Le strade sono buie e semideserte, come sempre capita nelle fredde sere autunnali di provincia. Franco ha aspettato volutamente che fosse tardi, sicuro di non trovare in giro anima viva.
A forza di rimuginare e scervellarsi tutta la settimana su ciò che aveva fotografato, ha ricordato un dettaglio a cui inizialmente non aveva dato peso.
Guida fino al luogo dell’incidente, o meglio fino alla stradina secondaria notata quel giorno, dove aveva notato le tracce di un mezzo pesante.
La memoria non lo ingannava. Se non fosse stata costruita la tangenziale, quella strada avrebbe avuto un senso, e passando per i campi avrebbe condotto chi la percorreva fino alla vecchia casa cantoniera che si trova lungo la vecchia statale, poco dopo la discoteca.
Franco riaccende il maggiolone e percorre lo svincolo dalla superstrada che lo porta sulla statale, fermandosi presso il vecchio edificio abbandonato con l’intenzione di entrarvi a curiosare. Si è portato un tronchese, una pila e un piede di porco. Non sa nemmeno lui perché lo fa, ma la cosa gli provoca un brivido di eccitazione.
Apre facilmente la rete che recinta la vecchia costruzione e si avvicina alla porta.
Un odore pungente di putrefazione, inconfondibile, lo investe.
La luce è scarsa all’esterno, ma un po’ di chiarore arriva dai lampioni della tangenziale. Decide di accendere la torcia elettrica, tanto questa sera la discoteca è chiusa e non è ancora passata una sola vettura.
Col fascio di luce si fa un’idea della casa. Ha l’impressione che i rampicanti che da sempre la avvolgono siano più fitti del solito, così come l’erba che cresce tutt’intorno. Inoltre hanno una forma inusuale, le foglie un qualcosa di inspiegabilmente malsano.
Quasi per sfida decide di spezzarne uno. La linfa giallastra che fuoriesce emette un odore sgradevole di marcio.

SCENA 19

Le strade sono buie e semideserte, come sempre capita nelle fredde sere autunnali di provincia. Franco ha aspettato volutamente che fosse tardi, sicuro di non trovare in giro anima viva.
A forza di rimuginare e scervellarsi tutta la settimana su ciò che aveva fotografato, ha ricordato un dettaglio a cui inizialmente non aveva dato peso.
Guida fino al luogo dell’incidente, o meglio fino alla stradina secondaria notata quel giorno, dove aveva notato le tracce di un mezzo pesante.
La memoria non lo ingannava. Se non fosse stata costruita la tangenziale, quella strada avrebbe avuto un senso, e passando per i campi avrebbe condotto chi la percorreva fino alla vecchia casa cantoniera che si trova lungo la vecchia statale, poco dopo la discoteca.
Franco riaccende il maggiolone e percorre lo svincolo dalla superstrada che lo porta sulla statale, fermandosi presso il vecchio edificio abbandonato con l’intenzione di entrarvi a curiosare. Si è portato un tronchese, una pila e un piede di porco. Non sa nemmeno lui perché lo fa, ma la cosa gli provoca un brivido di eccitazione.
Apre facilmente la rete che recinta la vecchia costruzione e si avvicina alla porta.
Un odore pungente di putrefazione, inconfondibile, lo investe.
La luce è scarsa all’esterno, ma un po’ di chiarore arriva dai lampioni della tangenziale. Decide di accendere la torcia elettrica, tanto questa sera la discoteca è chiusa e non è ancora passata una sola vettura.
Col fascio di luce si fa un’idea della casa. Ha l’impressione che i rampicanti che da sempre la avvolgono siano più fitti del solito, così come l’erba che cresce tutt’intorno. Inoltre hanno una forma inusuale, le foglie un qualcosa di inspiegabilmente malsano.
Quasi per sfida decide di spezzarne uno. La linfa giallastra che fuoriesce emette un odore sgradevole di marcio.

3 commenti:

Nicholas ha detto...

Ho notato con colpevole ritardo che è cambiata luna, avete deciso che lo sfasciacarrozze fosse il posto sotterraneo?

Ale ha detto...

No, ti confondi, la chiave per passare dal 1° al 2° capitolo è che Franco sia convinto che qualcosa di strano sta accadendo e agisca per capire cosa.
Ma non preoccuparti, presto verrà svelato anche il luogo sotterraneo che ci spedisce dritti al 3° capitolo!

Nicholas ha detto...

Giusto, my bad, mi serve davvero l'actual play :D