunti alla docking bay, il vostro morale sarà stato alto."
"I nostri mobile suit erano molto vicini e l'interferenza delle particelle Minovsky era nulla, riuscivamo quindi a sentirci perfettamente, Christoph era raggiante, continuava a vantarsi della sua abilità come pilota e si sentiva già un asso, Sophie era meno eccitata, ma sollevata, la situazione del suo Zaku era preoccupante, ci disse che la capacità operativa era scesa sotto il 50%, non vedeva l'ora di scendere da quel mobile suit."
"E quali erano le sue sensazioni Willy?"
"Io ero combattutto, una parte di me era felice di potersi riunire ad altri soldati e trovare qualcuno che ci dicesse come comportarci in quel momento di sbando pressochè totale. Un'altra parte di me invece temeva che ci saremmo trovati di fronte a superiori che ci avrebbero impartito ordini assurdi, come quello di combattere ad oltranza. Ormai A Baoa Qu era caduta, non c'era possibilità se non morire inutilmente o arrendersi, ma solo un ufficiale avrebbe avuto l'autorità per negoziare una resa e non sapevamo nemmeno se i federali l'avrebbero accettata o meno, non le nascondo che non ero molto ottimista!"
"Come andò allora?"
"Beh ci avvicinammo all'entrata, e comunicammo i codici di identificazione della nostra unità, era l'unico modo per potere aprire le porte, visto che tutti i sistemi, anche quelli idraulici di emergenza erano sigillati dall'interno, come da procedura standard nel caso in cui il nemico avesse raggiunto la  superficie dell'asteroide. Le porte fortunatamente si aprirono ed entrammo, fummo accolti da un plotone di soldati in tuta spaziale, tutti armati di lanciamissili portatili anti mobile suit, evidentemente temevano che fossimo dei federali o che stessimo cercando di entrare nella base coi federali alle calcagna. Quando si accertarono della nostra identità sembrarono molto sollevati, anzi quasi felici. Un soldato con dei segnalatori luminosi ci indicò dove sistemare i nostri mobile suit, poi riuscì a collegarsi con i nostri comunicatori e ci disse di scendere dai nostri mezzi e di fare immediatamente rapporto al sottufficiale al comando dei meccanici che avremmo trovato in loco. In quel momento la tensione per me risalì nuovamente."
"Beh almeno non eravate più soli."
"Sì ma eravamo frastornati, c'era molta agitazione e questo era comprensibile, ma sembrava che tutti sapessero cosa fare tranne noi, s'immagini che non eravamo ancora scesi dagli Zaku che un team di meccanici arrivò di gran carriera a controllare i nostri mezzi, si misero a lavorare senza degnarci di una parola, io non ci capivo nulla, l'unica cosa che ricordo è che fu allora che notai che anche il mio Zaku era stato colpito, anche se di striscio, durante la battaglia non me n'ero neppure accorto!"
"Non era una cosa così inusuale, è capitato anche a me."
"Ci presentammo al sergente a capo dei meccanici come ci era stato detto, sembrava molto indaffarato ed ansioso mentre abbaiava ordini alle sue squadre, dopo aver preso nota della nostra identità taggando i codici a barre sulle nostre tute, ci disse in modo molto sbrigativo di andare in fretta dall'altra parte della docking bay, dove si stava tenendo un briefing pre missione. Senza capire esattamente come mai si stesse preparando un briefing operativo nel bel mezzo di quel che sembrava un'evacuazione, attraversammo la docking bay e fu lì che vedemmo su di una rampa di lancio una corazzata classe Gwazine pronta per partire e su di un'altra rampa uno shuttle Komusai. Raggiungemmo la zona del briefing e fummo intercettati da una squadra di soldati armati, questi ci indicarono una zona dell'hangar in cui un gruppo di ufficiali stava aggiornando il resto del personale, appena arrivato, sulla situazione contingente, ci avvicinammo ed ascoltammo anche noi, quello che sentimmo fu sconvolgente!"

7 commenti:

andrea ha detto...

E' brutto quando, di ritorno da una battaglia, non hai neanche il tempo per tirare il fiato!

Comunque veramente un bel racconto!

Ale ha detto...

Concordo, la modalità intervista rende molto bene

Mr. Mist ha detto...

Grazie ragazzi sono contento che il racconto vi piaccia e renda bene!

Quanto al caos Andrea effettivamente più che un momento di relax quello alla docking bay è stato un momento di forte tensione visto che si era pur sempre in una fase di evacuazione. Per renderla al meglio mi sono ispirato ad un famoso film di fantascienza, ma visto che non voglio spoilerare vi dirò quale film è solo dopo aver narrato l'episodio in questione! ;)

Nicholas ha detto...

Ecco Mr. Mist che ci lascia con il fiato sospeso!
Così ci aspetta una settimana di pena!

Mr. Mist ha detto...

Stai tranquillo Nicholas che se tutto va bene dovrai portare pazienza solo fino a venerdì! ;)

Sommo Kuduk ha detto...

bravo mr mist mi sta piacendo molto, di recente mi sono rivisto Gundam e Gundam origin e il tuo racconto descirve bene la situazione.

Mr. Mist ha detto...

Grazie Denis, sono contento che ti piaccia e soprattutto che tu abbia rivisto la serie animata! ;)