Giovanni risponde stancamente, come uno che era sul punto di addormentarsi dopo il pranzo della domenica.
Franco gli chiede concitato se ha visto il servizio che hanno appena mandato al TG5.
– Sì… perché? – risponde Giovanni, riprendendosi dal torpore pomeridiano.
– Ma l’hai visto bene?
– Ma sì che l’ho visto bene, mica sono rincoglionito. Voglio dire, checché ne dicano quella non è sfiga, dai… che probabilità ci sono che due impianti chimici della stessa proprietà abbiano due incidenti distinti a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro? C’è sicuramente di mezzo del terrorismo, ma vorranno avere le loro certezze prima di sventolarlo ai quattro venti!
– No, no… non intendevo quello. Hai visto i camion fermi fuori?
– Sì, erano dei camion…
– TPK, Giovanni, TPK! Come il camion che si è ribaltato qui da noi!
­– Beh, ma sarà una compagnia di trasporti internazionale… che diavolo ti succede Franco?
– No Giovanni, la questione è che non c’è nessuna TPK internazionale, ho già cercato… non esiste! E’ strano no? Potremmo provare a scavare, sai che scoop potrebbe saltar fuori per il giornale?
Giovanni fa una pausa, interdetto.
– Ragazzo mio, tu ti stai facendo dei film. Di cosa stiamo parlando? Ascolta, ultimamente ti vedo sempre un po’ sotto pressione, non è che ti vuoi prendere un po’ di vacanze?
Franco tace a lungo. Balbetta qualcosa di incomprensibile prima di riprendere pacato.
– Sì forse hai ragione Giovanni, devo prendermi un po’ di riposo. Ma senti, Federico non ti ha parlato di… no, scusa, niente… lascia perdere – e mette giù.
Franco resta per un tempo indefinito immobile con il telefono tra le mani.
Poi scorre la rubrica e chiama.
Federico risponde con un “Ohi Franco” sbiascicato nel suo tono da imbecille. Anche da come parla al telefono si capisce che non è proprio sveglio.
– Fede, ciao, ti ricordi l’articolo che hai scritto sul camion che si è ribaltato vicino alla discoteca qualche giorno fa?
– Ah sì, martedì mattina, eh? Ho fatto io l’articolo, eh eh eh…  – puntualizza entusiasta.
– Eh già, il pezzo della vita... Ma tu a che ora sei arrivato là sul posto?
– Boh… saranno state le dieci e mezza.
– E c’era ancora lì il camion?
– Boh… eeeh… no, l’avevano già tirato su, ho parlato col carabiniere, quello basso, tarchiato, pelato, brutto, ma sì lo sai chi è…
– Sì sì, ho capito. Quindi non sai di chi era il camion, il carabiniere non te l’ha detto?
– No.
– Scusa ma non pare anche a te che Giovanni ti abbia fatto pubblicare un articolo povero di particolari? Non perché l’hai scritto tu eh, sia chiaro… hai solo messo le informazioni che avevi, ma di solito...
– Bah, no, d’altronde cosa c’era da sapere di più? S’è ribaltato un camion…
– Beh, ad esempio cosa si è sversato per terra…
– Ma no non c’era niente. Anche i carabinieri hanno detto che era tutto a posto e allora ho scritto così. Boh, avrà portato delle scatole quel camion lì...”
– Ah andiamo bene… scusa, ma da quant’è che lavori al giornale, Fede?
– Boh saranno tre-quat…
­– Minchia ragazzo: verificare le fonti! – sbotta Franco – Vabbè che io faccio il fotografo, ma cazzo…! Niente dai, lascia perdere, scusa se ti ho disturbato. Ci vediamo domani.”
Riaggancia scuotendo la testa, sicuro che Federico non abbia capito un accidente nemmeno questa volta.
Frustratissimo lancia il cellulare sul divano.
Il solito, dannato, onnipresente segno nell’angolo della TV sembra lì a prenderlo per i fondelli proprio ora che ha i nervi a fior di pelle. Prende uno straccio deciso a toglierlo una volta per tutte. Sfrega, sempre più forte, ma il segno è sempre al suo posto. Franco scaglia lo straccio con rabbia, sfrega il segno con l’unghia: lo schermo non presenta graffi di fuori, è perfetto, ma quel dannato sfregio da qualche parte dev’essere per forza!

SCENA 14



Giovanni risponde stancamente, come uno che era sul punto di addormentarsi dopo il pranzo della domenica.
Franco gli chiede concitato se ha visto il servizio che hanno appena mandato al TG5.
– Sì… perché? – risponde Giovanni, riprendendosi dal torpore pomeridiano.
– Ma l’hai visto bene?
– Ma sì che l’ho visto bene, mica sono rincoglionito. Voglio dire, checché ne dicano quella non è sfiga, dai… che probabilità ci sono che due impianti chimici della stessa proprietà abbiano due incidenti distinti a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro? C’è sicuramente di mezzo del terrorismo, ma vorranno avere le loro certezze prima di sventolarlo ai quattro venti!
– No, no… non intendevo quello. Hai visto i camion fermi fuori?
– Sì, erano dei camion…
– TPK, Giovanni, TPK! Come il camion che si è ribaltato qui da noi!
­– Beh, ma sarà una compagnia di trasporti internazionale… che diavolo ti succede Franco?
– No Giovanni, la questione è che non c’è nessuna TPK internazionale, ho già cercato… non esiste! E’ strano no? Potremmo provare a scavare, sai che scoop potrebbe saltar fuori per il giornale?
Giovanni fa una pausa, interdetto.
– Ragazzo mio, tu ti stai facendo dei film. Di cosa stiamo parlando? Ascolta, ultimamente ti vedo sempre un po’ sotto pressione, non è che ti vuoi prendere un po’ di vacanze?
Franco tace a lungo. Balbetta qualcosa di incomprensibile prima di riprendere pacato.
– Sì forse hai ragione Giovanni, devo prendermi un po’ di riposo. Ma senti, Federico non ti ha parlato di… no, scusa, niente… lascia perdere – e mette giù.
Franco resta per un tempo indefinito immobile con il telefono tra le mani.
Poi scorre la rubrica e chiama.
Federico risponde con un “Ohi Franco” sbiascicato nel suo tono da imbecille. Anche da come parla al telefono si capisce che non è proprio sveglio.
– Fede, ciao, ti ricordi l’articolo che hai scritto sul camion che si è ribaltato vicino alla discoteca qualche giorno fa?
– Ah sì, martedì mattina, eh? Ho fatto io l’articolo, eh eh eh…  – puntualizza entusiasta.
– Eh già, il pezzo della vita... Ma tu a che ora sei arrivato là sul posto?
– Boh… saranno state le dieci e mezza.
– E c’era ancora lì il camion?
– Boh… eeeh… no, l’avevano già tirato su, ho parlato col carabiniere, quello basso, tarchiato, pelato, brutto, ma sì lo sai chi è…
– Sì sì, ho capito. Quindi non sai di chi era il camion, il carabiniere non te l’ha detto?
– No.
– Scusa ma non pare anche a te che Giovanni ti abbia fatto pubblicare un articolo povero di particolari? Non perché l’hai scritto tu eh, sia chiaro… hai solo messo le informazioni che avevi, ma di solito...
– Bah, no, d’altronde cosa c’era da sapere di più? S’è ribaltato un camion…
– Beh, ad esempio cosa si è sversato per terra…
– Ma no non c’era niente. Anche i carabinieri hanno detto che era tutto a posto e allora ho scritto così. Boh, avrà portato delle scatole quel camion lì...”
– Ah andiamo bene… scusa, ma da quant’è che lavori al giornale, Fede?
– Boh saranno tre-quat…
­– Minchia ragazzo: verificare le fonti! – sbotta Franco – Vabbè che io faccio il fotografo, ma cazzo…! Niente dai, lascia perdere, scusa se ti ho disturbato. Ci vediamo domani.”
Riaggancia scuotendo la testa, sicuro che Federico non abbia capito un accidente nemmeno questa volta.
Frustratissimo lancia il cellulare sul divano.
Il solito, dannato, onnipresente segno nell’angolo della TV sembra lì a prenderlo per i fondelli proprio ora che ha i nervi a fior di pelle. Prende uno straccio deciso a toglierlo una volta per tutte. Sfrega, sempre più forte, ma il segno è sempre al suo posto. Franco scaglia lo straccio con rabbia, sfrega il segno con l’unghia: lo schermo non presenta graffi di fuori, è perfetto, ma quel dannato sfregio da qualche parte dev’essere per forza!

3 commenti:

andrea ha detto...

Un plauso a chi ha interpretato Federico! =D

Ora vediamo se Franco smonta la TV...

... e per la gara sul titolo bislacco: "In linea con lo scettico".

Mr. Mist ha detto...

Per me Federico è parente stretto del tabbozzo! XD

Grandissimo chi l'ha interpretato e/o immaginato!

Nicholas ha detto...

La cosa bella è che la vera TPK trasporti è proprio tedesca :D