Pinerolo è tranquilla al mattino presto.
Il gruppo percorre le strade fangose fino alla diocesi.
in giro non c’è quasi nessuno ma in mezzo alla piazza antistante alla chiesa c’è un prete robusto con un saio pesante.
A fianco a lui un giovane con i capelli ricci e il fisico massiccio.
Il prete si fa avanti e Rinaldo gli tende la mano.
“Salve, sono don Silvano, voi siete il famoso Pautasso, il cacciatore di streghe?”.
“Proprio così, Rinaldo Pautasso”.
Rinaldo si gira verso gli altri.
“Lei è mia figlia Tina, lui è Giulio Peiretti, il nostro cacciatore di morti e lui” indica Igino che si sta guardando i piedi “è Igino Bert, il nostro torturatore e boia”.
Igino alza la testa sorride allegro a prete.
L’uomo rimane un po’ interdetto.
“Lui è il vostro torturatore?”
“Esatto” taglia corto Rinaldo.
“Bene, bene, certo, la vostra fama vi precede, sig. Pautasso, sono anni che cacciate le streghe tra i villaggi della pianura Padana, la curia è molto preoccupata, per quello ci servono i vostri servigi-”.
“Facciamola breve, so che dobbiamo battere la val Chisone e i tre paesi che ci sono e controllare se potrebbero esserci delle streghe”.
“Si esatto, sono posti isolati, gente che di rado scende a Pinerolo, poi da ottobre ad adesso non vengono proprio perchè la strada è piena di neve, abbiamo poche notizie, e in quelle valli si sa che c’erano i Valdesi e Dio solo sa cosa succede, e poi i Morti che a volte appaiono!”.
“Non si preoccupi, è il nostro lavoro, e siamo abituati a farlo bene" fissa il giovane a fianco al prete "e per conto nostro”.
“Giampiero Ricciardino” il ragazzo tende la mano a Rinaldo “ho sentito molto parlare di voi, spero di essere d’aiuto”.
Rinaldo ignora la mano tesa e torna a parlare con don Silvano.
“Perchè ci appioppate uno scrivano?”
“Bhe la curia vuole notizie della valle e poi i vostri registri sono, come dire, un po’ lacunosi”
Rinaldo fa una risata secca.
“Padre con tutto il rispetto non siamo inquisitori che riempiono libroni di scartoffie, siamo cacciatori di streghe, andiamo dove gli altri non vanno, e ai pericoli del maligno si aggiungono quelli delle Terre Perdute, non c’è tempo di segnare proprio tutto”.
“Bhe, ecco Giampiero potrà supplire a questo senza che voi dobbiate distrarvi”.
Rinaldo guarda il giovane
“Lo sai che è pericoloso? Lo sai che i cacciatori di streghe non cadono in epiche battaglie come i Templari, si beccano una fucilata nella schiena, scivolano in un crepaccio o gli abitanti li linciano e poi danno i corpi in pasto ai maiali”.
Rinaldo abbassa la voce “i cacciatori di streghe semplicemente scompaiono e nessuno li cerca mai”.
Giampiero non risponde.
Rinaldo si gira verso don Silvano.
“C’è altro di cui preoccuparci?”
“Bhe il Chisone è impetuoso per la neve che si scioglie, e i lupi paiono molto attivi, non sappiamo come sia messa la strada, e nelle valli a volte si nascondono persone in fuga dalla legge, e poi ci sono i Morti e poi-”
“Padre, siamo abituati alle Terre Perdute, non si agiti troppo” guarda Gianpiero “noi siamo abituati, lui non so, ma so che nelle Terre Perdute ogni errore si paga caro”.
Si volta verso il gruppo “Andiamo che abbiamo parecchia strada da fare”.

2 - INGAGGIO


Pinerolo è tranquilla al mattino presto.
Il gruppo percorre le strade fangose fino alla diocesi.
in giro non c’è quasi nessuno ma in mezzo alla piazza antistante alla chiesa c’è un prete robusto con un saio pesante.
A fianco a lui un giovane con i capelli ricci e il fisico massiccio.
Il prete si fa avanti e Rinaldo gli tende la mano.
“Salve, sono don Silvano, voi siete il famoso Pautasso, il cacciatore di streghe?”.
“Proprio così, Rinaldo Pautasso”.
Rinaldo si gira verso gli altri.
“Lei è mia figlia Tina, lui è Giulio Peiretti, il nostro cacciatore di morti e lui” indica Igino che si sta guardando i piedi “è Igino Bert, il nostro torturatore e boia”.
Igino alza la testa sorride allegro a prete.
L’uomo rimane un po’ interdetto.
“Lui è il vostro torturatore?”
“Esatto” taglia corto Rinaldo.
“Bene, bene, certo, la vostra fama vi precede, sig. Pautasso, sono anni che cacciate le streghe tra i villaggi della pianura Padana, la curia è molto preoccupata, per quello ci servono i vostri servigi-”.
“Facciamola breve, so che dobbiamo battere la val Chisone e i tre paesi che ci sono e controllare se potrebbero esserci delle streghe”.
“Si esatto, sono posti isolati, gente che di rado scende a Pinerolo, poi da ottobre ad adesso non vengono proprio perchè la strada è piena di neve, abbiamo poche notizie, e in quelle valli si sa che c’erano i Valdesi e Dio solo sa cosa succede, e poi i Morti che a volte appaiono!”.
“Non si preoccupi, è il nostro lavoro, e siamo abituati a farlo bene" fissa il giovane a fianco al prete "e per conto nostro”.
“Giampiero Ricciardino” il ragazzo tende la mano a Rinaldo “ho sentito molto parlare di voi, spero di essere d’aiuto”.
Rinaldo ignora la mano tesa e torna a parlare con don Silvano.
“Perchè ci appioppate uno scrivano?”
“Bhe la curia vuole notizie della valle e poi i vostri registri sono, come dire, un po’ lacunosi”
Rinaldo fa una risata secca.
“Padre con tutto il rispetto non siamo inquisitori che riempiono libroni di scartoffie, siamo cacciatori di streghe, andiamo dove gli altri non vanno, e ai pericoli del maligno si aggiungono quelli delle Terre Perdute, non c’è tempo di segnare proprio tutto”.
“Bhe, ecco Giampiero potrà supplire a questo senza che voi dobbiate distrarvi”.
Rinaldo guarda il giovane
“Lo sai che è pericoloso? Lo sai che i cacciatori di streghe non cadono in epiche battaglie come i Templari, si beccano una fucilata nella schiena, scivolano in un crepaccio o gli abitanti li linciano e poi danno i corpi in pasto ai maiali”.
Rinaldo abbassa la voce “i cacciatori di streghe semplicemente scompaiono e nessuno li cerca mai”.
Giampiero non risponde.
Rinaldo si gira verso don Silvano.
“C’è altro di cui preoccuparci?”
“Bhe il Chisone è impetuoso per la neve che si scioglie, e i lupi paiono molto attivi, non sappiamo come sia messa la strada, e nelle valli a volte si nascondono persone in fuga dalla legge, e poi ci sono i Morti e poi-”
“Padre, siamo abituati alle Terre Perdute, non si agiti troppo” guarda Gianpiero “noi siamo abituati, lui non so, ma so che nelle Terre Perdute ogni errore si paga caro”.
Si volta verso il gruppo “Andiamo che abbiamo parecchia strada da fare”.

6 commenti:

Nicholas ha detto...

E il gruppo è al completo, quanta piemontesità nei loro nomi :D

Mr. Mist ha detto...

E' vero Nicholas i cognomi sprizzano piemontesità da tutti i pori! Ale hai fatto una ricerca su wikipedia per i cognomi o ti sei affidato alla memoria come ad esempio per Pautasso reso famoso dal mitico "Franco, OH FRANCO" di Zelig.
Eppoi c'è Igino "L'allegro torturatore" l'equivalente Sine Requie de "L'allegro chirurgo"!
Ultima nota di colore non sono sicuro se quello che Rinaldo ha detto a Giampiero alla fine era un ammonimento, una minaccia o una promessa!

Ale ha detto...

@Mr.Mist: l'autore dell'avventura è Nicholas, io non ho fatto niente di niente, ospito solo sul blog (e meno male che c'è lui che scrive un sacco!) :)
Per cui la fonte è autoctona!

andrea ha detto...

Un gruppetto molto vario, non c'è che dire!

Mr. Mist ha detto...

@ Ale & Nicholas: sorry!

Nicholas ha detto...

Il merito dei nomi va tutto ai giocatori, si vede che siamo un gruppo di piemontesi :D