Embleton, Febbraio 13, 1929, Pomeriggio

McCormac entra nella piccola pensione, al tavolo è seduto solo il professor Connor che sta sfogliando i diari di Stead.
- Qualche novità?
- Non molte, se non che manca un diario.
- Manca un diario?
- Già, l’ultimo, stranamente…
- Io ho un paio di novità.
- Sentiamo.
- Gli altri?
- Dormono o comunque sono a letto a riprendersi.
Cala il silenzio per qualche secondo.
McCormac si toglie il cappello e si siede.
Connor lo guarda.
- Quali sono le novità?
- Bhe dunque, nulla che non immaginassimo già, in ogni caso alcune persone mi hanno confermato che le settimane prima della partenza di Stead qualcuno è venuto a trovarlo, uno straniero, veniva da Londra a sentire loro.
- Neuvelle?
- Già, gli ho fatto vedere una sua foto e l’hanno riconosciuto. È venuto solo 2 volte.
- Ecco spiegati tutti e tre i viaggi di Neuvelle. Quindi cosa abbiamo?
- Un morto che si crede partito con il Titanic e che invece non ha mai lasciato casa sua e inoltre non aveva nemmeno il biglietto giusto. Per che nave è il biglietto?
- Olympic c’è scritto sopra.
- Che nave è?
- Non ne ho idea. Però è della White Star Line come il Titanic, c’è il suo simbolo sul biglietto.
Connor chiude il diario.
- Ma credo che alcune risposte le potremmo avere dai registri navali della White Star, chiamiamo gli altri, penso che sia ora di tornare a Londra.

71 - IL DIARIO MANCANTE

Embleton, Febbraio 13, 1929, Pomeriggio McCormac entra nella piccola pensione, al tavolo è seduto solo il professor Connor che sta sfogl...

Il corpo è nero, allungato, con grosse ali membranose.
- Prendiamo Tony e andiamo.
- Aspetta, fammi sistemare un minimo quei tagli.
- Prima usciamo ho detto!
Ryan si rialza.
- Ok usciamo.

Fuori nel fresco della notte Ryan medica alla meglio i tagli.
- Ti resterà la cicatrice Tony.
- Sull’occhio, come un pirata.
- Pressappoco.
I due sorridono.
Perlenbacher è scosso, trema e guarda la casa con terrore.
- Ce la siamo vista brutta eh?
- Decisamente. Meno male che il nostro giornalista qui è venuto ad aiutarci.
- Ho sentito i colpi e sono corso.
- Ci hai salvato la vita.
- Andiamocene di qui, abbiamo trovato tutto quello che c’era da trovare.
- Concordo, ora dobbiamo mettere insieme i pezzi.

70 - ESSERI

Il corpo è nero, allungato, con grosse ali membranose. - Prendiamo Tony e andiamo. - Aspetta, fammi sistemare un minimo quei tagli. - P...

Un corpo immenso si abbatte su Ryan.
Rotolano facendo cadere pile di riviste.
Le fauci scattano come tagliole.
Ryan si trascina all’indietro tirando calci.
La torcia finisce in terra illuminando a sprazzi.

Due esplosioni scuotono l’aria.
I proiettili colpiscono la schiena della bestia che mette un lungo ruggito.
Si gira e rapida piomba su di Tony.
Altri spari.
Un colpo si conficca tra le fauci aperte.
Un artiglio adunco colpisce Tony al volto sbattendolo contro il muro.
Il sangue gli inonda il viso.
Spara ancora, alla cieca.
La bestia gli si butta contro, finiscono a terra rovesciando un armadio.

Ryan si lancia addosso alla creatura con il suo coltello militare conficcandoglielo nella schiena.
La botola si spalanca.
Perlenbacher osserva la scena trafelato.
Vede la pistola in terra.
Vede Ryan che cerca di tenersi a qualcosa che non riesce a mettere a fuoco.
Afferra la pistola caduta.
Tira il grilletto.
Il cane batte a vuoto.
La creatura si scrolla Ryan dalle spalle e gli si butta contro con le fauci spalancate.
Il soldato rotola di lato strisciando sotto un tavolo ingombro di bottiglie.
Perlenbacher l’affronta con il coltello piantandoglielo nel petto.
Un artiglio lo colpisce al braccio incidendo la carne per un lungo tratto.
Il sangue sprizza mentre l’uomo urla stringendo la ferita pulsante.

L’essere scatta di nuovo avanti.
Riempie l’intero campo visivo del giornalista.
Gli piomba addosso.
Perlenbacher urla e scalcia.
Si accorge che non si muove più.
Sente solo il peso caldo sopra di lui.
Ma è immobile.
Poi lo sente sollevarsi lentamente, scivola fuori.
Ryan è li che lo aiuta.
Il suo coltello spezzato nel collo dell’essere.
- Che cosa diavolo era?! - ansima il giornalista.
- Non ne ho idea, amico, ma adesso è morto.

69 - L'ATTACCO

Un corpo immenso si abbatte su Ryan. Rotolano facendo cadere pile di riviste. Le fauci scattano come tagliole. Ryan si trascina all’ind...

Poco alla volta appare il corpo di un uomo, ridotto praticamente a uno scheletro tenuto insieme dai vestiti consunti.
- Direi che abbiamo trovato Stead.
- Già, non è morto sul Titanic in fin dei conti.
- No, ed è per questo che non ha usato il biglietto che hai trovato di sotto… A proposito, per che nave era?
- Adesso guardo tienimi la torcia un attimo.
Tony si infila la mano in tasca mentre Ryan passa il cono di luce intorno.
All’improvviso si blocca.
La torcia illumina qualcosa, un muso triangolare, irto di denti.
Apre la bocca.
La creatura scatta verso di lui.
Le fauci si spalancano.

68 - FAUCI

Poco alla volta appare il corpo di un uomo, ridotto praticamente a uno scheletro tenuto insieme dai vestiti consunti. - Direi che abbiamo...

- Mettilo via, lo guardiamo dopo.
Ryan tira la catena.
La botola si apre e una scala a scomparsa scende cigolando fin quasi a terra, polvere e filamenti cadono in testa al sergente.
- Ma che schifo!
- Avviso Oliver che siamo al piano superiore.
Tony apre di poco una delle imposte e fa qualche segnale nel cortile.
Poco dopo una luce si accende in risposta.
Ryan si sta battendo i vestiti.
- Saliamo, vado avanti io.
Senza aspettare risposta Baronetto sale lungo la scala cigolante.

La soffitta è spaziosa, occupa quanto un piano della casa, il soffitto arriva alla testa dei due.
I raggi di luce illuminano alcuni mobili coperti da lenzuoli bianchi, pile di giornali e riviste, un vecchio cavallo a dondolo, diversi armadi pieni di roba in equilibrio precario.
Tony fa qualche passo facendo crollare una pila di vecchie edizione del Times.
- Tony vieni qui.
Ryan sta illuminando una poltrona rovesciata, da sotto spuntano un paio di gambe scheletriche con pantaloni lisi e consunti.
- E questo che è?!
- Dammi una mano a spostare la poltrona.

67 - LA SOFFITTA

- Mettilo via, lo guardiamo dopo. Ryan tira la catena. La botola si apre e una scala a scomparsa scende cigolando fin quasi a terra, pol...

Entrano nello studio.
La scrivania è rovesciata a terra, tra fogli e libri caduti.
Una brocca è spaccata in un angolo, mensole e scansie spezzate.
Sui muri ci sono segni simili a quelli delle scale.
Una sedia giace in un angolo.
Un quadro è rimasto al suo posto sulla parete, un uomo dall’aspetto austero osserva i due intrusi.
- Non mi piace.
- Nemmeno a me, preferisco i paesaggi.
Ryan guarda Tony.
L’italiano sta sogghignando.

La sua torcia sciabola sul soffitto.
Un’apertura a scomparsa, probabilmente verso la soffitta.
Si gira verso Baronetto che sta frugando in giro.
- Guarda qua.
La botola è nel cerchio di luce, una catenella scende da un anello di metallo.
Il suo compagno sta rialzandosi da sotto la scrivania tenendo in mano qualcosa.
- Cos’è?
- Un biglietto per l’America.
- Bhe lo sapevamo che Stead si era imbarcato con il Titanic no?
- Certo, peccato che questo sia un biglietto per un’altra nave.

66 - UN BIGLIETTO PER L'AMERICA

Entrano nello studio. La scrivania è rovesciata a terra, tra fogli e libri caduti. Una brocca è spaccata in un angolo, mensole e scansie...

L’interno è umido e c’è odore di marcio.
Tony inizia a perlustrare la stanza alla tenue luce della sua torcia.
Nella piccola entrata ci sono due grosse valige chiuse, rosicchiate dai topi.
All’interno abiti e biancheria, libri, un piccolo orologio ormai fermo.
Vestiti per un lungo viaggio, un mese almeno.
Una scatola di biscotti è aperta sul tavolo, il contenuto è muffito in filamenti bianchi.
Il piccolo salottino è in ordine, i libri sono allineati, coperti di polvere.
Due poltrone.
Una scacchiera di legno, i pezzi hanno un aria solenne e intellettuale come sempre all’inizio di una partita.
Alcuni diari, sembrano contenere appunti, pensieri, idee per racconti.
Ryan li carica nel suo piccolo zaino.

Si incamminano verso il piano superiore.
Le scale sono ingombre di ragnatele e escrementi di topi.
Ryan si sente strattonare, alle sue spalle Tony illumina alcune chiazze sul legno e, poco più su, lunghe incisioni.
- Che è sta roba?
- Non so? Coltello?
- No, a meno che non sia un macete…
- Saliamo.
Tony riprende a seguirlo, la sua mano scivola istintivamente al calcio della pistola.

65 - I QUADERNI DI STEAD

L’interno è umido e c’è odore di marcio. Tony inizia a perlustrare la stanza alla tenue luce della sua torcia. Nella piccola entrata ci ...