Franco è a casa, da solo. Doveva esserci Giada oggi, ma la sua ex-moglie gli ha fatto sapere senza troppe spiegazioni che avevano un altro impegno e non sarebbe venuta. Lui neanche l’ascoltava mentre glielo comunicava al telefono con quella sua voce indisponente.
Meglio così, sente di avere ancora bisogno di stare solo.
Oggi è l’ultimo giorno di ferie, domani ricomincerà a lavorare.
I suoi occhi indugiano sulla scrivania. Il PC è acceso, con il salvaschermo che disegna linee colorate. Lì a fianco, da giorni, il telefono dell’autista trovato sul tir. Ogni volta che lo guarda sente i battiti accelerare: sa di aver fatto qualcosa che non doveva fare, una violazione grave. Quel reperto dovrebbe stare dai carabinieri, non in casa sua.
Questo fatto gli ha impedito finora di andare fino in fondo, ma dopo giorni di indecisione – e dopo che per giorni nessuno l’ha in qualche modo reclamato – è più che mai convinto ad agire.
Preme a fondo il pulsante di accensione. Sul display compare la scritta TPK di un bianco brillante, ancor prima della schermata iniziale. Lo sblocca, nessuna protezione.
Comincia a cercare, ma ben presto realizza che non ha nulla di ciò che contraddistingue un telefono normale: nessuna rubrica con numeri di telefono sensati, nessun modo per effettuare chiamate. E’ un dispositivo senza alcuna apparente funzione utile.

SCENA 18

Franco è a casa, da solo. Doveva esserci Giada oggi, ma la sua ex-moglie gli ha fatto sapere senza troppe spiegazioni che avevano un altro impegno e non sarebbe venuta. Lui neanche l’ascoltava mentre glielo comunicava al telefono con quella sua voce indisponente.
Meglio così, sente di avere ancora bisogno di stare solo.
Oggi è l’ultimo giorno di ferie, domani ricomincerà a lavorare.
I suoi occhi indugiano sulla scrivania. Il PC è acceso, con il salvaschermo che disegna linee colorate. Lì a fianco, da giorni, il telefono dell’autista trovato sul tir. Ogni volta che lo guarda sente i battiti accelerare: sa di aver fatto qualcosa che non doveva fare, una violazione grave. Quel reperto dovrebbe stare dai carabinieri, non in casa sua.
Questo fatto gli ha impedito finora di andare fino in fondo, ma dopo giorni di indecisione – e dopo che per giorni nessuno l’ha in qualche modo reclamato – è più che mai convinto ad agire.
Preme a fondo il pulsante di accensione. Sul display compare la scritta TPK di un bianco brillante, ancor prima della schermata iniziale. Lo sblocca, nessuna protezione.
Comincia a cercare, ma ben presto realizza che non ha nulla di ciò che contraddistingue un telefono normale: nessuna rubrica con numeri di telefono sensati, nessun modo per effettuare chiamate. E’ un dispositivo senza alcuna apparente funzione utile.

2 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Ciao amici sono tornato da poco dalle vacanze.
Lieto di vedere che la storia prosegue ed è giunta allo step successivo, anche se il nostro povero Franco sembra essere ad un punto morto.

Ale ha detto...

Domani rientro anche io, e ricomincio a postare. Ho preferito attendere il ritorno dalle ferie perché ora si entra nel vivo della vicenda! ;)