La sveglia suona fastidiosa e monotona, i led rossi nella vista appannata segnano le 6:50.
Franco la spegne con un gesto stanco e secco sul pulsante superiore.
Si trascina in bagno, piscia ad occhi semichiusi.
Poi finalmente prende a piene mani l’acqua fredda dal lavandino e si lava la faccia. Il vero risveglio.
Si asciuga, solleva gli occhi e si osserva riflesso nello specchio. Li dimostra tutti i suoi 45 anni, forse anche qualcuno in più. Le pratiche per il divorzio lo stanno invecchiando rapidamente.
Prende spazzolino e dentifricio, il gusto di menta gli invade la bocca scacciando gli ultimi residui di sonnolenza.
Squilla il cellulare. Risciacqua e torna in camera: è Giovanni, il caporedattore del giornale di provincia per cui lavora di solito.
– Ciao Franco, senti un po’, si è ribaltato un tir sulla nuova tangenziale vicino al tuo paesello, vedi di andare al volo a fare qualche foto visto che abiti lì vicino… clic.
Buongiorno, ciao, come stai… niente smancerie. Come sempre. Dura la vita del fotografo freelance.
Franco si veste ed esce frettolosamente nella nebbia leggera di metà ottobre, prende il suo vecchio maggiolone e si dirige sul posto.

Il luogo dell’incidente si trova poco dopo l’imbocco della vecchia statale sulla tangenziale, in prossimità della discoteca in cui passava le domeniche pomeriggio da ragazzino. L’edificio, visto di giorno, ha un non so che di triste e fatiscente.
Poco distante nota una stradina di campagna sterrata, il fango solcato dalle tracce di un mezzo pesante, che s’immette direttamente sulla via di scorrimento veloce. Non ci aveva mai fatto caso senza fermarsi, probabile residuo di lavori fatti in modo approssimativo.
Il camion, inclinato sul fianco, ha perso dal cassone una chiazza di liquido giallo dall’odore marcescente. Non ci sono segni evidenti sull’asfalto, i soccorsi non sono ancora sul posto.
Franco scatta le sue foto quasi sovrappensiero mentre arrivano vigili del fuoco e carabinieri, quindi fatto il suo lavoro si allontana per non intralciare.
Riprende la macchina ed in meno di mezz’ora è in redazione, dove consegna le fotografie per l’online e la versione cartacea di domani, prima di occuparsi di altre faccende.

SCENA 1

La sveglia suona fastidiosa e monotona, i led rossi nella vista appannata segnano le 6:50.
Franco la spegne con un gesto stanco e secco sul pulsante superiore.
Si trascina in bagno, piscia ad occhi semichiusi.
Poi finalmente prende a piene mani l’acqua fredda dal lavandino e si lava la faccia. Il vero risveglio.
Si asciuga, solleva gli occhi e si osserva riflesso nello specchio. Li dimostra tutti i suoi 45 anni, forse anche qualcuno in più. Le pratiche per il divorzio lo stanno invecchiando rapidamente.
Prende spazzolino e dentifricio, il gusto di menta gli invade la bocca scacciando gli ultimi residui di sonnolenza.
Squilla il cellulare. Risciacqua e torna in camera: è Giovanni, il caporedattore del giornale di provincia per cui lavora di solito.
– Ciao Franco, senti un po’, si è ribaltato un tir sulla nuova tangenziale vicino al tuo paesello, vedi di andare al volo a fare qualche foto visto che abiti lì vicino… clic.
Buongiorno, ciao, come stai… niente smancerie. Come sempre. Dura la vita del fotografo freelance.
Franco si veste ed esce frettolosamente nella nebbia leggera di metà ottobre, prende il suo vecchio maggiolone e si dirige sul posto.

Il luogo dell’incidente si trova poco dopo l’imbocco della vecchia statale sulla tangenziale, in prossimità della discoteca in cui passava le domeniche pomeriggio da ragazzino. L’edificio, visto di giorno, ha un non so che di triste e fatiscente.
Poco distante nota una stradina di campagna sterrata, il fango solcato dalle tracce di un mezzo pesante, che s’immette direttamente sulla via di scorrimento veloce. Non ci aveva mai fatto caso senza fermarsi, probabile residuo di lavori fatti in modo approssimativo.
Il camion, inclinato sul fianco, ha perso dal cassone una chiazza di liquido giallo dall’odore marcescente. Non ci sono segni evidenti sull’asfalto, i soccorsi non sono ancora sul posto.
Franco scatta le sue foto quasi sovrappensiero mentre arrivano vigili del fuoco e carabinieri, quindi fatto il suo lavoro si allontana per non intralciare.
Riprende la macchina ed in meno di mezz’ora è in redazione, dove consegna le fotografie per l’online e la versione cartacea di domani, prima di occuparsi di altre faccende.

8 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Oh bene un'avventura che si svolge finalmente nel nostro bel paese, il maggiolone poi è un tocco di classe che da lettore bonelliano apprezzo moltissimo! Complimenti Ale, per me non poteva esserci inizio migliore per il nuovo oneshot! ;D

Ale ha detto...

Ecco che ho uscito TbE, contento Nicholas? :D

Ale ha detto...

Eh sì Mr. Mist, per come è fatto TbE la cosa più semplice è ambientare la prima avventura in un posto che i giocatori conoscono bene. E quale posto migliore di casa tua? :)

Ale ha detto...

mmmm... ancora casini coi commenti recenti...

Nicholas ha detto...

Come un pupo :D
In realtà avrei un grosso favore da chiedere, io ho letto le regole di TbE ma sono davvero mal spiegate (o io sono molto scemo), se riesci e non è troppo sbatta puoi mettere nei commenti la meccanica richiamata?
Così che l'avventura possa essere un utile sample per chi vuole iniziare a TbE.

Ale ha detto...

Facciamo che pubblico un Actual Play con commenti alla fine della narrazione. Farlo in ogni post viene un po' uno sbattone.

Nicholas ha detto...

Ah si, così è anche figo e forse pure più funzionale.
Thx!

andrea ha detto...

Ottimo inizio! =)