“Igino! Igino!”
L’uomo apre gli occhi.
“Che succede?”
Vede Tina chinata su di lui, poco dietro ci sono gli altri in piedi.
Tina si scosta.
“Puzzi più di una distilleria!”
Igino prova a mettersi in piedi ma scivola sull’erba umida di pioggia e cade.
“Dove sono i miei stivali?” si guarda attorno intontito “Che è successo?”
Giampiero e Giulio lo aiutano a rialzarsi e poi lo accompagnano fino alla struttura coperta.
Vicino al fuoco Igino si riscalda e si toglie i vestiti zuppi d’acqua.
“Che è successo Igino” chiede Rinaldo.
Igino si stringe una coperta sul corpo nudo mentre si avvicina al fuoco.
“Signor Rinaldo, sono stati gli zingari! Mi hanno anche rubato gli stivali!”
“Tranquillo Igino, raccontami tutto da principio”.
“Ero andato li a vedere cosa facessero, volevo vedere la ragazza che legge le carte, e c’erano due di loro molto amichevoli, mi hanno fatto sedere e abbiamo bevuto un po’”.
Igino starnutisce e si soffia rumorosamente il naso.
“È arrivata questa ragazzina e mi ha fatto pescare delle carte, per leggermi il futuro” Igino si blocca per un istante.
“Signor Rinaldo a un certo punto, mentre guardava una delle carte, le ho visto gli occhi farsi tutti neri e grandi e come il suo viso deformarsi! Ho avuto paura ma è durato un attimo, poi è andata avanti”.
“E cosa c’è nel tuo futuro Igino?” chiede Rinaldo in modo affettuoso.
“Tanta felicità signor Rinaldo, ha detto che mi sposerò presto e che avrò una bella casa piena di bambini”.
Igino sorride.
“Si, certo, come no” borbotta Giulio.
“E poi cosa è successo dopo?”
“Dopo volevo tornare da voi ma gli altri due hanno insistito che rimanessi un po’ li a bere con loro, erano gentili e non ci ho visto nulla di male”.
“Insomma ti hanno fatto ubriacare Igino” commenta Giulio e poi gli da una pacca sulle spalle.
“Sei un credulone Igino, te lo dico sempre, la prossima volta vengo anche io con te”.
Poi vede il volto contrito di Igino.
“Dai non preoccuparti, non è successo nulla, adesso andiamo a recuperare i tuoi stivali” getta un altro ciocco nel fuoco “tu resta qui e asciugati”.

35 - SBRONZA

“Igino! Igino!” L’uomo apre gli occhi. “Che succede?” Vede Tina chinata su di lui, poco dietro ci sono gli altri in piedi. Tina si sc...

Otto scivola come un ninja bavarese nei corridoi semibui e deserti dell’università. Studenti e professori se ne sono già andati da ore, tant’è che non ha nessuna difficoltà a sgattaiolare nell’area dei laboratori senza essere visto.
Per lui è un gioco da ragazzi trovare ciò che gli serve bypassando le scadenti misure di sicurezza universitarie. Da un armadietto blindato per anestetici e sostanze pericolose a cui nessuno ha ancora cambiato il codice segreto, arraffa due contenitori metallici che infila in un borsone.
Poi sempre di soppiatto si dirige verso il suo vecchio ufficio. Deve assolutamente recuperare il faldone con tutte le sue memorie. Se finisse nelle mani sbagliate sarebbe un guaio.
Arrivato all’angolo che dà sul corridoio in cui ha lavorato per anni, si ferma di colpo. Sbircia oltre e nota un cavalletto giallo con la segnalazione di "pavimento bagnato" posizionato proprio vicino alla sua porta. All’interno del suo piccolo stanzino c’è la bidella Giovanna, che indaffarata col Mocio Vileda in mano e le cuffie calate sulle orecchie canticchia mentre lava il pavimento.
Il faldone è là in bella vista sulla scrivania.
Otto è impaziente, la Giovanna proprio lì non ci voleva. Non può permettersi il rischio che qualcuno possa cominciare a curiosare tra i suoi preziosi documenti. E le bidelle per questo hanno terribile fama. Probabilmente la Giovanna ha ottenuto solo oggi le chiavi per pulire, considerando la polvere.
Chi è il pazzo tel tipartimento che gliele ha tate! pensa adirandosi tra sé e sé mentre stringe i pugni e guarda il soffitto.
Otto decide di agire approfittando del fatto che la bidella non può sentire a causa della musica e gli dà le spalle mentre pulisce i vetri oltre la scrivania. Con passo felino avanza verso l’ufficio intenzionato a prendere il faldone senza che la Giovanna se ne avveda.
Ma Otto non ha fatto i conti con i sensi acuti di una bidella a cui qualcuno pesta il pavimento appena lavato. Alla prima impronta di scarpa sul bagnato, la Giovanna si paralizza alcuni secondi prima di voltarsi di scatto con sguardo infuocato e indice accusatorio.
Otto e la Giovanna si fissano come due pistoleri a duello.
Otto sgrana gli occhi: - Ciofanna, io non folefo, non folefo arrifare a tanto… non tofefa federmi! Non ci possono essere testimoni!!!
Otto estrae dalla tasca un bisturi affilato e balza in avanti, sferrando un fendente magistrale che apre da parte a parte la gola della povera Giovanna.
La bidella emette un rantolo soffocato mentre stramazza a terra in un lago di sangue.

3 - NINJA

Otto scivola come un ninja bavarese nei corridoi semibui e deserti dell’università. Studenti e professori se ne sono già andati da ore, tant...

Otello sorseggia un crodino al bar dell’università, come è solito fare al tramonto. Qui ha passato tanti bellissimi anni fuori corso prima di non laurearsi, ed è molto affezionato ai luoghi, specie al bar.
All’improvviso la vista sul sole che scende all’orizzonte viene offuscata prima da un nuvolone che promette pioggia, poi da un individuo strambo che si siede al suo tavolino.
- Otellen…
Otello solleva gli occhiali da sole che non servono più e cerca di focalizzare chi è l’uomo con l’aspetto da scienziato pazzo. Poi finge di ricordare.
- Professo’!!!...
Silenzio.
- Otto Von Squarten, Ortinario ti Anatomia un po’ ti tempo fa. Mi ricorto ti tua perenne presenza a miei corsi et esami, senza mai passarne uno.
Otello ha un improvviso flash e ricorda tutte quelle ore spese ad anatomia. E pensare che era iscritto a Giurisprudenza!
- Come va professo’! Nun te vedo bene…
- Ho afuto miei problemi, molti colleghi non comprentono mie ceniali ricerche e mi hanno escluso ta Unifersità.
- Ecche avrà mai fatto professo’! Vabbé ma c’è vita pure fuori dall’Università eh! Guardi me, alla fine ho fatto il concorso da vigile e si sta che è un piacere.
Otto sembra non ascoltare mentre si guarda nervosamente attorno.
- Otellen tu eri sempre dappertutten. Tua fama in unifersità è leccentaria per tue infinite conoscenze tra tutto il personale accatemico ti fario lifello. Tofrei tornare nel mio ufficio per prentere alcuni effetti personali e materiali per mie importantissime ricerche che potranno un ciorno salfare milioni di fite umane, ma…
- Ma…?
- Non ho mio badge! Fietato entrare al Professor Von Squarten! Ma tu… tu ti sicuro puoi tare me una mano... come posso fare?
- Ma che problema c’è Professo’! Mio cuggino lavora in portineria, che l’ha raccomandato mi’ zio segretario! E’ un attimo! Venga, venga!
I due si incamminano verso l’atrio d’accesso ai laboratori.
- Ma mi dica Professo’... che c’ha da prenne de tanto importante?
Otto tentenna sospettoso, ma poi l’orgoglio per il suo lavoro ha la meglio.
- Un anestetico fontamentale per un esperimento, e tutte le mie memorie. Mi serfiranno per timostrare mio cenio tafanti a quei cialtroni ti collechi che mi hanno ratiat… ehm… allontanato tal monto accatemico.
Arrivati davanti al gabbiotto della portineria, Otello bussa sul vetro del custode, distrattamente impegnato in un solitario su un PC che sa a malapena accendere.
- Aho cugino!
- Ciao Ote’...
- Ascolta non è che puoi far passa’ er Professore che è ‘n amico mio. Deve recuperare le sue cose ma nun c’ha più il lasciapassare.
- Sì sì mo’ te apro… - dice il cugino e senza sollevare gli occhi dallo schermo preme un pulsante rosso sulla scrivania
- Ecco Professo’, detto fatto. Nun l’accompagno eh, che c’ho da fare!
Otello si congeda, mentre il Professor Von Squarten s’intrufola con sguardo folle e determinato nell’ala dei laboratori.

2 - MIO CUGGINO

Otello sorseggia un crodino al bar dell’università, come è solito fare al tramonto. Qui ha passato tanti bellissimi anni fuori corso prima d...


A pranzo Rinaldo si fa riferire cosa è stato scoperto.
Iniziano Giulio e Giampiero..
“Pare che nessuno abbia visto il litigio, le voci sono molte, alcuni dicono che Elena se la intendesse con Enzo, lei ovviamente nega e dice che Enzo era solo un buon amico e che aveva deciso di lasciare Mauro perchè era un violento”.
“Ed è vero?”
“Boh? Si, ma non più degli altri, cioè, un paio di schiaffi a una donna non sono un gran problema, a volte sono molto fastidiose” commenta Giulio.
Tina abbassa lo sguardo.
Rinaldo non dice nulla.
Si gira invece verso la figlia.
“E di Rosa che mi dici?”
“È una donna che si è fatta da sola, molti la invidiano per questo, ma direi che non c’è nulla che faccia pensare alla stregoneria”.
Interviene Giampiero “Pare il prete locale sia morto un po’ di mesi fa, avevano dato una lettera al gruppo attaccato dai briganti per chiederne un altro a Pinerolo, questo spiega l’assenza di comunicazioni, mi farò personalmente carico di farne mandare uno”.
“Va bene” commenta asciutto Rinaldo.
Poi si blocca.
“Ma Igino dov’è finito?”

34 - RESOCONTO

A pranzo Rinaldo si fa riferire cosa è stato scoperto. Iniziano Giulio e Giampiero.. “Pare che nessuno abbia visto il litigio, le voci ...


Rinaldo passeggia per il forte, due uomini gli si avvicinano.
“Salve, siete il cacciatore di streghe vero?”
“Lo sono”.
“Avete sentito parlare di quello che è accaduto con Enzo, giusto?”
“L’omicidio di Enzo, certo”.
“Non è stato omicidio, è stata legittima difesa, Enzo ha aggredito mio figlio!” si scalda il più vecchio dei due.
“Voi c’eravate?”
“No ma Mauro è un bravo ragazzo, e lui e Enzo erano ottimi amici, è colpa di quella poco di buono di Elena, ha stregato Enzo e l’ha messo contro Mauro!”
“Un’accusa pesante, avete qualche prova?”
L’uomo si avvicina.
“Le prove dovete trovarle voi, Elena è chiaramente una poco di buono e forse una strega, andrebbe allontanata dal villaggio, sono disposto a ricompensarvi se questo accadesse”.
“Quanto?”
“100 scudi!”
“Ci penserò su” risponde Rinaldo e riprende a passeggiare.

33 - CORRUZIONE

Rinaldo passeggia per il forte, due uomini gli si avvicinano. “Salve, siete il cacciatore di streghe vero?” “Lo sono”. “Avete sentito ...


“E quindi avete avuto pioggia e smottamenti questo autunno?” Tina è a colloquio con Rosa.
“Si, come ogni anno, è la montagna”.
La donna prende una cassa di vasetti di miele, la solleva e la impila sulle altre.
“Ma voi non avete avuto nessun danno”.
Rosa si asciuga il sudore, mentre prende un’altra cassa.
“Ho avuto danni come tutti, mi sono rimboccata le maniche e ho pulito, poi ho ricominciato a lavorare”.
“E non sei sposata vero?”
Rosa fa un gesto col braccio a indicare la sua bottega, file di salami appesi, formaggi, miele.
“Ti pare che con un uomo tra i piedi avrei potuto fare tutto questo?”
Tina sorride.

32 - ROSA

“E quindi avete avuto pioggia e smottamenti questo autunno?” Tina è a colloquio con Rosa. “Si, come ogni anno, è la montagna”. La donna...

Otello sale svogliatamente sul motorino di servizio e lo accende. Stava comodo in ufficio a fare pause tra una pausa caffè e l’altra con l’aria condizionata a palla, mentre ora si trova a dover uscire in missione nel caldo pomeriggio romano.
D’altronde, ogni tanto deve pur dimostrare di averlo almeno un po’ meritato quel posto ai Vigili Urbani. Certo lui ha fatto il concorso e papà - il Senator Celletti - ha solo verificato che avesse vinto. Tutto qua. La Commissione già sapeva di che pasta era fatto Otello. Papà che conosceva bene i Commissari aveva speso parola.
Dal Comando Centrale gli hanno appena richiesto di fare un sopralluogo davanti al Centro Sociale della Borgatara, perchè gira voce che lì i ragazzi preparano la droga e poi la spacciano a scuola.
Sti drogati de mmerda…
Otello sbuffa dal comando fino a destinazione.

Il vecchio motorino sobbalza sulle buche sconnesse davanti al centro sociale. Otello parcheggia davanti ad un taxi che ha appena scaricato tre giovani rasta pieni di piercing che odorano di cannabis.
Sti drogati de mmerda… mo pure in taxi vanno in giro. Comunisti col rolex…
I tre stanno pigliando vari borsoni dal mezzo. Il tassista aspetta pazientemente che raccolgano le loro cose appoggiato alla fiancata del taxi, a coprire parzialmente il simbolo della Città di Roma mentre fuma una sigaretta.
Otello si avvicina e senza troppi preamboli in barba ad ogni procedura chiede: - Che c’è in quei borsoni?
Il tassista si scomoda e si frappone tra i tre ed Otello: - Ma che je rompi i cojoni, non vedi che son stranieri? Arrivano dall’aeroporto, son ragazzi… vengono a divertirsi nella Città Eterna!
In un moto di orgoglio, Otello si erge per un istante a difensore della legalità: - Sì ma a quanto pare in questo posto ci sono dei giri strani…
- Macché… secondo te se c’avevano giri strani passavano i controlli all’aeroporto? Rilassati…
Otello non se lo fa ripetere due volte e rinuncia immediatamente ad ogni fatica, optando invece per un controllo semplice e routinario, anche perchè approfittando dell’intromissione del tassista i tre giovani hanno preso le loro cose e si sono infilati veloci dentro il centro sociale.
- Vabbé. Però devo vedere i tuoi documenti. Licenza e patente.
- In arrivo…
Otello sbircia veloce solo il nome, scandendolo come fanno sempre i colleghi dell’Arma.
- Licenza numero 374/bis… Giuliano De Andreis…
- “Er Patata” per gli amici.
Otello gli restituisce i documenti senza ulteriori verifiche, congedandolo con un “tutto a posto”.
Quindi si sbriga a montare in sella al motorino per tornare nella frescura del suo ufficio.
Il tassista segue con lo sguardo l’allontanarsi del mediocre vigile urbano mentre finisce la sua sigaretta. Poi una chiamata al radiotaxi lo scuote, un nuovo cliente è in attesa.
Si fionda in macchina e parte di gran lena, senza accorgersi del borsone scuro dimenticato sul sedile posteriore.

1 - CENTRO SOCIALE BORGATARA

Otello sale svogliatamente sul motorino di servizio e lo accende. Stava comodo in ufficio a fare pause tra una pausa caffè e l’altra con l’a...

Questo nuovo resoconto nasce da una delle solite partite a Fiasco in cui non ci facciamo mancare nulla quanto a "politicamente scorretto".
Questa volta oltre ai soliti temi da disclaimer come violenza, abusi, droga e sesso, non abbiamo lesinato nemmeno sui peggiori luoghi comuni tipicamente italici (capirete leggendo) e questioni legate alla diversità.

E' implicito che il modo in cui tali temi vengono trattati non corrisponda alle mie idee, semmai all'esatto contrario. E' solo un gioco di ruolo, un "pretend to be", e non si vuole offendere nessuno, né tanto meno supportare certe idee.

Cito Nicholas che cita, che è sempre un bel citare:
Heinlein diceva che c'è un termine tecnico per chi confonde le idee di un personaggio con le idee dell'autore e tale termine è "idiota".
Fortunatamente nessuno dei frequentatori di questo blog lo è, ma purtroppo viviamo in un mondo dove è ancora necessario e doveroso fare certi disclaimer.
Buona lettura!

SI PUO' FARE - DISCLAIMER

Questo nuovo resoconto nasce da una delle solite partite a Fiasco in cui non ci facciamo mancare nulla quanto a "politicamente scorrett...


Al mattino vengono svegliate da un bussare insistente.
Rinaldo apre la porta e diverse persone entrano riparandosi dalla pioggia.
“Siete i cacciatori di streghe?”
“Ci sono streghe?”
“Vi manda la curia?”
“C’è il nuovo prete?”
“Siete venuti per l’omicidio?”
“Calma! Calma!” Rinaldo interrompe il vociare “ora ci mettiamo comodi e mi raccontate tutto”.

Un paio d’ore dopo Rinaldo ha la situazione più chiara e convoca il suo gruppo.
“Dunque pare che la situazione sia la seguente, due giorni fa un giovane ne ha ammazzato un altro durante una lite”.
“C’entra una donna?” chiede Giulio.
“Si, una certa Elena, fidanzata di Mauro, Mauro ha ucciso il suo amico Enzo”.
Rinaldo guarda il gruppo “alcuni dicono per colpa di Elena che tradiva Mauro con Enzo”.
“C’è altro?” chiede Giampiero.
“Una certa Rosa Limassi, mai sposata, gestisce una bottega di formaggi, non ha molte simpatie e nell’ultimo inverno, le lunghe piogge, la sua bottega è l’unica a non essere stata colpita dal fango e dall’acqua”.
Rinaldo beve un sorso d’acqua.
“Infine c’è la famiglia Geneaux, mezzi francesi, fanno lavoretti come braccianti, i figli sono ladruncoli, vivono nella sporcizia, non vanno mai a messa e pare che una di loro faccia le carte”.
“Zingari in pratica” commenta Giulio.
“Circa, in ogni caso dividetevi e cercate un po’ di voci, io come al solito vedo se qualcuno vuole venire a fare qualche delazione”.
“E il prete?” chiede Giampiero.
“Il prete è morto circa 6 mesi fa, hanno scritto alla diocesi per farsene mandare un altro ma la lettera pare fosse col carro che abbiamo trovato”.
“Questo spiega l’assenza di notizie”.
“Già, ora concentriamoci sul nostro lavoro”.

31 - VOCI

Al mattino vengono svegliate da un bussare insistente. Rinaldo apre la porta e diverse persone entrano riparandosi dalla pioggia. “Siet...


Fuori Giulio sta guardando il paese addormentato, Giampiero si avvicina e si accende una sigaretta.
“Bel posticino” commenta il converso.
“Si, Fenestrelle se la passa bene” Giulio indica le mura “il forte si estende per 3 kilometri lasciando ampi spazi per coltivare all’interno e tenere qualche animale, le mura sono spesse e tengono lontani i Morti e gli edifici in pietra sono caldi d’inverno”.
Giampiero annuisce.
“Ci sarà una strega nascosta?”
“Sono circa 80 persone. può essere come no, lo scopriremo”.
Poi Giampiero gli porge una sigaretta.
“Grazie, con i pochi soldi che guadagno non me le posso più permettere”.
Giampiero gliela accende.
Giulio lo guarda per qualche istante, poi si decide.
“Senti, tu non sei un semplice converso vero? Hai buon equipaggiamento e sai usare una spada”.
Giampiero non risponde.
“E che questo lavoro mi ha un po’ stufato e poi...” si ferma e tira dalla sigaretta.
“E poi?” lo incoraggia Giampiero.
“E poi qualcuno ce l’ha con noi”.
“Cosa intendi?”
“Ho sentito che la milizia ci cercava a Torino, per farci delle domande, io non ho fatto nulla di male, non vorrei beccarmi qualche incriminazione per quello che fa Rinaldo”.
Giampiero tira dalla sua sigaretta.
“Bhe potrei certamente mettere una buona parola con chi di dovere, non ti prometto la luna, ma abiti caldi e qualche soldo si, e se non hai fatto nulla di grave vedrai che nessuno ti chiederà conto”.
“Grazie!”
“Aspetta, in cambio mi devi aiutare”.
“Cosa devo fare?”
“Tieni d’occhio Tina, c’è qualcosa in lei che non mi convince”.
“Mmm d’accordo”.
Giulio butta la cicca e rientra mentre Giampiero se ne accende un’altra nel buio.

30 - OFFERTE

Fuori Giulio sta guardando il paese addormentato, Giampiero si avvicina e si accende una sigaretta. “Bel posticino” commenta il converso...


La pioggia sorprende il gruppo quando ormai sono in vista di Fenestrelle.
L’enorme fortificazione ha resistito bene al Risveglio, le mura sono solide e all’interno si vedono diverse luci e terrazzamenti protetti.
Sulla porta due guardie li fermano con le solite domande di rito.
Rinaldo riferisce anche della presenza di banditi sulla strada e di come un carro sia stato attaccato.
“Dannazione erano i Cecchi, stavano andando a Pinerolo!”
“Dobbiamo vendicarci, appena smette di piovere andiamo a prendere quei banditi!”
Guardano storto il gruppo.
“Non siamo cacciatori di uomini ma di streghe” taglia corto Rinaldo.
Il gruppo riceve una stanza in una struttura presso le mura e si prepara per la notte.
Igino si avvicina a Tina.
“Ho mal di testa”.
“Dovresti provare a resistere Igino, non puoi andare avanti così”.
“Per favore, mi fa tanto male”.
Tina prepara una siringa di morfina e la inietta a Igino.

29 - FENESTRELLE

La pioggia sorprende il gruppo quando ormai sono in vista di Fenestrelle. L’enorme fortificazione ha resistito bene al Risveglio, le mur...


Il gruppo risale il sentierino.
Dalle malghe alcuni uomini li osservano.
Arrivati vicino alle case un paio di uomini li aspettano con dei fucili in mano.
Dietro di loro un altro paio sta macellando una mucca vicino a un falò.
Rinaldo fa un cenno col capo.
“Salve”
“Buongiorno” risponde uno dei due uomini.
Dietro un terzo uomo prende una gallina e con un gesto veloce le tira il collo.
“Ci chiedevamo, avete per caso visto un carro?”
“No”
“Abbiamo trovato un carro sulla strada...”
“Non abbiamo visto nessun carro”.
Dietro l’uomo seduto tira il collo a un’altra gallina.
“Capisco”
Rinaldo guarda le loro armi.
“Bhe immagino che allora non ci resti che metterci in marcia, manca molto a Fenestrelle?”
“No”
“Bene...” Rinaldo fa cenno ai suoi e si incamminano lungo il sentiero.
“Ce ne andiamo così” bisbiglia Giampiero.
“Stai zitto e cammina”.
Dopo pochi minuti sono di nuovo sulla strada e riprendono la loro marcia.

28 - BANDITI

Il gruppo risale il sentierino. Dalle malghe alcuni uomini li osservano. Arrivati vicino alle case un paio di uomini li aspettano con d...


Dopo una decina di minuti appaiono un paio di malghe sul lato della valle, un sentiero si stacca dalla strada principale e risale la montagna fino alle case.
Un filo di fumo si alza nel cielo terso.
Il gruppo si ferma.
“Che si fa?” chiede Giulio.
“Bhe direi di andare a vedere, potrebbero sapere qualcosa del carro che abbiamo trovato” risponde Rinaldo
“Sempre che non siano loro che hanno rapinato quella gente”.
“Non siamo qui per portare la giustizia terrena, ma quella divina” ribatte Rinaldo.
“Sono loro che hanno spogliato quella ragazza e ucciso quel bambino?” chiede Igino.
“Forse” risponde Rinaldo.
“Non dovremmo punirli?”
“Non preoccuparti Igino, andiamo intanto vedere chi sono”.

27 - MALGHE

Dopo una decina di minuti appaiono un paio di malghe sul lato della valle, un sentiero si stacca dalla strada principale e risale la mont...


“Fermi!”
Giulio fa fermare il gruppo alzando il pugno.
Sulla strada sono apparse tre figure umane che scendono verso i pg.
“Sembrano Morti, nascondiamoci”.
Il gruppo segue il cacciatore di morti nel bosco.
Dopo alcuni minuti passano davanti a loro tre Morti, due uomini e una donna.
Gli uomini hanno abiti semplici, la donna è completamente nuda, tutti hanno un foro di pallottola in testa.
Dopo che li hanno superati il gruppo esce e riprende la strada.
Circa dieci minuti dopo appare un carro in mezzo alla pista.
Si avvicinano.
Diversi fori di pallottola sul legno, l’interno è vuoto ma rimane qualche rapa e qualche cipolla sul pianale.
In terra orme di diverse persone.
“Signor Pautasso” chiama Giulio.
Rinaldo si avvicina, nei cespugli c’è un ragazzino steso a terra con un buco in testa, non si muove ma continua a masticare qualcosa di invisibile.
“Una larva”.
“Io non ce la faccio signor Pautasso”.
Rinaldo gli prende l’accetta dalle mani.
“Vai con gli altri Giulio, qui ci penso io”.

26 - VITTIME

“Fermi!” Giulio fa fermare il gruppo alzando il pugno. Sulla strada sono apparse tre figure umane che scendono verso i pg. “Sembrano...


Dopo un paio di chilometri il gruppo si ferma e Tina si da da fare con i feriti.
“Un animale risvegliato?” chiede incredulo Giulio.
“Parrebbe, ma teniamo questa cosa per noi” ribatte Rinaldo “la dottrina della Chiesa è chiara, gli animali non si risvegliano, solo gli uomini, per risvegliarti ci va l’anima”.
“Non avevo mai visto nulla di simile” commenta Giulio.
Igino accarezza il ciuco spaventato.
Tina pulisce le ferite di Giampiero, il ragazzo stringe i denti dal dolore ma Tina è veloce è precisa e in breve tempo ricuce gli strappi.
“Fatto” dice soddisfatta “però viaggia sul ciuco, è una brutta ferita e non devi fare sforzi”.
Gli da una boccetta.
“Antibiotico, prendilo per i prossimi 5 giorni”.
“Grazie, sei davvero brava, credevo di morire”.
“Era meno brutta di quello che sembrava, in ospedale ho visto di peggio”.
“Bhe, in ogni caso grazie, mi hai salvato la vita”.
“Esagerato!” risponde la ragazza.
Poi gli sorride, si alza e va a lavarsi le mani nel Chisone.
“Bene se siamo tutti pronti mettiamoci in marcia” comanda Rinaldo “di strada ce ne è ancora tanta”.

25 - FERITE

Dopo un paio di chilometri il gruppo si ferma e Tina si da da fare con i feriti. “Un animale risvegliato?” chiede incredulo Giulio. “...


Il gruppo concentra sulla creatura un nutrito fuoco, la doppietta di Giampiero, la Bodeo di Igino e Giulio, il revolver di Tina e la Beretta di Rinaldo tempestano la creatura di piombo.
Diversi colpi vanno a segno ma la bestia non rallenta nemmeno piombando in mezzo al gruppo.
Con una zampata manda Giulio all’aria, l’uomo rotola e cade diversi metri più in la.
Giampiero scarica la sua doppietta in faccia alla creatura aprendogli il cranio.
Per tutta risposta la bestia morde il converso al ventre e lo solleva da terra.
Giampiero urla disperato mentre la doppietta cade in terra,
Rinaldo e Tina sparano al corpo della bestia.
L’orso apre le fauci facendo cadere Giampiero.
Igino spara ancora con la sua Bodeo, la denotazione copre ogni altro suono.
Giampiero allunga la mano verso la doppietta caduta, la afferra e la scarica sulla bestia.
Il colpo sfonda gli intestini della creatura che cadono sulla strada.
L’orso da una zampata a Igino buttandonolo a terra.
Giulio si rialza e continua a sparare.
La raffica successiva distrugge quel che resta della testa della creatura.
“Scappiamo” urla Rinaldo.
Il gruppo si mette a correre trascinando il ciuco mentre l’orso si aggira senza testa.

24 - L'ORSO

Il gruppo concentra sulla creatura un nutrito fuoco, la doppietta di Giampiero, la Bodeo di Igino e Giulio, il revolver di Tina e la Bere...


Fa molto caldo, il sole picchia e spesso il gruppo si ferma a rinfrescarsi il viso nel Chisone.
La marcia prosegue tranquilla con Giulio e Giampiero in avanscoperta.
“Quindi vi capita spesso di bandire le streghe?” chiede il converso.
“Si, abbastanza spesso, se non sono una minaccia o non sono guidate dalla malvagità è sufficiente, stai tranquillo che Igino fa passare loro la voglia di tornare”.
“E ne avete mai uccise?”
“Solo un paio, uno spettacolo che mi risparmio volentieri”.
Giulio incespica.
“Dannati scarponcini larghi!”
Guarda gli stivali di Giampiero in pelle morbida.
“Però, la curia vi tratta bene”.
“Bhe sull’equipaggiamento non lesina, sul resto invece...” guarda verso Rinaldo “e il tuo capo vi tratta bene?”
“Ci da di che mangiare, anche se il mangiare è quasi sempre pane duro e carne secca, l’equipaggiamento ce lo paghiamo noi e la paga è bassa, non è una gran vita, contando che rischiamo di morire a ogni missione”.
Giulio sputa per terra a sottolineare il suo disappunto.
“Eppure la curia paga bene, so che garantisce 200 scudi per ogni villaggio dove sia stata neutralizzata una strega” dice Giampiero.
“Immagino paghi bene, solo che Rinaldo non ci da che gli spiccioli, è qualche tempo che accumula tutto quello che riesce, non capisco perchè, forse vuole ritirarsi”.
Giampiero si ferma.
“Orso!”
Un grosso orso sta pescando qualcosa dal Chisone.
I due si fermano mentre il resto del gruppo si avvicina.
L’orso continua a tirare zampate all’acqua.
“”Che si fa? chiede Giampiero.
L’orso gira la testa verso di loro, metà del muso è devastato al punto che si intravede il teschio..
“Ma che cazz-”
“Ma come fa a essere vivo?!”
L’orso carica verso di loro.

23 - SULLA STRADA

Fa molto caldo, il sole picchia e spesso il gruppo si ferma a rinfrescarsi il viso nel Chisone. La marcia prosegue tranquilla con Giulio...


Al mattino dopo c’è un bel sole caldo.
il gruppo si sveglia tardi dopo la lunga nottata.
Rinaldo si fa consegnare da don Luca una lettera che sancisce il lavoro svolto, diversi abitanti ringraziano e regalano salumi e formaggi al gruppo.
Solo l’oste e suo figlio non sono presenti.
A metà mattinata il gruppo riparte.

“Dormito bene?” chiede Tina a Giulio.
“No, mi sono svegliato spesso, strani sogni, inquietudini… e tu?”
“Lo stesso, mi spiace per quella ragazza, era una strega certo ma se ne rendeva davvero conto? Ha solo qualche anno più di me...”
“Non pensiamoci più” taglia corto Giulio.

22 - RICOMPENSA

Al mattino dopo c’è un bel sole caldo. il gruppo si sveglia tardi dopo la lunga nottata. Rinaldo si fa consegnare da don Luca una lette...


Alla porta l’excurbites di guardia li osserva.
“Era una strega dunque?”
“Lo era” risponde Rinaldo.
“E cosa farete?”
“Il mio uomo la porterà fuori dal villaggio e le farà passare la voglia di tornare a corrompere questi luoghi, i lupi finiranno il lavoro”.
Il ragazzo rabbrividisce e poi si fa da parte.
I due uomini fanno qualche passo poi Rinaldo si mette una mano in tasca e tira fuori una decina di scudi e li da alla ragazza, le mette a tracolla una bisaccia.
“Dentro c’è pane e carne secca, un po’ di formaggio, Igino ti accompagnerà fino alla strada, da li poi prendi per Pinerolo, non tornare, ti ucciderebbero, a Pinerolo di che sei stata attaccata dai banditi”.
La ragazza annuisce senza rispondere.
“Non parlare a nessuno del tuo passato, i tuoi errori sono perdonati, puoi ricominciare una nuova vita”.
Si volta verso Igino.
“Accompagnala fino alla strada, intanto dico a Tina di prepararti la morfina”.
Quindi torna verso la porta.
Igino prende la ragazza sottobraccio e si incammina nel buio.




21 - BANDITA

Alla porta l’excurbites di guardia li osserva. “Era una strega dunque?” “Lo era” risponde Rinaldo. “E cosa farete?” “Il mio uomo la p...


È notte fonda.
Rinaldo è nella vecchia sala comunale, le braci del fuoco illuminano il volto stanco e pensieroso.
Da dietro una porta di legno si sentono solo più dei singulti.
La porta si apre e appare Igino, il suo grembiule di cuoio è sporco di sangue e altri liquidi.
“Come stai?” chiede Rinaldo.
“Ho tanto mal di testa”.
“Coraggio è quasi finita”.
Si alza e va a chiamare Giampiero.
Poco dopo i tre sono nella saletta, Chiara è abbandonata sulla sedia, il volto tumefatto, due dita rotte e una bruciatura intorno all’occhio sinistro.
Nessuno degli uomini la guarda.
Giampiero scrive quello che Igino riferisce.
“Ha confessato di aver fatto un rito per far sì che Giovanni si innamorasse di lei”.
“Perchè l’ha fatto?”
“Dice che voleva avere protezione per sé e per la sua famiglia, questi posti sono poveri, avere un excurbites dalla propria parte aiuta”.
Giampiero annota.
“Ha raccontato di aver sentito una voce, una sera, che l’ha spinta a spogliarsi andare nei boschi”.
“E cosa è successo?”
“Non ricorda altro, solo che si è svegliata la mattina poco lontana dalla palizzata ed è subito tornata a casa”.
Rinaldo guarda verso la ragazza.
Il corpo esile è scosso dai un singhiozzi, vicino ai suoi piedi si raccoglie una piccola pozza di sangue.
“Che succede adesso?” chiede Giampiero.
“E delle mucche che ha detto?” continua Rinaldo.
“Che non ne sa nulla, che non voleva fare nulla, era solo spaventata”.
“E le credi?”
Igino sta per rispondere poi si porta le mani alla testa.
“Ho mal di testa!” urla.
Giampiero fa un passo indietro.
Rinaldo gli mette una mano sulla spalla.
“Tranquillo Igino, hai fatto un ottimo lavoro, tra poco andiamo a dormire”.
“Cosa facciamo adesso?” torna a chiedere Giampiero “È una strega!”
Rinaldo lo guarda “È una strega, ma voleva davvero fare il male? È colpa sua se qualcosa l’ha chiamata dai boschi? O se voleva proteggere la sua famiglia?”
Giampiero rimane interdetto.
“È una minaccia, questo è certo, la bandiremo dal villaggio” conclude Rinaldo.
Torna da Igino, insieme sollevano la ragazza che si regge a malapena in piedi.
Rinaldo la aiuta a infilarsi gli scarponcini, poi le mette una coperta pesante sulle spalle.
Igino la fa appoggiare a se e insieme escono dal municipio e si dirigono verso una delle porte.

20 - CONFESSIONE

È notte fonda. Rinaldo è nella vecchia sala comunale, le braci del fuoco illuminano il volto stanco e pensieroso. Da dietro una porta d...


Rinaldo sta continuando a interrogare Chiara quando il gruppo rientra.
I due riferiscono cosa hanno visto.
Rinaldo si gira verso Igino “Chiedi agli excurbites di lasciarti una stanza del municipio”.
Igino si alza, prende la sua grossa borsa di cuoio nero e esce nel temporale.
“Che succede?” chiede Chiara preoccupata.
“Dobbiamo accertarci che tu ci stia dicendo tutta la verità”.

19 - INTERROGATORIO

Rinaldo sta continuando a interrogare Chiara quando il gruppo rientra. I due riferiscono cosa hanno visto. Rinaldo si gira verso Igino ...