Jeremiah raccolse l'ascia di Andrew da terra.
"A te non servirà più amico mio. Riposa in pace."
Poi si fece passare la lanterna da Josephine e la accese, dicendo alla sorella di tenere il piccone e seguirlo.
Facendo attenzione a non scivolare lungo le rive ripide, scesero nel greto del torrente, tra il fango e i sassi. L'acqua bassa scorreva chiara tra le rocce.
Poco più avanti videro una piccola grotta scavata nel costone, davanti ad essa solo il fusto rinsecchito di un albero morto.
Una fastidiosa pioggerellina fredda cominciò a cadere, via via più insistente.
Jeremiah percepiva il nervosismo e l'esasperazione di Josephine, le stavano saltando i nervi. Le assicurò che in qualunque caso, passata la notte, avrebbero fatto ritorno al villaggio, con o senza Nelly. Ma ora avevano bisogno di ripararsi e la caverna  sembrava proprio fare il caso loro. Inoltre Nelly non poteva essere andata da nessun'altra parte, se non lì.
Nonostante le rassicurazioni del fratello Josephine aveva paura. E se fosse stata la tana di un animale pericoloso? E se qualcosa li stesse aspettando lì dentro?
Tuttavia nulla di ciò che disse Josephine smosse il fratello dalle sue intenzioni. La precedette nell'oscurità, e rimasta sola non poté far altro che seguirlo.
Era un budello profondo e umido. Gocce dense e rossastre fatte di acqua e resina cadevano in continuazione sulle loro teste dalle lunghe radici che sporgevano dalla volta della caverna.

Il sussurro era sempre più forte, più invadente.
"...icco...onna...irebla...ilg" 
Chiaro e martellante.
Jeremiah cercò di esorcizzarlo chiamando Nelly ripetutamente.
Poi un vento gelido li superò. La fiamma della lanterna traballò anche se non poteva essere scalfita attraverso il vetro, le ombre proiettate sulle pareti si agitarono impazzite.
"...icco...onna...irebla...ilg" 
Ci fu un rumore alle loro spalle. Jeremiah provò un innaturale ed improvviso terrore, il suo respiro accelerò involontariamente. L'istinto gli fece dimenticare ogni cosa, doveva nascondersi. Con un movimento rapido si accucciò in un'alcova naturale tra le radici, oscurò la lanterna, chiuse gli occhi. Quella voce era ormai un tuono nella sua testa.

Josephine lo vide solo sparire di lato, poi tutto fu buio. Si trovò all'improvviso sola nel nulla. Percepì un vento nero dietro di lei e si voltò. Provò ad urlare.

Jeremiah sentì l'aria gelida scorrergli davanti, poi tutto si placò. Alimentò di nuovo la lanterna, la luce illuminò fiocamente solo la sua minuscola alcova, come incapace di penetrare il velo di tenebra che aveva invaso la caverna.
"Josephine..." chiamò con un filo di voce. Nessuna risposta. "Josephine..." ripeté disperato ancor più fiocamente.
Senza un urlo, senza un lamento, Josephine era sparita.

09 - LA CAVERNA

Jeremiah raccolse l'ascia di Andrew da terra.
"A te non servirà più amico mio. Riposa in pace."
Poi si fece passare la lanterna da Josephine e la accese, dicendo alla sorella di tenere il piccone e seguirlo.
Facendo attenzione a non scivolare lungo le rive ripide, scesero nel greto del torrente, tra il fango e i sassi. L'acqua bassa scorreva chiara tra le rocce.
Poco più avanti videro una piccola grotta scavata nel costone, davanti ad essa solo il fusto rinsecchito di un albero morto.
Una fastidiosa pioggerellina fredda cominciò a cadere, via via più insistente.
Jeremiah percepiva il nervosismo e l'esasperazione di Josephine, le stavano saltando i nervi. Le assicurò che in qualunque caso, passata la notte, avrebbero fatto ritorno al villaggio, con o senza Nelly. Ma ora avevano bisogno di ripararsi e la caverna  sembrava proprio fare il caso loro. Inoltre Nelly non poteva essere andata da nessun'altra parte, se non lì.
Nonostante le rassicurazioni del fratello Josephine aveva paura. E se fosse stata la tana di un animale pericoloso? E se qualcosa li stesse aspettando lì dentro?
Tuttavia nulla di ciò che disse Josephine smosse il fratello dalle sue intenzioni. La precedette nell'oscurità, e rimasta sola non poté far altro che seguirlo.
Era un budello profondo e umido. Gocce dense e rossastre fatte di acqua e resina cadevano in continuazione sulle loro teste dalle lunghe radici che sporgevano dalla volta della caverna.

Il sussurro era sempre più forte, più invadente.
"...icco...onna...irebla...ilg" 
Chiaro e martellante.
Jeremiah cercò di esorcizzarlo chiamando Nelly ripetutamente.
Poi un vento gelido li superò. La fiamma della lanterna traballò anche se non poteva essere scalfita attraverso il vetro, le ombre proiettate sulle pareti si agitarono impazzite.
"...icco...onna...irebla...ilg" 
Ci fu un rumore alle loro spalle. Jeremiah provò un innaturale ed improvviso terrore, il suo respiro accelerò involontariamente. L'istinto gli fece dimenticare ogni cosa, doveva nascondersi. Con un movimento rapido si accucciò in un'alcova naturale tra le radici, oscurò la lanterna, chiuse gli occhi. Quella voce era ormai un tuono nella sua testa.

Josephine lo vide solo sparire di lato, poi tutto fu buio. Si trovò all'improvviso sola nel nulla. Percepì un vento nero dietro di lei e si voltò. Provò ad urlare.

Jeremiah sentì l'aria gelida scorrergli davanti, poi tutto si placò. Alimentò di nuovo la lanterna, la luce illuminò fiocamente solo la sua minuscola alcova, come incapace di penetrare il velo di tenebra che aveva invaso la caverna.
"Josephine..." chiamò con un filo di voce. Nessuna risposta. "Josephine..." ripeté disperato ancor più fiocamente.
Senza un urlo, senza un lamento, Josephine era sparita.

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