San Terenzio appare con le sue case di pietra e muratura intorno alla strada.
Mauro fa un largo giro per il bosco.
“È un paese piccolo, ma non escludo possano esserci dei Morti, meglio evitare scontri”.
Il gruppo avanza nel sottobosco umido e scivoloso.
Calpestando le foglie gialle e le piante di ortiche.
Arrivano all’altra estremità di San Terenzio e prendono la deviazione per la costa.
“Finalmente un po’ di asfalto!”.
La pioggia continua a cadere.

Nel primo pomeriggio appare il mare e il castelletto di San Terenzio sulla riva.
La strada lo costeggia per poi proseguire lungo la costa.
Il gruppo si ferma osservando la struttura.
“Sembra ancora solido” commenta Andrea.
“Si” risponde Mauro “questa zona è piena di castelletti, e nonostante l’incuria sono ancora in discrete condizioni”.
“E dell’antenna che mi dici?”
Andrea indica una rozza antenna costruita con un paio di pali di ferro che si alza dal tetto.
“Non ne ho idea”.
“Andiamo a vedere”.
Il gruppo scende verso il castelletto.
La struttura è tozza e quadrata, il portone è stato abbattuto da tempo e giace nell’erba.
Su una delle due ante c’è una scritta in latino in vernice bianca.
Andrea si gira verso Giulio.
“Cosa c’è scritto?”
L’alto inquisitore da una rapida occhiata.
“Ë semplicemente un avviso per dire che la zona è sicura”.
“Va bene entriamo”.

6 - SAN TERENZIO


San Terenzio appare con le sue case di pietra e muratura intorno alla strada.
Mauro fa un largo giro per il bosco.
“È un paese piccolo, ma non escludo possano esserci dei Morti, meglio evitare scontri”.
Il gruppo avanza nel sottobosco umido e scivoloso.
Calpestando le foglie gialle e le piante di ortiche.
Arrivano all’altra estremità di San Terenzio e prendono la deviazione per la costa.
“Finalmente un po’ di asfalto!”.
La pioggia continua a cadere.

Nel primo pomeriggio appare il mare e il castelletto di San Terenzio sulla riva.
La strada lo costeggia per poi proseguire lungo la costa.
Il gruppo si ferma osservando la struttura.
“Sembra ancora solido” commenta Andrea.
“Si” risponde Mauro “questa zona è piena di castelletti, e nonostante l’incuria sono ancora in discrete condizioni”.
“E dell’antenna che mi dici?”
Andrea indica una rozza antenna costruita con un paio di pali di ferro che si alza dal tetto.
“Non ne ho idea”.
“Andiamo a vedere”.
Il gruppo scende verso il castelletto.
La struttura è tozza e quadrata, il portone è stato abbattuto da tempo e giace nell’erba.
Su una delle due ante c’è una scritta in latino in vernice bianca.
Andrea si gira verso Giulio.
“Cosa c’è scritto?”
L’alto inquisitore da una rapida occhiata.
“Ë semplicemente un avviso per dire che la zona è sicura”.
“Va bene entriamo”.

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Nicholas dopo "La lunga marcia" ho preso l'abitudine di seguire la strada dei tuoi gruppi sul Maps, per caso i personaggi si sono ritrovati a "Tre strade"?

Nicholas ha detto...

Esatto!
Proprio li.
Tra l'altro anche qui solo alcuni sanno il latino, nella fattispecie, gli inquisitori.

Mr. Mist ha detto...

Eh sì, questo fatto che avrà il suo peso nell'evolversi della situazione! ;)

jamila ha detto...

Il "latinorum"! :-P