La porta cigolò aprendosi lentamente sotto la spinta di Jeremiah. Il maniscalco scrutò l'interno con attenzione alla luce della lanterna accesa da Josephine. Un ambiente piccolo e disordinato, visibilmente in disuso, fatto di una credenza e vecchi pensili rotti, candele mezze consumate appoggiate qua e là, sporcizia e foglie secche sul pavimento filtrate da sotto l'uscio, a nascondere parzialmente l'anello di ferro di una botola.
Un bisbiglio nell'orecchio di Jeremiah lo fece voltare verso Andrew. Il falegname lo fissava mentre accarezzava Alf, che uggiolava inquieto.
"Hai detto qualcosa?" chiese il maniscalco.
Andrew scosse la testa confuso.
"Ho sentito chiaramente un sussurro..."
"Nessuno di noi ha parlato" confermò Josephine, che si disse preoccupata dell'effetto che la suggestione stava avendo su tutti loro.
Entrarono, e Jeremiah accese una candela. Il suo debole chiarore illuminò la stanza, le loro ombre balenarono sulle pareti.
Fu in quel momento che Alf sembrò impazzire. Abbaiando sfuggì al controllo di Andrew e scattò fuori dalla casa nell'oscurità, urtando l'uscio che si richiuse sbattendo dietro di lui. Il falegname si precipitò alla porta per uscire, afferrò la maniglia, ma in quel momento l'abbaiare del cane cessò di colpo.
Andrew si paralizzò istintivamente. Esitava ad aprire, soffocato dal timore irrazionale di ciò che avrebbe visto. Josephine lo affiancò con la lanterna e lui si fece coraggio, spalancando la porta.
La luce fioca illuminava le piante vicine, oltre solo il buio.
"Alf" chiamò Andrew. "Alf torna qua!"
Fischiò, ma il suo richiamo echeggiò prima di perdersi senza ricevere risposta.
Un tonfo improvviso alle loro spalle li fece sussultare.
Jeremiah aveva sollevato la botola. Aveva udito ancora quel sussurro, doveva per forza venire da lì sotto. Nessuno dei suoi compagni sembrava essersene reso conto, tuttavia.
Portandosi le mani al petto Josephine lo rimproverò per lo spavento che le aveva fatto prendere. Andrew accostò la porta per tener fuori il freddo della notte.
"Voglio scendere!" disse deciso Jeremiah per esorcizzare l'agitazione.
Andrew si avvicinò alla finestra, scrutando l'oscurità esterna dai vetri affumicati. 
Alf, sei un cane sveglio, sono sicuro che tornerai, pregò tra sé e sé.

04 - IL COTTAGE

La porta cigolò aprendosi lentamente sotto la spinta di Jeremiah. Il maniscalco scrutò l'interno con attenzione alla luce della lanterna accesa da Josephine. Un ambiente piccolo e disordinato, visibilmente in disuso, fatto di una credenza e vecchi pensili rotti, candele mezze consumate appoggiate qua e là, sporcizia e foglie secche sul pavimento filtrate da sotto l'uscio, a nascondere parzialmente l'anello di ferro di una botola.
Un bisbiglio nell'orecchio di Jeremiah lo fece voltare verso Andrew. Il falegname lo fissava mentre accarezzava Alf, che uggiolava inquieto.
"Hai detto qualcosa?" chiese il maniscalco.
Andrew scosse la testa confuso.
"Ho sentito chiaramente un sussurro..."
"Nessuno di noi ha parlato" confermò Josephine, che si disse preoccupata dell'effetto che la suggestione stava avendo su tutti loro.
Entrarono, e Jeremiah accese una candela. Il suo debole chiarore illuminò la stanza, le loro ombre balenarono sulle pareti.
Fu in quel momento che Alf sembrò impazzire. Abbaiando sfuggì al controllo di Andrew e scattò fuori dalla casa nell'oscurità, urtando l'uscio che si richiuse sbattendo dietro di lui. Il falegname si precipitò alla porta per uscire, afferrò la maniglia, ma in quel momento l'abbaiare del cane cessò di colpo.
Andrew si paralizzò istintivamente. Esitava ad aprire, soffocato dal timore irrazionale di ciò che avrebbe visto. Josephine lo affiancò con la lanterna e lui si fece coraggio, spalancando la porta.
La luce fioca illuminava le piante vicine, oltre solo il buio.
"Alf" chiamò Andrew. "Alf torna qua!"
Fischiò, ma il suo richiamo echeggiò prima di perdersi senza ricevere risposta.
Un tonfo improvviso alle loro spalle li fece sussultare.
Jeremiah aveva sollevato la botola. Aveva udito ancora quel sussurro, doveva per forza venire da lì sotto. Nessuno dei suoi compagni sembrava essersene reso conto, tuttavia.
Portandosi le mani al petto Josephine lo rimproverò per lo spavento che le aveva fatto prendere. Andrew accostò la porta per tener fuori il freddo della notte.
"Voglio scendere!" disse deciso Jeremiah per esorcizzare l'agitazione.
Andrew si avvicinò alla finestra, scrutando l'oscurità esterna dai vetri affumicati. 
Alf, sei un cane sveglio, sono sicuro che tornerai, pregò tra sé e sé.

7 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Un cottage con una cantina sotterranea, ci manca solo il libro rilegato in pelle umana! Speriamo che Alf se la sia cavata!

Ale ha detto...

klaatu... verata... nikto!!!

Mr. Mist ha detto...

... mi raccomando scandisci bene! ;)

Ale ha detto...

certo certo... uh... ehm... com'era....
KLAATU... VERATA... NI-cough-cough...rvana!!

Mr. Mist ha detto...

:D Sei un grande Ale!

jamila ha detto...

XD

jamila ha detto...

XD