Idioti senza un minimo di spina dorsale pensa Jenny, avanzando a passo spedito verso un paio di poliziotti che si tengono bassi dietro al cofano di una volante.
La voce concitata di Parrish si perde nel vento, sovrastata dal rumore dei motori ancora accesi. Nessuno degli agenti appostati si accorge del suo arrivo, concentrati come sono a tenersi al riparo per evitare possibili pallottole vaganti.
La donna nota con disgusto l'arma di uno degli agenti tremargli in mano, osserva il taglio delicato del suo viso e la figura esile in contrasto con la camicia segnata da grosse macchie di sudore. Quando il poliziotto gira la testa per una fugace occhiata al furgone in fondo alla strada, Jenny nota che è solo un ragazzo, probabilmente uscito da poco dall'accademia; troppo giovane per aver servito in Vietnam, troppo inesperto per aver già dovuto affrontare gente armata di fucili.
Questi non muoveranno un dito sospira frustrata. Il mio vecchio, pace all'anima sua, aveva ragione...

"Quei bifolchi sono solo animali" soleva dire suo padre, fiero tenutario di una grande piantagione di cotone nel profondo sud. "Pigri e indolenti, lavorano solo se li obblighi. Non rispettano nient'altro che il bastone e la paura. Se dimostri debolezza, non faranno mai quello che chiedi" concludeva, assaporando una lunga boccata del suo sigaro.
"Sì, padre" rispondeva Jenny, poco più che dodicenne, seduta sulla poltrona di fronte a lui e lo sguardo fisso sul suo viso. Il suo vecchio, nonostante le rughe e la pelle incartapecorita, incuteva ancora timore e rispetto. Continuava a fissarlo con occhi colmi di ammirazione. Lei non voleva deluderlo. Non voleva perdere il suo amore ed il suo rispetto, come era successo al suo povero fratello maggiore.

Jenny allunga la mano tra il cofano ed il bagagliaio di due volanti, la corta canna puntata sul furgone. Un respiro profondo, poi un altro, come le aveva insegnato suo padre per mantenere l'arma stabile. E poi la contrazione dell'indice, finché il cane non scatta in avanti.
Il botto fa sussultare i poliziotti. I più vicini si voltano verso quella giovane donna, in mezzo a loro, con un'arma in mano che ha appena aperto il fuoco. Il silenzio cala tra gli agenti, poi la rauca voce di un vecchio poliziotto esplode come un tuono.
"Quei figli di puttana ci sparano addosso! Rispondiamo al fuoco!" urla, poi si alza e scarica il suo revolver contro il furgone.
E Jenny allora si accuccia dietro alla volante, mentre attorno a lei scoppia l'inferno.

21 - IL MIO VECCHIO AVEVA RAGIONE

Idioti senza un minimo di spina dorsale pensa Jenny, avanzando a passo spedito verso un paio di poliziotti che si tengono bassi dietro al cofano di una volante.
La voce concitata di Parrish si perde nel vento, sovrastata dal rumore dei motori ancora accesi. Nessuno degli agenti appostati si accorge del suo arrivo, concentrati come sono a tenersi al riparo per evitare possibili pallottole vaganti.
La donna nota con disgusto l'arma di uno degli agenti tremargli in mano, osserva il taglio delicato del suo viso e la figura esile in contrasto con la camicia segnata da grosse macchie di sudore. Quando il poliziotto gira la testa per una fugace occhiata al furgone in fondo alla strada, Jenny nota che è solo un ragazzo, probabilmente uscito da poco dall'accademia; troppo giovane per aver servito in Vietnam, troppo inesperto per aver già dovuto affrontare gente armata di fucili.
Questi non muoveranno un dito sospira frustrata. Il mio vecchio, pace all'anima sua, aveva ragione...

"Quei bifolchi sono solo animali" soleva dire suo padre, fiero tenutario di una grande piantagione di cotone nel profondo sud. "Pigri e indolenti, lavorano solo se li obblighi. Non rispettano nient'altro che il bastone e la paura. Se dimostri debolezza, non faranno mai quello che chiedi" concludeva, assaporando una lunga boccata del suo sigaro.
"Sì, padre" rispondeva Jenny, poco più che dodicenne, seduta sulla poltrona di fronte a lui e lo sguardo fisso sul suo viso. Il suo vecchio, nonostante le rughe e la pelle incartapecorita, incuteva ancora timore e rispetto. Continuava a fissarlo con occhi colmi di ammirazione. Lei non voleva deluderlo. Non voleva perdere il suo amore ed il suo rispetto, come era successo al suo povero fratello maggiore.

Jenny allunga la mano tra il cofano ed il bagagliaio di due volanti, la corta canna puntata sul furgone. Un respiro profondo, poi un altro, come le aveva insegnato suo padre per mantenere l'arma stabile. E poi la contrazione dell'indice, finché il cane non scatta in avanti.
Il botto fa sussultare i poliziotti. I più vicini si voltano verso quella giovane donna, in mezzo a loro, con un'arma in mano che ha appena aperto il fuoco. Il silenzio cala tra gli agenti, poi la rauca voce di un vecchio poliziotto esplode come un tuono.
"Quei figli di puttana ci sparano addosso! Rispondiamo al fuoco!" urla, poi si alza e scarica il suo revolver contro il furgone.
E Jenny allora si accuccia dietro alla volante, mentre attorno a lei scoppia l'inferno.

3 commenti:

Mr. Mist ha detto...

In fondo avevano solo bisogno di un piccolo incoraggiamento...

Ale ha detto...

Ci voleva Jenny per sbloccare lo stallo! :D

andrea ha detto...

quando un'arma da fuoco "chiama", le altre rispondono. Al fuoco. XD