Entrano
nello studio.
La scrivania è rovesciata a terra, tra fogli e libri caduti.
Una brocca è spaccata in un angolo, mensole e scansie spezzate.
Sui muri ci sono segni simili a quelli delle scale.
Una sedia giace in un angolo.
Un quadro è rimasto al suo posto sulla parete, un uomo dall’aspetto austero osserva i due intrusi.
- Non mi piace.
- Nemmeno a me, preferisco i paesaggi.
Ryan guarda Tony.
L’italiano sta sogghignando.
La sua torcia sciabola sul soffitto.
Un’apertura a scomparsa, probabilmente verso la soffitta.
Si gira verso Baronetto che sta frugando in giro.
- Guarda qua.
La botola è nel cerchio di luce, una catenella scende da un anello di metallo.
Il suo compagno sta rialzandosi da sotto la scrivania tenendo in mano qualcosa.
- Cos’è?
- Un biglietto per l’America.
- Bhe lo sapevamo che Stead si era imbarcato con il Titanic no?
- Certo, peccato che questo sia un biglietto per un’altra nave.
La scrivania è rovesciata a terra, tra fogli e libri caduti.
Una brocca è spaccata in un angolo, mensole e scansie spezzate.
Sui muri ci sono segni simili a quelli delle scale.
Una sedia giace in un angolo.
Un quadro è rimasto al suo posto sulla parete, un uomo dall’aspetto austero osserva i due intrusi.
- Non mi piace.
- Nemmeno a me, preferisco i paesaggi.
Ryan guarda Tony.
L’italiano sta sogghignando.
La sua torcia sciabola sul soffitto.
Un’apertura a scomparsa, probabilmente verso la soffitta.
Si gira verso Baronetto che sta frugando in giro.
- Guarda qua.
La botola è nel cerchio di luce, una catenella scende da un anello di metallo.
Il suo compagno sta rialzandosi da sotto la scrivania tenendo in mano qualcosa.
- Cos’è?
- Un biglietto per l’America.
- Bhe lo sapevamo che Stead si era imbarcato con il Titanic no?
- Certo, peccato che questo sia un biglietto per un’altra nave.
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