Mario china la testa mentre il responsabile delle Risorse Umane gli urla contro.
“Potremmo denunciarla! Ma cosa stava pensando?! E cosa sarebbe successo se si fosse fatto male?! I cartelli sono li per un motivo!”.
Mario annuisce in silenzio.
La sua testa è altrove.
A un certo punto non sente più l’altro parlare.
La predica è finita.
Alza la testa.
“Mi dispiace” dice meccanicamente.
“Non la licenziamo solo perché siamo sotto-staffati! Ma si aspetti una lettera di richiamo”.
Mario annuisce, si alza e esce.
Nel corridoio prende il cellulare, il led delle notifiche è rosso: 3 chiamate perse da parte della moglie di Salvatore, due di Sara.
Svariati messaggi su whatsapp.
– Salvatore è stato investito
- Sta bene adesso ma ha una gamba rotta
- Vallo a trovare
- Chiamami appena puoi
10 commenti:
Il sistema di scollegare la mente per tutta la predica è sempre utile!
Ed intanto siamo arrivati al terzo capitolo ...
Tra un po' gli eventi prenderanno tutta un'altra piega.
Inaspettata pure per noi che giocavamo
Bello. Mi piacciono le svolte inaspettate! Questo gioco mi piace perché ti obbliga a non seguire il filone che hai in testa. Se quello dopo di te spariglia le carte, devi essere pronto a seguire la storia su sentieri che nemmeno ti eri sognato :D
Anche a me piace per quello, anche se (a parer mio) vanno posti alcuni "limiti": ieri, ad esempio, eravamo giunti al climax finale e... "chiude gli occhi, li riapre e si ritrova nel suo letto".
In pratica, è stata riazzerata la scena e soprattutto l'atmosfera.
Il finale, però, è stato molto bello.
Secondo me, il punto focale del gioco è aggiungere dettagli seguendo il flusso. E' come un fiume: può fare deviazioni inaspettate ma continua a scorrere; se però piazzi una diga, straripa e fa disastri.
Hai ragione Andrea, a volte chi segue nella narrazione o non è in grado di aggiungere dettagli seguendo il flusso narrativo, oppure non sa che sbocco dare agli eventi fino a quel momento narrati. Quando si viene colti alla sprovvista in questo modo si è tentati di resettare tutto magari tornando su un filone su cui ci si sente più sicuri ma perdendo tutta l'atmosfera creata fino a quel momento, con un po' di dispiacere per tutti quelli che l'avevano narrata prima. Il grosso problema diventa se la cosa diventa intenzionale semplicemente per seguire un'idea che si aveva fin dall'inizio su come dovesse andare la storia a scapito di quanto narrato dagli altri compagni di gioco, mandando a rotoli una delle cose belle che TBE ha rispetto ad "Oscuro signore", il fatto che gli altri giocatori non possono intervenire quando stai narrando.
Cosa che, nelle avventure che abbiamo giocato, è regolarmente accaduta...
@Mr. Mist: perché dici che in TbE gli altri giocatori non possono intervenire mentre stai narrando? Ammetto che non è comune e spesso la palla viene lasciata a chi imposta quella scena, ma dalle regole è previsto che anche altri possano dire la loro.
Allora non avrò letto bene le regole a questo punto prendete quello che dico con le pinze ma in "Oscuro Signore" l'intervento è pesante ed è volto ad ostacolare il narratore, non credo che la stessa cosa possa accadere anche in TBE o meglio con lo stesso intento...
No, non con le stesso intento, ovvio. Ma gli altri attorno al tavolo non spariscono e possono dare il loro contributo alla storia. Sicuramente in modo meno pesante.
Infine credo che non ci sia nulla di male a far presente ad un giocatore che "forza" nella sua direzione: "scusa, ma questo fa cagare, magari puoi rivedere quello che hai detto? Possiamo darti una mano?" :) Soprattutto se si è in confidenza! :)
A me è capitato lo stesso su un finale di Swords Without Master. Avventura spettacolo, finale una merda colossale. Purtroppo al tavolo la persona che aveva in pugno la narrazione del finale era un nuovo giocatore, e non ce la siamo sentita per educazione di dirgli che aveva fatto schifo... ma fosse capitato con i miei soliti giocatori non avrei esitato.
Ok Ale credo di aver capito, l'intento è quello di dare un contributo al fine generale della storia, non quello di instradare la narrazione altrui verso un filone più comodo per gli altri narratori. Mi spiego meglio: se un narratore ha narrato male uno spezzone che aveva però degli spunti originali e buoni, gli altri intervengono per "raffinare" quanto detto: dandogli dei suggerimenti o ricordandogli qualcosa che si è dimenticato d'inserire; non vanno a cassare tutto (a meno che la narrazione sia proprio indecente) per riscrivere il pezzo in modo che calzi per forza con quanto loro hanno già in testa.
E' corretto il mio ragionamento?
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