Gli occhi rossi e il nervosismo testimoniano la difficile nottata di tutti quanti, riuniti nella stanza del capo. Il respiro affannoso di Jerry è costante monito delle sue condizioni, stabili, ma pur sempre critiche; impossibile determinare quanto potrà resistere senza aiuto medico, senza che la situazione precipiti verso l'irreparabile.
- Dobbiamo andarcene da qui - sussurra Lina, seduta per terra con la schiena alla parete e le gambe sinuose rannicchiate, avvolte nel suo stesso abbraccio.
- E come, a piedi? - sputa acido Greg, lanciando un'occhiataccia alla ragazza. Poi scuote la testa vistosamente, per rimarcare quanto ritenga stupida, superflua e inferiore quella donna.
- Certo che no - dice Joe, intervenendo a stemperare la tensione tra i due. - Infatti è ora di farci un giro in questa cittadina dimenticata da Dio. Ci sarà pure un qualcosa, un garage, un'autorimessa, un furgone abbandonato! Almeno posso provare a rimediare qualche pezzo di ricambio di fortuna.
Il profumo del caffè irrompe improvvisamente nella camera, sorprendendo tutti.
Nella reception, una sorridente signora Sterling dispone amorevolmente la colazione sul tavolo. Caffè e latte per tutti, ognuno con la sua tovaglietta, la sua tazza capovolta, il piattino. Le fette biscottate, ordinatamente allineate al centro della tavolata, guarnite una per una con la marmellata a comporre una lettera della frase "merry christmas".
- Buongiorno cari! Venite, venite! La colazione è pronta! - esclama la padrona di casa.
La fredda luce grigia del giorno filtra dalle finestre, mischiandosi ai colori delle lampadine intermittenti. Il chiarore e l'atmosfera di normalità della colazione sembra voler spazzar via le ansie della notte precedente. Come spesso accade, con l'arrivo del nuovo giorno i pensieri e le paure appaiono assurdi e infondati, smorzati da un rinnovato senso di razionalità.
Yuri riporta alla signora la radio riparata. La Sterling è ben felice di sintonizzarsi su una delle poche frequenze disponibili, che trasmette ininterrottamente musica degli anni della sua giovinezza.
- Signora - esordisce Joe, dopo aver conversato per alcuni minuti del più e del meno - purtroppo abbiamo fretta, e dobbiamo ripartire nonostante il meteo avverso. Però ci serve un mezzo o pezzi di ricambio per il nostro fuoristrada. Qui a Brumhill non c'era un'autorimessa, o un'officina...?
- Oh, cari, che peccato che Trevor non arrivi fino a capodanno, vi avrebbe di sicuro dato un passaggio! - risponde la vecchina, desolata. - Purtroppo non ci sono officine o autorimesse... non so come aiutarvi...
All'improvviso però il volto della Sterling s'illumina: - Ma sì, certo! Che sciocca! - esclama battendosi il palmo sulla fronte. Poi, vedendo gli sguardi interrogativi dei suoi interlocutori, continua: - Il sagrestano aveva un capanno dietro alla chiesetta sulla collinetta in fondo alla via, dove teneva il suo vecchio furgone. Quando se ne andò assieme al reverendo, non se lo portò via, visto che era già malconcio, e lo lascio lì. Sono certa che nessuno l'ha toccato, e magari in quella rimessa troverete qualcosa per riparare la vostra vettura!
Joe balza in piedi, si avvicina alla vecchina e le dà due energiche pacche sulla spalla, strappandole una leggera smorfia di dolore: - Grazie nonnina, questa sì che è una bella notizia. Forza ragazzi - dice rivolto a Greg e Rudy, i due energumeni della squadra - mettiamoci all'opera!

1.32 - BED & BREAKFAST

Gli occhi rossi e il nervosismo testimoniano la difficile nottata di tutti quanti, riuniti nella stanza del capo. Il respiro affannoso di Je...

Yuri è incredulo.
Pur di dare una spiegazione all'impossibile, comincia a fare congetture elettrotecniche a cui probabilmente crede poco anche lui.
- Dovevi tenerla spenta quella cazzo di radio - minimizza Joe, con la sua usuale leggerezza - Ti dò il cambio Madronich, fatti una dormita.
I minuti di questa notte sembrano eterni, e presto Joe si spazientisce. Cammina un po', avanti e indietro nella camera. Ci vorrebbe un goccetto, e una buona sigaretta...
Joe esce dalla stanza, dirigendosi verso la reception.
Dietro il bancone, scorre con gli occhi lo scaffale dei liquori. Ci sono marche che non sono nemmeno più in commercio. Sceglie e afferra una bottiglia di bourbon, poi il suo sguardo viene attirato da pacchetto di toscanelli Cohiba nella rastrelliera delle sigarette. Una confezione vecchia, ormai fuori produzione, ma roba da veri intenditori.
Come diavolo ho fatto a non vederli prima...
Joe non resiste, deve prenderli. In uno slancio di onestà, lascia una banconota da 10$ sul bancone.
Tornato in camera, si siede comodamente, con le gambe appoggiate sullo scrittoio. Si versa un goccetto e accende il cohiba. Inspira. Questa è vita...
Espira. O almeno ci prova.
Il fumo gli si blocca in gola, senza volerne sapere di uscire. Joe si sforza di buttarlo fuori, prova a tossire ma non ci riesce! Istintivamente inspira, ancora di più, per prendere ossigeno, e ogni respiro produce i laceranti lamenti di chi cerca l'aria. Ogni respiro gli gonfia il petto senza poter uscire.
Joe sente i polmoni bruciare, le vene rigonfiarsi. Cade dalla sedia ribaltandosi, porta le mani al collo, si rialza. Le tempie martellano, ha l'impressione che la testa gli possa scoppiare da un momento all'altro. O morirà prima soffocato dal suo vizio?
Barcolla in cerca di una salvezza che nemmeno lui sa dove trovare, vede solo rosso. All'improvviso sente un pressione violenta all'addome, sono le braccia di Rudy che urla sputa! sputa!
Sputa cosa?!?
La stretta del veterano non fa altro che comprimere ulteriormente i polmoni, provocando a Joe un dolore indescrivibile.
Quando Greg arriva nella stanza, attirato dal trambusto, gli occhi di Joe sembrano sul punto di schizzare fuori dalle orbite, rossi di sangue per i capillari spaccati.
Joe sente il sangue come un tamburo, non ha più fiato, sente i muscoli degli arti tirarsi, sta morendo, le dita sono tese, cercano l'aria, anche loro, è come se le unghie si sollevassero, le vene si squarciassero, il cuore esplodesse. Sente il sangue inondargli gli occhi, le orecchie, il naso.
Espira.
Il fumo esce. Joe cerca l'aria, tossisce. Inspira, espira, regolare. Joe lo sa, era ormai questione di secondi. Le voci lontane e ovattate dei compagni si fanno sempre più reali.
Passano lunghi minuti prima che Joe si riprenda completamente. Il toscanello, esaminato (e anche fumato) da Greg, risulta essere assolutamente normale.
Joe non si capacita. Prende il pacchetto di cohiba e lo straccia in mano: - Maledetta vecchia, mi hai dato una buona ragione per smettere...

1.31 - FUMARE FA MALE

Yuri è incredulo. Pur di dare una spiegazione all'impossibile, comincia a fare congetture elettrotecniche a cui probabilmente crede poco...

Lina prova a prendere sonno. E' l'una passata ormai.
Non si può dire lo stesso di Greg, seduto con la schiena appoggiata alla parete e lo shotgun imbracciato, gli occhi rossi per la stanchezza e la tensione.
Joe e Yuri sono andati nella stanza accanto a riposare, quella di Rudy.
Greg ripensa a quanto avvenuto poco prima. Sta seduto, al buio: solo la luce del cesso filtra attraverso la porta socchiusa. Il silenzio interrotto solo dal respiro faticoso di Jerry.
Pensa e ripensa, e rapito non si accorge di come gli occhi si chiudano da soli, e la dormiveglia avanzi pronta a precedere il sonno.
Poi, il rumore di una goccia lo ridesta, di colpo. I nervi esplodono, le orecchie tese in ascolto. Uno sgocciolare rapido proviene dal bagno, lo tortura, gli penetra come un trapano nelle meningi.
Greg bestemmia, si alza col fucile in mano, non è in sé. Apre la porta del bagno, sbattendola rumorosamente.
Lina si sveglia di soprassalto.
Il lavello è tappato, e dentro c'è acqua sporca di sangue, in cui il rubinetto perde goccia a goccia. E' stato quel deficiente di Rudy a non farla scolare. Greg impreca, urla, sembra un pazzo.
- Cosa c'è Greg? Cosa c'è? - chiede Lina spaventata, alzandosi e avvicinandosi al bagno.
- Zitta tu, troia! Lasciami stare!!! - sbraita Greg, con gli occhi fuori dalle orbite.
Lina si ritrae tremante. E' pericoloso. E ha un fucile.
Greg apre il tappo, stringe le manopole del rubinetto e torna a sedere.

Nella stanza di Martinez, Yuri bisbiglia con sé stesso, convincendosi che la presenza di suo padre non può essere altro che un'allucinazione. Non poteva essere lui. Ma allora... chi era? E quelle orme...
I suoi compagni hanno deciso di fare turni di veglia nonostante la stanchezza. Yuri ha scelto il primo, per poter poi dormire la notte filata. Ma non ha sonno.
Gli occhi del giovane russo vagano nella stanza buia. Il silenzio lo inquieta. La radio...
Le sue dita sottili ruotano una manopola, l'accende, gracchia...
Frank Sinatra... but more, much more than this... I did it my waaaaaay...
- Abbassa, testa di cazzo! - impreca Joe, risvegliato in malo modo.
Rudy è più diretto. Si alza accigliato, si avvicina alla radio e la spegne.
... but through it all, when there was doubt... I ate it up and spit it out... I face it all...
The Voice continua a suonare, sotto lo sguardo allibito di Rudy.
... and I stood tall...
Il veterano afferra il cavo e strappa la presa.
... I did it my waaaaaay...
La radio continua per alcuni interminabili secondi. Poi, silenzio.

1.30 - FUORI CONTROLLO

Lina prova a prendere sonno. E' l'una passata ormai. Non si può dire lo stesso di Greg, seduto con la schiena appoggiata alla parete...

- Vi giuro che non mi sono sognato nulla! - dice Greg, coi pugni serrati, cercando supporto in Rudy.
- E' vero. Ho sentito anch'io quei lamenti, ma poi quando la Sterling ha aperto la porta... nulla! - conferma il veterano.
L'atmosfera nella camera di Jerry è pesante. Lina non stacca un attimo gli occhi dal capo, Yuri fissa la radio con sguardo vitreo.
- Bah! Per me siete tutti un po' fuori! - dichiara Joe, scuotendo la testa - Visioni, lamenti... cacchio è un motel mezzo abbandonato che in effetti suggestiona un po', ma... siamo seri! La spiegazione più logica è che abbiamo tutti bisogno di riposare! Il poco sonno i giorni scorsi, la tensione di questa sera, la stanchezza, ci stanno giocando brutti scherz...
La frase di Joe viene interrotta da un improvviso rumore di cocci spezzati proveniente dalla reception.
Lina e Rudy si scambiano occhiate interrogative e preoccupate. Joe li guarda incredulo: ormai ogni cosa è ingigantita, elaborata come pericolo. Meglio assecondarli, e mostrare loro che non c'è nulla di strano: - Andiamo a vedere che succede...
Quando i tre entrano nell'atrio d'ingresso, la signora Sterling guarda dispiaciuta i resti di due tazze sul pavimento: - Oh! Che disastro!
Joe guarda i compagni... cosa s'aspettavano?
- Se volete la camomilla è pronta, vado a prende altre due tazze. Dov'è il vostro amico che me l'aveva chiesta? - domanda con gentilezza la vecchina.
- Chiesta? Chi, Greg? - esclama sorpreso Rudy.
- Non voglio nessuna camomilla - continua Joe, iniziando a innervosirsi. - Signora, vorremmo andare a dormire...
- Ma una camomilla vi aiuterà a dormire sicuramente! Vi fa bene! - insiste la Sterling premurosamente.
Joe perde le staffe: - Mi fa cagare la camomilla! Voglio solo dorm...
- Giovanotto, non dire parolacce, è Natale! - la vecchia agita l'indice, con aria di rimprovero - So io cosa ci vuole: una bella camomilla mentre cantiamo insieme le canzoni di Natale e ci facciamo compagnia!
Joe non ci vede più, e ribadisce il precedente concetto con una scarica di improperi e male parole, mentre se ne torna in stanza sbattendo la porta.
Nella reception cala un silenzio imbarazzato, spezzato da Lina: - E' solo un po' stanco, signora... lo perdoni. Cominci lei a intonare una canzone, noi la seguiamo.
Rudy si volta inorridito verso Lina, mentre la Sterling intona "Tu scendi dalle stelle".

1.29 - CAMOMILLA

- Vi giuro che non mi sono sognato nulla! - dice Greg, coi pugni serrati, cercando supporto in Rudy. - E' vero. Ho sentito anch'io ...