Gli avventurieri si risollevano provati dallo scontro con il mostro ciclopico. L’ascia in mezzo all’occhio l’ha ucciso e dell’icore marrognolo sgorga lento dalla ferita, invadendo l’ambiente con un lezzo peggiore di quello dei liquami di scolo.
Rintronati e lenti i tre faticano a riprendere consapevolezza. In lontananza le campane stanno smettendo i loro rintocchi, segno che il matrimonio sta entrando nella sua seconda fase.
La prima a trasalire per lo stupore è Samia. Il suo sguardo è fisso sul suo corpo pietrificato. Una statua identica a sé stessa a pochi passi di distanza.
“Non è possibile, io… io… ho resistito!” guarda sconvolta i compagni. “Io sono qua, sono viva, mi vedete!”
Samia si tocca per accertarsi di essere reale. “Ricordo perfettamente di averla scampata, non sono diventata una statua! Forse… forse era già qua prima…?”
Raphael le mette una mano sulla spalla: “Sì, sei viva, non ti stai ingannando. Siamo vivi…” afferma pacato indicando un punto in alto sulla parete.
Là, vicino ad uno scolo, c’è il corpo impalato di Raphael, con l’armatura trapassata da parte a parte al centro del pettorale da una delle acuminate appendici del mostro.
Samia è incredula: “Ma tu…”
“Sono vivo.”
“Non capisco… cosa significa?”
“Non lo so… ma sono vivo tanto quanto te…”
“Quei corpi avvizziti che abbiamo trovato prima, nelle fogne…” interviene Radgar.
“Ci assomigliavano terribilmente anche loro, vero?”
“Eravamo noi… questi siete voi… che diavolo sta succedendo qui?”
“Non lo so, davvero…” dice Raphael. “L’unica cosa di cui sono certo è che il tempo corre e non ci aspetteranno per il banchetto nuziale. Capiremo più tardi che razza di stregoneria è questa, muoviamoci a uscire da qui.”
Rintronati e lenti i tre faticano a riprendere consapevolezza. In lontananza le campane stanno smettendo i loro rintocchi, segno che il matrimonio sta entrando nella sua seconda fase.
La prima a trasalire per lo stupore è Samia. Il suo sguardo è fisso sul suo corpo pietrificato. Una statua identica a sé stessa a pochi passi di distanza.
“Non è possibile, io… io… ho resistito!” guarda sconvolta i compagni. “Io sono qua, sono viva, mi vedete!”
Samia si tocca per accertarsi di essere reale. “Ricordo perfettamente di averla scampata, non sono diventata una statua! Forse… forse era già qua prima…?”
Raphael le mette una mano sulla spalla: “Sì, sei viva, non ti stai ingannando. Siamo vivi…” afferma pacato indicando un punto in alto sulla parete.
Là, vicino ad uno scolo, c’è il corpo impalato di Raphael, con l’armatura trapassata da parte a parte al centro del pettorale da una delle acuminate appendici del mostro.
Samia è incredula: “Ma tu…”
“Sono vivo.”
“Non capisco… cosa significa?”
“Non lo so… ma sono vivo tanto quanto te…”
“Quei corpi avvizziti che abbiamo trovato prima, nelle fogne…” interviene Radgar.
“Ci assomigliavano terribilmente anche loro, vero?”
“Eravamo noi… questi siete voi… che diavolo sta succedendo qui?”
“Non lo so, davvero…” dice Raphael. “L’unica cosa di cui sono certo è che il tempo corre e non ci aspetteranno per il banchetto nuziale. Capiremo più tardi che razza di stregoneria è questa, muoviamoci a uscire da qui.”
Commenti
Complimenti ai giocatori!
@Andrea: paragone azzeccato! ;)