Il prete tace paralizzato dalla paura interrompendo la cerimonia, in contrasto con le campane che suonano il più alto momento di giubilo. La sposa, con il velo che le copre il volto, stringe la gemma incastonata sul petto del suo magnifico vestito. Il Re Silente, adirato per l’insolente interruzione, incita sprezzante con un fil di voce le guardie a far piazza pulita degli intrusi.
Il capo delle guardie solleva la visiera dell’elmo e fissa Raphael. Questi,  sapendo chi aspettarsi, sogghigna chiamandolo per nome: “Kruhn…”
“Raphael, maledetto, hai scelto la via del brigantaggio, invece di servire il Re Splendente come ti era stato assegnato, così come io devo servire il Re Silente. Hai tradito gli insegnamenti del nostro maestro!”
“Non sono mai stato un servo, e mai lo sarò!”
“Mi disgusti Raphael, ti ucciderò con le mie mani per il disonore che hai gettato sul nostro mentore!”
Kruhn spada alla mano si getta all’attacco con colpi veloci e vigorosi, cadenzati dal continuo ripetere la parola “Muori!”
Raphael para più volte la tecnica violenta e precisa del suo avversario. Se non si fosse già battuto con lui decine di volte, se non lo conoscesse perfettamente, sarebbe già morto davanti ad un avversario così formidabile. Ma questo vantaggio è una medaglia a due facce, perché anche lui non ha segreti per il suo nemico.
Ben presto altri soldati di élite lo circondano dando man forte al loro leader, ed è allora che Raphael afferra tra le mani il Tomo che porta al fianco. Quando lo solleva Kruhn capisce. Il suo volto diventa cinereo perché sa che i suoi uomini sono condannati, e veloce richiama a sé antiche tecniche di protezione della mente.
La magia di Devastazione del Tomo si manifesta. Urla terrificanti e lamenti strazianti fuoriescono da esso terrorizzando i presenti. La gente si ammassa schiacciandosi per trovare una via di fuga, le donne, i pargoli e i vecchi vengono calpestati, straziati dai fuggitivi che scavalcano panche e persone senza distinzione.
I canti di giubilo del coro nuziale, resi inizialmente cacofonici dai pianti di orrore e paura, assumono un’intonazione da litania funebre.

19 - TERRORE

Il prete tace paralizzato dalla paura interrompendo la cerimonia, in contrasto con le campane che suonano il più alto momento di giubilo. La sposa, con il velo che le copre il volto, stringe la gemma incastonata sul petto del suo magnifico vestito. Il Re Silente, adirato per l’insolente interruzione, incita sprezzante con un fil di voce le guardie a far piazza pulita degli intrusi.
Il capo delle guardie solleva la visiera dell’elmo e fissa Raphael. Questi,  sapendo chi aspettarsi, sogghigna chiamandolo per nome: “Kruhn…”
“Raphael, maledetto, hai scelto la via del brigantaggio, invece di servire il Re Splendente come ti era stato assegnato, così come io devo servire il Re Silente. Hai tradito gli insegnamenti del nostro maestro!”
“Non sono mai stato un servo, e mai lo sarò!”
“Mi disgusti Raphael, ti ucciderò con le mie mani per il disonore che hai gettato sul nostro mentore!”
Kruhn spada alla mano si getta all’attacco con colpi veloci e vigorosi, cadenzati dal continuo ripetere la parola “Muori!”
Raphael para più volte la tecnica violenta e precisa del suo avversario. Se non si fosse già battuto con lui decine di volte, se non lo conoscesse perfettamente, sarebbe già morto davanti ad un avversario così formidabile. Ma questo vantaggio è una medaglia a due facce, perché anche lui non ha segreti per il suo nemico.
Ben presto altri soldati di élite lo circondano dando man forte al loro leader, ed è allora che Raphael afferra tra le mani il Tomo che porta al fianco. Quando lo solleva Kruhn capisce. Il suo volto diventa cinereo perché sa che i suoi uomini sono condannati, e veloce richiama a sé antiche tecniche di protezione della mente.
La magia di Devastazione del Tomo si manifesta. Urla terrificanti e lamenti strazianti fuoriescono da esso terrorizzando i presenti. La gente si ammassa schiacciandosi per trovare una via di fuga, le donne, i pargoli e i vecchi vengono calpestati, straziati dai fuggitivi che scavalcano panche e persone senza distinzione.
I canti di giubilo del coro nuziale, resi inizialmente cacofonici dai pianti di orrore e paura, assumono un’intonazione da litania funebre.

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