Il furgone incede lasciando le sue scie profonde nella neve intatta, finché la stradina s'immette nell'aia di un cascinale. Le luci natalizie addobbano il porticato della casa padronale, e dalle finestre del pian terreno filtra la luce calda che accompagna la cena della vigilia. Greg l'immagina quella famiglia, riunita attorno alla tavola, nel calore della serata. Con i nonni e i bambini che scartano i regali. Per lui no, non ci saranno mai.
Joe spegne i fari, per evitare sospetti. L'ultima cosa che illumina è la sagoma di un vecchio Land Rover ricoperto da una trentina di centimetri di neve, parcheggiato di fronte all'entrata del granaio.
Joe guarda Yuri: - Pensi anche tu quello che penso io, vero?
Il russo annuisce con la testa.
- Bene comunista, quindi devo presupporre che tu sappia metterlo in moto senza usare le chiavi... merda! - Joe viene interrotto dall'abbaiare di una cane.
La bestia, un mastino nero nella notte bianca, è legata vicino al mezzo. Si agita furiosamente costretta dalla sua catena, con il fiato caldo che fuma ad ogni latrato.
D'istinto Martinez apre il portello e si precipita fuori dal furgone. Con movimenti fulminei, sfodera il suo coltello da combattimento e si scaglia sull'animale. Il suo primo fendente balena nell'oscurità, ma il cane si ritrae di scatto sentendosi minacciato. Rudy è sbilanciato in avanti, e il mastino, costretto alla lotta, balza su di lui.
E' una bestia forte, pesante. Martinez sente addosso tutto il suo peso. Poi, d'improvviso scivola, e il mondo si capovolge. Rudy sente la neve fredda che l'accoglie e lo abbraccia, sulla schiena, in bocca, negli occhi.
Il ringhio è vicino. Non ci vede. Sono sopravvissuto alle tempeste nel deserto. Allunga la mano sinistra, in avanti, d'istinto. Le sue dita incontrano le fauci del suo avversario, le afferra le stringe, le tiene lontane. Se arriva al suo collo, è finita.
Rudy stringe i denti, e fa forza, spinge via il muso del cane: verso l'alto, per scoprirne la gola.
Poi è un lampo, una lama che compie il suo arco nel buio.
Rudy sente la lama seghettata entrare nel collo taurino dell'animale, slabbrandone le carni. Neanche un secondo e il calore del sangue è già sulle sue braccia.
Quando Yuri arriva, con la pistola in pugno, è già tutto finito. Joe lo segue: - Cazzo Rudy, neanche mi ero accorto e quasi ci lasciavi la pelle!
Yuri tira la maniglia dello sportello del Land Rover. Aperto!
- Voi americani non dovreste avere così tanta fiducia nel prossimo - commenta il russo.
- Eh già... invece da voi in Russia si può lasciare tutto incustodito, tanto tutto è di tutti, del popolo... - ribatte sarcastico Joe.
- No - l'espressione di Yuri è serissima - semplicemente non c'è niente da rubare.

1.13 - IL CASCINALE

Il furgone incede lasciando le sue scie profonde nella neve intatta, finché la stradina s'immette nell'aia di un cascinale. Le luci natalizie addobbano il porticato della casa padronale, e dalle finestre del pian terreno filtra la luce calda che accompagna la cena della vigilia. Greg l'immagina quella famiglia, riunita attorno alla tavola, nel calore della serata. Con i nonni e i bambini che scartano i regali. Per lui no, non ci saranno mai.
Joe spegne i fari, per evitare sospetti. L'ultima cosa che illumina è la sagoma di un vecchio Land Rover ricoperto da una trentina di centimetri di neve, parcheggiato di fronte all'entrata del granaio.
Joe guarda Yuri: - Pensi anche tu quello che penso io, vero?
Il russo annuisce con la testa.
- Bene comunista, quindi devo presupporre che tu sappia metterlo in moto senza usare le chiavi... merda! - Joe viene interrotto dall'abbaiare di una cane.
La bestia, un mastino nero nella notte bianca, è legata vicino al mezzo. Si agita furiosamente costretta dalla sua catena, con il fiato caldo che fuma ad ogni latrato.
D'istinto Martinez apre il portello e si precipita fuori dal furgone. Con movimenti fulminei, sfodera il suo coltello da combattimento e si scaglia sull'animale. Il suo primo fendente balena nell'oscurità, ma il cane si ritrae di scatto sentendosi minacciato. Rudy è sbilanciato in avanti, e il mastino, costretto alla lotta, balza su di lui.
E' una bestia forte, pesante. Martinez sente addosso tutto il suo peso. Poi, d'improvviso scivola, e il mondo si capovolge. Rudy sente la neve fredda che l'accoglie e lo abbraccia, sulla schiena, in bocca, negli occhi.
Il ringhio è vicino. Non ci vede. Sono sopravvissuto alle tempeste nel deserto. Allunga la mano sinistra, in avanti, d'istinto. Le sue dita incontrano le fauci del suo avversario, le afferra le stringe, le tiene lontane. Se arriva al suo collo, è finita.
Rudy stringe i denti, e fa forza, spinge via il muso del cane: verso l'alto, per scoprirne la gola.
Poi è un lampo, una lama che compie il suo arco nel buio.
Rudy sente la lama seghettata entrare nel collo taurino dell'animale, slabbrandone le carni. Neanche un secondo e il calore del sangue è già sulle sue braccia.
Quando Yuri arriva, con la pistola in pugno, è già tutto finito. Joe lo segue: - Cazzo Rudy, neanche mi ero accorto e quasi ci lasciavi la pelle!
Yuri tira la maniglia dello sportello del Land Rover. Aperto!
- Voi americani non dovreste avere così tanta fiducia nel prossimo - commenta il russo.
- Eh già... invece da voi in Russia si può lasciare tutto incustodito, tanto tutto è di tutti, del popolo... - ribatte sarcastico Joe.
- No - l'espressione di Yuri è serissima - semplicemente non c'è niente da rubare.

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