- Benvenuto a bordo di questo volo Transylvanian Airlines signore.
- Crazie!
Otto si siede (a fatica) mentre i portelloni si richiudono. Ora è rilassato, la parte più difficile della sua fuga è andata. Il parziale fallimento nell’urbe capitolina non lo fermerà. La Transilvania sarà il suo nuovo laboratorio, dove potrà avvalersi di nuovi corpi per i suoi studi. Le prostitute dell’est dovrebbero riservare sorprese meno dolorose in caso qualcosa vada nuovamente storto.
L’hostess passa con i quotidiani, Otto ne prende uno.
STRAGE AL CENTRO SOCIALE titola a caratteri cubitali.
Strage di giovani mediante l’uso di agenti nervini in un centro sociale durante una manifestazione pro-palestina. La strage non rivendicata, si presume essere opera di un nuovo gruppo radicale sconosciuto, probabilmente affiliato all’ultradestra…
Stupita politica pensa Otto, ma c’è qualcosa in quella notizia che lo lascia sgomento.
Tuttavia fa spallucce e mette via il giornale.

13 - IL PROGRESSO NON SI FERMA

- Benvenuto a bordo di questo volo Transylvanian Airlines signore. - Crazie! Otto si siede (a fatica) mentre i portelloni si richiudono. Ora...

Fatta la consegna al Centro sociale, Er Patata arriva al capannone del suo cliente.
Lì fuori nota la macchina dei carabinieri ed è sul punto di desistere. Poi però ci pensa bene: se l’hanno già incriminato, al massimo può aggiungere il suo carico alla denuncia dicendo che lo scienziato aveva scordato il plico sul taxi ed era tornato a restituirlo.
Appena mette un piede nel capannone si paralizza. Il mostruoso progetto contenuto nei deliranti documenti in suo possesso è lì, vivo e vegeto, e sta violentando due poveri tutori della legge.
Il mostro sentendolo trasalire posa il suo sguardo assatanato su di lui. Bramoso di nuova carne si sfila dalle sue vittime e punta il De Andreis per possederlo.
La distrazione consente al coraggioso Facchinetti di recuperare la pistola e fare nuovamente fuoco.
Transenstein viene rallentato, ma un proiettile vagante centra il polpaccio del tassista.
- Li mortacci tua! – esclama, mentre si volta per darsi alla fuga trascinando la gamba ferita.
Transenstein con una manata fa volare la pistola del poliziotto e ritenendo ormai irraggiungibile la nuova preda torna su quelle vecchie.
- Non lasciarci qui! Chiama aiuto! – implora il Facchinetti. Ma Er Patata è già risalito in macchina per allontanarsi il più velocemente possibile.

12 - LI MORTACCI TUA

Fatta la consegna al Centro sociale, Er Patata arriva al capannone del suo cliente. Lì fuori nota la macchina dei carabinieri ed è sul punto...


Tina si prodiga a pulire le ferite, per fortuna, i tiratori non erano dei professionisti e, tolto la spalla di Rinaldo le altre sono ferite superficiali.
Poco dopo, il gruppo acciaccato si rimette in marcia sotto la pioggia.
Giampiero si avvicina a Tina.
“Ma è sempre così movimentato?”
“Bhe, non sempre sempre, ma è pericoloso, a volte gli abitanti dei paesi non sono ospitali”.
Giampiero annuisce greve sotto il cappuccio.
Poco più avanti i due vedono i resti di un ponte di pietra crollato.
“E questo spiega l’assenza di notizie da Sestriere” commenta Giampiero.
Il gruppo si avvicina al fiume.
Rinaldo si volge verso Giulio.
“Tu che sei di queste zone, c’è un punto per guadare?”
“Più a monte c’era un guado, non sarà semplice ma si può fare”.
“D’accordo, proviamo”.
Alcuni minuti dopo il gruppo raggiunge un’ansa dove il Chisone rallenta un po’ la sua furia.
“A me sembra uguale” commenta Giampiero.
“No, qui il fondale è più basso” risponde Giulio.
Rinaldo prende una corda dal ciuco e la lancia a Giulio.
“Bene, allora passa e lega la corda di la”.
Il cacciatore di morti si lega la corda in vita e scende nelle acque gelide.

47 - GUADO

Tina si prodiga a pulire le ferite, per fortuna, i tiratori non erano dei professionisti e, tolto la spalla di Rinaldo le altre sono feri...


Rinaldo continua ad avanzare lungo il greto, alla sua destra il Chisone è impetuoso.
Si solleva oltre l’argine e vede un uomo a valle acquattato tra gli alberi.
Tira fuori la beretta e spara alcuni colpi verso di lui.
L’uomo si volta di scatto e spara una fucilata.
Rinaldo sente un colpo fortissimo alla spalla e cade nel fango del greto.
Stringe i denti e cerca di allontanarsi dall’acqua turbinante.
Giampiero corre nel sottobosco umido e fangoso, qualcuno corre davanti a lui.
Salta un paio di radici ma poi scivola sul terreno viscido, la doppietta gli scappa di mano.
Giulio vede un uomo correre tra gli alberi e spara.
L’uomo sparisce nella vegetazione.
Sposta la mira sulla strada e vede un altro uomo che corre via.
Spara nella sua direzione ma l’uomo sparisce dietro una curva.
Cala il silenzio.
Rinaldo raggiunge Giulio e Giampiero e con circospezione avanzano nel bosco.
Dopo alcuni di minuti trovano il cadavere di un uomo, ha abiti semplici e un vecchio fucile da caccia.
Le sue mani si stringono il petto lordo di sangue.
“È uno dei due fratelli maggiori di Lucia” commenta Giampiero.
“Già, a quanto pare non gli è piaciuto il verdetto di colpevolezza di sua sorella” commenta Rinaldo.
Poi si stringe la spalla.
“Torniamo indietro, devo vedere come sta Tina e controllare la mia spalla”.

46 - VITTIME

Rinaldo continua ad avanzare lungo il greto, alla sua destra il Chisone è impetuoso. Si solleva oltre l’argine e vede un uomo a valle ac...

- Questa è la segreteria del Senatore Celletti, chi parla?
Otello deve assolutamente parlare con suo padre per farsi tirar fuori da questo pasticcio, con l’unica telefonata che gli è concessa.
- Papà, voglio parlare con papà, sono Otello.
- Glielo passo subito, attenda in linea.
Una musichetta tipo intervallo RAI parte per quelli che sembrano minuti eterni.
- Otello, che succede?
- Papà! Papà te prego, un casino, me viene da piagnere…
Otello spiega per filo e per segno la situazione al padre.
- Papà te prego, tirami fuori…
- Eh Otello, in effetti è un gran casino, pensa che avevo sentito la notizia al tiggì, ma non pensavo fossi coinvolto.
- Ma io non ho fatto niente!
- Otello la tua posizione è chiara, ma capisci la mia. Questa è una patata bollente, se ti aiuto ora rischio di espormi e farmi bruciare politicamente dai miei avversari.
- Che vuol dire papà?
- Che puoi arrangiarti un po’ Otello, un po’ di prigione non ti farà male. Nel nostro settore serve a crescere, è tutta esperienza. D’altronde non sono reati gravi, te la caverai con poco e quando sarai fuori la scalata verso il successo sarà anche più rapida.
- Ma papà…
- Eh lo so, come diceva tuo nonno, "il primo avviso di garanzia non si scorda mai" – commenta malinconicamente il Senatore, e riattacca.
- Papà! PAPAAAA’!!!!

11 - PAPA’

- Questa è la segreteria del Senatore Celletti, chi parla? Otello deve assolutamente parlare con suo padre per farsi tirar fuori da questo p...


Rinaldo alza la testa, una fucilata colpisce il masso a fianco e lui si butta di nuovo al riparo.
Poi si lascia scivolare lungo l’argine e segue il fiume impetuoso tenendosi al coperto.
Giulio controlla gli alberi col suo fucile.
“Coprimi!” dice Giampiero e scatta avanti con la sua doppietta.
Abbassa la testa mentre una fucilata colpisce un albero a fianco.
Poi si getta al riparo di un tronco.
Giulio vede un’ombra tra gli alberi e spara.
L’ombra si ritrae.
Giulio spara di nuovo.
Giampiero alza la testa e vede un uomo correre via.
Spara con la sua doppietta fracassando i rami tutto attorno.
Poi si alza e lo insegue.

45 - SCONTRO A FUOCO

Rinaldo alza la testa, una fucilata colpisce il masso a fianco e lui si butta di nuovo al riparo. Poi si lascia scivolare lungo l’argine...

E’ il primo pomeriggio quando due auto - una della polizia e l’altra dei carabinieri - arrivano nei pressi del capannone di periferia dove hanno tracciato Von Squarten. L’ispettore Facchinetti e il maresciallo Esposito si trovano di fronte ad un’indesiderata collaborazione (soprattutto per il Facchinetti).
Il maresciallo si avvicina al portone e origlia.
- Marooonna! Si sente grugnire e godere, godere e grugnire! Che fa i filmini con gli animali? Che schifo!
- Té pota, non balziamo a conclusioni affrettate, prepariamoci a fare irruzione…
Ma Ciro ha già aperto il portone con la pistola in pugno, anche se il suo “altolà” gli si strozza in gola.
La scena che si palesa davanti a loro è raccapricciante.
Otto Von Squarten giace seminudo e senza forze alla mercé del mostro da lui creato, sodomizzato per tutta la notte. Sentendo rumori alle sue spalle, l’insaziabile creatura si volta facendo impallidire i due alla vista dell’immane dardo.
- Maro’… aiuto… che è?!? TRANSENSTEIN!!!!
Con un ruggito il mostro si avventa sulle sue nuove prede, che non esitano a fare fuoco. Tuttavia i proiettili non possono uccidere ciò che è già morto, e l’inarrestabile gigante è presto su di loro.
Mentre le forze dell’ordine urlano disperate incalzate da Transenstein, con le ultime energie Otto sgattaiola fuori dal capannone, ruba la volante della polizia e scappa.

10 - CARNE MORTA E CARNE FRESCA

E’ il primo pomeriggio quando due auto - una della polizia e l’altra dei carabinieri - arrivano nei pressi del capannone di periferia dove h...


Al mattino presto il gruppo si rimette in marcia mentre il paese è ancora addormentato.
Sulla porta un gruppo di uomini firma e consegna loro la nota in cui si certifica che il paese è stato liberato da una strega.
Poi li osservano in silenzio mentre si allontanano.
Dopo un’oretta si alza un forte vento e grosse gocce di pioggia iniziano a cadere sulla strada.
Pochi minuti e il temporale investe il gruppo.
Velocemente tutti indossano le loro mantelle.
I lampi e i tuoni squassano il cielo.
Giulio si avvicina a Giampiero.
“Ieri notte è successa una cosa” dice mentre l’acqua gronda dal suo cappuccio.
“Riguarda Tina?”
“Si, ha frugato tra le cose di Igino”.
“Strano, Igino ha il sonno leggero da quel poco che ho visto”.
“Si ma Tina gli da della morfina ogni sera”.
“E cosa ha trovato?”
“Cosa non ne ho idea ma-”
Una fucilata fa voltare tutti.
“Ci sparano” urla Rinaldo.
Una seconda fucilata colpisce Tina al polpaccio.
La ragazza cade nel fango.
“Al riparo!” urla Giulio e scatta con Giampiero nel bosco.
Igino corre verso Tina, la solleva come se fosse un fuscello e corre verso gli alberi.
Rinaldo si butta al riparo di masso.
Una fucilata colpisce Igino che barcolla ma continua a tenere Tina tra le braccia.
Gli altri tre uomini sparano verso gli alberi a valle.

Igino raggiunge gli alberi e si lascia cadere.
Tina si tampona la ferita con una coperta, poi fruga nello zaino umido d’acqua fino a tirarne fuori un altra.
“Dove ti hanno colpito?”
“Al braccio!”
Tina muove le mani fino a trovare la ferita.
Igino urla di dolore.
Tina ci preme sopra la coperta.
“Tranquillo, non è nulla di grave”.

44 - AGGUATO

Al mattino presto il gruppo si rimette in marcia mentre il paese è ancora addormentato. Sulla porta un gruppo di uomini firma e consegna...


Un’ombra si avvicina furtiva a Igino.
L’uomo dorme di un sonno pesante.
La figura controlla tra le sue cose poi apre il borsello che l’uomo porta alla cintura.
Infila la mano cercando per qualche secondo.
Si blocca, ritrae la mano di scatto.
Igino si muove nel sonno.
La figura si allontana e torna al suo giaciglio.

43 - OMBRE NEL BUIO

Un’ombra si avvicina furtiva a Igino. L’uomo dorme di un sonno pesante. La figura controlla tra le sue cose poi apre il borsello che l’...

Giuliano Er Patata si mette in macchina, pronto per andare al capannone dello strano scienziato a riscuotere. In quel momento però si accorge del borsone scuro sul sedile posteriore.
E’ quello dei ragazzi del Centro sociale, mannaggia mo’ saran senza bagaglio! Non sia mai che non faccio una buona azione e glielo riporto!
Er Patata parte a tutto gas verso la Borgatara.

9 - BUON CUORE

Giuliano Er Patata si mette in macchina, pronto per andare al capannone dello strano scienziato a riscuotere. In quel momento però si accorg...


Un’ora dopo, a notte fonda, il gruppo si prepara ad andare a dormire.
Igino si avvicina a Tina.
“Ho mal di testa”
“Quanto forte?”
“Fortissimo!”
Tina prende un flacone dalla sua borsa.
“Vai a sdraiarti, adesso arrivo”.
Prende una dose, poi ne prende una seconda e le mischia assieme, quindi prepara la siringa e si avvicina al giaciglio di Igino.
Gli fa l’iniezione e l’uomo la ringrazia calorosamente, quindi si avvolge nella sua coperta.
“Bene, tutti a dormire!” annuncia Rinaldo “domani si parte per Sestriere”.
Detto questo spegne la lanterna e la stanza piomba nell’oscurità rischiarata solo dalle braci del fuoco.

42 - DOLORE

Un’ora dopo, a notte fonda, il gruppo si prepara ad andare a dormire. Igino si avvicina a Tina. “Ho mal di testa” “Quanto forte?” “Fo...

Otello sta risucchiando i bucatini dal piatto quando praticamente gli sfondano la porta di casa. Per lo spavento la pasta gli schizza di sugo la canottiera e quasi gli va di traverso.
La polizia fa irruzione con metodi poco ortodossi ed Otello si ritrova presto ammanettato e con la faccia sul tavolo.
- Ma che succede!? – piagnucola.
- Sei in arresto per concorso in omicidio e complicità con un pericoloso terrorista - ribatte il poliziotto con l’aria cattiva.
- Cheeee?
- Spiegherai meglio la tua posizione in caserma. Andiamo.
- Ma fatemi almeno fini’ de magnà – piagnucola Otello mentre lo trascinano a forza via di casa.

Otello viene fatto sedere di fronte alla scrivania di un poliziotto biondo dai tratti freddi, affiancato da un assistente piccoletto con la voce stridula. Un poster di Alberto da Giussano davanti al sole verde della Padania troneggia alle sue spalle.
L’uomo guarda con disgusto la canotta unta di sugo, prima di proferir parola con forte accento bergamasco.
- Lei lo sa perché è qui signor Celletti?
- No, ma che ho fatto? Nun c’entro niente con la morta ammazzata…
- Ispettore Facchinetti - interviene quello con la voce stridula e parlata un po' più milanese - quest’uomo versa già in stato confusionale, non perdiamo tempo. Ho qui il suo dossier preparato con le mie mani. Figlio del Senator Celletti, ora Vigile Urbano (probabilmente raccomandato, taaac) si capisce perché lavori con poca solerzia ed approssimazione. Spesso giudicato scadente nei suoi rendimenti dai superiori, mantiene tuttavia una buona posizione ed inquadramento…
- Basta Giovanni, abbiamo già capito di che pasta è fatto, un’altra sanguisuga, un’altra parentesi di inefficienza – declama il Facchinetti guardando sognante il sole padano, come fa un esule in terra nemica. – Lei capisce signor Celletti, che la sua superficialità, il suo scarso rispetto delle regole, hanno permesso ad un individuo senza scrupoli di sottrarre materiale pericoloso in università e perpetrare un terribile delitto.
- Ma non ho fatto niente io, ho solo chiesto a mio cugino se lo faceva entra’… era stato un mi’ professore…
- E’ proprio questo il problema che lei non capisce…
- Voglio collaborare! Voglio collaborare!
Otello piange e spiattella tutto ciò che può spiattellare sugli avvenimenti del giorno prima.
- Non si preoccupi, abbiamo già vagliato la sua posizione. Si meriterebbe una pena maggiore di quella che la legge le infliggerà, ma questa è solo una mia opinione. Sappiamo già tutto ed abbiamo anche ricostruito gli spostamenti in taxi del sospettato. Sappiamo dov’è e stiamo per andarlo a prendere.
- Allora è tutto apposto, me lasciate annà a casa…
- Ispettore, questo piagnisteo è riprovevole per un uomo che comunque porta una divisa.
- Ahò ma statte zitto te con la vocina stridula!
- Parassita! Rubi lo stipendio che ti pagano con le tasse del nord…
- Basta Giovanni! Non è il momento! E no signor Celletti, non può andare a casa. Non si può sfuggire sempre alle proprie responsabilità. Portatelo via e informatelo dei suoi diritti!

8 - AGLI ARRESTI!

Otello sta risucchiando i bucatini dal piatto quando praticamente gli sfondano la porta di casa. Per lo spavento la pasta gli schizza di sug...


A notte fonda Igino esce dalla stanza.
Rinaldo e Giampiero lo aspettano in piedi.
Nella stanza Lucia è accasciata sulla sedia, le sue mani sono coperte di sangue, il viso è rovinato da bruciature e ematomi.
Sangue misto a bava le esce dalla bocca e cola sulla rozza camicia strappata e bruciata in più punti.
Igino chiude la porta nascondendo la ragazza.
“Ha confessato?” chiede Rinaldo.
Igino annuisce.
“Cosa ha detto?”
“Ha detto che fin da bambina si era accorta di vedere più cose degli altri, che le carte le parlano quando le prende in mano”.
“E il foglio?”
“Ha copiato alcune parole da una Bibbia che ha rubato in chiesa, faceva dei fogli così e poi li bruciava, dice che dopo si sentiva meglio e aveva alcune visioni”.
“Ha detto qualcosa sul maiale risvegliato?” chiede Giampiero.
“No, però ha detto di aver bruciato alcune delle sue pagine e pensato intensamente di vendicarsi del villaggio perchè li trattano tutti male”.
Rinaldo fa un lungo sospiro.
“Cosa facciamo?” chiede Giampiero “È chiaramente una strega, dovremmo bruciarla”.
“La bruci tu una ragazzina che ha passato la vita a essere presa a calci dagli abitanti? Che cercava di proteggere la sua famiglia?”
Rinaldo apre la porta, Lucia è ancora accasciata sulla sedia, alza a fatica la testa, gli occhi ridotti a fessure violacee.
“La vuoi impiccare? Accomodati!”
“Io...”
Rinaldo chiude la porta.
“Igino portala nei boschi e lasciala andare, falle capire che non deve tornare”.
“Si signor Rinaldo” Igino rientra nella stanza.
“E tu vattene a dormire, e se vuoi scrivi alla curia che abbiamo mancato il nostro compito!”
Giampiero si gira e si allontana.
Poco dopo Igino esce, ha messo una coperta sul fragile corpo di Lucia e la tiene per mano.
Rinaldo gli passa un sacchettino di scudi e una scarcella con del cibo.
“Portala sulla strada e dille di scendere almeno fino a Pinerolo, che si muova di notte, visto che ci sono i briganti”.
“Si signor Rinaldo”.
Igino si allontana nel buio tenendo la piccola mano di Lucia nella sua.

41 - GIUSTIZIA

A notte fonda Igino esce dalla stanza. Rinaldo e Giampiero lo aspettano in piedi. Nella stanza Lucia è accasciata sulla sedia, le sue m...


Rinaldo entra nella saletta.
Dentro la ragazzina è legata a una sedia di legno con braccioli, si guarda intorno spaventata.
Igino ha acceso un braciere.
“Tutto bene Igino?”
“Si signor Rinaldo”.
“Ti spiace se rimango qui?”
“Sono un po’ nervoso signor Rinaldo”.
“Va tutto bene, inizia pure”.
Igino prende un coltello dalla lama piatta e si avvicina alla ragazzina.
“Che vuoi farmi?” chiede lei spaventata.
Igino le ferma un polso sul bracciolo, con la sua grande mano, poi infila la lama del coltello sotto l’unghia dell’indice e la alza.
La ragazzina urla.
Rinalda abbassa lo sguardo.
La mano di Igino trema e il coltello scivola nel sangue tagliando malamente il dito di Lucia.
Igino fa un passo indietro spaventato, il coltello cade con un tintinnio.
“Mi dispiace! Mi dispiace!”
Raccoglie il coltello caduto, la sua mano trema.
“Tranquillo Igino, ti lascio lavorare da solo” dice Rinaldo.
Esce e chiude la porta alle sue spalle.

40 - TORTURA

Rinaldo entra nella saletta. Dentro la ragazzina è legata a una sedia di legno con braccioli, si guarda intorno spaventata. Igino ha ac...

La notte prima…


Sceso dal taxi, Otto si rifugia nel suo capannone di periferia.
Accende tutti i faretti dal quadro elettrico, che illuminano strani macchinari, cavi elettrici, tubi collegati a serbatoi con fluidi sconosciuti.
Otto si affretta a togliere dal borsone i flaconi di quello che crede nervino anestetico, e li svuota in appositi alloggiamenti mentre le luci sfarfallano a seguito di un boato della tempesta che imperversa fuori.
I fluidi cominciano a scorrere verso il grosso tavolo operatorio coperto da un lenzuolo bianco al centro del capannone.
Otto corre verso un interruttore elettrico vecchio stile. Poi un fulmine e un tuono potentissimi sconquassano la notte tempestosa proprio mentre lo scienziato dà energia.
Otto alza le braccia al cielo e urla: - SI… PUO’… FARE!!!
Qualcosa si muove sotto il bianco lenzuolo, ed il drappo scivola a terra. Un mostro fatto con pezzi di cadaveri di reietti della società, immigrati e travestiti brasiliani – gente che Von Squarten sapeva che nessuno avrebbe reclamato - si alza lentamente in piedi tornando alla vita.
- La mia creatura!!! FIFE!! Ma… ma… che succete?!?
Von Squarten guarda con preoccupazione la possente erezione tra le gambe del mostro. Il professore non si spiega quell’effetto, il nervino avrebbe dovuto annichilire, non eccitare, sono le anfetamine che…
I suoi pensieri vengono interrotti da un ringhio eccitato mentre il mostro gli si getta addosso per abusare di lui.

7 - SI... PUO’... FARE!!!

La notte prima… Sceso dal taxi, Otto si rifugia nel suo capannone di periferia. Accende tutti i faretti dal quadro elettrico, che illuminano...

Giuliano versa il suo caffè mattutino di mezzogiorno nella tazza. Mentre lo sorseggia apre il grosso faldone lasciatogli da quello strano passeggero della sera prima. La lettura inizialmente svogliata cattura presto la sua attenzione.
I suoi trascorsi di Avvocato di Diritto Canonico gli permettono di leggersi tutto il mappazzone in poche ore.
E’ ormai pomeriggio inoltrato quando il De Andreis solleva lo sguardo dagli incartamenti ed esclama a sé stesso: - STICAZZI!!! Questo è un pazzo fatto e finito.
All’improvviso davanti a sé vede materializzarsi due possibili strade: consegnare quel plico delirante di documenti alla polizia per evitare che lo scienziato pazzo diventi un pericolo per qualcuno, o chiedergli invece un bel po’ di denaro per non metterlo nella merda.
Giuliano opta la scelta più saggia a suo avviso.
La seconda.

6 - IL DOSSIER

Giuliano versa il suo caffè mattutino di mezzogiorno nella tazza. Mentre lo sorseggia apre il grosso faldone lasciatogli da quello strano pa...


È sera quando Rinaldo gli altri tornano alla casa dei Geneaux insieme a una mezza dozzina di uomini infuriati e spaventati.
“Siamo qui per fare una perquisizione” urla Rinaldo.
Uno dei Geneaux si avvicina.
“Vi ho già detto che nessuno perquisisce niente, capisc?”.
Il bottaio del villaggio tira un pugno fortissimo in faccia al giovane che barcolla.
È un attimo e gli uomini si avventano sui due giovani picchiandoli selvaggiamente, una donna di mezza età esce di corsa urlando, uno degli uomini la butta per terra e inizia a prenderla a calci.
“Dobbiamo fare qualcosa!” urla Giampiero.
“Voi dovete solo perquisire il fienile e la casa” risponde secco Rinaldo e da le spalle al linciaggio che si consuma poco distante.
Dopo una decina di minuti Giulio e Igino escono dal fienile, Igino ha in mano qualcosa.
“Cos’hai trovato?” chiede Rinaldo.
“Un foglio con delle parole in latino”.
Rinaldo lo guarda, ci sono alcune parole scritte a caso, qualche frase con le declinazioni sbagliate, il nome di dio ricorre spesso.
“Bravo Igino, vai a preparare una stanza, tra poco arriviamo”.
Rinaldo va verso i Geneaux, la furia dei paesani è scomparsa e adesso non sanno bene cosa fare, evitano di guardare i due uomini e la donna che stanno seduti in un angolo mentre i bambini piagnucolano.
Rinaldo indica Lucia.
“Vieni con noi, dobbiamo chiederti delle cose”.
La ragazzina guarda la mamma spaventata.
La donna cerca di alzarsi stringendo i denti, ma Giulio si fa avanti.
“Signora, non si preoccupi” dice con voce ferma.
La donna si lascia ricadere dolorante e inizia a singhiozzare.
Rinaldo prende Lucia per mano e scende verso la parte bassa del forte.

39 - LINCIAGGIO

È sera quando Rinaldo gli altri tornano alla casa dei Geneaux insieme a una mezza dozzina di uomini infuriati e spaventati. “Siamo qui p...


Tina si prende cura delle ferite del padre.
Nella stanza di pietra ci sono diversi paesani, palesemente scioccati dall’accaduto.
Il macellaio del paese è stato trovato morto nel suo capanno, gli attrezzi da lavoro ancora in mano.
Il maiale si è risvegliato e l’ha fatto a pezzi prima di caricare nel cortile.
Rinaldo calma gli animi.
“Signori è successo un atto gravissimo!”
“Si!”
“Come è potuto succedere?!”
“La Chiesa dice chiaramente che solo chi ha un'anima si risveglia!”
“Siamo tutti a rischio!”
“State tranquilli!” interviene Rinaldo “La Chiesa ha ragione ovviamente, gli animali non si risvegliano da soli, è opera di qualcuno”.
“Allora c’è una strega all’opera!” urla una donna.
“Si, è molto probabile” risponde Rinaldo “e forse l’abbiamo già individuata”.
“Andiamo a prenderla!”
“Bruciamola!”
“Calma, calma” continua Rinaldo “quello è il nostro compito e dobbiamo essere sicuri di ciò che facciamo, però ci potrebbe servire una mano nelle indagini”.

38 - ISTERIA

Tina si prende cura delle ferite del padre. Nella stanza di pietra ci sono diversi paesani, palesemente scioccati dall’accaduto. Il mac...

Otello arriva in motorino davanti all’università. Ci sono volanti della polizia e gazzelle dei carabinieri ovunque. Un carabiniere grassoccio tutto sudaticcio fatica a tenere a bada la curiosità degli studenti assiepati fuori dai cancelli.
Otello si avvicina con calma facendosi largo tra i giovani.
- Collega, serve una mano? – chiede nonostante sia stato mandato lì solo per quello.
- Collega un cazzo! – ribatte il carabiniere affannato – Ma hanno mandato solo te per tenere a bada ‘sti scalmanati?!?
- So che fare, nun te preoccupa'.
Otello alza le braccia attirando l’attenzione.
- Ahò regà, tutti al bar oggi che nun se fa lezione! L’università chiude! E’ vacanza!
Con l’avvenuta legittimazione a non far nulla, gli studenti prendono la palla al balzo e tranne sparute eccezioni si disperdono. Otello li contempla allontanarsi sospirando sognante, ricordando i bei tempi dell'università.
- Collega, ma che è successo qua?
- Collega un cazzo – ribadisce il carabiniere asciugandosi la fronte. – Un omicidio comunque. Hanno ammazzato una persona. ‘Na roba eferata! – dice sgranando gli occhi e scorrendo un dito tra le pieghe di grasso sulla gola.
Otello aspira sbigottito: - Ahò nun sarà…
- Una bidella…
- Ah vabbé…
- Come vabbé…?
- No, è che ce lavora pure mio cuggino in portineria, temevo…
- Ah il portinaro, lo sta a interroga’ mo’ il maresciallo Ciro Esposito… a quanto pare risulta un ingresso non autorizzato.
Otello ha un attimo di mancamento, ma poi si tranquillizza. Di sicuro lui non c’entra nulla, figuriamoci, non ha fatto nulla di male. Però meglio togliere il disturbo.
- Mo’ vado collega, visto che qui è tutto a posto – e monta sul motorino.
- Collega un cazzo…
Ma lo scoppiettare del due ruote copre già le parole del carabiniere.

5 - MATTANZE ROMANE

Otello arriva in motorino davanti all’università. Ci sono volanti della polizia e gazzelle dei carabinieri ovunque. Un carabiniere grassocci...


I tre uomini ridiscendendo il forte, il pomeriggio sta finendo.
“Cosa ne pensi capo?”
“Difficile a dirsi, non ho visto quello che ha visto Igino ma non vuol dire molto, magari c’è qualcosa di latente in lei”.
“Però il villaggio è tranquillo, a parte qualche voce”.
“Il prete manca da parecchio” si intromette Giampiero “magari sono successe delle cose strane ma sono passate sotto-traccia”.
“È possibile...”
All’improvviso delle urla attirano la loro attenzione.
Un uomo è a terra e un grosso maiale lordo di sangue gli è sopra e lo sta sbranando.
Intorno altri due uomini inorriditi colpiscono la bestia con un forcone.
“Andiamo!”
Giampiero imbraccia la doppietta.
Rnaldo gliela abbassa.
“Fermo idiota! O polverizzerai quel poveraccio!”
Giulio colpisce il verro con l’accetta.
Giampiero estrae la spada.
Rinaldo prende il suo coltellaccio e si butta sopra la creatura cercando di allontanare il grugno dalla gola cola dell’uomo.
Il maiale sgroppa ma Rinaldo si aggrappa alle setole e fa saettare il coltello sulla gola dell’animale.
La lama scorre su uno squarcio.
Merda! Ha la gola già tagliata!
Il verro squarcia la gola dell’uomo e poi cerca di scrollarsi Rinaldo di dosso.
Giulio si avventa con l’accetta ma i movimenti confusi lo ingannano e la lama colpisce il polpaccio di Rinaldo.
L’uomo urla e cade nel fango.
Il verro gli si getta contro.
Rinaldo si protegge istintivamente la gola mentre Giampiero mena spadate alla creatura.
Schiacciato dal peso del maiale Rinaldo annaspa cercando di proteggersi.
Sopra di lui la bestia spalanca le fauci mordendolo al viso.
Giulio colpisce ancora con la sua accetta.
Giampiero prende la mira con calma, impugna la spada con due mani e cala un fendente con tutta la sua forza, la lama trancia la colonna vertebrale e la testa del verro cade in avanti tenuta solo più dai muscoli.
Rinaldo viene afferrato da altri due uomini che lo trascinano via mentre la bestia viene finita a colpi di forcone.

37 - IL VERRO

I tre uomini ridiscendendo il forte, il pomeriggio sta finendo. “Cosa ne pensi capo?” “Difficile a dirsi, non ho visto quello che ha vi...

Er Patata addenta il suo panino seduto dentro il taxi alla fermata dell’Università, proprio mentre fuori infuria il temporale. Ormai è buio e la pioggia batte violenta sul parabrezza.
Serata da lupi, speriamo che non grandini pensa, mentre la senape scende altrettanto copiosa ai lati della bocca.
Le sue profonde riflessioni sono bruscamente interrotte dalla portiera posteriore che si apre inaspettatamente.
Un uomo mezzo fradicio coi capelli arruffati, con un grosso plico sottobraccio e un borsone in mano si infila maldestramente sul sedile posteriore. Sembra affannato e molto di fretta. Er Patata si pulisce la bocca e appoggia il panino sul sedile del passeggero, quindi mette in moto.
- Buonasera signore, dove si va?
- Buonasera buon uomo, io afere molta fretta e tefo antare ta altra parte tella città. Ecco atesso le to intirizzo. Ha un bigliettino?
Er Patata tira fuori un suo biglietto da visita, e mentre sta per consegnarlo, l’uomo gli rivolge una domanda inattesa: - Non è che conosce un buon affocato?
La domanda coglie un po’ di sorpresa Er Patata, che tuttavia non è uno che si lascia scappare un affare. Con rapido gioco di manualità sostituisce il biglietto da visita da tassista con quello del suo impeccabile alter ego serio, Giuliano De Andreis.
- Signore, io sono un tassista, ma se le può interessare sono anche Avvocato di Diritto Canonico, laureato in gioventù...
- Affocato è affocato… - replica il misterioso passeggero dall’accento teutonico - Allora creto che nostro potrebbe essere inizio ti fruttuosa amicizia. Ora io sono uscito ti molta fretta ti unifersità, ma fede questo faldone ti tocumenti secretissimi? Io afere bisogno ti affitarli a fitatissimo affocato perché essere mie memorie che se catere in mani sbagliate potrebbe essere tisastro clobale.
- Professore, non può trovare nessuno più fidato di me. E sono pure a buon mercato.
- Lei mi pare effettifamente intifituo fitato.
- Non se ne pentirà professore, lasci pure a me tutto quanto che ci penso io. Giuliano De Andreis per servirla. Mi chiamano anche Er Patata, ma è un nomignolo così, tra tassisti, non je dia peso. Lei invece è il professor…
- Otto Von Squarten! Ora Affocato Giuliano Kartoffel, mi porti ta altra parte ti città, crazie!

Dopo una mezz’ora di auto, una volta giunto a destinazione nei pressi di un capannone di periferia apparentemente in disuso, Otto molla il faldone sopra il panino di Giuliano e afferra il borsone che trova sottomano sul sedile posteriore, affrettandosi sotto la pioggia battente.
Er Patata riparte a tutta velocità, con un borsone scuro ancora una volta sul sedile posteriore.

4 - TAXI DRIVER

Er Patata addenta il suo panino seduto dentro il taxi alla fermata dell’Università, proprio mentre fuori infuria il temporale. Ormai è buio ...


Rinaldo avanza verso la casetta dei Geneaux.
Fuori c’è parecchio disordine, un paio di ragazzini corrono qua e la incuranti della pioggia.
Sotto una tettoia una vecchia donna sta scaldando della zuppa e due uomini con barbe ispide li osservano indolenti mentre si avvicinano.
Rinaldo si fa avanti.
“Salve” saluta gioviale “volevo comprare un paio di stivali, e ho sentito che voi ne avete”.
Uno dei due uomini lo invita sotto la tettoia.
“Stivali? Si certo, ne abbiamo giusto un paio che forse fanno al caso vostro”.
Si mette a rovistare dentro una cassa mentre il secondo uomo offre a Rinaldo un bicchiere di quello che sembra essere Genepì.
Rinaldo beve e sente il calore arrivare fino allo stomaco.
L’altro uomo intanto gli mostra gli stivali di Igino.
“Che ne dice di questi?”
Rinaldo sorride.
“Perfetti! E sono anche della misura giusta, che colpo di fortuna! A quanto li vendete?”
“Facciamo 5 scudi”.
Rinaldo ci pensa qualche secondo.
“D’accordo ma voglio anche che mi leggiate le carte, diversi vostri compaesani dicono che lo fate”.
Uno degli uomini annuisce e poi lo fa accomodare a un tavolino.
“Lucia!”
Una ragazzina adolescente esce dal fienile con ancora della paglia nei capelli arruffati.
“Lucia vieni qui a leggere le carte al signore”.
La ragazzina prende posto davanti a Rinaldo e prende un mazzo di carte sporco e unto.
“Scelga una carta” dice e poi fa un sorriso furbetto.
Rinaldo pesca una carta: l’appeso.
“Non sembra una buona carta” commenta Rinaldo.
Lucia fissa la carta con attenzione.
“Vedo un bellissimo futuro per lei signore, vedo una bella casa e un bell’orto e tanti bambini”.
Poi alza gli occhi e fa un sorrisone a Rinaldo.
Anche l’uomo si ritrova a sorridere suo malgrado.
“Bene, grazie, sei molto brava”.
Si alza e da uno scudo alla ragazzina la quale lo infila subito nella tasca dei pantaloni lisi.
Si volta verso i due uomini.
“Dobbiamo perquisire casa vostra”.
“E perchè? Non siamo ladri!”
Rinaldo abbassa lo sguardo sugli stivali che tiene in mano.
“Lo so, ma al paese girano delle strane voci su di voi e dobbiamo togliere ogni dubbio”.
“In paese ci odiano e comunque nessuno fruga tra la nostra roba”.
Rinaldo annuisce poi torna da Giampiero e Giulio.

36 - GENEAUX

Rinaldo avanza verso la casetta dei Geneaux. Fuori c’è parecchio disordine, un paio di ragazzini corrono qua e la incuranti della pioggi...