Salirono in cima alla collina, oltre il cottage. Da lì potevano vedere l'altro versante del pendio su cui il bosco si estendeva a perdita d'occhio. I rumori degli animali riecheggiavano nascosti, allo stesso tempo rassicuranti ed inquietanti.
Il lato della collina scendeva ripido verso un torrente dalle rive scoscese di roccia e fango. Dall'alto a Jeremiah parve di scorgere un ponte di legno che lo attraversava poco più a nord, raggiungibile percorrendo un vecchio sentiero quasi indistinguibile dal resto del sottobosco.
I compagni seguirono il corso del fiume con lo sguardo per individuarlo a loro volta, e fu allora che la videro. Li fissava. Nelly era laggiù, compostamente in piedi vicino al torrente.
Appena i loro sguardi si incrociarono, Nelly scappò verso sud costeggiando la riva, poi scivolò lungo il costone giù nel greto del ruscello, sparendo dalla vista.
"Nelly! Ferma! Non avere paura!" gridarono lanciandosi di corsa giù per il pendio.
All'improvviso si resero conto che iniziava ad imbrunire. Che assurdità era mai questa, fino a pochi istanti prima era ancora mattina! Eppure il sole calava rapido a occidente, l'oscurità e il freddo si facevano strada tra le piante. Gli animali fuggivano come impazziti mentre il buio avvolgeva il bosco.
"...icco...onna...irebla..." 
Ancora quel bisbiglio. Jeremiah lo udì chiaramente come se qualcuno l'avesse sussurrato nelle sue orecchie. Cercò di ignorarlo.
"Nelly! Nelly!" gridò incurante senza fermarsi, seguito a ruota da Josephine.
Dietro di loro Andrew rallentò mentre l'angoscia tornava ad attanagliarlo. Perché Nelly era fuggita? Cosa stava spaventando gli animali? Il falegname realizzò questi pensieri nell'istante in cui ebbe la sensazione di qualcuno che li inseguiva, che qualcosa si muoveva alle loro spalle.
Si fermò imbracciando l'ascia, scrutando l'oscurità. Il suo fiato divenne una nuvola fredda che gelava sul naso. Gli sembrò che tutto divenisse rallentato, immobile. Udì il suo battito, il suo respiro.
Vide muoversi qualcosa. Un'ombra avanzò rapida e silenziosa. Vide solo il torso nero come la pece, il scintillio dell'ascia che impugnava. Non camminava, non correva. Fluttuava, era un vento.
Tanto veloce quanto lui era paralizzato dal freddo e dalla paura. Cercò di gridare ma la voce gli si strozzò in gola. Cercò di fuggire ma le sue gambe erano colonne di pietra conficcate nel terreno.
In un attimo la sagoma nera fu su di lui, vide volteggiare la lama, la vide fendere l'aria e il suo ventre.

07 - BUIO

Salirono in cima alla collina, oltre il cottage. Da lì potevano vedere l'altro versante del pendio su cui il bosco si estendeva a perdita d'occhio. I rumori degli animali riecheggiavano nascosti, allo stesso tempo rassicuranti ed inquietanti.
Il lato della collina scendeva ripido verso un torrente dalle rive scoscese di roccia e fango. Dall'alto a Jeremiah parve di scorgere un ponte di legno che lo attraversava poco più a nord, raggiungibile percorrendo un vecchio sentiero quasi indistinguibile dal resto del sottobosco.
I compagni seguirono il corso del fiume con lo sguardo per individuarlo a loro volta, e fu allora che la videro. Li fissava. Nelly era laggiù, compostamente in piedi vicino al torrente.
Appena i loro sguardi si incrociarono, Nelly scappò verso sud costeggiando la riva, poi scivolò lungo il costone giù nel greto del ruscello, sparendo dalla vista.
"Nelly! Ferma! Non avere paura!" gridarono lanciandosi di corsa giù per il pendio.
All'improvviso si resero conto che iniziava ad imbrunire. Che assurdità era mai questa, fino a pochi istanti prima era ancora mattina! Eppure il sole calava rapido a occidente, l'oscurità e il freddo si facevano strada tra le piante. Gli animali fuggivano come impazziti mentre il buio avvolgeva il bosco.
"...icco...onna...irebla..." 
Ancora quel bisbiglio. Jeremiah lo udì chiaramente come se qualcuno l'avesse sussurrato nelle sue orecchie. Cercò di ignorarlo.
"Nelly! Nelly!" gridò incurante senza fermarsi, seguito a ruota da Josephine.
Dietro di loro Andrew rallentò mentre l'angoscia tornava ad attanagliarlo. Perché Nelly era fuggita? Cosa stava spaventando gli animali? Il falegname realizzò questi pensieri nell'istante in cui ebbe la sensazione di qualcuno che li inseguiva, che qualcosa si muoveva alle loro spalle.
Si fermò imbracciando l'ascia, scrutando l'oscurità. Il suo fiato divenne una nuvola fredda che gelava sul naso. Gli sembrò che tutto divenisse rallentato, immobile. Udì il suo battito, il suo respiro.
Vide muoversi qualcosa. Un'ombra avanzò rapida e silenziosa. Vide solo il torso nero come la pece, il scintillio dell'ascia che impugnava. Non camminava, non correva. Fluttuava, era un vento.
Tanto veloce quanto lui era paralizzato dal freddo e dalla paura. Cercò di gridare ma la voce gli si strozzò in gola. Cercò di fuggire ma le sue gambe erano colonne di pietra conficcate nel terreno.
In un attimo la sagoma nera fu su di lui, vide volteggiare la lama, la vide fendere l'aria e il suo ventre.

1 commento:

jamila ha detto...

No, davvero... troppa ansia!!