Mario è alla linea, i telai scorrono veloci, i robot saldano senza sosta.
Ma Mario pensa ad altro.
Pensa a stasera quando cercherà di entrare nella porticina sotto il magazzino.
Alla fine del secondo turno si attarda salutando i colleghi.
Le mani sono sudate.
Si avvicina al bancone di lavoro, prende un grosso paranchino.
Aspetta ancora qualche minuto mentre le voci fuori si spengono nel cortile.
Esce.
Raggiunge il muro e scende le scale di cemento.
Pianta il paranchino e fa leva.
La porta cede e si apre grattando il pavimento in cemento.
Mario entra.
Attacca la luce del cellulare.
Mucchi di vecchi pezzi metallici, ricambi non più utilizzati.
Tira un telo bianco, sotto c’è un tornio degli anni ’60.
“Chi va là!”
Mario si gira, uno dei guardiani è sulla porta con una torcia puntata.
Mario prende il tesserino dalla tasca.
“Sono un dipendente, mi sono perso”.
Esce dal magazzino.
“Ma è impazzito? Quest’area è chiusa, è pericolosa! E se le fosse successo qualcosa?”
Il guardiano lo scorta al cancello e lo fa uscire.
“La segnalerò alle Risorse Umane” dice chiudendo la cancellata dietro di lui.
Mario si ritrova in strada.
Guarda il cortile oltre il cancello.
Vicino alle bisarche vede un uomo vestito con un completo bianco che lo fissa.

SCENA 10

Mario è alla linea, i telai scorrono veloci, i robot saldano senza sosta.
Ma Mario pensa ad altro.
Pensa a stasera quando cercherà di entrare nella porticina sotto il magazzino.
Alla fine del secondo turno si attarda salutando i colleghi.
Le mani sono sudate.
Si avvicina al bancone di lavoro, prende un grosso paranchino.
Aspetta ancora qualche minuto mentre le voci fuori si spengono nel cortile.
Esce.
Raggiunge il muro e scende le scale di cemento.
Pianta il paranchino e fa leva.
La porta cede e si apre grattando il pavimento in cemento.
Mario entra.
Attacca la luce del cellulare.
Mucchi di vecchi pezzi metallici, ricambi non più utilizzati.
Tira un telo bianco, sotto c’è un tornio degli anni ’60.
“Chi va là!”
Mario si gira, uno dei guardiani è sulla porta con una torcia puntata.
Mario prende il tesserino dalla tasca.
“Sono un dipendente, mi sono perso”.
Esce dal magazzino.
“Ma è impazzito? Quest’area è chiusa, è pericolosa! E se le fosse successo qualcosa?”
Il guardiano lo scorta al cancello e lo fa uscire.
“La segnalerò alle Risorse Umane” dice chiudendo la cancellata dietro di lui.
Mario si ritrova in strada.
Guarda il cortile oltre il cancello.
Vicino alle bisarche vede un uomo vestito con un completo bianco che lo fissa.

3 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Il temibile guardiano che non è mai nella guardiola quando c'è il cancello aperto di notte, alla fine è saltato fuori nel momento meno opportuno ovviamente!

Nicholas ha detto...

E anche l'uomo in bianco, dun dun dun duuuuuuuun.

andrea ha detto...

oh, un po' di azione! ... anche se è finita "male" per il povero Mario.