Il giudice Graham si lascia cadere sulla poltrona, facendo cigolare la pelle sotto la sua possente mole. Giornalisti delle più importanti agenzie dello stato e perfetti sconosciuti si accomodano rumorosamente, tutti con lo sguardo rivolto verso la pesante porta chiusa che tra poco si aprirà.
Il caso più importante che la contea di Wilson abbia mai visto ha riempito le prime pagine dei giornali, esperti e commentatori improvvisati hanno sviscerato i fatti e, in attesa che la giuria si pronunci, hanno formulato ipotesi su quale possa essere il verdetto. Dopo più di una settimana di consultazione a porte chiuse, tutto il North Carolina è in trepidante attesa.
La pesante porta si apre ed i dodici giurati prendono posto nel silenzio generale; nessuno sembra riuscire a guardare l'imputato, tutti tengono gli occhi bassi. Una signora di mezz'età continua a giocare nervosamente con la fede nuziale. Poi il giurato numero uno, un uomo in giacca e cravatta dall'acconciatura impeccabile nonostante il caldo e l'umidità, si alza in piedi.
Ad un cenno, la guardia si avvicina al giurato e recupera un foglietto piegato a metà, porgendolo poi al giudice. Alcuni flash rischiarano la sala e provocano una smorfia sulla faccia di Graham, che però fa segno di continuare. "La giuria ha raggiunto un verdetto?"
"Sì, vostro onore" esclama l'uomo.
"L'imputato si alzi in piedi" esclama il giudice, dopo aver aperto il biglietto ed aver dato una veloce occhiata a quanto c'è scritto sopra.
Rick O'Donnell si alza in piedi, lanciando uno sguardo alle sue spalle. L'esile figura di Jenny non si vede da nessuna parte.
Non che se lo aspettasse: sua moglie non si è più fatta vedere da quando Rick è stato arrestato. Non una visita, non una lettera. L'unica busta che ha ricevuto mentre era dietro le sbarre gli è stata consegnata dal suo avvocato. All'interno, le carte del divorzio.
Anche l'avvocato Murray si alza, schiarendosi la voce e sistemandosi il fondo della giacca.
Il caro Murray, giovane difensore d'ufficio dal sorriso incerto e dalla tosse nervosa. Dopo la sparizione di suo padre e di sua moglie, a Rick non era rimasto nulla. Dove poteva trovare il denaro per permettersi un buon avvocato?
Murray si sporge, avvicinandosi il più possibile all'orecchio destro dell'ormai ex agente. "Andrà tutto bene, figliolo" sussurra. Nonostante sia più giovane di un paio d'anni, l'ha sempre chiamato così. "Nessuna di quelle persone può seriamente pensare che tu sia un trafficante di droga".
Rick osserva gli sguardi bassi dei giurati. Nessuno riesce a guardarmi in faccia... sono fottuto pensa, chiudendo gli occhi e respirando a fondo.
"In merito all'imputazione per partecipazione all'associazione dedita alla produzione ed al traffico di sostanze stupefacenti, come giudicate l'imputato?"
"Riteniamo Rick O'Donnell colpevole".
I flash delle fotocamere rischiarano la sala, mentre un brusio si diffonde tra i presenti.
Rick deglutisce a fatica e chiude gli occhi. Fino all'ultimo aveva sperato in un verdetto di non colpevolezza.
Il martelletto del giudice batte con forza, riportando il silenzio.
"Signor O'Donnell, questa corte la condanna a trent'anni di reclusione da scontare presso il penitenziario statale di Wilson. La seduta è tolta".

"Benvenuto nella tua nuova dimora" sghignazza la guardia, indicando la cella con il manganello. "Lui è Jack. Vi farete compagnia per parecchio tempo".
Rick entra e si ferma dopo un passo, la strada bloccata da un energumeno coperto di tatuaggi che lo sovrasta di almeno una spanna. "... piacere".
Un grugnito ed una smorfia sono le uniche risposte che ottiene, poi lo sguardo dell'uomo si alza e si fissa oltre la sua testa.
Anche Rick si gira, sperando che la guardia ci abbia ripensato e gli assegni un'altra cella.
"Fate i bravi, mi raccomando!" esclama l'uomo in uniforme, poi urla nella radio. "Chiudete la 125!"
Il forte clangore metallico accompagna i passi che si allontanano.
"Bene, bene, bene" grugnisce Jack, una nota di soddisfazione nella voce che fa correre un brivido lungo la schiena di O'Donnell. "Dovrò ringraziare l'agente Ross, la mia nuova puttanella non sembra niente male..."

29 - IL VERDETTO DELLA GIURIA

Il giudice Graham si lascia cadere sulla poltrona, facendo cigolare la pelle sotto la sua possente mole. Giornalisti delle più importanti agenzie dello stato e perfetti sconosciuti si accomodano rumorosamente, tutti con lo sguardo rivolto verso la pesante porta chiusa che tra poco si aprirà.
Il caso più importante che la contea di Wilson abbia mai visto ha riempito le prime pagine dei giornali, esperti e commentatori improvvisati hanno sviscerato i fatti e, in attesa che la giuria si pronunci, hanno formulato ipotesi su quale possa essere il verdetto. Dopo più di una settimana di consultazione a porte chiuse, tutto il North Carolina è in trepidante attesa.
La pesante porta si apre ed i dodici giurati prendono posto nel silenzio generale; nessuno sembra riuscire a guardare l'imputato, tutti tengono gli occhi bassi. Una signora di mezz'età continua a giocare nervosamente con la fede nuziale. Poi il giurato numero uno, un uomo in giacca e cravatta dall'acconciatura impeccabile nonostante il caldo e l'umidità, si alza in piedi.
Ad un cenno, la guardia si avvicina al giurato e recupera un foglietto piegato a metà, porgendolo poi al giudice. Alcuni flash rischiarano la sala e provocano una smorfia sulla faccia di Graham, che però fa segno di continuare. "La giuria ha raggiunto un verdetto?"
"Sì, vostro onore" esclama l'uomo.
"L'imputato si alzi in piedi" esclama il giudice, dopo aver aperto il biglietto ed aver dato una veloce occhiata a quanto c'è scritto sopra.
Rick O'Donnell si alza in piedi, lanciando uno sguardo alle sue spalle. L'esile figura di Jenny non si vede da nessuna parte.
Non che se lo aspettasse: sua moglie non si è più fatta vedere da quando Rick è stato arrestato. Non una visita, non una lettera. L'unica busta che ha ricevuto mentre era dietro le sbarre gli è stata consegnata dal suo avvocato. All'interno, le carte del divorzio.
Anche l'avvocato Murray si alza, schiarendosi la voce e sistemandosi il fondo della giacca.
Il caro Murray, giovane difensore d'ufficio dal sorriso incerto e dalla tosse nervosa. Dopo la sparizione di suo padre e di sua moglie, a Rick non era rimasto nulla. Dove poteva trovare il denaro per permettersi un buon avvocato?
Murray si sporge, avvicinandosi il più possibile all'orecchio destro dell'ormai ex agente. "Andrà tutto bene, figliolo" sussurra. Nonostante sia più giovane di un paio d'anni, l'ha sempre chiamato così. "Nessuna di quelle persone può seriamente pensare che tu sia un trafficante di droga".
Rick osserva gli sguardi bassi dei giurati. Nessuno riesce a guardarmi in faccia... sono fottuto pensa, chiudendo gli occhi e respirando a fondo.
"In merito all'imputazione per partecipazione all'associazione dedita alla produzione ed al traffico di sostanze stupefacenti, come giudicate l'imputato?"
"Riteniamo Rick O'Donnell colpevole".
I flash delle fotocamere rischiarano la sala, mentre un brusio si diffonde tra i presenti.
Rick deglutisce a fatica e chiude gli occhi. Fino all'ultimo aveva sperato in un verdetto di non colpevolezza.
Il martelletto del giudice batte con forza, riportando il silenzio.
"Signor O'Donnell, questa corte la condanna a trent'anni di reclusione da scontare presso il penitenziario statale di Wilson. La seduta è tolta".

"Benvenuto nella tua nuova dimora" sghignazza la guardia, indicando la cella con il manganello. "Lui è Jack. Vi farete compagnia per parecchio tempo".
Rick entra e si ferma dopo un passo, la strada bloccata da un energumeno coperto di tatuaggi che lo sovrasta di almeno una spanna. "... piacere".
Un grugnito ed una smorfia sono le uniche risposte che ottiene, poi lo sguardo dell'uomo si alza e si fissa oltre la sua testa.
Anche Rick si gira, sperando che la guardia ci abbia ripensato e gli assegni un'altra cella.
"Fate i bravi, mi raccomando!" esclama l'uomo in uniforme, poi urla nella radio. "Chiudete la 125!"
Il forte clangore metallico accompagna i passi che si allontanano.
"Bene, bene, bene" grugnisce Jack, una nota di soddisfazione nella voce che fa correre un brivido lungo la schiena di O'Donnell. "Dovrò ringraziare l'agente Ross, la mia nuova puttanella non sembra niente male..."

5 commenti:

Mr. Mist ha detto...

No Rick... Povero Rosco tu eri come un figlio per lui... chissà come l'avrà presa... sarà distrutto... un colpo al cuore già messo a dura prova dai trigliceridi e dal colesterolo!

E ho comunque grande Andrea che ci regala il finale della serie "Affari di droga", ricco di colpi di scena ed emozioni vere, altro che G.O.T.!

andrea ha detto...

Mi scuso con tutti per l'estremo ritardo con cui arriva questo finale... spero che l'attesa venga ripagata!

Nicholas ha detto...

Povero Rick!
L'unico davvero buono (e sano di mente) di tutta questa vicenda.
Alla fine paga per tutti.
Abbiamo aspettato ma ne è valsa la pena!

andrea ha detto...

... paga per quanto concerne la legge! Gli altri, invece... =D

Rocco ha detto...

Caspita che brutta fine...giusto per fare un tuffo nel passato... quali erano i pg e i png? e che fine avevano fatto ?