Mario posa il suo vassoio davanti a Paolo.
L’uomo lo guarda preoccupato.
“Non mentirmi Paolo” lo apostrofa Mario “ieri tu avevi il secondo turno!”
“Ma no Mario ti sbagli, hanno ridisegnato i turni per coprire la nuova commessa, davvero devi calmarti, magari stai a casa un giorno, ti copro io tranquillo”.
“Io sarò tranquillo quando la smetterai di mentirmi!” urla Mario.
La mensa si fa di colpo silenziosa, gli altri operai guardano verso di loro.
Paolo si alza.
“Mario, siamo amici da una vita, dammi retta, prenditi un giorno di permesso”.
Paolo prende il vassoio e se ne va.
Mario guarda il tavolo, il vassoio del collega ha lasciato un contorno di un liquido rossastro e oleoso.

SCENA 15

Mario posa il suo vassoio davanti a Paolo. L’uomo lo guarda preoccupato. “Non mentirmi Paolo” lo apostrofa Mario “ieri tu avevi il secon...


"Caspita! Avete incontrato la mitica Cometa Rossa, nientemeno che Char Aznable, una leggenda, come vi sentiste?"
"Eravamo tutti e tre molto colpiti dalla situazione, Probst era fuori di sè dalla gioia, tutto esaltato dall'idea di essere in squadra insieme ad un asso, Sophie non disse nulla ma io sapevo che la presenza di Char la tranquillizzava, io invece ero stupito, mi ricordavo di aver visto Aznable a bordo di un mobile suit prototipo partire con la sua squadra per difendere il campo S poche ore prima ed ora me lo ritrovavo lì davanti a me. Su Char avevo sentito delle storie discordanti, alcuni dicevano che oltre ad essere un asso pilota era anche un grande stratega ed un leader capace, altri dicevano che era stato cacciato dalla Forza d'Attacco Spaziale, per non essere riuscito ad evitare la morte del suo amico il Colonnello Garma Zabi. Una cosa era certa: Char riusciva sempre a tornare vivo da una missione ma lo stesso non valeva sempre per la squadra sotto il suo comando."
"Queste furono le sue prima impressioni, ebbe modo di conoscerlo meglio in seguito, che idea si fece di lui?"
"Non lo frequentai molto, l'unica cosa che le posso dire è che in quel primo incontro Char mi trasmise una sensazione di grande tristezza, il che era normale, il momento era tragico ed in battaglia aveva perso probabilmente qualche persona che conosceva."
"Capisco, continui, come andarono le cose?"
"Char ci ordinò di seguirlo verso un magazzino che si trovava adiacente alla docking bay, insieme a noi vennero altri due soldati che erano addetti alla logistica. Durante il tragitto Char ci avvisò che, com'era prevedibile, uno dei nostri tre Zaku non era più operativo e sarebbe stato abbandonato qui. Il nostro compito era di  procurarci armi e munizioni nel magazzino, mentre lui sarebbe andato in un'altra sezione dell'hangar a recuperare un altro mobile suit per sè. Ci ordinò di fare in fretta e di stare attenti, dal settore prossimo al magazzino non arrivavano più rapporti già da alcuni minuti, probabilmente i federali lo avevano conquistato e si stavano avvicinando. Avevamo 15 minuti per recuperare armi e munizioni e portarli alla docking bay, mentre i meccanici provvedevano a rifornire i nostri mobile suit. Dopo averci dato gli ordini il nostro gruppo si divise: Char ed un soldato andarono in una direzione e noi ed un altro soldato nell'altra."
"Non c'era molto tempo, riusciste a fare tutto?"
"Il soldato che ci accompagnava, spiegò a me e a Sophie il funzionamento del magazzino, che per fortuna era automatizzato, in pratica bastava selezionare dal terminale cosa si volesse ed un sistema robotizzato andava a prenderlo e lo depositava su di una piattaforma semovente, che poteva essere pilotata fino alla docking bay."
"Allora tutto semplice!"
"Non proprio, a complicare la cosa ci pensarono i soldati federali, avevamo infatti appena iniziato l'approvigionamento, che scattò l'allarme. Allora Probst ed il soldato si diressero verso l'altra entrata del magazzino a bordo di un cingolato armato di torretta mitragliatrice. Mentre caricavamo le armi e le munizioni sul mezzo, sentimmo le vibrazioni generate dalla mitragliatrice pesante. Verso la fine dell'operazione di carico mi misi alla guida della piattaforma semovente, mentre attendevo che Sophie terminasse ed arrivassero anche gli altri due."
"... e arrivarono?"
"Fortunatamente sì, erano trafelati, Probst si vantò di aver fermato l'avanzata dei federali  da solo, sparando loro addosso con la mitragliatrice; il problema era che la procedura prevedeva anche di chiudere le porte, sigillarle, minarle e sabotare il sistema di apertura idraulico, cosa che ovviamente non avrebbe mai potuto fare da solo."
"Un bel tipo il suo commilitone!"
"Già. In ogni caso tornammo indietro, con armi e munizioni per gli Zaku, e trovammo il colonnello Char nel punto di ritrovo, mentre spostava un Gelgoog appena riparato fino alla docking bay. Appena giunti nei pressi dei nostri mobile suit lasciammo tutto il carico armi e munizioni ai meccanici che li stavano preparando, dopo di che assieme a Char, andammo a fare rapporto agli altri ufficiali per un ultimo briefing, anche perchè fino a quel momento non avevamo assolutamente idea di che cosa avremmo dovuto fare in concreto."

10 - PREPARATIVI.

"Caspita! Avete incontrato la mitica Cometa Rossa, nientemeno che Char Aznable, una leggenda, come vi sentiste?" "E...

Mario finisce il primo turno.
Esce dallo stabilimento e inizia a guidare.
All’altezza della rotonda viene preso da una strana furia.
Tutto si fa rosso.
Accelera.
La Punto scatta in avanti tra i clacson inferociti.
Mario li ignora.
Accelera ancora, la macchina sfreccia tra le auto parcheggiate, fa una rasetta al pulman alla palina e taglia la strada alle auto nel controviale.
Mario brucia due rossi.
Si infila nella rotonda facendo fischiare le gomme.
Le altre auto inchiodano per evitarlo.
Mario frena in una piazzola.
Respira.
Il mondo è tornato del suo solito colore.
Una Panda si ferma dietro di lui.
Scende Paolo.
Picchietta sul vetro.
“Mario ma che succede?”
Mario lo guarda, tira giù il finestrino.
“Che ci fai qua?”
“Ti ho visto guidare come un pazzo, ti ho seguito, va tutto bene?”
“Tu dovresti essere a lavoro!” urla Mario “perché mi segui? Cosa vuoi?!”
“Ma niente Mario, avevamo lo stesso turno, calmati”.
“Non è vero!” urla Mario.
Mette in moto e riparte.
Paolo si fa piccolo nello specchietto retrovisore fino a scomparire.

SCENA 14

Mario finisce il primo turno. Esce dallo stabilimento e inizia a guidare. All’altezza della rotonda viene preso da una strana furia. Tu...

"Gli ufficiali ci dissero ovviamente che la situazione era critica: non solo A Baoa Qu, ultima roccaforte a difesa di Zeon, era prossima a cadere, ma anche gli ultimi due membri della famiglia Zabi, il Capo di Stato Maggiore  Gihren, ed il Comandante della Forza d'Attacco Mobile Kicilya, erano morti. In un sol colpo Zeon aveva perso tutti i suoi leader. Io e tutti gli altri soldati eravamo completamente sconvolti e smarriti, non sapevamo come comportarci, chi seguire in questa fase critica e come si sarebbe comportata la Federazione non appena avesse saputo questa notizia. Prima che potessimo cadere nella disperazione più totale, uno degli ufficiali prese la parola, ci disse che c'era ancora una speranza, un membro della famiglia Zabi era infatti ancora vivo e questa persona rappresentava la speranza per il futuro del Principato di Zeon. La persona in questione era Mineva Lao Zabi, la figlia del Generale Dozle Zabi. La bambina era nata durante la guerra ed era riuscita a fuggire assieme a sua madre Zenna dall'asteroide fortezza di Solomon prima che venisse invaso dai federali. Il Generale Dozle in persona si era sacrificato per permettere alla sua famiglia e a quanti più soldati possibile di ripiegare e raggiungere A Baoa Qu. Lo scopo di tutti noi soldati riuniti in quel momento era fare evacuare la piccola e sua madre dalla fortezza, prima che cadesse in mano alla Federazione."
"Una bella impresa non c'è che dire... Come reagiste di fronte a questa notizia?"
"Vidi il morale dei soldati presenti risollevarsi immediatamente, tutti gli uomini si dimostrarono entusiasti all'idea di salvare la famiglia di Dozle Zabi oltre che di dare una speranza al Principato di Zeon. Vede quasi tutti i soldati di A Baoa Qu appartenevano alla Forza d'Attacco Spaziale comandata da Dozle Zabi, quest'ultimo e suo fratello minore Garma erano molto ben voluti dal popolo e dall'esercito."
"E lei, come si sentì?"
"Combattuto, molto combattuto, mi trovai a riflettere sulla cosa e sentii immediatamente una forte empatia nei confronti di quella bambina che neppure conoscevo e che era in pericolo. Una parte di me era intenzionata a salvare quella povera innocente, ma d'altro canto non volevo più continuare quella follia, dentro di me sentivo più che mai forte l'impulso di andarmene e mollare tutto alla prima buona occasione che si fosse presentata!"
"Comprendo molto bene il suo punto di vista, capitò anche a me di trovarmi in una situazione simile alla sua. Lei che cosa decise di fare, di continuare ed andare fino in fondo vero?"
"Diciamo che moralmente ed oggettivamente non avevo altra scelta, quindi andai avanti!"
"Considerata la situazione in cui eravate, avevate pochissimo tempo per poter compiere l'evacuazione,  dopo il briefing vi diedero subito degli ordini?"
"Si. Infatti ci avvisarono di muoverci alla massima velocità perchè le truppe federali avevano inziato ad invadere l'asteroide e da alcuni settori non arrivavano più rapporti, la situazione stava precipitando. Ci mostrarono un enorme schermo su cui erano indicate le postazioni a cui  ogni soldato doveva recarsi in base al proprio ruolo, nonchè il nome del superiore di riferimento. Io ed i miei altri due compagni guardammo come tutti lo schermo: notai con apprensione che la maggior parte dei soldati presenti appartenevano alla fanteria o a corpi di supporto, come meccanici, addetti alle comunicazioni o sanità. Gli unici piloti indicati sul tabellone erano piloti di astronave ed erano comunque pochi, mentre  non vedemmo sullo schermo nè i nostri nomi nè il nostro ruolo; ovviamente man mano che tutti trovavano le loro destinazioni la zona si svuotava, alla fine rimanemmo solo noi tre. Ad un certo punto ebbi una strana sensazione, mi voltai e vidi uno dei tre ufficiali presenti al briefing che si dirigeva in fretta verso di noi, aveva una tuta spaziale color rosso magenta, appena ci fu vicino ci rivolse la parola e noi ci mettemmo sull'attenti presentandoci come da regolamento. L'ufficiale ci disse che lui era il comandante dei piloti di mobile suit e da quel momento sarebbe stato il nostro superiore di riferimento, quindi si presentò: era il Colonnello Char Aznable."

9 - UNA NUOVA MISSIONE.

"Gli ufficiali ci dissero ovviamente che la situazione era critica: non solo A Baoa Qu, ultima roccaforte a difesa di Zeon, era pro...

Mario è di ritorno dall’ospedale, Salvatore sta bene, solo un po’ scosso, la polizia sta cercando un auto sportiva bianca, ma per ora nessuna traccia.
Ma Mario una traccia ce l’ha.
Raggiunge il pub davanti allo stabilimento.
Entra, il locale è affollato.
Si dirige verso il barista.
“Tu sei qui tutto il giorno” gli dice “hai mai visto un auto bianca sportiva”.
“Mah, se ne vedono un po’ di auto sportive, siamo in una zona ricca”.
“E un uomo con un completo bianco?”
“No, i dirigenti non vengono qui”.
Mario esce.
Un auto bianca sportiva si mette in moto in fondo alla strada e si allontana sotto i suoi occhi.

SCENA 13

Mario è di ritorno dall’ospedale, Salvatore sta bene, solo un po’ scosso, la polizia sta cercando un auto sportiva bianca, ma per ora ness...

“Si rende conto della gravità del suo atto?!”
Mario china la testa mentre il responsabile delle Risorse Umane gli urla contro.
“Potremmo denunciarla! Ma cosa stava pensando?! E cosa sarebbe successo se si fosse fatto male?! I cartelli sono li per un motivo!”.
Mario annuisce in silenzio.
La sua testa è altrove.
A un certo punto non sente più l’altro parlare.
La predica è finita.
Alza la testa.
“Mi dispiace” dice meccanicamente.
“Non la licenziamo solo perché siamo sotto-staffati! Ma si aspetti una lettera di richiamo”.
Mario annuisce, si alza e esce.
Nel corridoio prende il cellulare, il led delle notifiche è rosso: 3 chiamate perse da parte della moglie di Salvatore, due di Sara.
Svariati messaggi su whatsapp.
– Salvatore è stato investito
- Sta bene adesso ma ha una gamba rotta
- Vallo a trovare
- Chiamami appena puoi

SCENA 12

“Si rende conto della gravità del suo atto?!” Mario china la testa mentre il responsabile delle Risorse Umane gli urla contro. “Potremmo...

Salvatore sta tornando a casa da lavoro, si è trattenuto in ufficio più del solito e poi è passato a fare un po’ di spesa.
Guarda il cellulare: le 20.15.
Affretta il passo.
Manda un whatsapp alla moglie e poi uno a Mario per sapere come sta.
Mette il cellulare in tasca.
Attraversa la strada.
Lo stridio delle gomme sull’asfalto lo fa girare, un auto sportiva bianca lo illumina con i fari mentre sfreccia verso di lui.
Salvatore alza le mani come a proteggersi.
La spesa cade sulle strisce pedonali.

SCENA 11

Salvatore sta tornando a casa da lavoro, si è trattenuto in ufficio più del solito e poi è passato a fare un po’ di spesa. Guarda il ce...

"Allora Willy, ricominciamo, eravate finalmente giunti alla docking bay, il vostro morale sarà stato alto."
"I nostri mobile suit erano molto vicini e l'interferenza delle particelle Minovsky era nulla, riuscivamo quindi a sentirci perfettamente, Christoph era raggiante, continuava a vantarsi della sua abilità come pilota e si sentiva già un asso, Sophie era meno eccitata, ma sollevata, la situazione del suo Zaku era preoccupante, ci disse che la capacità operativa era scesa sotto il 50%, non vedeva l'ora di scendere da quel mobile suit."
"E quali erano le sue sensazioni Willy?"
"Io ero combattutto, una parte di me era felice di potersi riunire ad altri soldati e trovare qualcuno che ci dicesse come comportarci in quel momento di sbando pressochè totale. Un'altra parte di me invece temeva che ci saremmo trovati di fronte a superiori che ci avrebbero impartito ordini assurdi, come quello di combattere ad oltranza. Ormai A Baoa Qu era caduta, non c'era possibilità se non morire inutilmente o arrendersi, ma solo un ufficiale avrebbe avuto l'autorità per negoziare una resa e non sapevamo nemmeno se i federali l'avrebbero accettata o meno, non le nascondo che non ero molto ottimista!"
"Come andò allora?"
"Beh ci avvicinammo all'entrata, e comunicammo i codici di identificazione della nostra unità, era l'unico modo per potere aprire le porte, visto che tutti i sistemi, anche quelli idraulici di emergenza erano sigillati dall'interno, come da procedura standard nel caso in cui il nemico avesse raggiunto la  superficie dell'asteroide. Le porte fortunatamente si aprirono ed entrammo, fummo accolti da un plotone di soldati in tuta spaziale, tutti armati di lanciamissili portatili anti mobile suit, evidentemente temevano che fossimo dei federali o che stessimo cercando di entrare nella base coi federali alle calcagna. Quando si accertarono della nostra identità sembrarono molto sollevati, anzi quasi felici. Un soldato con dei segnalatori luminosi ci indicò dove sistemare i nostri mobile suit, poi riuscì a collegarsi con i nostri comunicatori e ci disse di scendere dai nostri mezzi e di fare immediatamente rapporto al sottufficiale al comando dei meccanici che avremmo trovato in loco. In quel momento la tensione per me risalì nuovamente."
"Beh almeno non eravate più soli."
"Sì ma eravamo frastornati, c'era molta agitazione e questo era comprensibile, ma sembrava che tutti sapessero cosa fare tranne noi, s'immagini che non eravamo ancora scesi dagli Zaku che un team di meccanici arrivò di gran carriera a controllare i nostri mezzi, si misero a lavorare senza degnarci di una parola, io non ci capivo nulla, l'unica cosa che ricordo è che fu allora che notai che anche il mio Zaku era stato colpito, anche se di striscio, durante la battaglia non me n'ero neppure accorto!"
"Non era una cosa così inusuale, è capitato anche a me."
"Ci presentammo al sergente a capo dei meccanici come ci era stato detto, sembrava molto indaffarato ed ansioso mentre abbaiava ordini alle sue squadre, dopo aver preso nota della nostra identità taggando i codici a barre sulle nostre tute, ci disse in modo molto sbrigativo di andare in fretta dall'altra parte della docking bay, dove si stava tenendo un briefing pre missione. Senza capire esattamente come mai si stesse preparando un briefing operativo nel bel mezzo di quel che sembrava un'evacuazione, attraversammo la docking bay e fu lì che vedemmo su di una rampa di lancio una corazzata classe Gwazine pronta per partire e su di un'altra rampa uno shuttle Komusai. Raggiungemmo la zona del briefing e fummo intercettati da una squadra di soldati armati, questi ci indicarono una zona dell'hangar in cui un gruppo di ufficiali stava aggiornando il resto del personale, appena arrivato, sulla situazione contingente, ci avvicinammo ed ascoltammo anche noi, quello che sentimmo fu sconvolgente!"

8 - LA DOCKING BAY 23.

"Allora Willy, ricominciamo, eravate finalmente giunti alla docking bay, il vostro morale sarà stato alto." "I nostri mobi...

"Eravamo tre giovani reclute alla loro prima vera battaglia, che cosa potevamo fare? All'inizio perdemmo la testa a causa delle shock, ma per nostra fortuna avevamo avuto un buon addestramento e facemmo affidamento su quello che avevamo imparato per reagire alla situazione. Ci trovammo sotto attacco da parte di un incrociatore federale classe Salamis con 4 Rb 79 Ball di scorta, cercammo subito di sparpagliarci e di rispondere al fuoco: io ero l'unico ad avere un mobile suit dotato di arma pesante, quindi attaccai la Salamis. La colpii un paio di volte ma non riuscii a danneggiarla seriamente, nel frattempo Christoph e Sophie attaccarono i Ball distruggendone uno. Eravamo comunque in una situazione disperata, quindi cambiammo tattica, decidemmo di attaccare i restanti Ball in corpo a corpo, questo ci avrebbe garantito un doppio vantaggio: la Salamis non ci avrebbe sparato per non colpire i propri mezzi e noi avremmo sfruttato la superiorità dei nostri Zaku nel combattimento di mischia. Il piano funzionò, armammo le asce termiche dei nostri Zaku ed attaccammo: Sophie e Christoph distrussero quasi subito i loro avversari e così anch'io..."
"Tutto bene, vuole fare una pausa?"
"... No, ce la faccio... ce la faccio. E' solo che ricordo ancora la scena, nonostante gli anni: sfrecciai col mio mezzo verso il nemico, lo colpii con l'ascia termica squarciando la carlinga del suo Ball, che quasi subito esplose,  per un attimo la sagoma del pilota risaltò nel flash dell'esplosione e sono sicuro che udii nella mia testa l'urlo di terrore di quel poveretto. Fino ad allora quando sparavo avevo sempre la speranza che il colpo danneggiasse solo il mezzo, permettendo al pilota di fuggire, ma in questo caso non avevo dubbi: avevo ucciso quell'uomo, e questa consapevolezza ancora mi tormenta anche nei sogni."
"Quando si combatte per la propria vita non si ha tempo di provare dubbi o rimpianti, è capitato a tutti."
"Già.... comunque non appena i Ball furono distrutti la Salamis ricominciò a spararci addosso con tutte le batterie di cannoni ed i missili, eravamo ancora in grave pericolo, fu Probst a tirarci fuori da quella situazione; raccogliendo il bazooka dello Zaku del sergente Huber e  lanciandosi contro la Salamis riuscì ad evitare il fuoco di sbarramento e ad arrivare all'altezza del ponte di comando della nave, poi sparando col bazooka al ponte di comando della nave, la danneggiò gravemente . La Salamis iniziò a sbandare e ad andare alla deriva, non avemmo però tempo di gioire, un missile aveva infatti colpito lo Zaku di Sophie: non era un danno troppo grave ma il suo mobile suit era comunque malridotto, non poteva rimanere nel bel mezzo della battaglia. Mi sganciai dal  combattimento per fornirle assistenza e vista la momentanea calma, ne approfittamo per ripiegare cercando di richiamare Probst, che sembrava ancora intenzionato a combattere."
"Il suo commilitone rischiava di rimanere tagliato fuori e di venire accerchiato."
"Infatti, per sua fortuna un ufficiale a bordo di un Gelgoog, che stava passando in quel settore, notò la cosa ed andò ad ordinargli chiaramente di ripiegare col resto della squadra, fu la fortuna di Probst."
"Sa chi era quell'ufficiale?"
"No, non esattamente, Probst ci disse che costui si era presentato come Tenente Matsunaga e che pilotava un mobile suit bianco, quell'uomo si allontanò immediatamente dopo aver impartito l'ordine e non ci seguì. Probabilmente, stava cercando di radunare quanti più soldati possibile o forse cercava di coprirci durante il ripiegamento, non so. In ogni caso dopo esserci riuniti trainammo il mobile suit di Sophie, e ci allontanammo dalla zona del combattimento, muovendoci lungo la superficie dell'asteroide raggiungemmo finalmente l'entrata della docking bay numero 23."
"A questo punto avrei bisogno di prendermi una boccata d'aria, le va se usciamo un momento?"
"Certo, mi sembra un'ottima idea"

7 - RIPIEGAMENTO.

"Eravamo tre giovani reclute alla loro prima vera battaglia, che cosa potevamo fare? All'inizio perdemmo la testa a causa delle s...

Mario è alla linea, i telai scorrono veloci, i robot saldano senza sosta.
Ma Mario pensa ad altro.
Pensa a stasera quando cercherà di entrare nella porticina sotto il magazzino.
Alla fine del secondo turno si attarda salutando i colleghi.
Le mani sono sudate.
Si avvicina al bancone di lavoro, prende un grosso paranchino.
Aspetta ancora qualche minuto mentre le voci fuori si spengono nel cortile.
Esce.
Raggiunge il muro e scende le scale di cemento.
Pianta il paranchino e fa leva.
La porta cede e si apre grattando il pavimento in cemento.
Mario entra.
Attacca la luce del cellulare.
Mucchi di vecchi pezzi metallici, ricambi non più utilizzati.
Tira un telo bianco, sotto c’è un tornio degli anni ’60.
“Chi va là!”
Mario si gira, uno dei guardiani è sulla porta con una torcia puntata.
Mario prende il tesserino dalla tasca.
“Sono un dipendente, mi sono perso”.
Esce dal magazzino.
“Ma è impazzito? Quest’area è chiusa, è pericolosa! E se le fosse successo qualcosa?”
Il guardiano lo scorta al cancello e lo fa uscire.
“La segnalerò alle Risorse Umane” dice chiudendo la cancellata dietro di lui.
Mario si ritrova in strada.
Guarda il cortile oltre il cancello.
Vicino alle bisarche vede un uomo vestito con un completo bianco che lo fissa.

SCENA 10

Mario è alla linea, i telai scorrono veloci, i robot saldano senza sosta. Ma Mario pensa ad altro. Pensa a stasera quando cercherà di en...

È sera, Mario passeggia verso la macchina, tenendo Sara per mano.
“È stata proprio una bella serata, ne avevi bisogno” dice lei stringendogli la mano tra le sue “ultimamente sei così stressato”.
Mario la guarda.
Sara gli sorride.
Basta così poco per essere felici.
“E poi la moglie di tuo fratello è una cuoca sopraffina, sono stati davvero gentili a invitarci, dovremmo ricambiare”.
Continuano a camminare.
Sara si stringe a lui.
Mario vede la sua macchina e fa scattare l’apertura a distanza.
In quel momento un auto bianca sportiva attraversa veloce la strada, rombando.
L’uomo al volante è vestito con un abito bianco, lancia una lunga occhiata a Mario, poi la macchina scompare dietro l’angolo successivo.
Mario rimane bloccato.
“Cosa succede amore?” chiede Sara preoccupata.
“Hai visto la macchina?”
“Quella bianca? Ma si sarà il solito tamarro, dai andiamo a casa”.
Salgono in macchina e partono.

SCENA 9

È sera, Mario passeggia verso la macchina, tenendo Sara per mano. “È stata proprio una bella serata, ne avevi bisogno” dice lei stringend...

"Ok, possiamo riprendere Willy?"
"Sì, sono pronto, dopo l'attacco effettuato con il cannone Solar Ray, l'intera base passò da allarme giallo ad allarme rosso, fummo fatti uscire con i nostri mobile suit, la nostra squadra era equipaggiata con gli Zaku II."
"Non avevate mezzi più performanti?"
"No, quelli li avevano dati ai piloti con maggiore esperienza, e poi a quel punto della guerra c'era comunque penuria di mezzi, quindi sarebbe andato bene tutto. Venimmo fatti uscire e fummo messi di guardia nel campo S, stazionavamo nei pressi del confine col campo E, quello che era in pratica la via di collegamento con Zeon. Noi ed altre squadre di piloti inesperti eravamo stati assegnati a quella zona, mentre il grosso della flotta presidiava il campo N, dove lo Stato Maggiore prevedeva che si sarebbero concentrati gli attacchi delle forze federali."
"Invece le cose non andarono così."
"Già, l'attacco al settore N era un diversivo, i federali attaccarono anche il settore S, con molte più navi del previsto ed anche coi rinforzi giunti in extremis dalla nostra base lunare di Granada e con la discesa in campo di Char Aznable, non ci fu nulla da fare. Ho visto molti giovani piloti di mobile suit andare incontro alla morte, nel vano tentativo di reggere la linea del fronte che si andava sgretolando."
"Quando inziarono per lei i combattimenti?"
"La mia squadra doveva tenere aperto il collegamento col settore E, quindi per un po' di tempo fummo solo testimoni di quello che accadeva, probabilmente qualcuno delle alte sfere aveva già immaginato che le cose non sarebbero finite bene e voleva tenersi aperta una via di fuga, infatti ad un certo punto mi sembrò di vedere delle navi che lasciavano l'orbita di A Baoa Qu sganciandosi dai combattimenti. In ogni caso la battaglia raggiunse anche la nostra zona di competenza, il settore S era caduto e le navi federali si avvicinavano all'asteroide: ricordo che fummo bersagliati da diversi missili, l'allarme dei sensori di prossimità suonava all'impazzata sovrastando a tratti il comunicatore. Il sergente Huber ci ordinò di aprire il fuoco per intercettare i missili, ricordo che sparai all'impazzata col bazooka da 280 del mio Zaku urlando per scaricare la tensione, ma non riuscii a centrarne nemmeno uno e  fu una fortuna per noi che le particelle Minovsky fossero particolarmente concentrate in quel settore, il sistema di guida dei missili disfunzionò e noi non fummo centrati da quella serie di colpi, altrimenti non sarei qui."
"Ricordo anch'io che in effetti quei missili non erano mai molto precisi."
"Dopo i missili ci attaccò una squadra d'assalto federale, composta da un mobile suit RGM 79 Gm e Rb 79 Ball, quest'ultimi erano mezzi molto piccoli concepiti per essere veloci e colpire con un potente cannone, e ci diedero filo da torcere ma riuscimmo a respingerli comunque. Dopo questo primo assalto eravamo agitatissimi l'adrenalina scorreva a fiumi ed il sergente dovette faticare per tenerci uniti e darci nuovi ordini. Ad un certo punto infatti ricevemmo una comunicazione molto disturbata, che ordinava al personale combattente, di portarsi in prossimità delle rampe di partenza delle astronavi, probabilmente quello era l'inizio della ritirata, almeno quello era quello che io credetti al momento. La rampa di partenza più vicina era nella docking bay numero 23, il sergente ci disse di ripiegare verso la superficie dell'asteroide perchè la rampa di lancio poteva essere raggiunta anche attraverso delle gallerie interne. Stava per dirci come muoverci, ma il suo Zaku venne colpito da un missile ed esplose immediatamente, sentii i pezzi del suo mobile suit urtare contro la corazza del mio, fu terribile!"
"Lasciati a voi stessi alla vostra prima battaglia, come andarono la cose poi?"

6 - SULLA LINEA DEL FUOCO.

"Ok, possiamo riprendere Willy?" "Sì, sono pronto, dopo l'attacco effettuato con il cannone Solar Ray, l'intera ba...

Mario è di nuovo alla linea.
I colleghi chiacchierano mentre i robot saldano i telai.
Mario e Paolo rifiniscono le saldature.
“Tutto bene Mario? Ti vedo un po’ strano ultimamente”.
Mario guarda Paolo.
Perché me lo chiede? Sa qualcosa? Mi ha visto ieri sera?
“Tutto bene”.
Il telefono vibra nella tasca.
“Coprimi un attimo che devo rispondere”.
Si dirige alle macchinette.
Il display segnala “Salvo - Fratello”.
Cavolo non l’ho richiamato.
“Ciao Salvo!”
“Ciao Mario, come va? Sara mi dice che lavori un sacco e che sei un po’ stressato”.
“Guarda stanno succedendo cose strane...”
“Cose strane?”
“Si, i miei colleghi... non so, sta succedendo qualcosa... qualcosa di brutto”.
“Mario sei solo un po’ stressato”.
“No, anche Paolo è strano”.
“Facciamo così, giovedì sera tu e Sara venite a cena da noi, ti aiuterà a distrarti”.
“Va bene, a giovedì”.
Mario torna alla linea, Paolo non c’è, alla sua postazione il seggiolino è sporco con alcune macchie di liquido rossastro e oleoso.

SCENA 8

Mario è di nuovo alla linea. I colleghi chiacchierano mentre i robot saldano i telai. Mario e Paolo rifiniscono le saldature. “Tutto be...

"Mi sta quindi dicendo che A Baoa Qu fu il suo battesimo del fuoco?"
"Sì, esattamente. Ero poco più che una recluta, ma almeno avevo ricevuto un addestramento appropriato, come ebbi modo di scoprire più tardi, ad A Baoa Qu erano stati mandati moltissimi piloti molto giovani e con una preparazione scarsa o quasi nulla, si immagini che il mio comandante di squadra, il sergente Huber, aveva combattuto per la prima volta nella battaglia di Solomon ed era perciò considerato già un veterano!"
"Ecco Willy mi potrebbe raccontare qualcosa della sua squadra, da chi era composta, probabilmente anche i suoi compagni avranno avuto un ruolo impotante negli eventi di cui è stato testimone."
"Certo oltre al sergente Huber, nella mia squadra c'erano anche altri due soldati alle prime armi come me: Christoph Probst e Sophie Scholl. Probst era il più anziano del trio, si era arruolato alcuni mesi prima di noi, ma durante l'addestramento si era ferito gravemente ed era stato in convalescenza per alcuni mesi. Tra noi era il più entusiasta, per qualche motivo che non capirò mai lui amava l'esercito e la vita militare ed avrebbe voluto fare carriera, per questo non appena vedeva un ufficiale faceva di tutto per mettersi in mostra, ricordo che ai tempi lo consideravo un vero idiota. Sophie invece si era arruolata volontaria all'incirca nello stesso mio periodo, prima studiava legge all'università, poi con il peggiorare della situazione aveva deciso di arruolarsi e di dare il suo contributo alla nazione, era una ragazza in gamba con un forte senso del dovere e della disciplina a volte era molto rigida, ma in fondo la capivo, le regole erano per lei un'armatura che la proteggeva dalle paure e dalle insicurezze."
"Come vivevate quei giorni ad A Baoa Qu, prima della battaglia?"
"Tranne Probst eravamo tutti spaventati, anche il nostro sergente lo era, ma cercava di nasconderlo. Io personalmente mi aggrappavo alla speranza che, vista la piega che aveva preso il conflitto nel quale erano morti due figli del Principe Degwin Zabi, ci sarebbe stata un po' più di ragionevolezza e forse si sarebbero potute intavolare delle trattative per la pace o almeno un armistizio. Le mie speranze si sgretolarono il 30 dicembre quando il nostro esercito utilizzò il super cannone Solar Ray per colpire la flotta federale che si dirigeva verso l'asteroide, questo atto segnò il punto di non ritorno del conflitto: non ci sarebbero state trattative se non con una capitolazione totale. Scoprii alcuni mesi più tardi e con profondo dolore che il cannone Solar Ray era stato costruito usando il bunch Mahal, casa mia, il luogo in cui ero nato, trasformato... in strumento di morte..."
"Se vuole facciamo una pausa che ne pensa?"
"... ehm ... sì .. grazie un paio di minuti."
"Va bene fermo le registrazioni."

5 - GLI EVENTI PRECIPITANO.

"Mi sta quindi dicendo che A Baoa Qu fu il suo battesimo del fuoco?" "Sì, esattamente. Ero poco più che una recluta, m...

Mario vuole vederci chiaro, dopo cena saluta Sara e torna allo stabilimento, il cancello è socchiuso, la guardiola vuota ma la luce accesa.
Entra nel cortile.
Tutto è buio e silenzioso, intravede le forme delle bisarche cariche di nuove auto.
Un bagliore rosso attira la sua attenzione in un angolo del cortile.
Si dirige in quella direzione, a fianco al muro c’è una scala di cemento che scende fino a una porta di metallo con i vetri smerigliati, un locale sotto uno dei magazzini.
La luce rossa sembra venire dall’interno.
Mario afferra la maniglia.
Un ricordo lo colpisce, lui è già stato qui, ma non ricorda ben quando, molti anni fa...
Eppure si ricorda di aver già visto questo luogo.
È un luogo familiare.
Afferra la maniglia.
La porta è chiusa a chiave.
Batte sui vetri.
La luce rossa si spegne.

SCENA 7

Mario vuole vederci chiaro, dopo cena saluta Sara e torna allo stabilimento, il cancello è socchiuso, la guardiola vuota ma la luce accesa...

Mario è a casa, Sara sta cucinando una buona cenetta, l’odore gli mette l’acquolina in bocca.
Mentre aspetta guarda il telegiornale.
Una macchina sta venendo estratta da un laghetto vicino ad Avigliana.
“...la macchina è vuota, gli inquirenti sospettano possa trattarsi di un veicolo rubato e poi abbandonato dopo una rapina” commenta la voce fuori campo.
Mario osserva disinteressato.
Poi un dettaglio lo colpisce, a riva, vicino alla macchina grondante, c’è uno scarponcino slacciato.

SCENA 6

Mario è a casa, Sara sta cucinando una buona cenetta, l’odore gli mette l’acquolina in bocca. Mentre aspetta guarda il telegiornale. Una...

"Come andarono poi le cose?"
"Mi fecero degli esami clinici, da cui emerse che ero stato malato avvalorando la scusa che avevo rifilato al servizio di reclutamento, poi mi fecero fare dei test attitudinali strani, sembravano quasi dei giochi, alla fine dei quali io ed altri tre ragazzi, fummo separati dagli altri."
"Un momento, degli strani test ha detto? Senta Willy le devo fare una domanda personale: lei è un newtype?"
"Non lo so con sicurezza e comunque vorrei che di questo fatto non ne facesse menzione nel suo libro, ho la sua parola in merito?".
"Capisco, in fondo è solo un particolare marginale, cancellerò il pezzo in questione dalla registrazione."
"Grazie. Come le stavo dicendo, dopo la somministrazione dei test, io e le altre tre reclute fummo mandati in un'altra stanza e venimmo sottoposti ad altri test, ma questa volta solo due di noi vennero selezionati per dei test successivi, io e un altro ritornammo quindi con il resto della compagnia. Durante tutto il tempo delle selezioni sperai di venire inviato in un corpo non operativo, magari nel corpo tecnico; in effetti sono sempre stato un buon meccanico e pensavo che sarei stato più utile in un ruolo simile. Invece fui mandato al corso per piloti di mobile suit, per molti ragazzi quello sarebbe stato un sogno, al contrario, io, quando ricevetti la notizia della destinazione fui sul punto di scoppiare a piangere!"
"Riuscì a comunicarlo alla sua famiglia?"
"Sì, ebbi però pochissimo tempo per farlo e sentire i miei genitori che cercavano di farmi coraggio mentre trattenevano le lacrime fu straziante... piansi a lungo dopo quella telefonata"
"Come fu il periodo d'addestramento?"
"Fu traumatico, in quasi due mesi fui addestrato a marciare, sparare e pilotare mobile suit: fu tutto estremamente faticoso, sia dal punto di vista fisico che psicologico. La disciplina era ferrea, ed io odiavo fare quel che facevo ma mi fu spiegato chiaramente, che se non imparavo per  bene quel che mi veniva insegnato, sarei sicuramente morto, ed io non volevo morire, perciò andai avanti. Alla fine divenni tutto ciò che non volevo essere: un soldato.
Venni assegnato alla Forza d'Attacco Spaziale ed inizialmente fui destinato alla base sull'asteroide di Solomon, ma prima ancora di poterci arrivare l'asteroide cadde in mano alla Federazione. Noi ricevemmo la notizia dell'accaduto mentre eravamo in viaggio, per questo motivo, il nostro convoglio dopo avere raccolto tutti quelli che si erano ritirati dalla battaglia, fece rotta verso A Baoa Qu."

4 - IN GUERRA!

"Come andarono poi le cose?" "Mi fecero degli esami clinici, da cui emerse che ero stato malato avvalorando la scusa che a...

Mario è di nuovo alla linea di produzione, vede Luca il sindacalista alla macchinetta del caffè, lo raggiunge.
“Ciao Luca”.
“Ecco qua il mio amico Mario, tutto bene?”
“Mmm... si tutto bene tranne per i turni massacranti...”
“Eh lo so ma stiamo lavorando a una gratifica, tieni duro”.
“In realtà volevo parlarti di un’altra cosa”.
“Dimmi”.
“È un paio di sere che trovo il cancello aperto e la guardiola vuota”.
“Ah questo è grave, di questi tempi poi...” Luca fa un gesto con la mano “non preoccuparti andrò in fondo a questa storia, ci penso io”.
Luca butta il bicchiere vuoto.
“Ciao Mario, alla prossima”.
Mentre si allontana Mario nota che Luca ha un grosso mazzo di chiavi alla cintura.

SCENA 5

Mario è di nuovo alla linea di produzione, vede Luca il sindacalista alla macchinetta del caffè, lo raggiunge. “Ciao Luca”. “Ecco qua il...

"Sì Kay, Degwin Sodo Zabi il capo della famiglia Zabi, era uno degli amici più intimi di Zeon Zum Deikun, oltre che un importante esponente del suo stesso partito. Era quindi naturale che il potere passasse a lui, anzi: per certi aspetti la popolazione sgomenta e scioccata per la morte del nostro leader, vide nell'avvento di Degwin un segno di continuità o di stabilità se non altro. La situazione invece cominciò a cambiare e dopo poco tempo  fu sempre peggio..."
"Vorrei approfondire questo argomento se non le dispiace, la gente sulla Terra non ha ancora capito bene che cosa è accaduto in quel periodo tormentato."
"La tanto sperata stabilità non ci fu; innanzitutto alcuni collaboratori di Deikun cominciarono a sospettare  che ci fosse la regia degli Zabi dietro la morte di Deikun. In seguito ci fu un attentato in cui morì Sasro Zabi, uno dei figli di Degwin e da lì in avanti gli Zabi, che si erano precedentemente inseriti in tutti gli organi istituzionali, iniziarono una silenziosa ma efficace epurazione. Tutti i loro oppositori furono messi a tacere o costretti a fuggire, gli stessi figli di Deikun, pare siano stati costretti all'esilio. Nemmeno la Federazione rimase inerte ed iniziò ad inviare mezzi e uomini a Side 3 per sedare le rivolte anti federali che nascevano ogni giorno, molto probabilmente pilotate da uomini vicini alla famiglia Zabi."
"E di tutto questo la popolazione era all'oscuro?"
"Certamente, noi sapevamo solo quello che conveniva sapessimo!"
"Avrete avuto però dei sospetti."
"Alcuni li avevano, mio padre, per esempio, quando la Repubblica di Side 3 voluta da Deikun  venne trasformata in Principato di Zeon, con Degwin Zabi come capo supremo, iniziò a temere seriamente che il prossimo passo sarebbe stato una guerra; la tensione fra Zeon e la Federazione era altissima. Quando poi alcuni cadetti dell'accademia militare di Zeon, guidati da Garma Zabi, attaccarono un'installazione militare federale come rappresaglia, a causa di un incidente tra una nave militare federale ed una nave civile di Side 3, mio padre mi mandò a nascondermi da alcuni amici in un altro bunch. Sapeva che presto sarei diventato maggiorenne e sarei entrato nelle liste di coscrizione militare e voleva evitare a tutti i costi che io potessi essere coinvolto in una guerra."
" E lei che ne pensava?"
"Le ripeto, oggi come allora io detesto la violenza e la guerra!"
"Che accadde?"
"Lasciai casa mia per andare dove mi era stato ordinato: da amici di famiglia che avevano anch'essi  un figlio che studiava altrove e mi alloggiarono dunque nella sua stanza.
Alcune settimane dopo scoppiò la guerra. All'inizio nessuno notò la mia latitanza,  Zeon aveva abbastanza uomini per allestire un esercito ed io uscivo di casa il meno possibile, per non destare sospetti. Certo non era una vita facile; mi ammalai persino, ma non fu del tutto un male come presto avrà modo di capire...
...Comunque dopo i primi giorni, in cui la macchina della propaganda continuava ad esaltare le brillanti vittorie del Principato, molti altri giovani si arruolaro volontariamente sull'onda dell'entusiasmo: tutti volevano combattere e diventare degli assi come il maggiore Char Aznable, ma ben presto quella situazione idilliaca svanì. Cominciarono ad arrivare notizie da coloro che tornavano in licenza dal fronte, certo, nessuno poteva lamentarsi apertamente, ma piano piano l'idea che la gente aveva della guerra d'indipendenza iniziò a mutare ed il desiderio di combattere diminuì sensibilmente. Col passare del tempo le ingenti perdite che avevamo subito non poterono più essere nascoste all'opinione pubblica. L'esercito aveva un bisogno disperato di uomini, la renitenza al servizio militare divenne allora un reato grave e sia la polizia, sia la Guardia Reale, ossia il servizio segreto, si misero a cercare senza sosta tutti i giovani maggiorenni che non si erano ancora presentati all'arruolamento. Iniziarono a diventare molto aggressivi e a fare forti pressioni sulle famiglie, per questo non me la sentii più di continuare a nascondermi ed esporre la mia famiglia e quella che mi stava ospitando a dei gravi rischi: perciò a metà del mese di ottobre, con la morte nel cuore mi recai, di mia iniziativa, al centro di reclutamento e così inziò la mia guerra."

3 - NASCITA DI UNA DITTATURA.

"Sì Kay, Degwin Sodo Zabi il capo della famiglia Zabi, era uno degli amici più intimi di Zeon Zum Deikun, oltre che un importante e...


È sera, Mario ha fatto di nuovo tardi, ma questa volta c’è anche Paolo.
“Andiamo al pub qua davanti a farci una birra” propone l’amico.
“Dai volentieri”.
Escono nello spiazzo antistante all’officina, solo tre macchine sono presenti nel parcheggio interno, la Punto di Mario, la Panda di Paolo e una macchina sportiva bianca.
“E quella di chi è?”
“Bho? A giudicare dal modello di qualche dirigente”.
“Ma siamo gli ultimi, non c’è più nessuno”.
“Ma sai che quelli sono strani, l’avrà lasciata qui e sarà andato con qualche suo amico”.
“Si può essere...”
Si dirigono all’uscita, la guardiola è vuota ma il cancello è aperto.
Ma di nuovo! Domani mi farò sentire.
I due amici prendono le auto e si dirigono verso il pub.

SCENA 4

È sera, Mario ha fatto di nuovo tardi, ma questa volta c’è anche Paolo. “Andiamo al pub qua davanti a farci una birra” propone l’amico. ...

Mario è a casa, si sdraia a fianco a Sara.
“Scusami amore, Paolo mi ha fatto fare tardi”.
“Come mai non mi hai richiamata?” bofonchia Sara mezza addormentata.
Mario prende il cellulare, il led delle notifiche riluce rosso invece del solito azzurro, apre e ci sono due chiamate perse della moglie e una del fratello Salvatore.
“Scusami non le avevo viste”.
“Tu lavori troppo” borbotta Sara, poi lo abbraccia e si riaddormenta.

SCENA 3

Mario è a casa, si sdraia a fianco a Sara. “Scusami amore, Paolo mi ha fatto fare tardi”. “Come mai non mi hai richiamata?” bofonchia Sa...

"Allora Kai, mi dica cosa vuole sapere?"
"Beh Willy, innazitutto una sua breve presentazione, chi è, com'è finito al fronte ed inoltre mi interesserebbe una breve panoramica, ovviamente dal suo punto di vista, su com'era la sua vita a Zeon prima della guerra."
"Accidenti, c'è molto di cui parlare, va bene, risponderò a tutto. Mi chiamo Willy Graf e sono nato a Side 3 il 18 gennaio dell'anno 61 dell'Era Spaziale nel bunch di Mahal. La mia era la tipica famiglia della classe media, ero figlio unico, visto il problema del sovraffollamento i miei genitori non mi diedero fratelli o sorelle, ma tutto sommato ho avuto un'infanzia felice. Ero e sono tutt'ora una persona tranquilla che detesta la violenza, e le sembrerà un contrasto non da poco il fatto che abbia indossato la divisa dell'esercito, ma spero che dopo che avrò raccontato la mia storia lei possa capire."
"Sono qui per questo, vada pure avanti!"
"Io e la mia famiglia, come del resto la maggior parte della popolazione di Side 3, eravamo a favore dell'indipendenza dalla Federazione Terrestre,  vede: la mia era già la seconda generazione nata nello spazio, mia madre apparteneva alla prima, mentre mio padre era emigrato nello spazio all'età di due anni, non avevamo mai visto la Terra se non in tv o in una fotografia, per noi era un luogo lontano, da cui ci sentivamo esclusi, la nostra casa era Side 3, era Mahal. Noi volevamo l'indipendenza dalla Federazione, ma cercavamo ottenerla attraverso il confronto politico, come prevedeva il programma del nostro leader politico Zeon Zum Deikun, prima che morisse prematuramente, poi invece..."
"... arrivarono gli Zabi!"

2 - L'INTERVISTA.

"Allora Kai, mi dica cosa vuole sapere?" "Beh Willy, innazitutto una sua breve presentazione, chi è, com'è finito al fro...