#Adventober2020

12. AMBASCIATORE
 
Il post di oggi è un amarcord per tutti i lettori del Sussurro di Even. Lo ripulisco e riscrivo sotto forma di adventure seed, per chi dovesse passare casualmente di qua e non sapesse di cosa sto parlando (nonché per la versione facebook sulla pagina della challenge).

Premessa: uno o più PG hanno un qualche tipo di legame positivo con il famoso pirata Black Bart, che è stato di recente catturato dalle autorità del Governatorato di Salamanca, ed ora attende giudizio.
I PG (o almeno alcuni) hanno come obiettivo quello di evitargli la forca tramite uno stratagemma che lo faccia comparire agli occhi della legge come qualcosa di diverso da un comune filibustiere, e per questo dovranno impossessarsi di un prezioso sigillo custodito dall’Ambasciatore di un altro Governatore.
---
“I corsari sono pirati - scusate il gioco di parole - al servizio di un governo con lo specifico compito di saccheggiare le navi dei regni nemici. Costoro, sebbene agiscano esattamente come dei comuni filibustieri, ottengono lo status di combattenti per mezzo della cosiddetta *lettera di corsa*. Questo li rende automaticamente, al momento della cattura, dei prigionieri di guerra anziché dei semplici criminali! E come ben saprete, i prigionieri di guerra non si giustiziano..."
"Ma nessun Governatore si avvale in maniera così spudorata dei corsari!" esclama Juan. "E soprattutto, dove la troviamo una lettera di corsa simile? Per essere credibile dovrebbe quantomeno portare il sigillo di Luis Pinilla di Granada. Anche ammettendo di avvicinare e convincere Pinilla - cosa già di per sé estremamente improbabile - mio padre dondolerebbe appeso alla fune prima del nostro ritorno da Nuova Speranza."
Il sorriso di Gimble si fa ancora più beffardo: "Non sei attento Juan... ho detto che ci serve una lettera di corsa, non una *vera* lettera di corsa. E’ per questo che siamo qui" dice indicando la targa che reca il nome di Miguel de Osuna, notaio. “Notaio e falsario.”

Miguel de Osuna vive in un edificio su due piani ben curato, con un grazioso giardinetto che si affaccia sulla strada ciottolata. I due avventurieri vengono ricevuti da un domestico zelante che offre loro un poco di caffè freddo, ma neanche il tempo di sorseggiarlo e il legale li riceve.
"Non è un falso facile da realizzare, quello che mi chiedete" afferma il notaio, di certo per giustificare il suo prezzo. "Vi verrà a costare trecentoventi monete..."
"E' un prezzo che possiamo permetterci..."
Osuna fa cenno a Gimble di non continuare, facendo intendere di non aver finito la frase.
"...e mi servirà un sigillo di Granada per la copia fedele all'originale, o uno stampo su cera intatto dello stesso."
"Trecentoventi monete per chiederci di portarti il sigillo originale?!?" sbotta Juan. "E tu cosa faresti per *sole* trecentoventi monete? Non sei in grado di falsificarlo tu stesso?"
"Non con l'accuratezza del caso. Posso stendere con precisione un documento che sia nel perfetto stile di Nuova Speranza, ma non posso ricreare un sigillo credibile. A Salamanca non è così frequente esserne in possesso, giusto forse l'ambasciatore di Granada..."
"Appunto! E se non---"
Gimble afferra l'avambraccio di Juan: "Lascia stare."
Quindi si rivolge a Osuna: "Duecentoventi al massimo."
"Duecentocinquanta e l'affare è chiuso" ribatte il legale.
Gimble annuisce. Dopo un cortese scambio di strette di mano e saluti, gli avventurieri si congedano.
All'uscita Juan, visibilmente contrariato da come il compagno ha concluso la trattativa, chiede lumi: "Ci siamo fatti fregare da un ladro! Diamine Gimble! Anche ammesso che il suo falso le valga tutte quelle monete, dove lo rimediamo un sigillo?"
Gimble esibisce il suo consueto sorrisetto: "Dove ci ha suggerito lui: dall’Ambasciatore!"
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L’avventura si sviluppa quindi mettendo i PG nelle condizioni di carpire segreti e stili di vita dell’Ambasciatore, per elaborare un piano per recuperare il sigillo, che impedisca ad esempio che il furto venga denunciato in caso di incursione stealth, oppure per ricattare il diplomatico. Infine i PG devono confrontare i loro stessi dilemmi morali: salvare Black Bart significa rischiare un enorme incidente diplomatico tra Governatori già ai ferri corti, con il rischio di un’escalation che potrebbe sfociare in una guerra.

#ADVENTOBER 12

 

#Adventober2020

12. AMBASCIATORE
 
Il post di oggi è un amarcord per tutti i lettori del Sussurro di Even. Lo ripulisco e riscrivo sotto forma di adventure seed, per chi dovesse passare casualmente di qua e non sapesse di cosa sto parlando (nonché per la versione facebook sulla pagina della challenge).

Premessa: uno o più PG hanno un qualche tipo di legame positivo con il famoso pirata Black Bart, che è stato di recente catturato dalle autorità del Governatorato di Salamanca, ed ora attende giudizio.
I PG (o almeno alcuni) hanno come obiettivo quello di evitargli la forca tramite uno stratagemma che lo faccia comparire agli occhi della legge come qualcosa di diverso da un comune filibustiere, e per questo dovranno impossessarsi di un prezioso sigillo custodito dall’Ambasciatore di un altro Governatore.
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“I corsari sono pirati - scusate il gioco di parole - al servizio di un governo con lo specifico compito di saccheggiare le navi dei regni nemici. Costoro, sebbene agiscano esattamente come dei comuni filibustieri, ottengono lo status di combattenti per mezzo della cosiddetta *lettera di corsa*. Questo li rende automaticamente, al momento della cattura, dei prigionieri di guerra anziché dei semplici criminali! E come ben saprete, i prigionieri di guerra non si giustiziano..."
"Ma nessun Governatore si avvale in maniera così spudorata dei corsari!" esclama Juan. "E soprattutto, dove la troviamo una lettera di corsa simile? Per essere credibile dovrebbe quantomeno portare il sigillo di Luis Pinilla di Granada. Anche ammettendo di avvicinare e convincere Pinilla - cosa già di per sé estremamente improbabile - mio padre dondolerebbe appeso alla fune prima del nostro ritorno da Nuova Speranza."
Il sorriso di Gimble si fa ancora più beffardo: "Non sei attento Juan... ho detto che ci serve una lettera di corsa, non una *vera* lettera di corsa. E’ per questo che siamo qui" dice indicando la targa che reca il nome di Miguel de Osuna, notaio. “Notaio e falsario.”

Miguel de Osuna vive in un edificio su due piani ben curato, con un grazioso giardinetto che si affaccia sulla strada ciottolata. I due avventurieri vengono ricevuti da un domestico zelante che offre loro un poco di caffè freddo, ma neanche il tempo di sorseggiarlo e il legale li riceve.
"Non è un falso facile da realizzare, quello che mi chiedete" afferma il notaio, di certo per giustificare il suo prezzo. "Vi verrà a costare trecentoventi monete..."
"E' un prezzo che possiamo permetterci..."
Osuna fa cenno a Gimble di non continuare, facendo intendere di non aver finito la frase.
"...e mi servirà un sigillo di Granada per la copia fedele all'originale, o uno stampo su cera intatto dello stesso."
"Trecentoventi monete per chiederci di portarti il sigillo originale?!?" sbotta Juan. "E tu cosa faresti per *sole* trecentoventi monete? Non sei in grado di falsificarlo tu stesso?"
"Non con l'accuratezza del caso. Posso stendere con precisione un documento che sia nel perfetto stile di Nuova Speranza, ma non posso ricreare un sigillo credibile. A Salamanca non è così frequente esserne in possesso, giusto forse l'ambasciatore di Granada..."
"Appunto! E se non---"
Gimble afferra l'avambraccio di Juan: "Lascia stare."
Quindi si rivolge a Osuna: "Duecentoventi al massimo."
"Duecentocinquanta e l'affare è chiuso" ribatte il legale.
Gimble annuisce. Dopo un cortese scambio di strette di mano e saluti, gli avventurieri si congedano.
All'uscita Juan, visibilmente contrariato da come il compagno ha concluso la trattativa, chiede lumi: "Ci siamo fatti fregare da un ladro! Diamine Gimble! Anche ammesso che il suo falso le valga tutte quelle monete, dove lo rimediamo un sigillo?"
Gimble esibisce il suo consueto sorrisetto: "Dove ci ha suggerito lui: dall’Ambasciatore!"
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L’avventura si sviluppa quindi mettendo i PG nelle condizioni di carpire segreti e stili di vita dell’Ambasciatore, per elaborare un piano per recuperare il sigillo, che impedisca ad esempio che il furto venga denunciato in caso di incursione stealth, oppure per ricattare il diplomatico. Infine i PG devono confrontare i loro stessi dilemmi morali: salvare Black Bart significa rischiare un enorme incidente diplomatico tra Governatori già ai ferri corti, con il rischio di un’escalation che potrebbe sfociare in una guerra.

6 commenti:

Nicholas ha detto...

I falsi, grande spunto narrativo, in una campagna di whfrp i giocatori dovevano creare una falsa reliquia con relativa storia, in un'altra dovevano creare un falso dipinto per una truffa.
Le possibilità sono infinite.

Mr. Mist ha detto...

Siamo sul'onda dei bei ricordi: ieri Boston Criminale oggi Sussurro di Even!

Ale ha detto...

Più che altro c'è il fatto che non riuscivo a cavar fuori niente di nuovo e originale con "Ambasciatore"! ;P

Mr. Mist ha detto...

Io avevo pensato a qualcosa che avesse a che fare con Vampiri the Masquerade ma non sono ancora del tutto pratico coi termini del "gergo vampirico" ed avevo paura di scrivere della cavolate!

Nicholas ha detto...

Operazione nostalgia :D

andrea ha detto...

... Boston Criminale?