90 - TITOLI DI CODA

Cosi si conclude la nostra avventura. Come preventivato l’avventura sarà liberamente disponibile, scaricabile e giocabile da chiunque a que...

Epilogo.

Giugno è un bel mese anche per New York, il tempo è mite e le persone passeggiano volentieri per i viali alberati.
Ryan è seduto su una panchina, osserva la gente passare, ogni tanto butta un occhio all'orologio sulla facciata esterna della stazione.
Le tre meno dieci.
Estrae dalla tasca un telegramma giallo.
“Dovrebbe essere disponibile anche lì da te. A presto. Connor”.
Il professore è tornato in Inghilterra ma sono rimasti in contatto, almeno una volta all’anno lui si sposta a Londra per qualche settimana, sta pensando di trasferirsi lì.
Guarda di nuovo l’orologio.
Le tre meno cinque.
Si alza e si incammina verso il lato opposto della strada.
Attraversa con attenzione e, una volta sul marciapiede, si ferma davanti a una vetrina.
La mano corre alla tasca dove un tempo teneva la sua borraccia di whiskey, ora invece c’è un pacchetto di sigarette.
Prima di accendersene una però vede un uomo aprire la porta di legno.
- Siamo aperti, entri pure.
Ryan entra nel negozio e inizia a camminare tra gli scaffali ingombri di libri.
- Posso aiutarla? Cercava un titolo in particolare?
- Si, sto cercando “From the old to the new world”, è già arrivato?
- Proprio questa mattina! È fortunato lei.
Il commesso posa sul banco un libro dalla copertina sgargiante.
Ryan legge con un certo orgoglio il suo nome a fianco di quello di Connor proprio sopra il titolo.
Apre la prima pagina.
Una dedica fa bella mostra di sé. 

A Oliver Perlenbacher, Tony Baronetto e Mike McCormak, vorrei che foste con me a raccontare questa storia.

Gira la prima pagina. 

Tratto da una storia vera.

CAPITOLO 1 – UN ALTRO ARTICOLO INSULSO
Faceva freddo e stava nevicando.
Perlenbacher si voltò sospirando a osservare la porta di ingresso allo stabile, pensando alla stufetta a cherosene dell'ufficio. 
Infilò una mano nel pastrano estraendo un foglietto spiegazzato: le note del capo.
Un altro articolo insulso, pensò.

Una lacrima cade allargandosi sulla carta.
Chiude il libro.
- Lo vuole comprare signore? Pare sia un gran romanzo, un vero e proprio caso letterario!
- Ne prendo tre copie - dice senza alzare gli occhi.
- Ma certo, ecco, glieli metto dentro un sacchetto.
Ryan posa alcuni dollari sul bancone, si mette il sacchetto sottobraccio e esce nel sole.
- Signore aspetti, il suo resto - lo richiama il commesso.
Ma la porta si è già chiusa e Ryan è scomparso tra la folla del viale.

89 - IL GRANDE ROMANZO AMERICANO

Epilogo. Giugno è un bel mese anche per New York, il tempo è mite e le persone passeggiano volentieri per i viali alberati. Ryan è sedu...

La cabina di pilotaggio è calda, pesanti tendaggi ricoprono tutti i muri, grossi cuscini e divani di inizio ‘900 sono ammonticchiati alla rinfusa.
La ruota del timone fa ancora bella mostra di se a fianco all’alloggiamento della bussola.
Ma la bussola non c’è.
Al suo posto c’è un teschio lucente, finemente levigato che brilla emanando un fioca luce in tutto l’ambiente.
Al posto di comando un uomo.
Capelli lunghi, sfilacciati, indossa una divisa da capitano scolorita e rammendata, troppo grande per lui.
Il corpo magro e secco, quasi scheletrico, gli occhi incavati e la pelle tirata sul cranio.
Fissa intensamente il teschio poi, con un gesto lento si gira a osservare i due nuovi arrivati.

Ryan alza la pistola e spara.
Il proiettile colpisce l’uomo al petto e fuoriesce dalla schiena ma lui non cade.
Il sangue non esce dalla ferita e la sua espressione non cambia.
Ryan esplode altri 2 colpi, il primo disintegra la vetrata frontale il secondo raggiunge nuovamente il petto dell’uomo facendolo appena sobbalzare.
Prima che abbia il tempo di tirare di nuovo il grilletto la figura gli si lancia contro con una vecchia sciabola di marina urlando come un indemoniato.
La lama arrugginita è brandita con una forza sovrumana, Ryan indietreggia sotto i colpi.
Connor prende la mira e spara ma i colpi rimbalzano per la cabina.
Ryan si butta dietro un divano e esplode due colpi, vede la testa dell’avversario girarsi di scatto ma subito dopo torna in posizione con un grosso foro subito sopra l’occhio.
- Non è possibile!
 La sciabola spezza a metà il riparo del sergente che si butta di lato.
Connor intanto si muove verso il teschio.
Come guidato da una percezione istintiva la creatura scatta verso di lui frapponendosi tra il professore e l’oggetto.
La sciabola lo colpisce a un braccio.
Connor urla tenendosi l’arto spezzato.
Ryan spara di nuovo avvicinandosi e cercando di distrarre l’avversario dal professore.
La figura si butta avanti con un fendente.
Il soldato alza istintivamente le mani e la sciabola colpisce la sua pistola scagliandola lontano.
Connor si getta verso il teschio, la creatura anche.
Si urtano, crollano sul timone, il teschio rotola in terra.
Connor cerca di tenersi alla ruota del timone ma questa non è fissata e si mette a ruotare togliendogli l’appiglio.
L’essere si volta cercando il teschio e Connor lo colpisce con un calcio cercando di farlo cadere.
L’avversario lo trafigge con la sciabola, la lama penetra nella spalla e si pianta nel legno sottostante.
Connor urla afferrando la lama con l’unico braccio che gli rimane.
- Ehi Neuvelle!
L’uomo di gira verso la voce.
Ryan ha il teschio in mano.

La creatura si getta verso d lui a mani nude.
Ryan scaglia il teschio oltre la vetrata distrutta.
L’oggetto descrive una lunga parabola, vola per decine di metri prima di colpire il ponte sottostante esplodendo in migliaia di pezzi minuti.
Il suo avversario si blocca, si piega come colpito da un dolore lancinante, il suo corpo trema e si rattrappisce, la pelle si lacera mentre le ossa si aprono la strada verso l’esterno.
Pochi secondi e tutto quello che rimane è un’uniforme con uno scheletro rinsecchito dentro.

Ryan svelle la sciabola dal pavimento e aiuta Connor a rialzarsi.
- E’ finita professore.
Mentre Connor si lascia cadere su un divanetto Ryan da un’occhiata alle spoglie rimaste sul pavimento.In una tasca trova un vecchio passaporto inglese consunto dall’umidità.
Lo apre e poi lo passa a Connor.
- Seman Neuvelle - dice a voce bassa - Alla fine ti abbiamo trovato.

88 - IL TESCHIO DI CRISTALLO

La cabina di pilotaggio è calda, pesanti tendaggi ricoprono tutti i muri, grossi cuscini e divani di inizio ‘900 sono ammonticchiati alla ...

La massa scura dell’Olympic torreggia sopra di loro, centinaia di metri di metallo, migliaia di tonnellate di acciaio.
Ryan fa scattare il carrello dell’arma.
I due salgono sul ponte e da li sempre più su verso la cabina di guida.
Scala dopo scala, gradino dopo gradino.
Sotto di loro il cantiere scompare nella nebbia e nell’oscurità.
La nave è silenziosa solo una nenia bassa e ripetuta sembra animarne i corridoi scrostati.
Parole bisbigliate, appena udibili quando il vento si alza.
Strofe prive di senso che si susseguono lente.
Ryan e Connor non parlano fino a quando arrivano alla porta della cabina di pilotaggio.
Il vento fischia tra i tubi e le intelaiature.
Si fermano.
- Ci siamo professore.
- Cosa ci aspetta li dentro?
- Non lo so. Neuvelle? Il Teschio di Cristallo? Qualunque cosa sia spero sia l’ultima, sono troppo stanco per andare ancora avanti.
- D’accordo, entriamo.
Ryan spalanca la porta buttandosi all’interno.

87 - SULL'OLYMPIC

La massa scura dell’Olympic torreggia sopra di loro, centinaia di metri di metallo, migliaia di tonnellate di acciaio. Ryan fa scattare i...

Ryan sente una mano posarsi sulla sua spalla.
- E’ finita, sono morti.
Rimette la pistola in tasca.
Si sporge.
- McCormac!
Urla.
Ma nessuno risponde.
Urla altre due volte ma dalla torre della gru non giunge alcun suono.
- Merda!
Si volge verso Connor.
- E ora dove andiamo?
Il professore gli indica una grande nave al fondo del pontile.
La cabina di guida sembra illuminata da una flebile luce.
Grosse lettere bianche compongono il nome sulla fiancata: Olympic.

86 - UNA FLEBILE LUCE

Ryan sente una mano posarsi sulla sua spalla. - E’ finita, sono morti. Rimette la pistola in tasca. Si sporge. - McCormac! Urla. Ma ...