È notte fonda.
Rinaldo è nella vecchia sala comunale, le braci del fuoco illuminano il volto stanco e pensieroso.
Da dietro una porta di legno si sentono solo più dei singulti.
La porta si apre e appare Igino, il suo grembiule di cuoio è sporco di sangue e altri liquidi.
“Come stai?” chiede Rinaldo.
“Ho tanto mal di testa”.
“Coraggio è quasi finita”.
Si alza e va a chiamare Giampiero.
Poco dopo i tre sono nella saletta, Chiara è abbandonata sulla sedia, il volto tumefatto, due dita rotte e una bruciatura intorno all’occhio sinistro.
Nessuno degli uomini la guarda.
Giampiero scrive quello che Igino riferisce.
“Ha confessato di aver fatto un rito per far sì che Giovanni si innamorasse di lei”.
“Perchè l’ha fatto?”
“Dice che voleva avere protezione per sé e per la sua famiglia, questi posti sono poveri, avere un excurbites dalla propria parte aiuta”.
Giampiero annota.
“Ha raccontato di aver sentito una voce, una sera, che l’ha spinta a spogliarsi andare nei boschi”.
“E cosa è successo?”
“Non ricorda altro, solo che si è svegliata la mattina poco lontana dalla palizzata ed è subito tornata a casa”.
Rinaldo guarda verso la ragazza.
Il corpo esile è scosso dai un singhiozzi, vicino ai suoi piedi si raccoglie una piccola pozza di sangue.
“Che succede adesso?” chiede Giampiero.
“E delle mucche che ha detto?” continua Rinaldo.
“Che non ne sa nulla, che non voleva fare nulla, era solo spaventata”.
“E le credi?”
Igino sta per rispondere poi si porta le mani alla testa.
“Ho mal di testa!” urla.
Giampiero fa un passo indietro.
Rinaldo gli mette una mano sulla spalla.
“Tranquillo Igino, hai fatto un ottimo lavoro, tra poco andiamo a dormire”.
“Cosa facciamo adesso?” torna a chiedere Giampiero “È una strega!”
Rinaldo lo guarda “È una strega, ma voleva davvero fare il male? È colpa sua se qualcosa l’ha chiamata dai boschi? O se voleva proteggere la sua famiglia?”
Giampiero rimane interdetto.
“È una minaccia, questo è certo, la bandiremo dal villaggio” conclude Rinaldo.
Torna da Igino, insieme sollevano la ragazza che si regge a malapena in piedi.
Rinaldo la aiuta a infilarsi gli scarponcini, poi le mette una coperta pesante sulle spalle.
Igino la fa appoggiare a se e insieme escono dal municipio e si dirigono verso una delle porte.

20 - CONFESSIONE


È notte fonda.
Rinaldo è nella vecchia sala comunale, le braci del fuoco illuminano il volto stanco e pensieroso.
Da dietro una porta di legno si sentono solo più dei singulti.
La porta si apre e appare Igino, il suo grembiule di cuoio è sporco di sangue e altri liquidi.
“Come stai?” chiede Rinaldo.
“Ho tanto mal di testa”.
“Coraggio è quasi finita”.
Si alza e va a chiamare Giampiero.
Poco dopo i tre sono nella saletta, Chiara è abbandonata sulla sedia, il volto tumefatto, due dita rotte e una bruciatura intorno all’occhio sinistro.
Nessuno degli uomini la guarda.
Giampiero scrive quello che Igino riferisce.
“Ha confessato di aver fatto un rito per far sì che Giovanni si innamorasse di lei”.
“Perchè l’ha fatto?”
“Dice che voleva avere protezione per sé e per la sua famiglia, questi posti sono poveri, avere un excurbites dalla propria parte aiuta”.
Giampiero annota.
“Ha raccontato di aver sentito una voce, una sera, che l’ha spinta a spogliarsi andare nei boschi”.
“E cosa è successo?”
“Non ricorda altro, solo che si è svegliata la mattina poco lontana dalla palizzata ed è subito tornata a casa”.
Rinaldo guarda verso la ragazza.
Il corpo esile è scosso dai un singhiozzi, vicino ai suoi piedi si raccoglie una piccola pozza di sangue.
“Che succede adesso?” chiede Giampiero.
“E delle mucche che ha detto?” continua Rinaldo.
“Che non ne sa nulla, che non voleva fare nulla, era solo spaventata”.
“E le credi?”
Igino sta per rispondere poi si porta le mani alla testa.
“Ho mal di testa!” urla.
Giampiero fa un passo indietro.
Rinaldo gli mette una mano sulla spalla.
“Tranquillo Igino, hai fatto un ottimo lavoro, tra poco andiamo a dormire”.
“Cosa facciamo adesso?” torna a chiedere Giampiero “È una strega!”
Rinaldo lo guarda “È una strega, ma voleva davvero fare il male? È colpa sua se qualcosa l’ha chiamata dai boschi? O se voleva proteggere la sua famiglia?”
Giampiero rimane interdetto.
“È una minaccia, questo è certo, la bandiremo dal villaggio” conclude Rinaldo.
Torna da Igino, insieme sollevano la ragazza che si regge a malapena in piedi.
Rinaldo la aiuta a infilarsi gli scarponcini, poi le mette una coperta pesante sulle spalle.
Igino la fa appoggiare a se e insieme escono dal municipio e si dirigono verso una delle porte.

5 commenti:

Mr. Mist ha detto...

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Beh non c'è che dire il suo mestiere Igino lo sa fare...

Non conoscendo bene l'ambientazione mi permetto di chiedere: in caso di pentimento la strega potrebbe ricevere una pena ridotta o si presume che debba sempre e comunque venire bruciata?

Rocco ha detto...

E qui si spiega la paura di Rinaldo come cacciatore di streghe di essere linciati dai paesani...sicuramente il padre ed il fratello della ragazza non la prenderanno bene.

Ale ha detto...

Decisamente non la prenderanno bene...

Nicholas ha detto...

@Mr Mist è un'area grigia, fossero inquisitori cittadini ovviamente non ci sarebbero dubbi, ma loro sono cacciatori di streghe, gente del popolo, dubbi ne hanno e tanti e di sicuro (come diceva Giulio qualche post fa) non è che gli piaccia mandare a morte un innocente.
In ogni caso i prossimi post chiariranno un po' meglio i modi operandi del gruppo.

Ora si spiega anche perchè Igino e non qualcun altro, essendo appunto un terreno spinoso, Rinaldo è l'unico a prendere la decisione finale dopo aver ascoltato la confessione, Igino è un uomo semplice che stravede per lui e Giulio e Tina non sono nemmeno presenti.
Anche se, in questa missione le cose cambiano un po', perchè si è aggiunto Giampiero...

@Rocco, è una cosa da considerare sempre, in questo paese è venuta fuori meno, ma in è un rischio sempre presente, uno dei motivi per cui a volte è saggio bandire una strega invece che ucciderla davanti alle persone che la conoscono da una vita.

Mr. Mist ha detto...

Grazie Nicholas!