#Adventober2020 

07. PORTAFORTUNA
 
“Portafortuna” per me oggi è un memory trigger per “Un penny per i miei pensieri”, ed un primo ricordo piacevole di un Viaggiatore.
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Ricordo che trovai il portafortuna in un grosso cassettone a casa della nonna. Era estate e i miei genitori mi portavano da lei per tutto quel periodo che separava la chiusura delle scuole dalle loro vacanze. Passavo giornate interminabili in quella casa di campagna. C’era una grande aia, e tutti i miei cugini che giocavano come scalmanati a calcio, ma a me non piaceva.

Stavo spesso da solo esplorando gli anfratti di quella grande casa colonica. Le stanze fresche che sapevano di fuliggine, le vecchie stalle, le rimesse. Ogni luogo trasudava passato, storia, vita.
Nonna tuttavia non aveva piacere che mi intrufolassi nelle camere. Eppure quelli erano i miei luoghi preferiti perché tutto raccontava di un mondo che non c’era più.

Il portafortuna era in fondo ad un cassetto, fin troppo ben nascosto. Era un ciondolo semplice con le iniziali R.S.
“Era di tuo nonno.”
La voce di nonna alle mie spalle mi fece trasalire. Non sapevo cosa dire. Imbarazzato, abbassai lo sguardo sul monile. R.S. non erano le sue iniziali. E nella voce di nonna c’era una nota inusuale che non avevo mai udito.
“Lo aveva con sé quando tornò dalla guerra. Disse che era un portafortuna e che gli aveva salvato la vita. Non lo tolse mai, fino alla fine.”
Ci fu un lungo silenzio, avrei voluto chiedere mille domande.
“Puoi prenderlo se vuoi” disse.
---
Il Viaggiatore solleva un penny e lo solleva mostrandolo alle Guide.
“Non ricordo altro, ho bisogno del vostro aiuto. A quel punto, che cosa ho detto o fatto?”

#ADVENTOBER 07

 

#Adventober2020 

07. PORTAFORTUNA
 
“Portafortuna” per me oggi è un memory trigger per “Un penny per i miei pensieri”, ed un primo ricordo piacevole di un Viaggiatore.
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Ricordo che trovai il portafortuna in un grosso cassettone a casa della nonna. Era estate e i miei genitori mi portavano da lei per tutto quel periodo che separava la chiusura delle scuole dalle loro vacanze. Passavo giornate interminabili in quella casa di campagna. C’era una grande aia, e tutti i miei cugini che giocavano come scalmanati a calcio, ma a me non piaceva.

Stavo spesso da solo esplorando gli anfratti di quella grande casa colonica. Le stanze fresche che sapevano di fuliggine, le vecchie stalle, le rimesse. Ogni luogo trasudava passato, storia, vita.
Nonna tuttavia non aveva piacere che mi intrufolassi nelle camere. Eppure quelli erano i miei luoghi preferiti perché tutto raccontava di un mondo che non c’era più.

Il portafortuna era in fondo ad un cassetto, fin troppo ben nascosto. Era un ciondolo semplice con le iniziali R.S.
“Era di tuo nonno.”
La voce di nonna alle mie spalle mi fece trasalire. Non sapevo cosa dire. Imbarazzato, abbassai lo sguardo sul monile. R.S. non erano le sue iniziali. E nella voce di nonna c’era una nota inusuale che non avevo mai udito.
“Lo aveva con sé quando tornò dalla guerra. Disse che era un portafortuna e che gli aveva salvato la vita. Non lo tolse mai, fino alla fine.”
Ci fu un lungo silenzio, avrei voluto chiedere mille domande.
“Puoi prenderlo se vuoi” disse.
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Il Viaggiatore solleva un penny e lo solleva mostrandolo alle Guide.
“Non ricordo altro, ho bisogno del vostro aiuto. A quel punto, che cosa ho detto o fatto?”

3 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Un penny per i miei pensieri molto bello e coinvolgente, bella scelta Ale e complimenti anche per il testo introduttivo!

Nicholas ha detto...

Mi hai fatto venire voglia di giocarci.

Ale ha detto...

Possiamo giocarci una sera, i miei non lo apprezzano un granché per cui non ho più avuto modo dopo la partita che abbiamo fatto assieme