
Da un angolo una mitragliatrice inizia a sparare verso l’apertura.
I proiettili fanno esplodere i vetri del camion, scheggiano i cerchioni e perforano la lamiera.
Dalla porta Juhazs e Varga sparano verso la mitragliatrice mentre Kovacs e Marcus si acquattano come possono.
Varga con un colpo fortunato colpisce uno dei serventi.
Per un attimo scende il silenzio.
“Ora!” urla Kovacs e con Marcus appoggiato a lui scatta verso l’androne.
Dalle case dall’altra parte della strada alcuni fucili aprono il fuoco.
Juhazs e Varga coprono i compagni come possono ma una pallottola raggiunge Kovacs alla schiena buttandolo a terra poco dentro l’androne.
La mitragliatrice riprende a sparare scalfendo i muri di cemento.
Schegge e proiettili di rimbalzo raggiungono il corridoio mentre anche Juhazs e Varga sono costretti ad accucciarsi.
Kovacs si trascina verso un muro, dove si siede appoggiandoci la schiena, il sangue cola dal petto e lui cerca di tamponarlo con una mano.
“Fai qualcosa!” urla Varga a Nagi, ma la ragazza si è acquattata in un angolo nascondendo la testa tra le ginocchia.
“Merda” mormora Varga “è completamente andata”.
Juhazs prova a sparare qualche colpo alla cieca ma le raffiche della mitragliatrice non si interrompono.
Marcus è riparato dietro lo stipite, sente i proiettili martellare tutto attorno.
Sono così vicino. Mi manca così poco.
La testa gli fa male.
Non adesso.
Stringe i denti, pensa al proiettile conficcato nel suo cranio, il proiettile che gli ha portato via un occhio e che l’ha lasciato per morto in queste stesse lande, ormai otto anni or sono.
Un proiettile calibro 7.92 di fabbricazione tedesca. Sparato da un ufficiale tedesco.
Non può finire tutto adesso. Non ora che posso prendermi la mia rivincita.
Il dolore alla testa gli acceca la mente.
La mano corre alla cintura, impugna una bomba a mano, con il dito stacca la sicura.
Quindi appoggiandosi alla gamba buona si sporge e la lancia.
La bomba compie un arco perfetto.
Vede la mitragliatrice sparare verso di lui.
Sente i proiettili colpirlo al petto, al braccio, alla gamba.
La bomba atterra a un paio di metri dalla mitragliatrice.
L’esplosione distrugge l’arma e scaraventa i corpi maciullati dei serventi tutto intorno.
Marcus cade sulla schiena con un tonfo sordo.
I suoi occhi fissano il soffitto scrostato.
La testa smette di far male, per la prima volta, da otto anni.
Le voci che lo accompagnavano si fanno mute.
E tutto intorno scompare.
Commenti
No, assolutamente no!
Altrimenti il capitano lo avrebbe riconosciuto.
No no, il suo obiettivo era un altro, sarà svelato quando pubblicherò l'avventura, cmq il buon Otto non c'entra tranquilli :)
Presumo che l'obiettivo fosse un ufficiale del Reich e che Marcus sperasse di riuscire a tornare in patria per avere la sua vendetta.
PS: ma quindi... era un morto senziente o era "dato per morto"?
Ma ha "solo" perso l'occhio e conservato un bel proiettile piantato nel cranio per 8 anni, insieme a molti segreti.
Cmq Marcus è già tornato nel Reich, ora è solo ripartito.
In ogni caso, come direbbe Joe Dever: la sua storia termina qui.
@Nicholas: la citazione Mr. Dever è una gran cosa, era un grandissimo!