Da due giorni i Lipovenii stanno avanzando tra le montagne verso il loro rifugio invernale.
Varga si alterna a Racz a tenere compagnia a Nagi e a cercare di farla mangiare.
In una delle soste il comandante del gruppo si avvicina a Varga e Pecsi che si stanno dividendo del cioccolato.
“La ragazza è inutile” dice.
“Come sarebbe a dire inutile? È un infermiera! È preziosa!”
“Sarebbe preziosa se facesse l’infermiera ma non fa nulla.”
“Datele tempo. Ha subito un brutto shock.”
L’uomo li guarda.
“Mi dispiace, ma come avete visto in queste lande si muore per un nulla, non possiamo portarci dietro gente inutile.”
“Ma Racz la ama non accetterebbe mai di abbandonarla!”
“Lo so. Racz è molto utile, è un buon meccanico e non vogliamo perderlo. Anche tu Varga, siamo felici che ti sia unito a noi, ma Nagi…”
L’uomo guarda dietro di se, l’infermiera è seduta su un tronco d’albero, Racz le cinge le spalle con un braccio e le sta bisbigliando qualcosa, la ragazza non reagisce.
“Loro si fidano di voi” aggiunge.
Quindi si allontana e da ordine a tutti di rimettersi in marcia.

È notte nel piccolo campo.
Pecsi e Varga raggiungono il giaciglio di Nagi.
La svegliano delicatamente.
“Vieni con noi” le bisbigliano.
La aiutano ad alzarsi, poi la prendono sotto braccio e si incamminano verso il bosco, la ragazza li segue senza parlare.
Pochi minuti dopo una detonazione sveglia il campo.
Tutti balzano in piedi e corrono a vedere cosa sia successo.
Poco fuori dal cerchio di luce il corpo di Nagi giace sulla neve candida, metà della testa è aperta e sangue e pezzi di cervello imbrattano la neve e il tronco di un albero vicino.
In mano stringe una Tokarev.
Racz guarda la scena inorridito, poi urla disperato.
Cerca di raggiungere il corpo di Nagi, ma gli altri lo fermano.
“Non fare idiozie! Potrebbe risvegliarsi da un momento all’altro!”
L’uomo scoppia in lacrime.
Vargas lo prende e lo accompagna verso il campo.
“E meglio se lasci fare a loro” gli dice allontanandolo “non è qualcosa che vuoi vedere”.
Alcuni Lipovenii li superano e si affrettano a fare a pezzi il corpo della ragazza.
“Perché?” chiede Racz tra le lacrime.
Varga lo fa sedere su un ceppo.
“Era distrutta, avrebbe avuto bisogno di cure e psichiatri, ma anche se l’avessimo riportata nel Reich nessun medico tedesco si sarebbe mai preso cura di un Untermenschen” dice Varga con amarezza “lo so per esperienza, mia madre è morta perché gli ospedali nazisti hanno rifiutato di curarla, era ungherese anche lei”.
Racz singhiozza.
Varga riprende a parlare.
“Ha scelto la via più semplice per scappare da questo inferno, forse l’unica via possibile per gente come noi” guarda il buio davanti a se “ora è in un posto migliore”.
“Ma come ha fatto a procurarsi una pistola?” chiede Racz guardando verso di lui.
“Non lo so, l’avrà rubata” risponde Varga.
E con un gesto veloce tira la mantella a coprire la fondina vuota della sua Tokarev.

119 - EPILOGO 1


Da due giorni i Lipovenii stanno avanzando tra le montagne verso il loro rifugio invernale.
Varga si alterna a Racz a tenere compagnia a Nagi e a cercare di farla mangiare.
In una delle soste il comandante del gruppo si avvicina a Varga e Pecsi che si stanno dividendo del cioccolato.
“La ragazza è inutile” dice.
“Come sarebbe a dire inutile? È un infermiera! È preziosa!”
“Sarebbe preziosa se facesse l’infermiera ma non fa nulla.”
“Datele tempo. Ha subito un brutto shock.”
L’uomo li guarda.
“Mi dispiace, ma come avete visto in queste lande si muore per un nulla, non possiamo portarci dietro gente inutile.”
“Ma Racz la ama non accetterebbe mai di abbandonarla!”
“Lo so. Racz è molto utile, è un buon meccanico e non vogliamo perderlo. Anche tu Varga, siamo felici che ti sia unito a noi, ma Nagi…”
L’uomo guarda dietro di se, l’infermiera è seduta su un tronco d’albero, Racz le cinge le spalle con un braccio e le sta bisbigliando qualcosa, la ragazza non reagisce.
“Loro si fidano di voi” aggiunge.
Quindi si allontana e da ordine a tutti di rimettersi in marcia.

È notte nel piccolo campo.
Pecsi e Varga raggiungono il giaciglio di Nagi.
La svegliano delicatamente.
“Vieni con noi” le bisbigliano.
La aiutano ad alzarsi, poi la prendono sotto braccio e si incamminano verso il bosco, la ragazza li segue senza parlare.
Pochi minuti dopo una detonazione sveglia il campo.
Tutti balzano in piedi e corrono a vedere cosa sia successo.
Poco fuori dal cerchio di luce il corpo di Nagi giace sulla neve candida, metà della testa è aperta e sangue e pezzi di cervello imbrattano la neve e il tronco di un albero vicino.
In mano stringe una Tokarev.
Racz guarda la scena inorridito, poi urla disperato.
Cerca di raggiungere il corpo di Nagi, ma gli altri lo fermano.
“Non fare idiozie! Potrebbe risvegliarsi da un momento all’altro!”
L’uomo scoppia in lacrime.
Vargas lo prende e lo accompagna verso il campo.
“E meglio se lasci fare a loro” gli dice allontanandolo “non è qualcosa che vuoi vedere”.
Alcuni Lipovenii li superano e si affrettano a fare a pezzi il corpo della ragazza.
“Perché?” chiede Racz tra le lacrime.
Varga lo fa sedere su un ceppo.
“Era distrutta, avrebbe avuto bisogno di cure e psichiatri, ma anche se l’avessimo riportata nel Reich nessun medico tedesco si sarebbe mai preso cura di un Untermenschen” dice Varga con amarezza “lo so per esperienza, mia madre è morta perché gli ospedali nazisti hanno rifiutato di curarla, era ungherese anche lei”.
Racz singhiozza.
Varga riprende a parlare.
“Ha scelto la via più semplice per scappare da questo inferno, forse l’unica via possibile per gente come noi” guarda il buio davanti a se “ora è in un posto migliore”.
“Ma come ha fatto a procurarsi una pistola?” chiede Racz guardando verso di lui.
“Non lo so, l’avrà rubata” risponde Varga.
E con un gesto veloce tira la mantella a coprire la fondina vuota della sua Tokarev.

5 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Povera Nagi, tra tutti il personaggio più buono ed innocente e quello che è stato trattato peggio: solo il dottore Werner e Racz le hanno veramente voluto bene, devo dire che Varga e Pecsi non hanno avuto un compito facile, anche se secondo me Varga è forse l'unico personaggio in grado di gestire bene i segreti, almeno nel breve periodo!
Complimenti ad Andrea che ci aveva visto giusto a temere per le vite dei civili.
Ed intanto nel conto dei sopravvissuti abbiamo per ora un pareggio 4 sopravvissuti a testa nella sfida a distanza tra Andrea e Nicholas, quest'ultimo però ha la possibilità di abbassare il suo rating col successivo epilogo, come finirà?

Nicholas ha detto...

Si, Nagi era davvero un personaggio buono a tutti gli effetti.
In realtà c'erano altri personaggi buoni (Racz, Juhazs, Wermer, Bohm) e tra i pg il più "buono" era il capitano.
Altri personaggi erano buoni, anche se chiamati a compiti discutibili (Pecsi e tra i pg Klaus) e poi ce ne erano alcuni meramente malvagi (Wolf, Takash).

Varga di suo era un personaggio in bilico, l'ultima scelta proposta era appunto sul destino di Nagi, ma ormai Varga aveva scelto la sua strada ed è andato fino in fondo.

Mr. Mist ha detto...

Alla fine se guardiamo che fine hanno fatto i buoni ... beh lo scenario è desolante...
Almeno i cattivi sono tutti morti.
Quindi Nicholas l'epilogo presupponeva che Varga potesse compiere ancora una scelta e che quindi il finale amaro di Nagi non fosse per forza scritto... Effettivamente Varga alla fine non ha avuto scelte facili, ma una volta che si sale sul carro dei vincitori, o vai fino in fondo, o scendi dal carro e se scendi fai la fine di Kovacs e Juhazs.

Nicholas ha detto...

Va detto che un epilogo diverso era molto difficile, Varga poteva scegliere di andarsene con Racz e Nagi ma avrebbero dovuto affrontare le Terre Perdute in inverno e poi non è detto che tornati nel Reich sarebbero stati al sicuro, tutt'altro (avevano solo due documenti falsi presi a Klaus).
Certo potevano puntare altri luoghi, come l'Italia, ma il destino di Nagi era cmq abbastanza segnato, il Reich è l'unico posto dove si possono trovare degli psichiatri, ma è anche l'unico posto dove un untermenschen come Nagi non sarebbe mai stata curata.
E Varga questo lo sapeva bene.

andrea ha detto...

Veramente una decisione difficile da prendere.