“Le campane suonano già, siamo in ritardo per la cerimonia” accenna ironicamente Samia facendo scorrere lo sguardo sulle mura impenetrabili.
Raphael sposta gli occhi prima su di lei, poi su Radgar che ha dipinto sul volto un ghigno beffardo.
“Che hai da ridere?” chiede, spazientito dal caldo rovente.
Radgar era già stato qui in passato durante le sue scorrerie con la banda di furfanti che a lungo aveva capitanato.
“Niente paura. Conosco un modo per accedere, che mi indicò anni or sono la sorella del fratello di mio cugino…”
“Cioè tua cugina” lo stronca Raphael. “Muoviti, sputa il rospo.”
“Seguitemi”
Radgar s’incammina verso il mare seguendo le mura, mentre spiega le sue intenzioni.
“Basta passare dal lato del mare, attraverso la scogliera. So di un grosso canale di scolo, ovviamente ben sigillato da spesse sbarre di metallo...”
“Non mi pare che la cosa debba renderci felici” rimarca Raphael, irritato da tutto quel preambolo.
I gabbiani cantano sopra di loro mentre si avvicinano alla costa.
“...ma una di queste sbarre, già anni fa, era famosa negli ambienti malavitosi per non essere *ben fissata*, se capite cosa intendo. Ecco ci siamo quasi.”
“Che schifezza…” impreca Raphael mentre s’inerpicano tra gli scogli ricoperti di guano di gabbiano.
“Questo è il meno, vedrai poi…”
Discesa la scogliera ecco finalmente in una rientranza lo scolo e la grata menzionate da dalla famigerata cugina di Radgar. L’odore è nauseabondo.
Il furfante conta le sbarre, ne afferra una e con un movimento forte e preciso la fa scivolare fuori dalla sede.
“Prima le signore” dice accennando un inchino verso Samia.
I tre si guardano sghignazzando mentre accendono le torce. L’umore è alto, l’impresa fattibile.

03 - LO SCOLO


“Le campane suonano già, siamo in ritardo per la cerimonia” accenna ironicamente Samia facendo scorrere lo sguardo sulle mura impenetrabili.
Raphael sposta gli occhi prima su di lei, poi su Radgar che ha dipinto sul volto un ghigno beffardo.
“Che hai da ridere?” chiede, spazientito dal caldo rovente.
Radgar era già stato qui in passato durante le sue scorrerie con la banda di furfanti che a lungo aveva capitanato.
“Niente paura. Conosco un modo per accedere, che mi indicò anni or sono la sorella del fratello di mio cugino…”
“Cioè tua cugina” lo stronca Raphael. “Muoviti, sputa il rospo.”
“Seguitemi”
Radgar s’incammina verso il mare seguendo le mura, mentre spiega le sue intenzioni.
“Basta passare dal lato del mare, attraverso la scogliera. So di un grosso canale di scolo, ovviamente ben sigillato da spesse sbarre di metallo...”
“Non mi pare che la cosa debba renderci felici” rimarca Raphael, irritato da tutto quel preambolo.
I gabbiani cantano sopra di loro mentre si avvicinano alla costa.
“...ma una di queste sbarre, già anni fa, era famosa negli ambienti malavitosi per non essere *ben fissata*, se capite cosa intendo. Ecco ci siamo quasi.”
“Che schifezza…” impreca Raphael mentre s’inerpicano tra gli scogli ricoperti di guano di gabbiano.
“Questo è il meno, vedrai poi…”
Discesa la scogliera ecco finalmente in una rientranza lo scolo e la grata menzionate da dalla famigerata cugina di Radgar. L’odore è nauseabondo.
Il furfante conta le sbarre, ne afferra una e con un movimento forte e preciso la fa scivolare fuori dalla sede.
“Prima le signore” dice accennando un inchino verso Samia.
I tre si guardano sghignazzando mentre accendono le torce. L’umore è alto, l’impresa fattibile.

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Cit.:“Niente paura. Conosco un modo per accedere, che mi indicò anni or sono la sorella del fratello di mio cugino…”
Questa battuta ha fatto storia!

Nicholas ha detto...

E l'avventura inizia dalle fogne, come ogni sword and sorcery che si rispetti!

Ale ha detto...

A me questo gioco piace perchè puoi - anzi DEVI - portare al tavolo il più possibile i clichè del genere!

andrea ha detto...

Fogne! =D