Accartoccia il foglio che sta tenendo in mano e lo lancia verso una cassa che fa da cestino.
La palla di carta rimbalza sulle altre cartacce ammonticchiate, sono tutti conti, ingiunzioni di pagamento e avvisi di ipoteca scaduti.
Alza lo sguardo su una cartina della zona.
Clearwater è un buco polveroso nel culo del niente che è quello scatolone di sabbia chiamato Nevada.
La cartina riporta ancora il vecchio tracciato della ferrovia, che avrebbe dovuto collegare il paese a San Francisco e la sua baia, quando si pensava ancora che qui intorno ci fosse un sacco d’oro.
Mr. Bradford guarda il saloon vuoto, gli arredi pretenziosi adatti a una clientela che non arriverà mai.
Sospira.
“Che dannata sfortuna!” impreca.
La mente gli ritorna a una sera nel deserto, la luce di una lanterna...
Un brivido gli scende lungo la schiena.
Scaccia il pensiero e si versa un whiskey.
Poi si gira verso lo specchio che occupa l’intera parete dietro al bancone.
“Tre metri di specchio... fin da Los Angeles me lo sono dovuto far spedire”.
Sospira di nuovo.
Guarda il suo abito impeccabile, si liscia il gilet.
Oggi è il gran giorno .
Cammina, per il saloon vuoto.
“Oggi è il gran giorno” ripete tra se e sorride, ora i problemi sembrano tutti così piccoli e lontani.
Commenti
Per cui passa spesso, ogni settimana almeno un paio di post nuovi!