Qualche giorno dopo...
Joey vede le luci di un corridoio scorrere sopra di lui.
Ci sono delle figure in camice verde che lo circondano.
Si ricorda di essersi medicato alla meglio le ferite e la gola con una bottiglia di tequila, e di essersi trascinato fino ad una strada. Una sequela di pullman e un passaggio su un furgone di gente che non faceva domande, verso un paese più a sud che non prevede estradizione.
Ma poi ricorda poco, e ora non sa dov’è.
La sua corsa si ferma sotto una fastidiosa luce che gli puntano addosso.
Attorno a lui le figure in verde indossano delle mascherine da sala operatoria. Le loro voci sono distanti e parlano in spagnolo della sua gamba. Joey qualcosa lo capisce, ma non riesce a connettere.
- Ferite d’arma da fuoco. E’ messa male, tutta smaciullata… - dice una prima voce.
- Dovremmo tirar fuori le pallottole, ripulire, ricostruire… - risponde una seconda, giovane e cristallina.
- No, costa troppo e ci vuole troppo tempo. Amputiamo. Passami il seghetto.
- Allora vado con l’anestesia…
- Sì, ma stai leggero, abbiamo pochi anestetici e costano troppo. Tanto questo è già più di là che di qua.
Qualche mese dopo…
Joey ringrazia con la testa quando un passante getta qualche moneta nel suo cappello, continuando a cantare e a suonare il suo cavaquinho.
Alla fine della canzone guarda nel cappello e conta i soldi. Ne ha abbastanza per una dose.
Si appoggia alla stampella e si tira in piedi. Ogni volta questo movimento gli ricorda com’era avere una gamba ed il dolore dell’amputazione senza sedazione.
Per un attimo pensa a cos’ha gettato via, la sua vita passata, e gli prende lo sconforto. Come ogni volta sceglie di dimenticare. Si affretta verso la favela per comprare la sua dose di colla.
Joey vede le luci di un corridoio scorrere sopra di lui.
Ci sono delle figure in camice verde che lo circondano.
Si ricorda di essersi medicato alla meglio le ferite e la gola con una bottiglia di tequila, e di essersi trascinato fino ad una strada. Una sequela di pullman e un passaggio su un furgone di gente che non faceva domande, verso un paese più a sud che non prevede estradizione.
Ma poi ricorda poco, e ora non sa dov’è.
La sua corsa si ferma sotto una fastidiosa luce che gli puntano addosso.
Attorno a lui le figure in verde indossano delle mascherine da sala operatoria. Le loro voci sono distanti e parlano in spagnolo della sua gamba. Joey qualcosa lo capisce, ma non riesce a connettere.
- Ferite d’arma da fuoco. E’ messa male, tutta smaciullata… - dice una prima voce.
- Dovremmo tirar fuori le pallottole, ripulire, ricostruire… - risponde una seconda, giovane e cristallina.
- No, costa troppo e ci vuole troppo tempo. Amputiamo. Passami il seghetto.
- Allora vado con l’anestesia…
- Sì, ma stai leggero, abbiamo pochi anestetici e costano troppo. Tanto questo è già più di là che di qua.
***
Qualche mese dopo…
Joey ringrazia con la testa quando un passante getta qualche moneta nel suo cappello, continuando a cantare e a suonare il suo cavaquinho.
Alla fine della canzone guarda nel cappello e conta i soldi. Ne ha abbastanza per una dose.
Si appoggia alla stampella e si tira in piedi. Ogni volta questo movimento gli ricorda com’era avere una gamba ed il dolore dell’amputazione senza sedazione.
Per un attimo pensa a cos’ha gettato via, la sua vita passata, e gli prende lo sconforto. Come ogni volta sceglie di dimenticare. Si affretta verso la favela per comprare la sua dose di colla.
AC/DC - Highway to Hell (Highway to Hell, 1979)
Commenti
Che nonostante tutto non ha ottenuto un risultato così terribile al tiro di dadi finale. Bene ma non benissimo appunto...