Klaus balza a terra mentre anche altri scendono a sgranchirsi le gambe.
Prende il binocolo militare che gli ha lasciato Otto e si mette a osservare la zona.
Il suo sguardo passa in rassegna la strada e poi le collinette innevate.
Arbusti radi, qualche albero, un tetto di lose, altri alberi.
Scorre le cime, all’improvviso si blocca, ha notato qualcosa di sfuggita.
Torna indietro e mette a fuoco una delle collinette, ci sono alcuni tetti di pietra coperti di neve, forse baite, gira le rotelle ingrandendo la visuale, un lungo cannone scuro fa capolino vicino a un muro di pietra.
La bocca del cannone si illumina con un lampo.
“A TERRA!” urla.
L’esplosione lo investe sbalzandolo nella neve, rotola per diversi metri battendo la faccia e la testa.
Si rialza sputando neve, le orecchie rimbombano, intorno a lui è tutto ovattato e annebbiato.
Vede soldati correre, altri rialzarsi con il sangue che gli cola dagli abiti.
Alla sua sinistra un qualcuno sta urlando qualcosa indicando il bosco.
Davanti a lui, dove prima c’era il camion ora c’è un cratere nero.
Sposta lo sguardo verso il bosco.

[...]

“Capitano, l’infermiera Nagi mi ha detto che il dottor Werner aveva in cura l’ingegnere Bohm ma non ho capito per cosa.”
Nel camion il capitano Otto è sdraiato mentre l’infermiera gli cambia le bende della ferita al petto.
A fianco a loro Kovacs aspetta il suo turno per colloquiare con il capitano e stabilire la direzione.
“Capisco, bhe, dopo ci accerteremo delle condizioni di Bohm direttamente da lui.”
Osserva le nuove bende che Nagi sta stringendo.
“Per quando dobbiamo restare fermi?” chiede infastidito.
Da fuori si sente un grido “A TERRA!”
“Che succ…”
Il camion viene lanciato per aria.

[...]

Il marconista sente l’esplosione violenta alle sue spalle, il pesante camion radio si inclina per l’onda d’urto.
Prima di aspettare qualsiasi ordine balza alla postazione di guida e ingrana la marcia, il mezzo strattona e parte con un rombo.
Ha già visto un bombardamento di artiglieria, c’è un solo modo per non essere colpiti: non essere visti.
Si getta con il camion fuori dalla strada e si infila nel bosco.
Il mezzo avanza per diversi metri sobbalzando nella neve fino a fermarsi con le ruote sommerse.
Scende e chiude la portiera.
Davanti a lui solo alberi.
Corre verso la strada.

42 - BOMBARDAMENTO

Klaus balza a terra mentre anche altri scendono a sgranchirsi le gambe.
Prende il binocolo militare che gli ha lasciato Otto e si mette a osservare la zona.
Il suo sguardo passa in rassegna la strada e poi le collinette innevate.
Arbusti radi, qualche albero, un tetto di lose, altri alberi.
Scorre le cime, all’improvviso si blocca, ha notato qualcosa di sfuggita.
Torna indietro e mette a fuoco una delle collinette, ci sono alcuni tetti di pietra coperti di neve, forse baite, gira le rotelle ingrandendo la visuale, un lungo cannone scuro fa capolino vicino a un muro di pietra.
La bocca del cannone si illumina con un lampo.
“A TERRA!” urla.
L’esplosione lo investe sbalzandolo nella neve, rotola per diversi metri battendo la faccia e la testa.
Si rialza sputando neve, le orecchie rimbombano, intorno a lui è tutto ovattato e annebbiato.
Vede soldati correre, altri rialzarsi con il sangue che gli cola dagli abiti.
Alla sua sinistra un qualcuno sta urlando qualcosa indicando il bosco.
Davanti a lui, dove prima c’era il camion ora c’è un cratere nero.
Sposta lo sguardo verso il bosco.

[...]

“Capitano, l’infermiera Nagi mi ha detto che il dottor Werner aveva in cura l’ingegnere Bohm ma non ho capito per cosa.”
Nel camion il capitano Otto è sdraiato mentre l’infermiera gli cambia le bende della ferita al petto.
A fianco a loro Kovacs aspetta il suo turno per colloquiare con il capitano e stabilire la direzione.
“Capisco, bhe, dopo ci accerteremo delle condizioni di Bohm direttamente da lui.”
Osserva le nuove bende che Nagi sta stringendo.
“Per quando dobbiamo restare fermi?” chiede infastidito.
Da fuori si sente un grido “A TERRA!”
“Che succ…”
Il camion viene lanciato per aria.

[...]

Il marconista sente l’esplosione violenta alle sue spalle, il pesante camion radio si inclina per l’onda d’urto.
Prima di aspettare qualsiasi ordine balza alla postazione di guida e ingrana la marcia, il mezzo strattona e parte con un rombo.
Ha già visto un bombardamento di artiglieria, c’è un solo modo per non essere colpiti: non essere visti.
Si getta con il camion fuori dalla strada e si infila nel bosco.
Il mezzo avanza per diversi metri sobbalzando nella neve fino a fermarsi con le ruote sommerse.
Scende e chiude la portiera.
Davanti a lui solo alberi.
Corre verso la strada.

8 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Ok adesso ci si mette pure l'artiglieria e con che mira poi... complimenti: al primo colpo via il camion con quelli che c'erano dentro!
Devo dire che la descrizione della scena di Klaus mi è piaciuta molto cito: "Arbusti radi, qualche albero, un tetto di lose, altri alberi..." l'hai messa lì assolutamente come se niente fosse, mi sono immaginato la scena con il giocatore che pensa: "Alt, un momento... un tetto, controlliamo meglio..." e poi gli hai descritto la "sorpresina" e mi sono immaginato pure la sua faccia più o meno questa penso: O_O

Nicholas ha detto...

Si, diciamo che il tiro di osservare è fallito, però una roba simile non scappa a un occhio addestrato, quindi la descrizione è stata circa così.
Seguita da dal classico "Cosa fai? 6 secondi" e ho iniziato a scandire.

In ogni caso il tiro è stato meno preciso di quanto sembri.
Anche i giocatori si sono posti la domanda di come potessero essere così precisi, La risposta è data da alcune cose lungo la strada che sono sfuggite ai pg, ossia dei segnali sulla pista che guidano l'inclinazione del cannone.
I pg si sono fermati vicino a una piccola depressione che hanno scambiato per il cratere di una mina mentre invece era un test di tiro precedente.

In ogni caso si sono pescati molti arcani maggiori un po' per tutti, ma non anticipo i risultati.

Mr. Mist ha detto...

In effetti doveva esserci un trucco! Geniale l'idea dei segnali con la distanza per dare l'alzo all'artigliere, mi ricorda un film sulle crociate dove usavano lo stesso sistema per il tiro dei trabucchi!

Nicholas ha detto...

Un metodo semplice ma utile, sopratutto applicabile in situazioni come le Terre Perdute dove per forza di cose i sistemi devono essere decisamente spartani.

andrea ha detto...

Certo che ci hai dato dentro con i problemi di guerra! =O

Scena splendidamente descritta, soprattutto l'effetto dello scoppio sul capitano.

Comunque queste terre morte sono decisamente "vive". E abitate da forze ostili.

Nicholas ha detto...

È vero (ci sono anche motivazioni di meta-gioco ossia aumentare la varietà degli scontri), ho comunque cercato di dare una motivazione plausibile a ogni incontro.
Le Terre Perdute cmq non sono totalmente disabitate, ma la maggior parte della gente che ci puoi incontrare da più problemi che altro, con le dovute eccezioni.

rocco ha detto...

Accidenti, io mi aspettavo una lunga ed estenuante marcia in mezzo a nemici come freddo, morti e lupi al massimo, invece qui prima salta fuori la cecchina solitaria ed ora addirittura l'artiglieria! bellissima la descrizione e avventura piena di colpi di scena! sono curioso di sentire come sarà giustificato il cannone...P.S. non si può sapere nulla della cecchina vero? tipo che ci faceva lì...

Nicholas ha detto...

Appena finita la narrazione pubblicherò l'avventura (che comunque in fase di gioco ha subito delle modifiche, ad esempio nell'originale era un cecchino e non una cecchina, ma le motivazione dietro sono le stesse).
In ogni caso non è nulla di chissà che misterioso, diciamo che Fieni era il suo territorio di caccia.
Nelle Terre Perdute è facile trovare persone malvagie, ma è altrettanto facile trovare persone che hanno perso la ragione.

Per il cannone invece la storia è andata in maniera diversa e ci saranno più risposte.