Franco si rigira nel letto. Nonostante la mezzanotte sia passata da un pezzo gli eventi degli ultimi giorni lo innervosiscono e non gli permettono di prendere sonno.
Si alza ed accende la TV nella speranza di vedere qualche stupido programma che lo aiuti a rilassarsi, ma non è così.
Sullo schermo in alto a sinistra c’è uno strano segno, come un graffio.

SCENA 11

Franco si rigira nel letto. Nonostante la mezzanotte sia passata da un pezzo gli eventi degli ultimi giorni lo innervosiscono e non gli pe...

Sono passati tre giorni dal giorno dell’incidente, ma Sara è ancora indispettita per il presunto sgarbo di Franco.
La sera a casa di lei, i due cenano senza fame.
– Te l’ho già detto Sara, e mi sono già scusato un centinaio di volte. Sarà per via delle pratiche per il divorzio, ma ultimamente mi sento parecchio stanco e stressato, e purtroppo la cosa mi sta giocando dei brutti scherzi.
Sara fa spallucce infilzando un paio di zucchine, come a intendere che è acqua passata, ma il broncio sul suo volto dice l’esatto contrario.
– Comunque hanno usato delle foto orribili per quel pezzo. Ne ho parlato ieri con Giovanni, e dirla tutta ha liquidato la cosa velocemente,  era un pezzo di poco conto e l’ha assegnato a Federico.
– Se mi avessi chiamato non sarebbe stato un articolo da nulla, e probabilmente avrebbero usato foto migliori! ¬– risponde stizzita Sara – Quell’imbecille di Giovanni non ha ancora capito che è la cronaca locale che tiene in piedi il quotidiano, e lui cosa fa? Appioppa questi articoli ad uno dei peggiori redattori del giornale!
Sara molla le posate nel piatto e si alza.
– Esco a fumare una sigaretta, tu sparecchia per favore.
Franco scuote la testa, valle a capire le donne. Sara è impulsiva e focosa, ed è questo quello che gli piace di lei. Ma il rovescio della medaglia sono queste reazioni sproporzionate ed eccessive.
Raccoglie meccanicamente gli avanzi perso nei suoi pensieri.
Il giudizio di Sara riguardo a Giovanni gli rimbomba nella mente. Il capo non è uno stupido sa benissimo che la cronaca locale conta nell’economia della testata.
Possibile che abbia intenzionalmente assegnato una notizia potenzialmente interessante a qualcuno che sapeva non ne avrebbe cavato fuori niente?
Franco scaccia subito quella riflessione paranoica. Ma che diavolo mi viene in mente? Forse ho davvero bisogno di una pausa…

Un paio d’ore più tardi rientra a casa. Sara ha sbollito un po’, ma non era il caso di restare da lei a dormire.
Non ha sonno, e quindi fa la cosa peggiore per chi dovrebbe accingersi a riposare: accende il PC.
L’intenzione è di dare un’occhiata alla posta elettronica e a Facebook, ma poi si ritrova ad aprire il browser e digitare “TPK autotrasporti” nel motore di ricerca. Ricerca che nonostante tutto non dà risultati apprezzabili.

SCENA 10

Sono passati tre giorni dal giorno dell’incidente, ma Sara è ancora indispettita per il presunto sgarbo di Franco. La sera a casa di lei,...

Franco fa ondeggiare una penna tra le dita.
E’ tardi e fuori è buio. E’ ancora in redazione, c’è restato tutto il pomeriggio senza riuscire a combinare nulla. Quella stranezza l’ha davvero disturbato.
E poi tutti quei dettagli che ricorda: il liquido giallo, la stradina, l’autista “scomparso”. Lui era lì, ancora prima che arrivassero i soccorsi.
Riprende per l’ennesima volta il giornale del giorno prima.
Rifletti Franco, rifletti. L’articolo non parla del destino dell’autista, però… deve pur esser stata fatta una denuncia… certo che è scritto proprio male… qualcuno deve essersene occupato qui in redazione...
Franco scatta in piedi e va deciso verso l’ufficio di Giovanni. Bussa.
– Avanti.
Quando apre la porta viene investito dal fumo che invade la stanza. Non trattiene un colpo di tosse.
Giovanni sta digitando freneticamente sulla tastiera, con la sigaretta che gli pende dalle labbra e il fumo che sale tra gli occhi e le lenti degli occhiali da vista.
– Ciao Giovanni, scusa il disturbo, ricordi l’incidente del tir per cui mi hai chiamato un paio di giorni fa? Sai per caso cosa ne è stato dell’autista?
Giovanni non smette di scrivere: – Ma che ne so… alla fine era solo un banale incidente, non l’ho trovato un pezzo particolarmente interessante e l’ho sbolognato a Federico.
Bene… il coglionazzo della redazione pensa Franco.
– Lo sai come sono questi articoletti da cronache locali, bisogna riempire le pagine e per farlo sono meglio un paio di foto belle grandi rispetto a ciò che c’è scritto.
– Sì ma ricordi qualcosa riguardo all’autista? Federico ti ha riferito cosa si è fatto?
– Sì mi ricordo che era un coglione. Perché uno che guida, guarda lo smartphone e si ribalta è un gran coglione! E’ andata bene che era prima mattina e nessun altro è rimasto coinvolto – risponde deciso Giovanni, senza togliere lo sguardo dallo schermo del computer.
– Ok Giovanni, grazie. Ti saluto, io vado a casa.
Franco raccoglie la sua roba in ufficio e riflette: probabilmente è troppo stressato e sta ingigantendo un evento di poco conto. Forse è il caso che lasci perdere tutta questa faccenda.
Esce e fa per salire sul suo maggiolone quando un camion passa proprio lì davanti, perfettamente identico a quello che si è ribaltato. Sul cassone, a caratteri cubitali, spiccano le lettere "TPK".
Franco rimane di sasso sotto una fastidiosa pioggerellina nel buio della sera.
Gli è sembrato che non ci fosse nessuno alla guida di quel camion.

SCENA 9

Franco fa ondeggiare una penna tra le dita. E’ tardi e fuori è buio. E’ ancora in redazione, c’è restato tutto il pomeriggio senza riusci...

Quando Franco arriva in redazione, questa lo accoglie con la consueta frenesia del pomeriggio, quando la linea editoriale del giorno dopo è stata decisa e tutti sono indaffarati nel loro lavoro.
Saluta con un cenno della mano quelli che incrocia fino alla sua scrivania. Accende il PC, collega la macchina fotografica ed inizia a scaricare un po’ di foto di prova fatte al mattino, dopo che Vittorino gli aveva detto che era tutto a posto.
Quando finalmente apre le immagini sullo schermo, tutte hanno lo stesso identico segno in alto a sinistra.

SCENA 8

Quando Franco arriva in redazione, questa lo accoglie con la consueta frenesia del pomeriggio, quando la linea editoriale del giorno dopo ...

Franco arriva sul luogo dell’incidente nel primo pomeriggio. I dubbi l’hanno roso per tutta la mattinata, per cui sbrigate le altre faccende si è affrettato a tornare a dare un’occhiata.
Il sole della mattina è durato poco, lasciando spazio ad una nebbia fastidiosa e spessa che sale dai campi.
Si ferma al margine della strada, mette le quattro frecce, indossa il giubbino catarifrangente e si avvia a piedi in cerca della stradina notata un paio di giorni prima. Il traffico pesante gli ruggisce a fianco mentre percorre i pochi metri necessari. La stradina è sempre lì, ma niente tracce evidenti, né del camion né di altri passaggi. Più che una strada sembra un sentiero di delimitazione tra due campi. Se la ricordava più larga.
Franco torna sulla tangenziale, dove constata che non ci sono più tracce della sostanza gialla sull’asfalto, sebbene si senta nettamente quell’odore putrescente che aveva già avvertito la prima volta.

SCENA 7

Franco arriva sul luogo dell’incidente nel primo pomeriggio. I dubbi l’hanno roso per tutta la mattinata, per cui sbrigate le altre faccen...

Un cicalino suona quando Franco entra nel negozio ben allestito di Vittorino, da sempre il suo ottico di fiducia. In pochi secondi un uomo sulla sessantina esce dal retro, gli occhiali appoggiati sulla punta del naso.
– Ehilà Franco, come va?
– Mah… solito direi, un po’ stanco.
– Dai, tirati su, guarda che bella mattina, sole e niente nebbia. L’ideale per fare foto del paesaggio autunnale delle nostre campagne. Beh, non voglio farti perdere tempo: di cosa hai bisogno?
Franco descrive il problema del segno nell’obiettivo della macchina fotografica. Il tecnico la esamina attentamente in silenzio per alcuni lunghi momenti prima del suo verdetto.
– Mah, a quanto pare non c’è nulla fuori posto. Un difetto come quello che dici tu sarebbe stato subito visibile. Guarda che è facile che te lo sei immaginato! – commenta scherzosamente Vittorino.
Quest’ultima affermazione dell’ottico lascia Franco interdetto: possibile che sia accaduta la stessa cosa il giorno dell’incidente, che si sia immaginato di vedere cose che non c’erano e non notarne altre? Ripensandoci, tutto ciò che ricorda sembra ovattato in un’atmosfera confusa. Che la causa di questi episodi siano la stanchezza e lo stress per il divorzio?
Franco si scuote. Non può essere così. O meglio, forse è vero per il segno sull’obiettivo e l’autista, ma non per il liquido giallo, che è più che sicuro di aver visto.
– Qualcosa non va?
– No, no… tutto a posto Vittorino grazie, ero solo sovrappensiero. Cosa ti devo per il disturbo?
– Ma niente figurati. Ci vediamo.


SCENA 6

Un cicalino suona quando Franco entra nel negozio ben allestito di Vittorino, da sempre il suo ottico di fiducia. In pochi secondi un uomo...

 Franco si adagia sulla poltrona, lo stereo diffonde una musica bassa d’atmosfera. Stringe tra le mani un bicchiere di brandy alla temperatura ideale. Attende questo momento serale tutto suo per l'intera giornata, per abbandonarsi ai suoi pensieri.
Quasi subito dopo il primo sorso, la memoria corre alle foto di ieri mattina: si allunga e prende il quotidiano odierno dal tavolino del salotto, lo sfoglia fino alle pagine della cronaca locale. Perché hanno scelto proprio la foto più insignificante per l’articolo? E’ convinto di averle scattate in modo impeccabile, di aver preso i dettagli e tutte quelle cose che invece nell’articolo non vengono menzionate…
L’autista…
Franco rimane di sasso. Impeccabile eh? Improvvisamente si rende conto di non aver nemmeno fotografato l’autista del tir. Anzi a dire il vero non si ricorda aver visto nessun autista. Possibile che sia stato così distratto da perdersi un simile particolare?

SCENA 5

 Franco si adagia sulla poltrona, lo stereo diffonde una musica bassa d’atmosfera. Stringe tra le mani un bicchiere di brandy alla tempera...

Franco si affaccia sulla piazza del paese dove vive, armato di macchina fotografica. E’ una piazza insolitamente grande, ma la sua dimensione è mitigata dal parco che la riempie per la quasi totalità, dove torreggiano alberi imponenti che spezzano la visuale. Tutto attorno, nelle aree pavimentate, una strada di accesso e posteggi per le auto, circondati da qualche negozio e abitazioni a due piani.
Un timido sole pomeridiano fa capolino attraverso il cielo grigio.
Franco sbuffa. Giovanni l’ha incaricato di fotografare l’immondizia che rimane dopo il mercato cittadino, perché da molte segnalazioni pare che la nettezza urbana non faccia bene il proprio lavoro.
Non proprio un compito eccitante, ma in periodi di crisi meglio prendere tutto ciò che arriva.
Scatta noiosamente le foto mentre un netturbino lo guarda storto, ma dopo un poco nota nell’oculare uno strano segno, come un graffio, in un angolo della visuale. Gira la macchina, pulisce l’obiettivo, lo smonta e lo rimonta. Sembra tutto a posto ma il segno è ancora lì.
Il netturbino si avvicina minaccioso, Franco mette via l’attrezzatura e se ne va.

SCENA 4

Franco si affaccia sulla piazza del paese dove vive, armato di macchina fotografica. E’ una piazza insolitamente grande, ma la sua dimensi...

La mattina seguente Franco sorseggia tranquillo un caffè al bar dell’angolo vicino a casa sua, mentre sfoglia la copia del giornale lasciata su un tavolino a beneficio dei clienti.
Si sofferma sull’articolo dell’incidente nella sezione delle cronache locali. Sono state usate un paio delle sue foto, ma in nessuna delle inquadrature si notano il liquido giallo o la stradina laterale.
Ma del resto perché dovrebbero interessare un piccolo sversamento o una stradina di campagna? pensa riflettendo sulla poca importanza di ciò che aveva notato sul luogo del ribaltamento.
L’articolo è banale e sintetico, le forze dell’ordine ipotizzano tra le cause la velocità eccessiva ed il fatto che il conducente stesse probabilmente usando lo smartphone. Non viene fatta menzione di ciò che trasportava il camion.
Franco chiude il giornale, paga ed esce.

SCENA 3

La mattina seguente Franco sorseggia tranquillo un caffè al bar dell’angolo vicino a casa sua, mentre sfoglia la copia del giornale lascia...



La vita in città scorre placida, immersa nella foschia autunnale attraverso la vetrina del bar in cui Franco attende Sara per la pausa pranzo. La provincia è così, e contrasta con il rumore frenetico delle tazzine di caffè servite al banco a bancari con i minuti contati.
Il profumo di piadine e panini vari che riempie l’ambiente viene spostato dall’aria fredda che filtra dalla porta quando Sara fa il suo ingresso indossando un inutile paio di occhiali da sole.
Collega, amante e attuale compagna. Nonché principale causa del naufragio del suo matrimonio.
– Potevi dirmelo – esordisce indispettita.
– Cosa?
– L’incidente. Avrei potuto raggiungerti, fare interviste ai testimoni, prendere l’articolo. E invece l’ho saputo troppo tardi. Dovevi chiamarmi subito.
– Non ci ho pensato onestamente, Giovanni mi ha colto un po' di sorpresa.
­– Lo sai che sto cercando più visibilità al giornale, era una buona occasione.
– Hai ragione, scusa. Ma non mi sembra il caso di fare una scenata per un articoletto da poco. Non ho voglia di discuterne ora.
– E invece sarebbe il caso, perché mi sembra che tu a volte sia perso, assente e che non pensi a noi come coppia.
– Lo sai che non è così. Sai anche che non è un buon momento e che il divorzio mi causa non poche preoccupazioni.
– Dovrebbe togliertele le preoccupazioni, non fartele venire.
– Ho capito. Meglio che vada ora. Ci sentiamo.

SCENA 2

La vita in città scorre placida, immersa nella foschia autunnale attraverso la vetrina del bar in cui Franco attende Sara per la paus...

La sveglia suona fastidiosa e monotona, i led rossi nella vista appannata segnano le 6:50.
Franco la spegne con un gesto stanco e secco sul pulsante superiore.
Si trascina in bagno, piscia ad occhi semichiusi.
Poi finalmente prende a piene mani l’acqua fredda dal lavandino e si lava la faccia. Il vero risveglio.
Si asciuga, solleva gli occhi e si osserva riflesso nello specchio. Li dimostra tutti i suoi 45 anni, forse anche qualcuno in più. Le pratiche per il divorzio lo stanno invecchiando rapidamente.
Prende spazzolino e dentifricio, il gusto di menta gli invade la bocca scacciando gli ultimi residui di sonnolenza.
Squilla il cellulare. Risciacqua e torna in camera: è Giovanni, il caporedattore del giornale di provincia per cui lavora di solito.
– Ciao Franco, senti un po’, si è ribaltato un tir sulla nuova tangenziale vicino al tuo paesello, vedi di andare al volo a fare qualche foto visto che abiti lì vicino… clic.
Buongiorno, ciao, come stai… niente smancerie. Come sempre. Dura la vita del fotografo freelance.
Franco si veste ed esce frettolosamente nella nebbia leggera di metà ottobre, prende il suo vecchio maggiolone e si dirige sul posto.

Il luogo dell’incidente si trova poco dopo l’imbocco della vecchia statale sulla tangenziale, in prossimità della discoteca in cui passava le domeniche pomeriggio da ragazzino. L’edificio, visto di giorno, ha un non so che di triste e fatiscente.
Poco distante nota una stradina di campagna sterrata, il fango solcato dalle tracce di un mezzo pesante, che s’immette direttamente sulla via di scorrimento veloce. Non ci aveva mai fatto caso senza fermarsi, probabile residuo di lavori fatti in modo approssimativo.
Il camion, inclinato sul fianco, ha perso dal cassone una chiazza di liquido giallo dall’odore marcescente. Non ci sono segni evidenti sull’asfalto, i soccorsi non sono ancora sul posto.
Franco scatta le sue foto quasi sovrappensiero mentre arrivano vigili del fuoco e carabinieri, quindi fatto il suo lavoro si allontana per non intralciare.
Riprende la macchina ed in meno di mezz’ora è in redazione, dove consegna le fotografie per l’online e la versione cartacea di domani, prima di occuparsi di altre faccende.

SCENA 1

La sveglia suona fastidiosa e monotona, i led rossi nella vista appannata segnano le 6:50. Franco la spegne con un gesto stanco e secco s...

Ed ecco il nuovo One Shot online in tutto il suo splendore!
Mi sono dovuto imparare un bel po' di cosette su HTML e CSS per metter mano al template che avevo scelto e renderlo funzionale al nuovo corso del blog, ma il risultato finale mi soddisfa.
E' ovvio che però sarà il parere dei lettori a farla da padrone: suggerimenti e critiche sono benvenuti, su ogni aspetto del nuovo template, dalla grafica alla disposizione degli elementi nella sidebar (es. preferite l'archivio in basso o in alto? Il blogroll prima o dopo? E perché?)
Ho bisogno dei vostri suggerimenti per perfezionare il risultato!

Nel frattempo queste sono le principali feature del nuovo One Shot 2.0:
  • Nuovo header più stiloso (yeah!)
  • Razionalizzazione delle etichette dei post e colori univoci per facilitare il colpo d'occhio
  • Menu di navigazione - più facile filtrare per Storia, Recensioni, GM tips
  • Nuova pagina dei Download, dove scaricare tutte le avventure pubblicate (ho anche aggiunto lo scenario per DWIWW che non avevo mai pubblicato)
  • Elenco dei post su due colonne, su ogni thumbnail:
    • etichetta colorata univoca della storia
    • simbolo in basso a destra del sistema di gioco utilizzato
  • Nella sidebar:
    • Commenti recenti che presto dovrebbero tornare a funzionare (abbiate pazienza... e non badate ad eventuali commenti strani di prova che dovessero comparire :D)
    • Loghi dei sistemi di gioco con descrizione a scomparsa
    • Blogroll e link a siti amici (devo aggiungerne ancora qualcuno...)
    • Archivio dei post
A questo punto siamo pronti a partire, anche se manca ancora la gestione dei canali social... ma intanto torniamo online, un passo alla volta!
A brevissimo inizierò a postare un resoconto di una partita a Touched by Evil, per cui restate sintonizzati. E se volete partecipare come autori non esitate a farvi avanti!

ONE SHOT E' MORTO! VIVA ONE SHOT!

Ed ecco il nuovo One Shot online in tutto il suo splendore! Mi sono dovuto imparare un bel po' di cosette su HTML e CSS per metter ...