
Nulla di più vero, pensa Lina posando lo sguardo su Jerry. La tristezza l'assale.
Al suo fianco c'è Rudy. Hanno concordato di rimanere con il capo, nella stanza 314. Gli altri si sono sistemati dall'altro lato del corridoio.
- E' febbricitante - osserva Lina.
Rudy annuisce. La ferita si sta infettando, Jerry non ce la farà se non si estrae il proiettile.
Martinez fissa il vuoto, un punto indistinto del pavimento, seduto su una vecchia sedia in ferro battuto, i gomiti poggiati alle ginocchia. Non doveva andare così. Il veterano stringe i pugni. Le sue speranze, illusioni, paure sono in qualche modo legate a Jerry. Non doveva andare così.
- Posso provare a tirare fuori la pallottola - dice.
Quando Rudy torna con la cassetta del pronto soccorso, incrocia lo sguardo di Lina, speranzoso e preoccupato allo stesso tempo.
- Non è stato difficile averla dalla Sterling, ho finto di essermi tagliato un palmo con la lametta da barba - dice Rudy, senza che Lina gli abbia chiesto niente.
La vecchia valigetta metallica contiene bende, cerotti, acqua ossigenata, alcol. Rudy fruga, finché non trova delle pinzette. Non sono certo il massimo per tentare l'estrazione di un proiettile, ma la guerra ti abitua anche a questo.
- Lina, chiama Greg, avremo bisogno del suo aiuto. E ricordagli di portare il suo whiskey.
Rudy termina di sterilizzare le pinze alla bene e meglio sulla fiamma dell'accendino di Greg. Poi prende l'alcol dalla cassetta. Jerry lo guarda con le palpebre socchiuse, con le occhiaie viola che contrastano nel pallore del volto imperlato di sudore.
Martinez versa un po' di alcol sulla ferita. Jerry si lamenta. Lina e Greg lo tengono per evitare che si muova.
Rudy si prepara, e appoggia le pinze alla carne viva. Gli tremano le dita. Non va bene, non va bene... che cazzo stai facendo Rudy, che cazzo stai facendo?
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Come quando il master ti dice "il mago ti guarda e ti incenerisce" e tu prendendo i d8 con nonchalance rispondi "beh allora mi curo..."