08 - GONE MAD

Message to Bears - Mountains    

07 - LEFT BEHIND

LiQWYD - View  

06 - FAKE ACCOUNT

Glories - Far From Houses, Far From Doors  

05 - DRIPPING DAGGER

Glories - As Walls Keep Shifting    

04 - DOUBTS

Message to Bears - Find Our Way Home  

03 - LEAVING

Glories - We Will All Go Together  

02 - GIRLS LIKE THIS

Syd Matters - To All of You  

01 - MISSING

Justin LaPoint - Dead Man Walking  

Silent Falls è una piccola cittadina costiera a ridosso della foresta nel cuore della California Settentrionale. E' un posto tranquillo, ma dopo la recessione di alcuni anni fa, le persone non sono più amichevoli come erano solite essere. Sono stati anni duri per tutti.
 
Il principale liceo in città, la Franklin Academy, si trova incastonato tra le colline boschive ad est. E' l'ultimo giorno prima della pausa invernale, e gli studenti si mischiano nei corridoi, scrollandosi un po' di nevischio dalle giacche. C'è freddo oggi.
 
In fondo al corridoio principale, oltre la misera teca dei trofei e la decalcomania scrostata della Franklin Academy attaccata al muro, c'è una bacheca. Un gruppetto di studenti si è radunato lì attorno, dove sono appesi vecchi volantini delle elezioni studentesche, iscrizioni per la squadra di football e promemoria dell'imminente ballo dell'ultimo anno. Ma quando gli studenti si spostano, il nostro sguardo cade sul volantino attorno a cui tutti si accalcavano.
Alice è scomparsa. 
 

Questo che avete appena letto è il preambolo di uno dei giochi che mi ha maggiormente colpito quest'anno: Alice is Missing
 
Questo gioco è un silent RPG, in cui i giocatori interpretano degli adolescenti che comunicano solo attraverso una chat stile gruppo Whatsapp. Il tutto quindi si svolge senza che i giocatori si parlino come normalmente avviene in tutti gli altri gdr.
Dopo una fase preparatoria e complice una colonna sonora toccante che accompagna per tutta la durata del gioco, si va a sviluppare un racconto drammatico che può ricordare videogiochi quali Life is strange o serie come Twin Peaks per certi versi.
 
Non starò a spiegare quali sono le meccaniche attraverso cui tutto ciò avviene. Basti sapere che attraverso l'estrazione di alcune carte lungo tutti i 90 minuti del gameplay i giocatori ricevono degli "indizi" con cui  si andrà man mano a svelare la verità sulla scomparsa dell'amica. Il tutto mentre, vista la drammaticità dell'evento vengono portati sulla chat comune i sentimenti, i segreti, i rancori di ognuno dei personaggi. 

Ho deciso di riportare qui sul blog una delle chat che sono nate da una sessione giocata sul server discord di Blood Manor Games (alla quale peraltro ha partecipato anche Nicholas 😁), presa praticamente tal quale. Di certo non rende come la frenetica chat a scorrimento che viene a crearsi in partita, in cui i messaggi si incrociano, si confondono caoticamente mentre la vicenda si evolve.
Tuttavia spero possa comunque dare il senso di quello che questo gioco permette di vivere, un'esperienza di immersione completa, in cui ci si cala totalmente nei panni di in un'altra persona per un'ora e mezza.
Inoltre, una volta terminato il racconto, nell'ultimo post trascriverò gli ultimi messaggi vocali che ogni personaggio ha mandato ad Alice prima della sua scomparsa: ci ricorderanno da dove sono partiti, e forse ci diranno qualcosa di più sul rapporto tra Alice ed ognuno di loro.
Suggerisco infine di leggere i post che emulano la nostra chat di gruppo usando le colonne sonore che includerò all'inizio di ogni post.
Ad esempio adesso, prima di procedere, fate partire questa colonna sonora.

Message to Bears - You are a memory


A questo punto, passiamo alle presentazioni di luoghi e persone che faranno parte della storia. Nel gioco ognuno di essi viene rappresentato da una carta che può essere estratta in determinati momenti, instradando la partita in una determinata direzione.

PROTAGONISTI
 
Alice Briarwood, una ragazza popolare, socievole, molto in vista. Spesso vestita in modo appariscente o provocante.

Charlie Barnes, quello che si è trasferito fuori città. Un biker boy, in fissa con la moto. Pieno di sé. Poco incline allo studio, spesso ha frequentato brutte compagnie. Anche per questo è andato a vivere con la madre lontano da Silent Falls alla fine dell'ultimo anno scolastico, dopo che i suoi genitori hanno divorziato. E’ appena arrivato in città per stare con suo padre durante le vacanze invernali e spera di vedere Alice e gli altri mentre è qui.

Dakota Travis, la migliore amica. Una ragazza carina e popolare, ma non come Alice, e non così provocante. Esce spesso con lei per andare ai concerti. Adora l'impulsività di Alice.

Jack Briarwood, il fratello maggiore. Ha lasciato la scuola e vuole arruolarsi nei marine. I suoi genitori non lo accettano e questo crea forti tensioni in famiglia.
 
Julia North, la fidanzata segreta. Una ragazza acqua e sapone, che ama l'arte. Appartiene ad una famiglia molto conservatrice e benestante. Figlia unica, veste sempre con gonne lunghe. Alice l'ha notata mentre Julia la stava ritraendo di nascosto. All'inizio erano solo amiche, ma poi è diventato qualcosa di più.

Evan Holwell, quello con la cotta. Un ragazzo dai tratti latini, magro, trasognato. Ama la storia, gli interessano le sue origini. Ha tre fratelli, conduce una vita tranquilla. 

SOSPETTATI
 
Ryan Groggins, l'ex ragazzo. Ryan era stato assieme ad Alice, e dopo che si sono mollati ha continuato ad assillarla.

Mr. Halvert, l'insegnante di storia. Un vero bacchettone, aveva ripreso pubblicamente Alice per il suo abbigliamento spesso provocante.

David Nelson, il tipo popolare. Benvoluto e senza nemici. La sua popolarità era minata solo da quella di Alice con la quale era in silenziosa competizione. Non ha mai speso nemmeno una parola in merito alla sua scomparsa.

Bria Brown, la bulla. A Bria non piaceva Alice, non piaceva quanto lei fosse amata e al centro dell'attenzione senza dover esser fuori dagli schemi. Per questo l'aveva presa di mira.

CJ Wallace, il viscido. Fa il guardiano del faro, ma soprattutto commenta sempre i post delle ragazze carine sui social.

LUOGHI
 
La stazione ferroviaria. Alice usava spesso il treno la sera, e quello è un luogo dove si possono fare brutti incontri.

Il faro sulla scogliera. Un posto in cui Alice adorava andare quando voleva stare da sola e perdersi nel rumore del mare. E' un luogo isolato e ci vive CJ Wallace, il guardiano del faro.

Kalisto Rivers State Park. Alice ci andava spesso per camminare da sola o in compagnia. Tuttavia la sua fama di luogo idilliaco è stata funestata dalla scomparsa di due campeggiatori l'anno scorso, mai ritrovati.

Il nightclub "The Dripping Dagger". Alice conosceva un ragazzo che lavorava lì, un barman, molto più grande di lei.

Il vecchio fienile a Cambridge Street.  Un posto isolato, anche qui Alice ci andava quando voleva stare da sola, o se voleva incontrare qualcuno lontano da occhi indiscreti.
 
Buona lettura!

ALICE IS MISSING

  Silent Falls è una piccola cittadina costiera a ridosso della foresta nel cuore della California Settentrionale. E' un posto tranquill...


La narrazione è finita, spero che le avventure dei marines in Vietnam vi siano piaciute.


Questa avventura è stata un po’ un vezzo, durante un lungo viaggio (fatto quando ancora si poteva) mi sono visto The Vietnam War di Ken Burns, un bel documentario su Netflix che spiega bene cos’è stata la guerra del Vietnam e mi è venuta voglia di scriverci una oneshot.


A dirla tutta, anche la mia primissima oneshot della “nuova scuola” ossia la Pattuglia Perduta era una trasposizione in chiave fantasy della guerra del Vietnam, una guerra lunghissima, terribile e dolorosa che tutti bene o male conosciamo, o almeno pensiamo di conoscere grazie ai film e all’immaginario che è stato costruito intorno.


Questa volta niente intrighi o tradimenti, solo un gruppo di ragazzini con dei fucili mandati a combattere una guerra già persa, costretti a scegliere se rimanere vivi o rimanere umani.


I giocatori hanno interpretato molto bene i loro personaggi, molti dei quali si possono definire “negativi”, ossia desiderosi di salvarsi anche a costo di sparare a degli innocenti per odio, per disprezzo ma, soprattutto, per paura.


L’intera avventura era costruita sulle ambiguità, saper decidere se tirare il grilletto o rischiare un colpo, se rischiare di sparare a un innocente o rischiare di essere colpiti.
Ben sapendo che avrebbero dovuto rendere conto di ogni azione davanti agli occhi inquisitori dell’opinione pubblica, qualora si fossero salvati.
Erano personaggi difficili da giocare e sono contento che i miei giocatori abbiano dato vita a dei personaggi unici.


Quindi un grazie a:


Ale nei panni del soldato Cameron
Christian nei panni del giornalista Paradise
Ciro nei panni del soldato Ford
Giova nei panni del capitano Riker
Paolo nei panni del soldato Richardson


E ovviamente un grazie ad Ale che mi ospita sempre su OneShot.


Inoltre come non ringraziare Mr. Mist per la bellissima colonna sonora e per i racconti di Radio OneShot, bellissime canzoni, mi hanno riportato a quando abbiamo giocato con il sottofondo musicale degli anni ’70.

Mr. Mist ha una cultura musicale pazzesca e ha sempre saputo scegliere il pezzo giusto per quasi 60 puntate, complimenti! E grazie!


Un grazie anche a Ursha per la sua storia parallela, sei un ottimo narratore, io aspetto con ansia una tua narrazione qui su OneShot!


Un grazie anche a tutti i partecipanti abituali che vengono a commentare, è sempre bello fare due chiacchiere nei commenti parlando di una passione che si condivide.


E, appena si potrà… Alla prossima oneshot! 

RINGRAZIAMENTI

La narrazione è finita, spero che le avventure dei marines in Vietnam vi siano piaciute. Questa avventura è stata un po’ un vezzo, durante u...


Portavano il peso dei ricordi.
Portavano quello che gli altri non potevano più sopportare.
Spesso si appoggiavano gli uni agli altri, deboli o feriti.
Portavano malattie.
Portavano piccole scacchiere o palloni da basket.
Portavano dizionari inglese-vietnamita, piastrine di riconoscimento, bronze stars e purple hearts, foglietti plastificati con le regole di ingaggio.

Portavano la terra stessa, il Vietnam, il suolo, la polvere rossa che copriva i loro stivali e i loro volti.
Portavano il cielo.

Camminavano come muli.
Di giorno sotto il fuoco dei cecchini, di notte sotto quello dei mortai, ma non c’era mai battaglia, solo una marcia infinita, un villaggio dopo l’altro, senza alcuno scopo, senza niente da vincere o da perdere.
Marciavano perchè così doveva essere.
In mezzo alle risaie, su e giù dalle colline, un passo, poi un altro e poi un altro ancora, meccanicamente.

I loro principi stavano nei loro piedi, gli obiettivi nei loro istinti.
Non avevano strategia o tattica.
Perquisivano i villaggi senza sapere cosa cercare, prendevano a calci vasi di riso, bambini e vecchi, facevano saltare in aria tunnel, a volte incendiavano tutto, a volte no, si raggruppavano e marciavano verso il villaggio successivo e poi quello dopo, che per loro era sempre lo stesso villaggio.
Portavano le loro stesse vite.
Il carico era enorme.

Nel caldo del pomeriggio gettavano gli elmetti e le giacche, camminavano a piedi nudi.
Nella marcia gettavano via le razioni, le mine Claymore e le granate.
Non aveva importanza.
Alla sera sarebbero arrivati gli elicotteri e avrebbero di nuovo avuto tutto.
Avrebbero avuto frutta fresca e casse di munizioni, occhiali da sole e maglioni di lana, fuochi d’artificio per il 4 di Luglio, uova colorate per Pasqua.
Era l’immenso scrigno dell’America, le fabbriche di armi di Hartford, le foreste del Minnesota, i campi di granoturco, i negozi di auto, portavano tutto come treni merci, li caricavano sulle loro spalle, e in mezzo a tutti i misteri e le ambiguità del Vietnam, almeno una cosa era certa, non sarebbero mai rimasti senza cose da portare.

Tommy firma l’ennesima copia del suo libro.
La guerra è finita dieci anni fa, molti ne stanno scrivendo.
Il suo articolo per AP è stato un successo, come quelli di altri suoi colleghi.
Alla fine gli Stati Uniti si sono ritirati, il Vietnam del Sud è caduto poco dopo.
Alla fine hanno perso, la guerra non è servita a nulla.
L’incontro finisce, Tommy esce nel freddo primaverile di Washington.
La mano gli duole sempre, quando fa freddo.
Chiama un taxi e si fa portare vicino al Vietnam Veterans Memorial.
Passeggia per il parco fino al lungo muro scuro circondato dal verde.
Segue l’elenco di nomi, anno dopo anno.
Fino a trovare i quattro che gli interessano, sono raggruppati, uno dietro l’altro.

Capitano William Riker 1947 - 1971
Soldato Alabama K. Richardson “Blackstick” 1951 - 1971
Soldato Cameron J. Robinson 1950 - 1971
Soldato Jason Ford 1952 - 1971

Passa una mano sui nomi.
Poi si gira e torna verso l’uscita del parco.

58 - EPILOGO

Portavano il peso dei ricordi. Portavano quello che gli altri non potevano più sopportare. Spesso si appoggiavano gli uni agli altri, deboli...


“Che cazzo fai coglione!” gli urla Cameron “Mollami o moriamo in due!”
Una raffica fischia vicino a loro, la mitragliatrice dell’elicottero spazza gli alberi ma il mezzo inizia a staccarsi dal suolo.
“Non ti mollo!”
“Mollami subito! Torna a casa e scrivi! Fanculo sei un giornalista il tuo compito è scrivere!”
Tommy lo guarda, vede un ragazzo di vent'anni terrorizzato.
Guarda l’elicottero.
“Io sono un soldato, il mio compito è morire” dice Cameron rassegnato.
Tommy annuisce e corre verso l’elicottero.
Raggiunge il portellone.
I marines lo tirano su mentre l’elicottero si alza in volo.
Sotto, nella radura, vede Cameron sdraiato al suolo, sparare con l’M40, a fianco all’amico Alabama riverso sul terreno, coperto di sangue.
L’elicottero si alza oltre gli alberi, pochi istanti dopo un Thunderchief colpisce la cima della collina inondandola di fuoco.



57 - ESFILTRAZIONE

“Che cazzo fai coglione!” gli urla Cameron “Mollami o moriamo in due!” Una raffica fischia vicino a loro, la mitragliatrice dell’elicottero ...


I marine rimasti continuano a sparare, dal cielo un altro elicottero apre il fuoco mentre un secondo inizia a scendere.
I vietnamiti cercano di stringere verso la cima sparando all’elicottero.
Tommy e Alabama prendono di mira tre di loro che si sporgono troppo e li abbattono con un paio di raffiche.
L’elicottero tocca terra a una decina di metri da loro, i rotori spazzano la cima.
“Venite!” urlano i marine dal portellone aperto.
“Vaffanculo!” urla di rimando Alabama e corre verso Cameron.
“No one left behind” mormora Tommy e segue Alabama.
I due raggiungono Cameron e lo sollevano.
“Avanti stronzo che ce ne andiamo!” 
Iniziano a trascinarlo verso l’elicottero.
Dagli alberi arrivano una serie di raffiche.
Alabama crolla colpito.
Tommy perde la presa e cade anche lui con Cameron.
Alabama prova a rialzarsi ma viene raggiunto da una seconda raffica.
Tommy afferra Cameron e si muove lento verso l’elicottero che sembra lontanissimo.

56 - NO ONE LEFT BEHIND

I marine rimasti continuano a sparare, dal cielo un altro elicottero apre il fuoco mentre un secondo inizia a scendere. I vietnamiti cercano...