Le ruote fumano e fischiano, e l'aria viene invasa dall'odore di gomma bruciata.
Joe parte di gran carriera, mentre alcuni colpi di pistola esplodono a vuoto dall'altra parte della strada.
I fari del furgone illuminano il corpo del poliziotto smilzo riverso in mezzo alla carreggiata, e il traffico bloccato nell'altro senso di marcia, con la gente impaurita chiusa negli abitacoli.
Joe accelera, non può scartare il corpo, con tutte quelle auto ferme nella corsia opposta.
"Mi spiace amico, eri nel posto sbagliato al momento sbagliato..."
Il furgone sussulta, continuando poi la sua corsa sulle grandi strade di scorrimento del centro di Chicago.

Il Daytona... la sua era stata una carriera folgorante. La sua crescita era stata come il suo piede sull'acceleratore, sempre a tavoletta, senza paura. Con le prime vittorie cominciavano ad arrivare le interviste, le attenzioni dei media, degli sponsor, delle donne.
Tutti spendevano parole su parole per lui: giovane di talento, asso al volante, il nuovo campionissimo. Il suo futuro era già scritto, era quello dei numeri uno.
Poi, quella domenica... quella fottuta domenica. Joe ricorda poco di quel giorno. Le sue memorie sono come diapositive, immagini statiche di una pellicola spezzata. Ricorda la TV, gli spalti pieni, la fidanzata ai box, le voci dei telecronisti; i semafori, la partenza, i motori assordanti; la parabolica, il sorpasso, toccato, l'auto che si gira, la botta, tremenda, frontale. Buio.
Il risveglio fu doloroso, nel letto di un ospedale. Le gambe spezzate entrambe, e fratture dappertutto. Nelle trasmissioni sportive gli stessi giornalisti che fino a due giorni prima lo mettevano in cima al mondo ora lo davano per spacciato. Carriera finita. Stop.
La riabilitazione fu lunga, eterna, ma Joe ci credeva. Sarebbe tornato alle gare, avrebbe dimostrato a quei vecchi parassiti chi cazzo era!
Ma purtroppo, ci credeva solo lui. Per tutti gli altri era un caso, il pilota sfortunato, finito. Una meteora. Nessuno voleva arrischiarsi ed investire sul suo ritorno.
Presto i soldi cominciarono a scarseggiare, e Joe non vedeva una via d'uscita da quella situazione. Più il tempo passava senza un contratto, più diventava teso e irascibile. Il rapporto con la fidanzata andava deteriorandosi, e presto fu rottura, forse a causa del nervosismo, forse perché non era più nessuno. Joe si mise a fare un po’ di tutto e a fumare una montagna di sigarette per contenere lo stress.
L’ultimo lavoro come tassista non fu un granché; certo, era il miglior tassista della città, ma proprio per questo la corsa durava poco e il tassametro non tirava abbastanza dollari.
Tuttavia, fu proprio durante una corsa che conobbe Jerry Mulcachey, salito per caso sul suo taxi. Jerry rimase sorpreso dalla sua bravura al volante e gli chiese dove aveva imparato a guidare così. Fu sorprendente come, da quella semplice domanda, Joe si ritrovò ad accettare la proposta tanto allettante quanto folle di un colpo alla Banca Centrale di Chicago...

1.7 - JOE COOPER

Le ruote fumano e fischiano, e l'aria viene invasa dall'odore di gomma bruciata.
Joe parte di gran carriera, mentre alcuni colpi di pistola esplodono a vuoto dall'altra parte della strada.
I fari del furgone illuminano il corpo del poliziotto smilzo riverso in mezzo alla carreggiata, e il traffico bloccato nell'altro senso di marcia, con la gente impaurita chiusa negli abitacoli.
Joe accelera, non può scartare il corpo, con tutte quelle auto ferme nella corsia opposta.
"Mi spiace amico, eri nel posto sbagliato al momento sbagliato..."
Il furgone sussulta, continuando poi la sua corsa sulle grandi strade di scorrimento del centro di Chicago.

Il Daytona... la sua era stata una carriera folgorante. La sua crescita era stata come il suo piede sull'acceleratore, sempre a tavoletta, senza paura. Con le prime vittorie cominciavano ad arrivare le interviste, le attenzioni dei media, degli sponsor, delle donne.
Tutti spendevano parole su parole per lui: giovane di talento, asso al volante, il nuovo campionissimo. Il suo futuro era già scritto, era quello dei numeri uno.
Poi, quella domenica... quella fottuta domenica. Joe ricorda poco di quel giorno. Le sue memorie sono come diapositive, immagini statiche di una pellicola spezzata. Ricorda la TV, gli spalti pieni, la fidanzata ai box, le voci dei telecronisti; i semafori, la partenza, i motori assordanti; la parabolica, il sorpasso, toccato, l'auto che si gira, la botta, tremenda, frontale. Buio.
Il risveglio fu doloroso, nel letto di un ospedale. Le gambe spezzate entrambe, e fratture dappertutto. Nelle trasmissioni sportive gli stessi giornalisti che fino a due giorni prima lo mettevano in cima al mondo ora lo davano per spacciato. Carriera finita. Stop.
La riabilitazione fu lunga, eterna, ma Joe ci credeva. Sarebbe tornato alle gare, avrebbe dimostrato a quei vecchi parassiti chi cazzo era!
Ma purtroppo, ci credeva solo lui. Per tutti gli altri era un caso, il pilota sfortunato, finito. Una meteora. Nessuno voleva arrischiarsi ed investire sul suo ritorno.
Presto i soldi cominciarono a scarseggiare, e Joe non vedeva una via d'uscita da quella situazione. Più il tempo passava senza un contratto, più diventava teso e irascibile. Il rapporto con la fidanzata andava deteriorandosi, e presto fu rottura, forse a causa del nervosismo, forse perché non era più nessuno. Joe si mise a fare un po’ di tutto e a fumare una montagna di sigarette per contenere lo stress.
L’ultimo lavoro come tassista non fu un granché; certo, era il miglior tassista della città, ma proprio per questo la corsa durava poco e il tassametro non tirava abbastanza dollari.
Tuttavia, fu proprio durante una corsa che conobbe Jerry Mulcachey, salito per caso sul suo taxi. Jerry rimase sorpreso dalla sua bravura al volante e gli chiese dove aveva imparato a guidare così. Fu sorprendente come, da quella semplice domanda, Joe si ritrovò ad accettare la proposta tanto allettante quanto folle di un colpo alla Banca Centrale di Chicago...

25 commenti:

Dario ha detto...

sai cosa costano le gomme? Scartare era uno spreco, ormai ....

steve ha detto...

sarà stato galliani a convincere i giudici di gara....chi erano rosetti, tagliaventi rocchi?!!

Ale ha detto...

ma se le hai fatte fuori tutte sgommando!!!

Mr. Mist ha detto...

...sgommando e slittando sul sangue del poveraccio che ha subito la "seconda passata"! GTA docet!

Ale ha detto...

poraccio....

steve ha detto...

...ammettilo, non sai guidare.....

Dario ha detto...

io sono DIO con la macchina

Mr. Mist ha detto...

Speriamo allora che mentre guidi non scappi qualche bestemmia! ;D

Dario ha detto...

la bestemmia è come la congiunzione, se la levi non scorre più il discorso

Ale ha detto...

grazie per queste perle di saggezza!

Mr. Mist ha detto...

Un altro seguace di Gentile Mosconi...

Anonimo ha detto...

L'ho notata adesso:
"Giochi ancora, alla tua età!"
Allora non sono l'unica cui lo dicono...
(è una frase che sento molto mia!)
Ciao
J.

Ale ha detto...

Nononono! Decisamente non sei l'unica J!
E quelli che ti dicono così sono coloro cha sanno almeno vagamente cos'è un gdr.
Quelli per cui il gdr è un'entità misteriosa si limitano a guardarti con sospetto come fossi un alieno...

Anonimo ha detto...

Ti guardano con MOLTO sospetto, peggio di un alieno!
(una delle scene più belle era con mio padre, i primi mesi che giocavo. Puntulamente mi chiedeva: "Hai vinto ieri sera?" Credo che dopo la 20^ spiegazione si sia semplicemente stufato di chiedermelo, non sono ancora convinta che abbia effettivamente capito...)
J.

Ale ha detto...

Ahahah!!! Solo dopo 15 anni presumo che mio padre cominci ad intuire qualcosa! Mi è capitato di parlarne proprio qualche settimana fa, e ho scoperto che ha spiegato di sua iniziativa a un vicino di casa in cosa consiste un gdr senza toppare più di tanto ("sì,quella cosa per cui mio figlio si trova ancora con i suoi amici il lunedì sera... no,no, non sono messe nere!").
In compenso anni fa mi chiedeva che divertimento c'è a giocare a qualcosa in cui non si vince nulla...
Ma soprattutto, alle mie delucidazioni sul mio ruolo di master, mi guardava ancora più stranito, chiedendosi perchè un gruppo di persone dovesse stare ad ascoltare le mie fandonie per giocare a un gioco dove non si vince niente!

... con mia moglie, invece, ci ho rinunciato... mio padre è mooolto più avanti... sigh... :)

Mr. Mist ha detto...

Beh almeno voi non avete dovuto subire sguardi a metà tra lo schifato ed il pietoso quando descrivevate a cosa giocate con vostro padre; a mecapita tuttora ma ormai io volo alto! Purtroppo c'è moolta ignoranza in merito ai GDR e purtroppo l'equazione giocatore di GDR = sfigato/a, rimane in molte teste. Quasi fosse inconcepibile riuscire a divertirsi trovandosi attorno ad un tavolo giocando ad un gioco dove non si vince (ma chi si diverte vince di sicuro a parer mio), anzichè andare in giro per locali magari ubriacandosi, o calandosi o peggio...Boh poi gli alieni saremmo noi?!
Sul discorso delle messe nere, Ale ti ricordi la chiacchierata tra me te e Rune su ciò che pensavano i vicini di casa delle vostre giocate e sul ruolo della povera Chiara in queste vicende!? Rido ancora adesso.
Saluti e scusate lo sfogo ora torno al lavoro!

Dario ha detto...

prego Scudi, fanne tesoro, mi raccomando

jamila ha detto...

Sì, giusto, le messe nere e il satanismo... che tristezza! In effetti quando discutevamo delle sessioni in treno qualche passeggero cambiava scompartimento...
Però consolatevi: mio marito sa perfettamente cosa sono i gdr e si smazza la prole senza problemi quando vado a giocare. Ma è ASSOLUTAMENTE refrattario alla cosa! Non sono mai riuscita a fargli giocare nemmeno un'avventura.

Ale ha detto...

J, c'è da ammettere che certi discorsi in ambito gdr qualche sospetto sulla presunta appartenenza a gruppi occulti possono anche generarlo all'orecchio di un ascoltatore estraneo all'argomento! :D
Ad esempio, anni fa (ma sospetto anche tutt'ora) abbiamo la quasi matematica certezza che la mamma di Rune ci considerasse una banda dedita alle pratiche col maligno, dopo aver assistito ad alcuni scorci di una partita svoltasi a casa sua... erano anche gli anni delle bestie di satana... sai com'è...
Anch'io non sono mai riuscito a coinvolgere mia moglie in un'avventura. Il fantasy non l'attira, quindi D&D è automaticamente fuori gioco.
In compenso pare che il racconto dell'esperienza GUS l'abbia interessata, per il semplice fatto che richiede sbattimento zero per la partecipazione (regole in 2 pagine e avventura autoconclusiva in 2 sessioni), e quindi potrebbe riuscire a entrare a dare una sbirciatina in questo strano mondo per poi uscirne con la medesima rapidità....
......e avere anche tutti gli estremi per chiedere il divorzio! ;p
@Mr.Mist: salviamo capra e cavoli! ubriachiamoci al tavolo di gioco!!!

Mr. Mist ha detto...

@ Ale: hai ragione da vendere a volte si possono generare malintesi e fraintendimenti del tutto in buona fede (il GUS ha conquistato anche me voglio provare un'avventura anch'io finita questa a Ravenloft).
@ Jamila: che bravo marito che hai, anche solo il fatto che ti aiuti con la famiglia, vuol dire che rispetta la tua scelta anche se la cosa non fa parte del suo mondo!
@ Dario: scusa è Germano Mosconi sorry, (però ammetti che il carburante l'hai fatto al Self Api di Lugaresi di Cesenatico) XD.

Lotar ha detto...

Eh che bello sentire che i problemi sono sempre gli stessi :) quando iniziai a giocare la settimana stessa al tg5 passò un servizio di un ragazzo suicida per i giochi di ruolo. Sono passati ormai 15 anni e per mia madre gioco di ruolo = suicidio e non c'è verso di fargli cambiare idea. Sapete cosa ne penso io? Che il gioco di ruolo è la miglior medicina dopo una giornata in ufficio o di studio, ti permette di staccare la spina e di usare quella cosa che ti fa sentire ancora un bambino, ovvero la fantasia.

Gente aspetto gli altri capitoli della storia! E voglio leggere altre storie sul GUS!

Lotar (si, quello di Lost Room :D)

Ale ha detto...

Lotar! Benvenuto, quale onore!
Quello che scrivi mi fa tornare in mente un film piuttosto vecchio che accusava d&d di plagiare le menti e trasformare normali persone in assassini, pazzi, etc... ricordi confusi... con mia madre che mi guardava sospettosa dicendo "tu non fai quelle robe lì, vero???"
A breve i prossimi capitoli, ho quasi ultimato il post successivo (tenere due blog e preparare avventure mi sta mettendo a dura prova in questo periodo...)
Per altre storie GUS, non temere: Evil's Motel è stato un "test", ben riuscito. Le prossime voglio prepararle di mio pugno, così l'effetto "sorpresa" sarà assoluto! ;)
Grazie della visita e a presto!

Mr. Mist ha detto...

Ciao Lothar,
mi ricordo anch'io di quella triste notizia, era estate se non sbaglio, ricordo la foto sorridente del ragazzo, ricordo il personaggio che interpretava: un guerriero, e ricordo la parte del servizio che mi ha fatto incavolare:" ...il ragazzo giocava ad un gioco di ruolo ... interpretava un guerriero; ma qual'era la missione di questo guerriero?..." appena ho sentito 'sta frase ho cambiato canale schifato sentivo già puzza di gogna gratuita!
Ho visto anche un film una volta dove un gruppo di ragazzi che giocava a D&D massacrava i genitori di uno di loro: era lo stesso che avevi visto tu Ale?!
Bah meglio pensare che stasera gioco altrimenti mi crolla il morale.
Saluti a tutti!

Ale ha detto...

mmmm... penso di sì, era quello il film, ma non ricordo il titolo... rimosso causa disgusto e sdegno!

steve ha detto...

come dimenticare certi episodi...perle che dureranno per sempre....secondo me dalla visione del vicino di casa dei tuoi, chiara era MOOOOLTO fortunata....
sul discorso di ubriacarsi al tavolo giocando è MOOOLTO pericoloso...