APPLICAZIONE DELLA NORMA - CAP.5: RESPONSABILITA' DELLA DIREZIONE

In un'organizzazione la Direzione deve evidenziare il proprio impegno per lo sviluppo e l’attuazione del sistema di gestione, assicurare una politica per la qualità, fornire gli obiettivi. In pratica prendere le decisioni.
Esiste un momento specifico in cui la Direzione fa il punto della situazione e pianifica i passi successivi: il Riesame delle direzione.
Durante questa fase vengono forniti alla Direzione tutti gli input necessari per potere prendere le decisioni, per fissare gli obiettivi, per pianificare i progetti, per fornire le risorse.
E’ un momento di confronto con il sistema e con i suoi attori.
Come si traduce nel gioco di ruolo?
Il Master ancora una volta è chiamato a interpretare il ruolo di Direzione. Il Master è di fatto colui che ha il potere decisionale e l’autorità nel gruppo. Colui che ha tutti gli elementi per supervisionare il sistema e per fissare gli obiettivi. E’ la figura che può riesaminare gli indicatori di processo e verificare che le azioni correttive e i progetti di miglioramento abbiano dato i propri frutti.
Ma non lo deve fare da solo.
Ritengo che sia importante tradurre il Riesame della Direzione in un momento di confronto con i propri giocatori.
Un momento per verificare che tutto il gruppo si stia muovendo nella stessa direzione, per essere certi che quelli che la strada che si percorre sia condivisa da tutti, che gli obiettivi siano comuni.
E’ un momento di confronto che può avvenire al bar tanto quanto prima di una sessione.
Non esiste una formula esatta per programmare un riesame, ma è bene che il Master preveda di toccare tutti i punti discussi nei capitoli precedenti soffermandosi in particolar modo su quelle azioni di miglioramento che possono aver modificato l’approccio del gruppo al modo di giocare.
Per esempio è lecito confrontarsi su argomenti tipo: vanno bene a tutti le regole di dialogo? La velocità di progressione è adeguata? Il tipo di avventure sono gradite?
In genere parte di questi aspetti vengono condivisi con i giocatori prima di iniziare una campagna, ma possono modificarsi in corso d’opera. Per questo è bene fermarsi periodicamente e verificare che le “politiche” scelte in prima istanza siano ancora condivise.
Da questo confronto possono nascere nuove esigenze, sia da parte del Master che dei giocatori, esigenze che possono diventare nuovi obiettivi. E così, la ruota continua a girare.

5 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Credo che la querelle sulla velocità di progressione dei personaggi te l'abbiano sottoposta parecchio i tuoi giocatori: come hai affrontato il discorso Ale, e più in generale come affrontate l'interpretazione di regolamenti che hanno delle evidenti lacune? Io con l'aiuto delle nostre discussioni su blog sto cercando di instaurare da giocatore una linea di condotta più collaborativa col master, ti farò sapere come va!

Ale ha detto...

Devo dire che a parte qualche frecciata ironica, i miei giocatori hanno accettato di buon grado la scelta di una progressione estremamente lenta. Puntando mooolto di più sull'introspezione e sulla crescita caratteriale dei personaggi che sulla loro crescita in termini di statistiche, alla fine non c'è mai stata una vera e propria esigenza di cambiare il ritmo.
Il discorso non è mai stato affrontato pertanto a fondo. Tuttavia è capitato che parlando abbia chiesto se preferivano che aumentassi la velocità di progressione, ma ho anche motivato il perché procedevano così lenti, ovvero il gustare fino in fondo le sfide specifiche di ogni livello.
A questo si aggiunge che il nostro passaggio con questa campagna da AD&D a 3.5 ha azzerato la conoscenza delle regole e delle "pieghe del gioco" da parte di tutti, in particolare da parte dei giocatori. Per forza di cose, io sono quello che si è studiato meglio le regole.
Parimenti gli altri giocatori hanno fatto lo stesso, ma nessuno di noi ha più il tempo come quando eravamo alle superiori o all'università di sviscerare regole e manuali nel dettaglio, di studiarsi le combo e le abilità.
Una progressione lenta permette di "cementare" la conoscenza delle abilità del proprio personaggio.
Con questo rispondo anche alla tua seconda domanda: l'interpretazione di regolamenti lacunosi. Solitamente seguo la filosofia del buon senso, cercando di motivare perchè qualcosa si può o non si può fare, o il perchè di determinati tiri. Questo non esclude però che DM e giocatore vengano in contrasto sull'interpretazione di una regola. In questo caso se ne discute, ma a fine partita. Per non interrompere il gioco, se il caso è borderline e la soluzione del giocatore può essere accettata, gli dò ragione, ma il caso non costituisce precedente fino a che non viene sviscerato a termine partita e si trova un'interpretazione condivisa.

Mr. Mist ha detto...

Grazie Ale!

Anonimo ha detto...

Adoro fare la parte della direzione hihi...

In genere non ho mai grossi problemi con i miei giocatori, salvo la parentesi in cui i miei impegni di studio mi portavano a preparare a spanne le avventure in 3.5 prima che mi prendessi una pausa di ude anni.


Attualmente invece io vorrei tornare ad un campaign setting fantasy, mentre i miei giocatori vorrebbero rimanere a quello post apocalittico.

Il compromesso è stato di restare alla fantascienza fino a quando non finisco le avventure adattabili anche in salsa moderna.

Ale ha detto...

Non dirlo a nessuno... ma anch'io adoro fare la parte della Direzione...

muahahahah!!!