Joey rotea vorticosamente sulla poltrona girevole del suo camerino. Sa che tra poco toccherà a loro, vagamente. Quel torpore misto ad euforia che lo accompagna e lo stordisce gli conferma che sta vivendo un sogno. Sesso, droga e rock’n’roll. Sono pochi quelli che applicano il detto come solo lui sa fare.
Il trillo del cellulare lo scuote dal suo fantasticare strafatto senza meta. Butta un occhio a chi è il rompiscatole: sul display compaiono solo le parole “El Sueño”.
Porca putt..!!
Risponde al volo su di giri.
- Ehi Pablo! Pablo El Sueño! Amico mio!
- Ehi Rivetto. Non soy tu amigo. El nostro es business. Recordalo ben. Ma sei strafato e se sente, stavolta te la passo.
- Allora, allora, mio colombiano preferito, è arrivata la "Shakira"?
Pablo esita, spiazzato dagli arditi messaggi in codice di Joey. Quindi sta al gioco.
- La "Shakira" que viene de Sudamerica està pasando por Panama. Es la mejor Rivetto. Non una qualsiasi. Una montaña.
- Una mooontaaaaaagnaaaaa! - urla eccitato Joey spingendosi sulla poltrona girevole e roteando come un bambino sulle giostre.
- Vedrai que no habrà problemas Rivetto, la mia organizaciòn ha già sistemato todo par el pasaporto y los documentos, ha pagato le “tasse” alla policìa. Lo importante es que tienes el caché pronto per la “cantante”. E allora poi te farai todo lo spettacolo que vuoi! Adios!
Appena mette giù Joey solleva le braccia e lancia un ululato di felicità.
Nello stesso istante la porta del camerino si apre sbattendo, e Rick entra imbronciato.
- Devi finirla di entrare senza permesso nelle mie stanze - dice Joey contenendo a stento le risate.
- E tu devi finirla di rischiare di fotterti la carriera. Ho sentito la tua telefonata, idiota. Che… cazzo di linguaggio in codice era quello, lo capirebbe pure un bambino che parlavi di droga!
- Una *mooontaaaaaagnaaaaa* di coca!!! - Joey ride sguaiatamente e gira sulla poltrona.
- Porca puttana, sei strafatto… ancora!
- E’ tutto ok, non preoccuparti…
Dal palco una voce rimbombante preannuncia le nomination della loro categoria.
- Senti Joey, Joey Rivetto. Io mi faccio un culo quadrato per tenere in piedi la carriera della nostra band. E questo me lo devi, perché invece tu sembra che faccia di tutto per mandarla a puttane la nostra carriera. Quindi, almeno oggi, dì al tuo spacciatore di merda di non rompere i coglioni e muoviti porca puttana che tra due minuti dobbiamo andare in scena!!!
“...and for the Best Live Show category the winner is…………... the U!”
All’annuncio la folla là fuori va in delirio.
- Alza il culo, tocca a noi!
Rick esce sbattendo la porta.
Joey ride gettando la testa all’indietro e alza il dito medio.


Crashdïet - Chemical (Generation Wild, 2010)


U!

02 - CHEMICAL

Joey rotea vorticosamente sulla poltrona girevole del suo camerino. Sa che tra poco toccherà a loro, vagamente . Quel torpore misto ad euf...

Rick percorre il corridoio dell’hotel a grandi falcate, le borchie degli stivaletti tintinnano ad ogni passo. Si affretta verso la suite di Joey, e l’ultima cosa che vuole è incrociare qualcuno, fan o no. Domani è il grande giorno ed è al massimo della concentrazione, non vuole distrazioni, nessuna distrazione.
Rick “One” Ramirez - pensa tra sé e sé - chi l’avrebbe mai detto che saresti arrivato fin qui, agli American Music Awards di Los Angeles!
Rick si perde nei suoi pensieri mentre percorre gli ultimi metri che lo separano dalla stanza del cantante della band. Non può fare a meno di rievocare gli esordi, e sorride ripensando alle origini di quel nome che li avrebbe accompagnati fino a qui: gli U!
Un gioco di parole che suona come “you”, coinvolgente, ammiccante, che sa di rock. Chissà cosa penserebbero fan e stampa specializzata se sapessero che tutto nacque durante uno scapestrato viaggio di gioventù in Italia, folgorati dalla sottomarca di un succo d’arancia di cui abusavano a colazione e che riportava sulla confezione la stessa gigante lettera accompagnata dal punto esclamativo: U!
Rick bussa alla porta.
Ne sono passati di anni da quel viaggio. Lui è diventato un mostro con la chitarra e i maggiori successi della band scaturiscono dalla sua scrittura. Ma Joey... beh sì Joey è la calamita, il frontman, la bestia da palco. Eccessivo, esagerato… e fuori controllo. I suoi eccessi sono proverbiali, le sue cazzate di proporzioni leggendarie.
E a lui in genere tocca il difficile ruolo di riportarlo sui binari, o possibilmente evitare proprio che deragli. Come adesso si vuole accertare che sia pronto per la premiazione di domani.
Bussa ancora. Nessuna risposta.
Rick spinge sul pomello della porta che si apre. Entra nella camera.
Un caos di oggetti e vestiti sparpagliati ovunque regna nell’appartamento lussuosamente arredato. Dalla stanza accanto, presumibilmente il bagno, provengono incitazioni esplicite e grugniti di piacere a malapena coperti dal rumore dell’idromassaggio alla massima potenza.
L’ambiente è invaso dalla nebbia, ma non è vapore.
Rick sorride e scuote la testa. Quel vecchio volpone sta scaricando la tensione con una delle sue “amiche di una sera”... meglio così, domani sarà bello rilassato.
Si avvicina ad un tavolino dove sono ammucchiate varie cose: un vassoio d’acciaio con disegnata una U di polvere bianca, di fianco un cilum appena usato. E uno smartphone rosa con un’imbarazzante cover di Hello Kitty. Il suo sguardo si acciglia confuso mentre corre su una borsetta da ragazzina con il nome “Sasha LOL” scritto ad Uniposca, scarpe da ginnastica, e mutandine con un orsacchiotto sul davanti.
Che cazzo…
Apre la borsetta e si ritrova incredulo in mano una patente emessa per la prima volta l’anno stesso. Coi rumori “per adulti” che vengono da di là!
Cristo questo si mette nei casini e ci fotte tutti!
Un profondo gorgoglio di soddisfazione certifica che Joey ha raggiunto la felicità, e pochi momenti dopo una giovanissima teenager esce completamente nuda dal bagno, pulendosi il volto con un asciugamano.
Trovandosi inaspettatamente davanti Rick sobbalza spaventata.
- E tu chi cazzo sei…
- No TU CHI CAZZO SEI RAGAZZINA?! Lo sai chi è e quanti anni ha quello che stavi spompinando?
Lei fa per rispondere ma Rick non le lascia il tempo, minaccioso.
- Cristo hai sedici anni… Ora tu prendi le tue cose, ti rivesti alla svelta e sparisci dall’hotel senza dare nell’occhio! E non dici nulla di ciò che hai combinato stasera, a nessuno! Chiaro?


Eagles - Hotel California (Hotel California, 1976)



U!

01 - HOTEL CALIFORNIA

Rick percorre il corridoio dell’hotel a grandi falcate, le borchie degli stivaletti tintinnano ad ogni passo. Si affretta verso la suite d...

Dopo un bel po’ di tempo mi accingo a tornare a scrivere, con il resoconto di una bella partita a Fiasco. Abbiamo giocato il playset extra “Gruppo Rock in Tour” qualche settimana prima dell’uscita su Netflix di “The Dirt”, il film sulla carriera dei Motley Crüe, manco a farlo apposta.
Il risultato è stata una storia tragicamente divertente sui componenti di una band dal sapore glam rock alla ribalta ai giorni nostri e di una groupie.
Tuttavia, proprio per l’immaginario in cui pesca, il racconto necessita di un piccolo disclaimer iniziale.
Tutta la storia è infarcita di sesso, turpiloqui, crimine e droga in un’escalation di situazioni che potrebbero urtare la sensibilità dei lettori. Il racconto è da considerarsi X-RATED. Noi ci abbiamo dato dentro senza troppe remore, ma ci tengo a precisare che tutto ciò che è descritto è semplicemente frutto di una serata di gioco e della fiction che ne è uscita, ed ogni riferimento a comportamenti criminali o uso di stupefacenti è funzionale alla storia e non alla loro esaltazione.

Inoltre mi sono divertito con un piccolo esperimento, associando ad ogni post un pezzo (in genere sempre dal panorama glam/sleaze rock, ma non solo) che rendesse il mood della scena e da utilizzare come colonna sonora durante la lettura. Enjoy!

U!

INTRO - U! (DISCLAIMER)

Dopo un bel po’ di tempo mi accingo a tornare a scrivere, con il resoconto di una bella partita a Fiasco. Abbiamo giocato il playset extra...

“Un tesoro hai detto?”
“Si un tesoro, enorme”
L’uomo guarda Rino, nel suo sguardo è palpabile il disprezzo che prova per questo ubriacone, zoppo e biascicante.
“Pagami un whisky e te lo mostro”.
L’uomo fa cenno al barista di lasciare la bottiglia.
Rino la prende e beve avidamente.
“Siete proprio bravo voi, proprio bravo, un vero amico...”
Prova ad abbracciarlo, ma l’uomo si scosta.
“Avevo un amico una volta” biascica Rino.
Beve un’altra sorsata.
“Allora questo tesoro?”
“Ah si, un tesoro! Un tesoro enorme! Dopo ti ci porto”.

È buio al vecchio Circle S, Rino si muove zoppicando, l’uomo lo segue a cavallo.
“È qui, è qui guarda!” e indica un buco nel terreno, sotto si intravede della pietra con venature dorate.
Rino si china sul buco.
“Se mi dai una mano, possiamo diventare ricchi” dice.
Si gira speranzoso verso l’uomo e si trova una pistola puntata.
“Che significa?”
L’uomo spara, Rino cade nel buco.
Si porta le mani al petto, dove il sangue sta zampillando.
L’uomo scende da cavallo con calma.
“Io diventerò ricco” gli dice.
Rino con uno sforzo cerca di alzarsi.
“Ti maledico!” sibila “che tu possa andare in rovina! Che tu possa soffrire e non arrivare mai all’oro! Che la tua vita sia distrutta!”

L’uomo spara di nuovo.

25 - RINO

“Un tesoro hai detto?” “Si un tesoro, enorme” L’uomo guarda Rino, nel suo sguardo è palpabile il disprezzo che prova per questo ubriacon...

Janisse è nella stanza di una modesta pensione di Frisco, un giovane è seduto al tavolino e sta scrivendo una lettera per lei.
Fuori si vede il porto e le navi che stanno attraccando.
Janisse detta con voce tranquilla.
“Mio caro Jeffrey, non vedo l’ora di incontrarti, grazie per avermi mandato i soldi per il viaggio in Inghilterra, sono felice che le mie foto ti siano piaciute”.
“Foto?” chiede il giovane.
“Si le ho prese da un rivista, tu continua a scrivere”.
Il giovane riprende a scrivere.
“Il mio cuore anela di desiderio nell’incontrarti di persona e vedere la tua magione di caccia, per sempre tua. Janisse”.
Il ragazzo piega il foglio e lo mette in una busta, su cui poi scrive l’indirizzo.
Janisse gli allunga un dollaro, il ragazzo prende la busta e esce.
Dovrei proprio imparare a leggere e scrivere...

24 - JANISSE

Janisse è nella stanza di una modesta pensione di Frisco, un giovane è seduto al tavolino e sta scrivendo una lettera per lei. Fuori si v...

Erbert è seduto sui gradini di una chiesa bianca.
L’abito liso è sporco e pieno di macchie.
Alcune persone ben vestite escono, Erbert si alza.
“Scusate, avete qualche moneta? Solo qualche moneta”.
Le persone lo scansano, ritraendosi.
Pochi minuti e il sagrato è vuoto.
Erbert si rimette il suo cappello.
I banditi gli hanno preso la pepita e hanno usato l’atto di proprietà per accendersi un sigaro.
È un miracolo che l’abbiano lasciato vivo.
Il suocero l’ha disconosciuto e l’ordine dei notai ha revocato la sua licenza.
Erbert barcolla verso il porto.
Magari posso offrirmi per scaricare una nave...

23 - ERBERT

Erbert è seduto sui gradini di una chiesa bianca. L’abito liso è sporco e pieno di macchie. Alcune persone ben vestite escono, Erbert si...

Bradford è seduto sulla panca di legno della sua cella.
Il giudice era un avvinazzato che nemmeno ha ascoltato la sua difesa.
Dieci anni, ha detto, poi è andato al saloon, al saloon che un tempo era il suo.
Lo sceriffo l’ha spedito al penitenziario della contea, a spaccare le pietre sotto il sole rovente.
La cella si apre.
Entrano due carcerati, enormi.
Bradford si alza.
“Togliti i pantaloni” dice uno.
“Cosa?”
L’uomo colpisce Bradford con un pugno che lo sbatte contro il muro di pietra.
In bocca il sapore del sangue.
L’uomo si fa avanti e lo colpisce al ventre, facendolo cadere in terra.
Gli arriva un calcio in faccia.
Bradford si raggomitola.
L’uomo smette di colpirlo e si rivolge all’altro.
“Mi piace di più quando fanno resistenza”.
L’altro ride sguaiatamente e si toglie i pantaloni.

22 - BRADFORD

Bradford è seduto sulla panca di legno della sua cella. Il giudice era un avvinazzato che nemmeno ha ascoltato la sua difesa. Dieci anni...

“Come sarebbe a dire che non vale nulla!”
“Signora si calmi...”
“Signorina!”
L’impiegato statale alza le mani.
“Signorina questo foglio è una lista della spesa, non è un documento!”
“Ma cosa sta dicendo! È l’atto di proprietà di un ranch!” urla Janisse.
“Signorina, c’è scritto “Comprare il latte””.
“Registri quest’atto! Subito!”
L’impiegato sospira e fa cenno a due guardie che afferrano Janisse.
“Venga con noi signora”.
“Lasciatemi! Lasciatemi!”
I due la conducono fuori dall’ufficio e la spingono nella via trafficata.
“Io sono ricca! Io vi rovino!” urla Janisse.
I due uomini chiudono la porta.

21 - TRUFFA

“Come sarebbe a dire che non vale nulla!” “Signora si calmi...” “Signorina!” L’impiegato statale alza le mani. “Signorina questo fogli...