Luca invita Mario a casa sua.
L’appartamento è poco lontano da Porta Palazzo.
Salgono tre piani di scale.
L’appartamento di Luca è piccolo e in disordine.
È chiaro che il sindacalista viva da solo.
“Siediti Mario” dice Luca “ti prendo una birra”.
Apre il frigo.
“Ho saputo della lettera di richiamo, ma non preoccuparti, tu non firmare nulla, ci penso io”.
Gli porge una birra.
“Aspetta che prendo l’apribottiglie”.
Torna nel cucinino.
Mario si guarda attorno, libri accatastati, contratti, un codice civile aperto su un tavolino.
Poi vede una clessidra ad acqua su una mensola, al posto dell’acqua c’è del liquido rossastro, oleoso, il tempo della clessidra è quasi finito.
“... tranquillo che alla direzione ci parlo io” sente la voce di Luca dal cucinino.
Mario si alza, apre la porta e esce.
Luca sente solo la porta di casa sbattere.
L’appartamento è poco lontano da Porta Palazzo.
Salgono tre piani di scale.
L’appartamento di Luca è piccolo e in disordine.
È chiaro che il sindacalista viva da solo.
“Siediti Mario” dice Luca “ti prendo una birra”.
Apre il frigo.
“Ho saputo della lettera di richiamo, ma non preoccuparti, tu non firmare nulla, ci penso io”.
Gli porge una birra.
“Aspetta che prendo l’apribottiglie”.
Torna nel cucinino.
Mario si guarda attorno, libri accatastati, contratti, un codice civile aperto su un tavolino.
Poi vede una clessidra ad acqua su una mensola, al posto dell’acqua c’è del liquido rossastro, oleoso, il tempo della clessidra è quasi finito.
“... tranquillo che alla direzione ci parlo io” sente la voce di Luca dal cucinino.
Mario si alza, apre la porta e esce.
Luca sente solo la porta di casa sbattere.
Commenti
Scusate il ritardo (anche di pubblicazione), sono giorni incasinati.